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venerdì 19 apr

Archivio per la categoria 'Ghiaccioli…online!'

  • La linea del signore

    Il mio barbiere mi ha visto lievemente abbronzato — potrò farmi una settimana bianca all’anno pure io o no? — e ne ha tratto una ulteriore conferma alla sua fede inossidabile: «Voi comunisti continuate a dire che l’Italia è povera e poi ve ne andate alle vacanze negli alberghi di lusso. Non siete nemmeno degni di nominarlo a Berlusconi, cornuti e ingrati che non siete altro…». Ora, a parte il fatto che il mio presunto comunismo sarebbe tutto da dimostrare, non sarà certo un caso che per fare un po’ di ferie uno sceglie la bassa — bassissima — stagione e persino le offerte last minute pur di risparmiare e non sforare il budget. Figaro, però, è un berlusconiano doc e pure se vedesse il suo idolo stuprare un bambino sarebbe capace di insinuare il sospetto che è tutta colpa dell’infante pur di non dare addosso al “signore dei sogni”.
    E qui veniamo al punto. Il preambolo, infatti, c’entra fino a un certo punto. Qui di “signori” vogliamo parlare perché dopo la famosa “linea della palma” la Sicilia sembra avere esportato anche la tanto decantata “linea del signore”. Nel mio albergo di lusso in Trentino — in realtà un dignitoso due stelle — mi è capitato di vedere in tv il premier nei suoi tour elettorali. E con grande orgoglio ho potuto notare che tutti i suoi avversari sono diventati “il signor Prodi”, “il signor Montezemolo”, “il signor Della Valle” e così via. Visto che di solito esportiamo mafia e disoccupazione, aver coniato una locuzione, pur con accezione negativa, è un passo avanti da tenere in considerazione. Vuol dire che a qualcosa anche noi, ai confini dell’impero, serviamo. Continua »

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  • Paradossi europei

    C’è un dibattito che va per la maggiore tra i tifosi del Palermo. E anche tra quelli che si ritrovano puntualmente dal signor Franco, il barbiere che annovera il maggior numero di clienti non paganti della storia dell’acconciatura mondiale. Il senso è pressappoco questo. Gli eccessivi impegni dei rosanero in Coppa Uefa finiscono per debilitare la squadra e compromettono l’andamento di Corini e soci nel campionato. Che, ovviamente, conta molto di più di una manifestazione di terz’ordine come quella europea alla quale, tanto per capirci, partecipano alcune tra le migliori formazioni del continente. Già il fatto che in un secolo di storia il Palermo non l’abbia mai giocata dovrebbe convincere i tifosi dell’importanza storica di esserci, ma ai palermitani di questa Uefa non gliene frega granché. Pazienza, ce ne faremo una ragione.

    Ma il paradosso, tutto siciliano, è un altro. Dicono i tifosi che, continuando di questo passo, per colpa della Coppa il prossimo anno non riusciremo a qualificarci per l’Europa. E questo, sinceramente, è intollerabile. Dunque, ricapitolando, la Uefa ci impedirà di andare in Uefa. Continua »

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  • Forza Zoro

    Ci sono voluti tre mesi e un piccolo, sconosciuto, paesino del Salento. Dopo il “no” sdegnato del sindaco di Milano e l’indifferenza della Sicilia. Alla fine a Cursi, in provincia di Lecce, qualcuno ha pensato che il gesto di Marc Zoro contro i tifosi razzisti dell’Inter che lo insultavano, meritasse un riconoscimento. E così da oggi Marc, difensore centrale del Messina e della Costa d’Avorio, è cittadino onorario di questo centro pugliese. «Sono felice ed emozionato, per un gesto che mi ha colpito profondamente e che voglio che sia trasmesso ai più piccoli, come questi bambini che ho di fronte, perché loro un domani, capiscano che nel c’è solo una razza e un colore, quello dell’umanità», ha detto Zoro commosso nell’aula del Consiglio comunale. «È un gesto che non potrei più rifare — ha poi proseguito il difensore ivoriano — perché non fu programmato ma estemporaneo. Da allora credo che qualcosa un po’ sia cambiato negli stadi nei confronti di noi giocatori di colore. Ricordo ancora gli applausi allo stadio di Treviso, considerato uno dei più a rischio razzismo. Forse si è incominciato a capire che il calcio è un fenomeno che unisce e non deve dividere».

