Il racket è al momento la cosa più semplice di cui parlare, quando si parla di mafia. Ecco perché se ne parla così tanto.
Il concetto di pizzo alimenta infatti – nella velocità becera e miserabile della nostra informazione – una visione della mafia semplificatoria, schematica. Da una parte ci sono “i boss” – queste figure mitologiche – dall’altra la società civile, innocente per definizione.
Questa è la versione della mafia per rincoglioniti. Anzi, è la versione per gli utili idioti.
Una versione che lava le coscienze. Che risulta utilissima per una classe dirigente che vuole allontanare l’attenzione da complicità, zone grigie, connivenze tra politica, burocrazia, economia, finanza e mafia.
Una versione che è l’ideale per una società come la nostra. Che ha paura della verità, che non vuole guardarsi lo specchio.
La versione del pizzo è tanto semplice che spesso va a finire perfino nelle testate nazionali, che di mafia si occupano sempre meno. Continua »
Il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo rischia il traferimento d’ufficio per un «difetto di coordinamento» all’interno della Procura la cui «conseguenza» sarebbe stata «la mancata cattura del latitante Matteo Messina Denaro».
Il rilievo del Consiglio Superiore della Magistratura si basa su quanto emerso dalle audizioni di magistrati della Procura siciliana avvenute nei mesi scorsi a Palazzo dei Marescialli.
È stata aperta un’indagine sui rapporti tra il capitano del Palermo Fabrizio Miccoli e Mauro Lauricella, figlio del boss Nino detto “‘u scintilluni”. Al momento si tratta di atti non contenenti notizie di reato.
Miccoli e il figlio di Lauricella sono amici e già in passato c’erano state delle intercettazioni e il calciatore era stato sentito ma adesso si indaga su una possibile attività di recupero crediti per conto di Miccoli svolta da Lauricella.
Nei giorni scorsi si è parlato di una frequentazione tra Miccoli e il nipote del boss trapanese Matteo Messina Denaro.
La Sicilia agli occhi dei francesi del Club Med? Un posto da considerare – almeno sul fronte dell’igiene, della salute e della sanità – al pari dell’Africa. Basta leggere sul sito dell’azienda la pagina che riguarda il villaggio Kamarina a Scoglitti, in provincia di Ragusa. Vaccinazioni consigliate prima di partire: poliomelite, tetano, epatite A ed epatite B.
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Si chiamano Cristiano Pasca, Gero Guagliardo e Giovanni Mangalaviti e hanno rielaborato in stile palermitano l’haka, l’antica danza Maori resa celebre, nello stile della Ka Mate, dagli All Blacks, la nazionale di rugby neozelandese. Il video che li vede protagonisti, ripreso durante il talè.nt – Made in Ballarò tenutosi al PaLab qualche settimana fa, è diventato un piccolo cult sul web.
Il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia ha parlato ieri in un’intervista della possibilità di nuove stragi organizzate da Cosa nostra.
Ingroia ha detto: «Matteo Messina Denaro potrebbe essere tentato da un nuovo progetto stragista. […] Non voglio fare la cassandra ma siamo in una fase molto delicata, di difficoltà politico-istituzionale, alla vigilia di quella che può essere una terza repubblica ed è questo il momento in cui in genere il potere mafioso cerca di fare sentire la sua voce ed incidere in qualche modo».
Sarebbero tre, non uno soltanto come si era appreso, gli agenti della Catturandi oggetto di minacce.
Nei giorni scorsi la moglie di uno dei tre è stata avvicinata da ignoti che hanno mostrato delle foto e detto: «Che bei mariti avete, che belle famiglie».
Le minacce potrebbero essere collegate alla ricerca del superlatitante Matteo Messina Denaro su cui si sono concentrati gli sforzi negli ultimi mesi.
Sono state potenziate le misure di sicurezza attorno ad alcuni obiettivi ritenuti sensibili a Palermo.
Una nota del Viminale mette in allarme rispetto a presunti progetti di attentati a edifici istituzionali (il palazzo di giustizia e la sede della Squadra mobile) da parte di Cosa nostra di sui si sarebbe parlato in summit svoltisi a Palermo a cui potrebbe aver partecipato il boss latitante Matteo Messina Denaro.
Giovanni Nicchi, uno dei latitanti di mafia più pericolosi, è stato arrestato a Palermo in via F. Juvara.
AGGIORNAMENTO n.1: arrestato anche il boss dell’Arenella Gaetano Fidanzati a Milano.
AGGIORNAMENTO n.2: il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha commentato: «La cattura di Gianni Nicchi, ultimo grande latitante palermitano ancora libero, è un grandissimo successo che testimonia l’incessante impegno delle forze dell’ordine. Ora puntiamo al boss trapanese Matteo Messina Denaro. […] Nella lista dei trenta latitanti più pericolosi, se continuiamo così, non resterà più nessuno».
