Quando mi sono tuffato – ovvero, quando mi sono calato in acqua nella classica posizione del pensionato morente, ripiegato su tre strati di panza – li ho visti. Cioè, ho avuto l’impressione di vederli. Quattro avvoltoi neri, a un cenno del più anziano, si sono staccati dalla balaustra della piscina coperta. Sarà stata senz’altro un’allucinazione dovuta alla certezza che non sarei sopravvissuto. Nell’ovattata Fata Morgana, il capo pennuto avrebbe sussurrato ai suoi accoliti in pennutese stretto: “Cu ‘stu Pacchiuni semo o’ puostu fino a Natale 2012! Mancu ‘u pizzettu ci lassu. Sghigna!”. Un miraggio, per l’appunto. O almeno lo spero
Ma prima di narrare degli strani personaggi, degli incontri, delle armi, degli amori. dirò perché mi sono convinto ad affrontare la Piscina Comunale nel mezzo del cammin di mia vita, con una salute tendente al cagionevole-schizofrenico, peraltro resa terminale da un’ipocondria galoppante. Il perché è semplice: c’è sempre qualcuno che ti ama e che, bontà, sua ti compra il costumino arabescato con scene di caccia al cinghiale – a mo’ di implicita esortazione – la cuffietta a forma di squalo, l’accappatoio con su tatuato il seguente motto augurale già in voga a Sparta: “O con questo, o su questo”. Continua »
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