    In una terra nella quale i movimenti autonomisti si alleano con la Lega di Calderoli, l’intelligenza del mio amico Marc merita attenzione e rispetto. Non dico che qualcuno potrebbe spingersi a candidarlo alle elezioni, ma visto chi ci andrà a rappresentare, una persona come lui non sfigurerebbe affatto. Anzi, ne sovrasterebbe tanti. E non solo per l’altezza.

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  • “Kosa nostra” di Praga

    Kosa nostra

    Vabbè, spesso le reazioni sono pure più patetiche degli insulti. Ma sinceramente questo fatto che ogni squadra europea che incontra i rosanero debba offendere la nostra “bella e amata Palemmo” comincia a darmi un po’ di fastidio. Gli ultimi, come avrete letto sui giornali, sono stati i cecoslovacchi (ops, non si chiamano più così ma cechi mi fa proprio ridere…) dello Slavia Praga che giovedì affronteranno i nostri eroi nei sedicesimi di finale di Coppa Uefa. Andate sul sito ufficiale della società (www.slavia.cz) e vi troverete davanti a una bella foto con un paio di tifosi in maglia biancorossa, occhialoni scuri manco fossero alle Maldive (minchia sole che ci dev’essere a Praga in questo periodo…) e una simpatica scritta alle loro spalle: “Kosa Nostra”. Continua »

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  • “Un certo Papadopulo”

    Ormai lo sapete. A Palermo, quando dobbiamo “posare” uno, gli diamo del “signore” e il gioco è fatto. Trovate un tifoso, uno solo, che oggi non definisce l’ex allenatore rosanero “il signor Del Neri”. È un classico. Era toccato prima al “signor Toni” — a proposito, ha segnato anche domenica, 22 gol in 23 giornale, minchia, e mi sia consentito il francesismo — Tocca spesso al “signor Zamparini” quando non si tiene e spara a zero contro tutti e tutti. Toccherà anche al nuovo tecnico se arriveranno tempi bui.

    Ci si chiede: ma se dare del “signore” ha un’accezione negativa, ci sarà pure un modo per fare i complimenti a qualcuno nella tipica vulgata palermitana? E certo che c’è, basta passare ogni tanto dal signor Franco (signore, senza virgolette, va bene…) e ascoltare il fan club del Figaro “de noantri”. «Avete visto? Abbiamo cacciato il “signor Del Neri” e ci siamo qualificati in Coppa Italia massacrando il Milan. E se non era per quel colpo di culo di Paredes — la prodezza degli avversari non è contemplata nel vocabolario del tifoso rosanero — ci andavamo a prendere i tre punti pure a Reggina e a quest’ora stavamo qui tutti belli contenti». Continua »

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  • Papadopulo, salvaci tu

    E quindi da stasera, nell’assalto al Milan in Coppa Italia, il Palermo sarà guidato in panchina da un nuovo allenatore. Del Neri, anzi il “signor” Del Neri, è ormai un residuato bellico. Ora c’è Papadopulo — quanto ci metterà a diventare “signore” anche lui? — uno che con il cognome che si ritrova qualche raccomandazione con l’Altissimo dovrà pure averla. Basterà a proteggerlo dalle intemperie di Zamparini? Chi può dirlo. Se il presidente ne ha cacciati 32 in una quindicina di anni, cosa gli impedisce di fare al più presto 33? Che poi, come i cabalisti sanno bene, 33 è pure un numero “divino” — gli anni di Cristo — cosa che con un Papadopulo fa giusto pendant. «Viri ca stu Papadopulo è uno buono — commentano gli amici dal signor Franco (senza virgolette, per carità) — questo prende i giocatori e li sbatte al muro. Senza chiacchiere». Naturalmente è quanto dicevano la scorsa estate anche per Del Neri — non ancora degradato a “signore — e che diranno per Novellino, il prossimo della lista secondo quanto ci raccontano i padroni del mercato. Continua »

