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Sito: http://www.siciliamoderna.it/

e-mail: donato.didonna@libero.it

Biografia: Nato a Bari nel 1956, laurea in Giurisprudenza, moglie e due figli palermitani doc.
Dal 2003 lavora come amministratore e/o partner di società operanti - tra Milano, Bari e Palermo - nel settore immobiliare commerciale (GDO), nella consulenza finanziaria, nell'M&A (fusioni e acquisizioni) e nel settore della comunicazione.
In precedenza, ha lavorato per vent'anni - tra Palermo, Roma e Milano - prima per un importante gruppo bancario italiano e poi per uno olandese, facendo comunque sempre il pendolare con Palermo, sua città d'adozione.
Dopo essersi domandato invano, per parecchi anni, perché in un posto dove si potrebbe vivere bene, in termini sia civili che materiali, ci si rassegni invece - perlopiù - a sopravvivere, nel settembre 2004 ha cominciato a scrivere come blogger ciò che avrebbe voluto leggere sulla stampa locale.
Dopo la teoria, ha cominciato a promuovere, in società con altri siciliani di buona volontà, emblematiche iniziative extraprofessionali nei settori dei beni culturali, dell’agricoltura di qualità, della finanza etica ecc., senza curarsi che il maggiore affronto, per una certa mentalità arcaica locale, è dimostrare con i fatti che un cambiamento, volendo, è possibile.
Forte di queste esperienze, nel settembre 2010, ha pubblicato il libro: Ecco come. Cambiare la Sicilia in 10 mosse riprendendo, in forma organica e aggiornata, idee e proposte già pubblicate negli ultimi anni su Rosalio.

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Donato Didonna
  • Quand’ero soldato

    Ci sono esperienze sgradevoli quando le vivi, ma che acquistano un diverso sapore quando diventano ricordi giovanili. Una di queste, almeno per me, è stata quella della leva. “Che bella la vita!” cantava Lucio Dalla in una canzone del 1966 mentre rimpiangeva quei “15 mesi senza i problemi di casa mia”. Nel 1983 dopo essere riuscito a scansare un anno prima i 18 mesi della leva di mare (che mi toccavano in quanto nato in città costiera sotto il segno del Sagittario) soggiornando un’intera settimana nel cinema di una caserma di Taranto in attesa di essere scartato perché “eccedente al fabbisogno”, proprio quando ormai mi sembrava di avere in mano l’agognato congedo illimitato, ricevetti invece la famosa “cartolina”. Continua »

    Palermo
  • Il business delle amministrazioni giudiziarie è al capolinea?

    Siamo normalmente abituati a legare il business o l’attività professionale allo sviluppo, per così dire, “fisiologico” dell’attività economica, ma anche quello “patologico” è, nondimeno, fonte di lavoro. E in certe aree, economicamente deboli, anche più di quello fisiologico. Si pensa generalmente alla patologia economica come all’attività di chi si occupa di diritto fallimentare, di accordi interbancari o di ristrutturazione del debito, ma in Sicilia vi sono dei professionisti che, su incarico del Tribunale, amministrano realtà produttive fatte di società, aziende, tenute agricole, attività commerciali di vario tipo – sparse per tutto il Paese – del valore patrimoniale anche superiore ai mille miliardi delle vecchie lire: sono le amministrazioni giudiziarie di cui Palermo detiene il primato dimensionale in Italia. Continua »

    Sicilia
  • Oggi domani un concorso…al Banco

    Era il tormentone dei bei tempi dell’università (fine settanta, primi ottanta): “Oggi domani un concorso…al Banco”. Quello al Banco di Sicilia era il “posto” per antonomasia, il sogno di chi aspirava ad una sistemazione sicura per poter mettere su famiglia e rendersi indipendente da quella d’origine. Una cosa che mi ha sempre colpito di Palermo è che persino dei rispettabili imprenditori brigavano perché i loro figli fossero assunti dal Banco di Sicilia o da altra banca, locale o nazionale. L’impresa, il rischio, la competizione erano, per la cultura corrente dell’ epoca, da fuggire, ma anche oggi, se qualche ragazzo in più si cimenta con l’impresa, è più per necessità che per scelta.