AGGIORNAMENTO n.3: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha commentato: «Due colpi straordinari».
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha dichiarato: «Manca solo Messina Denaro. Sono risultati che fanno giustizia delle farneticazioni di questi giorni e trovo offensivo che qualcono parli di arresti a orologeria».
AGGIORNAMENTO n.4: video da C6.tv dell’arrivo in Questura.
AGGIORNAMENTO n.5: video di Nicchi portato via dalla casa dove era latitante.
AGGIORNAMENTO n.6: Nicchi aveva tentato la fuga dal pozzo luce della palazzina in cui si trovava. Il questore di Palermo Alessandro Marangoni ha dichiarato: «Nel covo in cui si nascondeva Nicchi abbiamo trovato materiale interessante. La perquisizione ha dato buon esito, anche se si trattava di un nascondiglio provvisorio che il boss stava per lasciare».
Dovremmo gioire perché si apre un nuovo ciclo.
Dovremmo gioire perché mai più uova su di noi.
Dovremmo gioire perché amiamo metterci in gioco.
Non possiamo però non tirare un sospiro amaro pensando al Piano Nobile di EXPA al buio.
Da oggi EXPA apre un nuovo bellissimo spazio sul lago di Piana degli Albanesi, ma chiude le meravigliose terrazze del Piano Nobile limitate da un’ordinanza del tribunale che le vuole ogni sera off alle 23.
Uova dai balconi e poca attenzione nei confronti della promozione culturale ci hanno spinto a cercare “pace” altrove.
Cerchiamo nuovi stimoli imprenditoriali e culturali invece di piangerci addosso come spesso ama fare il palermitano perennemente insoddisfatto.
EXPA da settembre continuerà la propria programmazione di mostre di architettura e design, ma sposta le attività culturali della stagione estiva dove è possibile sfogare creatività senza ostacoli e prevaricazioni.
Piana degli Albanesi risponde al nostro entusiasmo donando entusiasmo, abbiamo voglia di allagarci e di allagare chi ci vuole seguire sul meraviglioso lago…oggi, infatti, si parte. Continua »
Carlo Vizzini (Il Popolo della Libertà) e Salvatore Cintola (Udc) hanno risposto ieri alle domande dei pm di Palermo Antonio Ingroia, Nino Di Matteo e Roberto Scarpinato. Cuffaro, Cintola, Romano e Vizzini sono indagati per presunta corruzione aggravata dall’agevolazione di Cosa nostra in relazione al “tesoro” dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino.
Vizzini ha reso la sua versione dei fatti e ha chiarito di aver ricevuto poco più di 140 mila euro dall’avvocato di Ciancimino Gianni Lapis ma di non aver avuto mai alcun rapporto con Ciancimino. Cintola ha detto di non avere fatto da tramite tra Lapis e i due politici dell’Udc indicati come destinatari di tangenti Salvatore Cuffaro e Saverio Romano (che saranno sentiti domani pomeriggio).
Intanto è indagato nell’ambito dell’operazione Golem, che ha portato all’arresto di alcuni presunti fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro, un ex maresciallo della Guardia di Finanza, in pensione e collaboratore della segreteria di Vizzini (è già stato allontanato).
Pochi mesi fa fecero scalpore alcuni murales che ritraevano Matteo Messina Denaro nel centro storico della Città. Dietro la Cattedrale, uno dei due murales, mostrava ai passanti il latitante del trapanese con lo stile utilizzato da Warhol per immortalare Marilyn Monroe. “L’ultimo”, recitava l’opera da strada, riferendosi al fatto che Denaro rimane l’ultimo boss mafioso della “vecchia guardia” ancora latitante. I giornali ne parlarono ampiamente, a più riprese, formulando opinioni e congetture su cosa potesse significare, chi potesse essere l’autore, ragazzini, simpatizzanti o addirittura la mano di complici dell’organizzazione criminale. Niente di tutto questo. Qualche tempo dopo si scoprì che l’autore proveniva dal mondo accademico e che voleva, con questi “ritratti”, denunciare la mancanza di attenzione nei confronti dell’arte nella nostra città. Punto.