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  • Turbolenze rosanero

    Tira una brutta aria dalle parti di viale del Fante. Il “signor” Zamparini, che da quando di mestiere fa il presidente delle squadre di calcio ha cacciato via un condominio di allenatori, si è incazzato di brutto con l’ultimo della serie, il friulano (e quindi suo conterraneo) Gigi Del Neri, tristemente famoso per il fatto che nessuno, a memoria di giornalista, è riuscito mai a decodificare nemmeno mezza frase durante le sue conferenze stampa. Tanto che è passata alla storia una battuta folgorante del cabarettista Ernesto Maria Ponte: «Il Palermo gioca come il suo allenatore: non si capisce niente…».

    Tira una brutta aria, si diceva, perché al presidente non gli piace proprio come gioca la squadra. Dice che prende troppi gol, che così si va in serie B, che Del Neri deve darsi una regolata e cambiare modulo. Continua »

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  • Pallone o teatro, questo è il problema

    Finalmente il girone di andata è finito. Anzi, comincia subito il ritorno perché nel calcio friggi e mangia di questi tempi nessuno ha più tempo da perdere. Il tifoso rosanero non è contento. Sognava una squadra in Champions League e si deve sorbire le sfuriate del presidente che teme addirittura di retrocedere. Ok, non è andata benissimo, ma l’allarme zampariniano è andato, come sempre, un po’ sopra le righe. L’unica buona notizia, in questo senso, è l’ultima promessa del patron friulano: «Non mi chiamate più a fine partita — ha detto ai giornalisti — perché vi sbatto il telefono in faccia». Che abbia letto l’ultimo post dei ghiaccioli on line? Mi sentirei di escluderlo, ma se mantiene la parola, “Zampa” fa un buon servizio a se stesso, alla squadra, ai tifosi e persino ai cronisti che, una volta e per tutte, si metteranno il cuore in pace e torneranno a consumare le suole delle scarpe per trovare lo straccio di una notizia. Continua »

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  • E ora Zamparini caccia tutti

    Lo sapete qual è lo sport preferito dei giornalisti palermitani che si occupano di cose rosanero? Semplice. Telefonare al presidente Maurizio Zamparini cinque minuti dopo che Corini e soci hanno perso una partita, proprio quando al miliardario del Friuli girano vorticosamente. E non importa che la sconfitta sia arrivata con la Juventus dei miracoli o lo scalcinato Treviso. Per Zamparini, Trezeguet o Cottafava pari son. E quindi giù improperi, accuse, minacce. Che servono, matematicamente, a fare un bel titolo del tipo: «Squadra di cialtroni, li caccio via tutti». Casualmente è proprio questo il titolo di “Controcampo”, trasposizione cartacea dell’omonima trasmissione di Italia 1 della domenica sera. Sapete quel programma nel quale si parla due ore di Cassano al Real Madrid e gli ultimi cinque minuti delle partite disputate? Quella. Basta accapigliarsi un po’, giocare a chi grida di più (e a chi le spara più grosse) e il gioco è fatto. L’Auditel sale e il conduttore Piccinini gode. Continua »

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  • Viva, viva il calciomercato

    Gli diamo la metà di Brienza, i tre quarti di Codrea, il petto di Barzagli, la coscia di Grosso, l’opzione su Corini e un paio di notti d’amore con una hostess a scelta della tribuna stampa. In cambio ci danno la comproprietà di Trezeguet, un quarto di Ronaldo, mezzo chilo di Adriano, due fettine belle sottili per la bambina, e una birra agghiacciatissima. Per noi che lavoriamo nei giornali sta per ricominciare la pacchia. Il periodo nel quale possiamo scrivere ogni minchiata che ci passa per la testa senza che nessun direttore ci possa (giustamente) cacciare via. Continua »

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  • A Firenze? Abbiamo vinto