    Se giri per Amsterdam o Londra o altra città del nord Europa, non è facile trovare sportelli bancari fronte strada. Sono costosi (affitto, guardie giurate, vetri blindati e altre misure di sicurezza, ecc.), questi costi si riverserebbero su una clientela che mal li tollererebbe e sono quindi spariti, sostituiti da ATM (bancomat) e dall’operatività online. A Palermo, invece, continuano a sbocciare sportelli bancari, con una concentrazione che, in alcune zone, ha dell’incredibile eppure, nonostante tutto, immancabilmente, si fa la fila (“chi è l’ultimo?”). Continua »

    Palermo
  • Pagare o non pagare?

    All’informazione RAI preferisco, di gran lunga, quella offerta continuativamente dai TG di SKY, cui pago volentieri il canone. Detesto le interruzioni pubblicitarie durante i film, altro motivo per preferire SKY o un DVD. Ritengo, inoltre, trasmissioni come “Porta a Porta” dei veri strumenti di distrazione di massa: si sottopongono al pubblico temi inconsistenti mentre si eludono questioni più serie e importanti e, quando si intervista finalmente un responsabile, non si fanno le domande che io stesso porrei: che lo ascolto a fare? E la Gabanelli? Grazie a Dio va anche sul satellite in differita!

    Perché continuare a pagare allora il canone? Continua »

    Palermo
  • Ma cos’è questa crisi?

    Quanti hanno avuto modo di cimentarsi in un ambiente di lavoro competitivo, si saranno sentiti spiegare -almeno una volta- come l’ideogramma cinese di crisi (weiji) integri i concetti sia di “pericolo” che di “opportunità”. È un efficace artificio retorico che si fa risalire ad un discorso del 1959 di John F. Kennedy, un po’ inesatto sotto il profilo sinologico, ma sempre utile a spronare all’azione i propri collaboratori, specie in tempi oggettivamente difficili.

    Ma in questa grave crisi mondiale in corso, esiste un territorio, una regione, in cui una buona fetta della popolazione possa sentirsi al riparo dalla crisi stessa? O che possa intravvederne addirittura dei vantaggi? Continua »

    Palermo, Sicilia
  • Limitless

    In questa economia globalizzata, la capacità di attirare investimenti internazionali a beneficio di un determinato territorio fa la differenza tra gli amministratori capaci e quelli inetti. Ci sono una serie di condizioni di carattere mercantile-logistico (traffici marittimi est-ovest attraverso il canale di Suez e il prossimo varo della zona di libero scambio euro-mediterraneo) che hanno riportato il Mare Nostrum in una posizione di centralità sia per i trasporto marittimo di merci che per quello delle persone, visto che il turismo è stato considerato uno dei business più promettenti del terzo millennio. Il Mediterraneo, è superfluo ricordarlo, ha dato vita alla maggiore concentrazione al mondo di grandi civiltà e di beni culturali e la Sicilia è al centro di tutte le sue rotte.

    Un paio di anni fa, un ricco fondo arabo specializzato in grandi operazioni di sviluppo immobiliare e dal nome emblematico, Limitless, ha voluto verificare se c’erano a Palermo le condizioni per investire due miliardi e mezzo di euro nel nostro centro storico, nel porto e nel waterfront. Sappiamo che Limitless ha in seguito preso in esame varie opportunità immobiliari a Milano a scapito, a quanto sembrerebbe, della città più araba d’Italia (sino a poco tempo fa, molto opportunamente, il sito del Comune di Palermo aveva una versione anche in arabo). Penso che sarebbe molto grave, soprattutto di questi tempi, se un’opportunità come questa fosse andata irrimediabilmente persa. Continua »

    Palermo
  • Riempiamo di frecce l’arco di Tito

    Anno nuovo, vita nuova. Se vogliamo, nel 2009 potremmo essere tutti protagonisti di una piccola rivoluzione culturale: quella di considerare la nostra città come un grande “condominio” gestito da un gruppo di amministratori da controllare ogni tanto, ognuno secondo le proprie competenze e sensibilità. Le armi per combattere questa rivoluzione, volendo, ci sono.