L’altra sera, sono andato da un amico nei pressi della stazione Centrale. Posteggio e ad accogliermi non trovo il fastidioso parcheggiatore, di cui ho già ampiamente parlato, ma una sorpresa, almeno ai miei occhi, altrettanto fastidiosa. Una scritta enorme, con vernice rossa, che recita “Liberate Riina” e, inoltre, come se non bastasse, qualcosa di farfugliato sul 41 bis, non facilmente leggibile, ma di ovvia interpretazione. Via Antonio Di Rudinì, traversa di via Archirafi, di fronte le facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Palermo, dove nasce la cultura, lì dove vengono formate le menti della classe dirigente e scientifica di domani. Una strada percorsa quotidianamente da centinaia di studenti. Ma nessun clamore, nessuna notizia, le forze dell’ordine non intervengono, forse non sono neanche stati informate, forse giudicano la cosa di poca importanza. Continua »
Sono stati eseguiti 16 ordini di custodia cautelare a Partinico e Borgetto, tra cui quelli dei presunti boss Salvatore Corrao e Nicola Salto. L’operazione si chiama Carthago.
Il territorio di Partinico costituisce una cerniera tra le zone controllate dalla mafia palermitana e tra quella trapanese di Matteo Messina Denaro e ha visto almeno sette omicidi negli ultimi anni.
A Palermo sono stati confiscati dei beni per un valore che va oltre i due milioni di euro a Nino Rotolo, capo mandamento della famiglia mafiosa di Pagliarelli.
Cosa nostra, è stata in genere ritenuta la mafia per eccellenza. In passato la sua struttura si dimostrava capace di controllare il territorio, condizionare la politica, gestire i conflitti interni, reclutare e collocare in posizioni adeguate personalità criminali capaci e autorevoli. Molte cose sono cambiate in risposta ai successi dell’azione di contrasto, basata prima sulle rivelazioni dei pentiti e poi sempre di più su strumenti di investigazione tecnologicamente avanzati, pervasivi ed efficacissimi. Le numerosissime operazioni andate a buon fine mostrano i membri del sodalizio criminale che caparbiamente insistono nel gestire i propri affari, nel cercare di riempire con sostituti e reggenti le caselle degli organigrammi lasciate vuote a seguito degli arresti, nel condizionare politici e imprese. Ma ci parlano anche di affiliati a tutti i livelli gerarchici che vengono intercettati e filmati per mesi senza scampo nelle loro attività quotidiane, di cui ben poco sfugge all’osservazione degli investigatori. Così, i tentativi di rilancio di certe attività, come l’importazione, la produzione e il commercio di droga, vengono fermati sul nascere. Il riciclaggio di denaro contante viene monitorato passo passo. L’estorsione e le altre forme di intrusione nell’attività d’impresa vengono sempre più spesso, e con la collaborazione degli stessi imprenditori, stanate e represse. Continua »
All’interno ci sono le foto inedite della cattura di Salvatore Lo Piccolo, le ultime rivelazioni del pentito Francesco Franzese che spiega i confini dei mandamenti mafiosi di Palermo e le scoperte degli inquirenti su Matteo Messina Denaro, che avrebbe grossi problemi di vista e non si troverebbe in Sicilia.
Chi comanda oggi in Cosa nostra? Giovanni Nicchi, Giuseppe Salvatore Riina e Pietro Tagliavia, nonostante su nessuno dei tre ci sia una sentenza definitiva di condanna, sembrano essere alcuni “candidati”.
Per finire si parla dei segnali positivi che giungono dall’iniziativa di Confindustria per estromettere chi paga il pizzo.
È stato arrestato il boss latitante Salvatore Lo Piccolo. Arrestati con lui anche il figlio Sandro, Gaspare Pulizzi (reggente di Brancaccio) e Andrea Adamo (reggente di Carini). I quattro si trovavano riuniti in un garage a Giardinello. Lo Piccolo era latitante dal 1983 ed è ritenuto, insieme a Matteo Messina Denaro, uno dei boss di maggiore rilievo.
L’indagine che ha portato agli arresti è stata condotta dai pm Nico Gozzo, Gaetano Paci e Francesco Del Bene. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Morvillo.
Una piccola folla è radunata a piazza Vittoria, dove si trova la sede della Squadra mobile.
AGGIORNAMENTO n.1: i catturati avrebbero cercato di resistere. I poliziotti hanno sparato.
Le primarie che hanno incoronato Prodi candidato del centrosinistra (anche se lo era già da mesi) sono state, a suo dire, una «grande prova di democrazia» (avete capito bene, sto prendendo per il cu*o le primarie del centrosinistra). Ancora più democratiche le primarie per “scegliere” il “successore” di Bernardo Provenzano tra Salvatore Lo Piccolo e Matteo Messina Denaro. Si vota qui.
Ancora una volta si tratta di una provocazione estrema del regista Salvatore Fronio.
I Carabinieri del Gruppo di Monreale e del Ros hanno effettuato 62 arresti nei mandamenti di Villagrazia-Santa Maria di Gesù, a Palermo, e quello di San Giuseppe Jato. A capo delle due zone ci sarebbero due boss ottantenni, Mario Marchese e Gregorio Agrigento. Le estorsioni sembrano rimanere una delle principali attività. Continua »
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