    Il tifoso palermitano è contento. Sì, vabbé, a Firenze abbiamo perso. Fra un po’, in classifica, ci passerà davanti pure il Pizzighettone, ma che volete che sia davanti al fatto che Luca Toni non ha segnato e, anzi, ha giocato la sua peggiore partita da quando indossa quell’orribile maglia viola? Ieri il tifoso palermitano ha pareggiato, anzi ha vinto. Ha vinto quando l’infame si è trovato a tu per tu — portate pazienza, ogni tanto qualche luogo comune da giornalista sportivo mi scappa — con il nostro portiere e ha arroccato la palla oltre la curva Fiesole. Ha vinto quando il traditore ha ciabattato dal limite dell’aria come una qualsiasi schiappa di terza serie. Ha vinto quando ha saputo che i fischi dei nostri eroi hanno subissato gli applausi dei tifosi fiorentini. A quel punto, lo 0-1 è un dettaglio. Una forzatura, direi quasi una pignoleria. Continua »

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  • La forza dell’attasso

    È inutile girarci attorno. Nel calcio ci sono gli schemi, la classe dei giocatori, la forza fisica, le farmacie. C’è la spinta del pubblico, «il dodicesimo uomo in campo», che è in assoluto la frase più idiota tra le tante, idiotissime, che usano con eccessiva generosità i giornalisti sportivi. Poi, però, c’è l’attasso. Che è il compendio di una settimana di lavoro e annulla tutte le cazzate che si leggono e si scrivono dal lunedì alla domenica. Contro l’attasso non c’è 4-4-2 che tenga. Nemmeno Lady Barbara, buonanima, per l’attasso ci poteva fare niente. E se l’attasso diventa generalizzato può capitare che persino un grande campione se la veda di lastrico dopo mesi e mesi di celebrazioni urbi et orbi. Continua »

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  • La Coppa Uefa poco conta

    C’era ieri sera un bellissimo dibattito in tv sul Palermo. Facce distese, sorrisoni a trentadue denti perché vincere a Roma mica è cosa di tutti. Ma i tre giornalisti, l’ex allenatore e il sempiterno senatore che in quella tv affaccia dalla mattina alla sera, si scannavano tra loro su un tema di scottante attualità: «Ma insomma, di questa Coppa Uefa, a chi cazzo gliene sbatte in questa città?». Ok, i toni erano leggermente più soft ma la sostanza non cambia. C’era un giornalista che tifava per l’Europa — che magari si fa qualche viaggio in più al seguito della squadra e non è affatto male, beato lui — Un altro che, democristianamente, sosteneva che «è vero che un po’ rompe le palle, ma la Uefa è una bella manifestazione». Il terzo, invece, si allattariava tutto e parlava tiski toski: «Bella, bella, ma poi i ragazzi sono stanchi, mica siamo la Juventus noi…». Continua »

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  • Marc Zoro e l’Ambrogino d’oro

    Ho qualche amico a Messina. Tutta colpa del pallone visto che da quando anche lì sono finiti in serie A il giornale ha preso a spedirmi (inviarmi mi pare troppo) a seguire le partite dei cugini giallorossi. È una squadra simpatica e anche se questo è un blog di Palermo mi va di parlarne. Per una ragione, in particolare. Perché tra quei pochi amici che ho a Messina c’è un ragazzo di 22 anni, nero come la pece fuori ma bianco come la purezza nel cuore. Lo so, è una frase da collezione Harmony ma, sinceramente, non me ne viene una meglio. Continua »

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  • Dal barbiere

    Il modo migliore per capire l’umore del tifoso rosanero è frequentare con assiduità il salone da barba. Prima, quando la squadra galleggiava (affogava?) in terza serie, si puntava decisamente sulle donne: «L’hai vista quella del condominio qui di fronte? Quando il marito va a lavorare…». E giù commenti che se lo sapesse la Prestigiacomo ci piangerebbe per un paio di settimane di fila. Si sfogliava avidamente “Cronaca Vera”, l’unica rivista di settore visto che la comprano solo i barbieri, e si commentavano culi e tette delle modelle di turno, ragazzotte di terz’ordine ma decisamente molto procaci. Poi, con l’arrivo di Zamparini, tutto è cambiato anche nell’ultimo paradiso del sesso parlato. Continua »

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