    Prendiamo, ad esempio, il difensore civico. Lo Statuto del Comune di Palermo prevede tale figura nel titolo III (artt. 25-28) e attraverso un apposito regolamento ne disciplina compiutamente l’operato. Sul sito dell’Ufficio del Difensore Civico leggiamo: “Il Difensore Civico è un organo di garanzia per tutti i cittadini. è eletto dal Consiglio Comunale, agisce in piena autonomia dagli altri organi amministrativi e non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico. Continua »

    Palermo
  • Internet angels

    Una decina di anni fa feci scoprire ad una signora, avanti negli anni e già gravemente malata, ma che era sempre stata molto attiva e curiosa nella vita, il mondo di internet. Fino alla morte mi ringraziò dell’opportunità di conoscenza e di relazioni che le avevo svelato. Ricordo la trasmissione TV di tanti anni fa, “Non è mai troppo tardi”, nel corso della quale il maestro Alberto Manzi insegnava ad una lavagna a leggere e scrivere. Il nuovo analfabetismo da combattere oggi riguarda le tecnologie digitali e l’uso di internet in particolare. Se la rete può costituire un fattore di progresso civile ed economico è necessario rimuovere le cause che ne limitano l’uso (digital divide). Vi è un problema generazionale: le nuove generazioni hanno una naturale dimestichezza con le nuove tecnologie che hanno imparato a usare da bambini (videogiochi, playstation, ecc.), mentre i più anziani che volessero cimentarvisi trovano incomprensibili i manuali di istruzione, un po’ perché tradotti banalmente dall’inglese, ma soprattutto perché scritti quasi per addetti ai lavori, dando per scontato i passaggi più elementari. Continua »

    Palermo
  • Il primo guadagno è il risparmio

    In tempi di crisi le aziende, in presenza di ricavi in calo, tagliano i costi pur di mantenere invariati i margini. Termometro tipico della crisi sono i cartelloni pubblicitari in bianco oppure il ricorso alla “cassa integrazione guadagni”, per chi ne ha diritto.

    Anche il bilancio di una famiglia è regolato dalla differenza tra ricavi e costi il cui risultato si colora mensilmente, a seconda, di nero o di rosso. Ma quanta gente, per mancanza di tempo, informazioni, strumenti, ecc., attua razionalmente una strategia di contenimento dei costi prima ancora che dei consumi? E vengo alla domanda: quanto sareste disposti a pagare, a tariffa oraria e sempre con la clausola “convinti o rimborsati”, una persona che vi venga a trovare, magari a casa e nell’orario a voi più comodo, per spulciare assieme le utenze (es. luce, acqua, gas, banca, assicurazioni, ecc.) in regime di concorrenza oppure appena liberalizzate per continuare ad usarle, ma al minor costo, aiutandovi inoltre, fattivamente, a conseguire in pratica tali risparmi?

    Si tratterebbe, in fondo, di una “lezione privata” di economia domestica: un nuovo ambito di attività per la Cooperativa “Factotum” che potrebbe così associare anche dei disoccupati intellettuali con specifiche competenze o attitudini in materia.

    Palermo
  • Ode alla bici (elettrica)

    Frisbee

    Non sono un amante delle scomodità o delle fatiche inutili: se posso, le evito. Eppure, poco più di un anno fa, forte della convinzione secondo cui “frate esempio è il miglior predicatore”, ho voluto comprare una bici a pedalata assistita: il bilancio è stato soddisfacente al massimo.

    Una bici a pedalata assistita da un motore elettrico è oggettivamente un mezzo alternativo di mobilità urbana, magari non esattamente per tutti, ma sicuramente per molti. Il suo costo poi, più che accettabile, è sicuramente ammortizzabile con il risparmio di carburante, mancata usura dell’auto, spese di parcheggio (e mancato stress da ricerca dello stesso), bollo, casco e…risparmio sulla palestra. Continua »

    Palermo
  • Il Fondo immobiliare della Regione Siciliana

    Se uno è in difficoltà e ha bisogno di soldi, di tanti soldi, cerca di vendere i gioielli assieme ai beni meno appetibili, sempre che ne abbia.

    Come già in passato la decadente nobiltà siciliana, anche la contemporanea “corte” di Palazzo dei Normanni si è trovata negli anni scorsi nella necessità di vendere “argenteria”, palazzi e terreni, con l’urgenza di racimolare alcune centinaia di milioni di euro. I nostri deputati, però, non solo hanno (s)venduto i gioielli immobiliari che amministravano per nostro conto, ma li hanno anche venduti tutti assieme, senza creare un opportuno mix di portafoglio, così come avrebbe consigliato anche il più sfigato tra gli operatori immobiliari. Infatti, venduti i pezzi di maggior pregio (i 34 immobili sedi degli assessorati e di altri uffici come la stessa Corte dei Conti) attraverso il primo fondo di investimento immobiliare regionale, nessuno ha più voluto prendere in carico il resto (terreni, boschi, ospedali, istituti di formazione, ecc.) pur con la allettante prospettiva di un possibile cambio di destinazione. Continua »

    Sicilia
  • Factotum (2)

    Rimando al precedente post la storia dell’idea di promuovere una cooperativa di disoccupati che scambi, con modalità anche “creative”, la risorsa tempo. Come promesso, voglio aggiornare la comunità di Rosalio sui passi successivi. Innanzitutto, si è autocandidato a gestirla a tempo pieno, almeno per i sei mesi dello start up, un valido neolaureato in economia di cui conosco la correttezza, la tenacia nel lavoro e le capacità organizzative. È stata fatta un’indagine di mercato su di un target di una quarantina di professionisti cui è stato posto un semplice quesito a risposta multipla:

    Quanto sarei disposto a pagare un’ora del tempo di una persona affidabile che:

    1. vada per conto mio ad effettuare un pagamento alla Posta o presso altro ufficio oppure cerchi un pezzo di ricambio o altro oggetto per negozi (o mi faccia la spesa)?
    a. Fino a 5 euro: 20.
    b. Da 5 a 10: 17.
    c. Più di 10: 2.

    Continua »

    Palermo
  • Una magra consolazione

    Come tutti gli azionisti Unicredit, la Regione Siciliana e la Fondazione Banco di Sicilia quest’anno, oltre a non portare a casa un dividendo di circa 14 milioni di euro a testa (convertito in azioni), registrano, ad oggi, una minusvalenza sulla propria partecipazione di oltre il 50% rispetto alle quotazioni di un anno fa: sono così andati in fumo centinaia di milioni di euro! E poiché al danno si aggiunge spesso la beffa, per mantenere immutate tali partecipazioni, i due azionisti dovranno mettere mano alla tasca per integrare con 18 milioni di euro ciascuno l’aumento di capitale deliberato in questi giorni.
    Quando il valore di un investimento scende da 100 a 50 la perdita è del 50%, ma per risalire da 50 a 100 la crescita percentuale deve essere invece del 100%: quanto ci vorrà allora per recuperare tale perdita?
    È una ben magra consolazione aver sostenuto, in tempi non sospetti, una diversa utilizzazione di queste nostre risorse come sulle pagine siciliane di Milano Finanza dello scorso 30 agosto, riprendendo peraltro idee sviluppate proprio su Rosalio in tempi ancor meno sospetti (22 gennaio 2008!). Questo è il testo dell’articolo apparso su MF.

    COSA FARE DELLA PARTECIPAZIONE IN UNICREDIT?

    In attesa delle decisioni politiche circa il destino della partecipazione della Regione Siciliana in Unicredit – magari in attesa di un recupero della quotazione – e mentre il presidente della Fondazione Banco di Sicilia ci stupisce con iniziative, forse, un tantino azzardate, è lecito considerare alternative alla riedizione di avventure bancarie già vissute?
    Mi permetto di avanzarne una. Continua »

    Sicilia
  • Factotum

    Un disoccupato, per definizione, dispone di una preziosa risorsa che a tanti altri invece manca: il tempo. Partendo da questa elementare osservazione e volendo inventarmi qualcosa per trovare una qualche soluzione al problema della mancanza di lavoro che coinvolge tanti nostri concittadini, ho pensato a questo modello di impresa: una cooperativa di servizi che offra, ad una comunità di persone a corto di tempo, questa risorsa comunemente paragonata addirittura al denaro. Da un punto di vista economico, avranno interesse ad avvalersi dei servizi di tale cooperativa tutti coloro il cui tempo dovesse valere più di quanto richiesto dalla cooperativa (se per pagare una multa alla Posta devo perdere un’ora in orario di lavoro e in un ora di lavoro rendo più di quanto mi costerebbe demandare ad altri tale mansione, mi conviene avvalermi della cooperativa e la convenienza ci sarebbe anche se il mio beneficio dovesse essere di altra natura come si avrebbe, ad esempio, demandando ad altri la classica spesa del fine settimana al supermercato per stare invece di più con i propri figli).

    La cooperativa “factotum” (dallo slogan: “siamo il tempo che a voi manca!”) si occuperebbe infatti di disbrigo faccende e piccoli servizi (pagamenti, piccole commissioni, ricerca per negozi di pezzi di ricambio, piccole riparazioni, pulizie straordinarie, mini traslochi, ecc.) avendo prima accuratamente “inventariato” e verificato attitudini, competenze ed esperienze professionali dei suoi membri. Sinora, ho incontrato un gruppo di sette persone – uomini e donne dai 47 ai 22 anni – con precedenti esperienze come falegnami, impiantisti, lavoratori domestici, baby sitter, camerieri, ecc., tutti auto o moto muniti e uno dotato persino di un furgone e di un magazzino. A chi non farebbe comodo, per esempio, un autista ad ore (o una persona che semplicemente resti in macchina) per un più rapido giro per uffici oppure per accompagnare la nonna in visita al cimitero o dall’amica oppure al teatro? Continua »

    Palermo
  • Quella mattina…

    La mattina del 29/8/1991 udii distintamente, intorno alle 7:30, alcuni colpi di arma da fuoco. Scesi per strada e, riverso sui gradini del supermarket SMA di via Alfieri, vidi il corpo di un uomo dal viso deformato da alcuni colpi sparati vigliaccamente alla nuca.
    Mi era sembrato di riconoscere il corpo di un polacco che lì aiutava le signore a portare la spesa. Seppi invece, di lì a poco, che si trattava di Libero Grassi, l’imprenditore che rivendicava pubblicamente e fieramente il suo diritto a vivere e lavorare senza subire soprusi.

    Poco più di un anno prima avevo visto, più avanti, sullo stesso lato della strada, il corpo senza vita di Giovanni Bonsignore, il dirigente regionale dalla schiena diritta che aveva denunciato il malaffare della Regione e che, per questo motivo, era stato assassinato.

    Probabilmente, è anche per questo motivo che da allora mi consento una semplificazione sociologica sui miei concittadini: Palermo è una città dove o si sta da una parte o, magari inconsapevolmente, da perfetti “utili idioti”, si concorre a fare gli interessi dell’altra. Per la sua storia, come appena ricordata, non esistono purtroppo altre, più neutrali, posizioni.

    Palermo
  • Chiacchiere e distintivo

    “Tu sei solo chiacchiere e distintivo!”. Chi non ricorda l’Al Capone (Robert De Niro), trattenuto a stento dai suoi sgherri sulla scalinata dell’albergo che lo ospitava a Chicago, esasperato dalle provocazioni e dalle sfide cocciutamente legalitarie dell’agente federale Eliott Ness (Kevin Costner)? Leggendo i commenti in coda ai post di contenuto più impegnativo, quali quelli che girano sull’eternamente irrisolta questione “Palermo” (perché in un posto dove si potrebbe vivere meglio in termini sia civili che economici ci si rassegna a sopravvivere in modo così sconfortante?), sembra di riascoltare la stessa infastidita domanda: “Ma voi, oltre che mettere a posto la vostra coscienza civile facendo analisi su ciò che non va in questa città, che avete fatto personalmente e in concreto per essa?”.

    Non sarà allora il caso di raccontare queste azioni concrete (ovviamente extraprofessionali) coerenti con il nobile desiderio di migliorare la qualità della vita della propria città?

    Ovviamente, anch’io non mi sottarrò a questa “autodenuncia”, magari solo per ultimo.

    Palermo
  • Imbuti

    Ciò che è evidente non avrebbe bisogno di dimostrazioni, ma non diamo mai nulla per scontato a Palermo! Vogliamo rendere meno caotico un tratto di un asse viario importante quale quello che, dalla Stazione Centrale (piazza Giulio Cesare), porta a piazza don Bosco attraverso via Roma, via Isidoro Carini, via Pasquale Calvi, via Gen. Dalla Chiesa, Via Marchese di Villabianca e, per l’appunto, via Marchese di Roccaforte? È infatti di quest’ultima intasatissima strada che vorrei parlare avanzando un banale suggerimento a chi di dovere.

    Rispetto alla strada che la precede per senso di marcia, via M.se di Roccaforte si presenta più stretta di via M.se di Villabianca che dispone di due corsie per mezzi pubblici di cui, però, solo una prosegue per via M.se di Roccaforte. Per rendere perciò meno ad “imbuto” l’imbocco della stessa per chi proviene da via M.se di Villabianca o da via Filippo Cordova, perché non eliminare le strisce blu, sul lato sinistro della stessa, consentendo un più scorrevole passaggio di due file di auto oltre che dei mezzi pubblici sulla corsia preferenziale?

    Gli incassi che verrebbero meno, per l’eliminazione delle strisce blu, non potrebbero essere – più che adeguatamente – rimpiazzati dalle multe a chi sostasse nonostante il divieto? Mi sfugge forse qualcosa? Voglio sperare che l’inconfessabile motivo per cui si tollera una tale congestione e inquinamento da traffico veicolare non sia quello di non “disturbare” i commercianti della zona e i loro clienti!!!

    Palermo
  • Fumus persecutionis

    Il fenomeno degli incendi estivi si rinnova puntualmente ogni anno, al primo forte scirocco, con la poco consolante dimostrazione della più totale impotenza e inaffidabilità di chi è pagato anche per prevenire tali eventi. Questo fenomeno si è trasformato ormai in una autentica persecuzione di un gruppo di siciliani di temperamento “neroniano” verso gli tutti gli abitanti dell’isola. Rom, zingari, albanesi – i soliti sospetti – pare, infatti, che abbiano, questa volta, tutti solidi alibi. L’origine dolosa è, infatti, una costante e le fiamme, quest’anno, hanno raggiunto anche l’Ospedale “Cervello”, bruciando parecchie decine di auto.

    La Sicilia è una strana isola: l’acqua è sempre servita per “mangiare” mentre il fuoco è servito per trovare un lavoro. La stampa locale, mai molto capace di giornalismo di inchiesta, visti i rischi professionali subiti dai pochi valorosi cronisti, ci ha quasi convinto, salvo il sensazionalismo dei titoloni, dell’ineluttabilità di tale luciferino fenomeno. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • Basterebbe solo copiare

    Talvolta basterebbe semplicemente copiare le migliori esperienze amministrative altrui in tema di mobilità urbana. Senza bisogno di ingaggiare consulenti ed esperti e senza neanche andare tanto lontano, sia geograficamente, Siracusa, che politicamente (i sindaci di Palermo e quello, uscente, di Siracusa appartengono allo stesso partito).

    Il centro storico di Siracusa, Ortigia, è divenuto ZTL: solo i residenti possono introdurvi e parcheggiare autoveicoli. Il parcheggio “Talete” accoglie le auto di tutti gli altri, turisti o meno. Si paga un euro dalle 5:00 alle 21:00 e un altro euro per la sosta dalle 21:00 alle 5:00. Un minibus elettrico va e viene, gratuitamente, per il centro di Ortigia ogni dieci minuti. Le piazze e le vie di Ortigia, liberate dalle auto, si riempiono di cittadini, a beneficio anche dei negozianti, ma non solo. Continua »

    Palermo
  • Madri e dinosauri

    I bambini credono ciecamente ai propri genitori. Quando il mio primogenito aveva tre anni, mi divertivo a “usarlo” per prendere in giro mia madre incoraggiandolo a chiederle: “Nonna, è vero che quando tu eri piccola sulla terra c’erano ancora i dinosauri?”.

    Ripensando però alla mia infanzia, temo di essere stato anch’io testimone della scomparsa di specie animali primitive.

    In quelle interminabili estati, trascorse da mattina a sera allo “stabilimento balneare”, senza timori di buchi dell’ozono e conseguente massiccio ricorso a creme protettive, un incontro consueto durante quei lunghi bagni in mare cui le nostre madri assegnavano due soli limiti (uscire quando i polpastrelli delle dita cominciavano ad aggrinzirsi e non entrare prima di tre ore dopo i pasti) era rappresentato dai cavallucci marini (hippocampus).

    Una specie animale con caratteristiche più simili alle raffigurazioni mitologiche dei draghi che non dei comuni pesci. Testa di sembianza equina, con tanto di criniera, corpo munito di aculei, vagamente da rettile, assenza di zampe o pinne e coda verticale attorcigliata. Se si approfondiscono le caratteristiche della specie si scoprono caratteristiche davvero insolite tipo quella che tocca al maschio covare le uova in un apposito marsupio. I cavallucci nuotavano sospesi nell’acqua, anche in riva al mare. Era facile raccoglierli con un secchiello per osservarli e poi ributtarli a mare. Ricordo che rappresentavano anche un motivo decorativo frequente dell’abbigliamento o dei rivestimenti in stile marinaro divenuto oggi, anch’esso, raro. Continua »

    Palermo, Sicilia
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