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giovedì 25 apr

Risultati della ricerca “Mature”

  • Glamour col velo

    Inshallah: “Se Dio vuole” è la risposta ad ogni occasione per il mondo arabo. Perché il futuro è nelle mani di Dio.
    Mi stringo forte la copertina di tweed della Emirates Airlines, è l’alba sul desertico panorama del golfo Persico e l’aereomobile inizia la propria discesa verso l’immenso aeroporto di Dubai.
    Mi mandano negli Emirati Arabi, sola con i miei acerbi 22 anni e zero esperienza. Ma sopravviverò, Inshallah.
    È uno scenario alquanto bizzarro. Specialmente per chi come me, ha cominciato a frequentare i mercati arabi di Dubai e Abu Dhabi prima ancora del boom turistico del 2001. Allora era difficile scandire sagome differenti dalle tante donne e uomini rispettivamente in neri hijab e bianchi jallabia. E allora cercavo di smorzare il nervosismo pensando ironicamente “mi parunu tutti vistuti ‘i carnivale”.
    Al principio non era altro che un agglomerato di piccoli villaggi di pescatori di perle, allevatori di cammelli e coltivatori di datteri e poi, circa 50 anni fa, la scoperta dell’”oro nero” ha consentito a questo paese di trasformarsi in una mecca della ricchezza estrema: il lusso negli Emirati Arabi è oggi coltivato con determinazione scientifica.
    Lungo i grandi boulevards si spianano improbabili prati simil-svizzeri e palmizi, mentre donne velate di nero sfrecciano disinvolte sulle loro fuoriserie rosso fiammante. Continua »

    Palermo
  • Aspettando il “Festino”

    È una storia di luce. E di buio. Il Festino somiglia a un gigantesco interruttore che separa, in un clic lunghissimo, la speranza d’oro dal fondo di bottiglia della tenebra. Non andate a cercare le carcasse dei desideri, il mattino dopo. La quantità delle spoglie mai transitate dal campo del sogno alla realtà vi metterebbe malinconia. La siepe di concertina, al confine, è altissima. Ma è bello lo stesso esserci nella notte che ti prende in braccio, per lasciarti vedere una città diversa, nella rifrazione delle anime incendiate di semenza. Ognuno, poi, ha la sua. L’italo-americano di due anni fa rimpiangeva Palermo d’allora. Quando lui era giovane e l’oceano rappresentava appena una chiazzolina blu sulla carta geografica. Cominciò a battere le mani, saltellando, mentre i fuochi spruzzavano lingue rosse in cielo. «Io me l’arricuordo Paliemmu – disse nel suo slang che lo rendeva simile a una caricatura di don Vito Corleone -. C’erano le carrozze e i cavalli. Vulissi turnari n’arreri». Scherzi della memoria, in groppa a un ricordo chiamato cavallo. Mille volti sono rimasti appiccicati al taccuino che li ha strappati alla strada. Continua »

    Quello che resta nel taccuino
  • A Buenos Aires come in Sicilia

    Non mi dilungherò nel descrivervi quanto sia bello il tango, succulenta la bistecca di manzo o contorta la situazione politica di questo paese…
    Ciò che invece ha attirato maggiormente la mia attenzione sono le sfumature culturali che ci avvicinano così tanto all’Argentina ed in particolar modo a Buenos Aires.
    Vuoi forse perché un argentino su tre è d’origine italiana, dopo che una numerosa colonia di immigrati calabresi e siciliani, ma sopratutto palermitani, vi s’insediò a partire dalla seconda metà del secolo XIX.
    O forse perché un noto quartiere di Buenos Aires porta proprio il nome di Palermo, cuore pulsante della movida intellettuale, artistica e culturale della città.
    Vuoi anche perchè lo scenario di Buenos Aires è tutt’altro che statico, e come per la nostra caledoscopica e camaleontica Palermo, la mutazione è la sua chiave di lettura.
    Vuoi per tutto questo ed altro ancora, ma in terra Argentina mi sono davvero sentita “a casa”. Continua »

    Palermo
  • Perché Sanremo è Sanremo (anche a Palermo)

    Prologo
    È cominciato tutto con una telefonata, qualche giorno fa. Una di quelle minacciosissime telefonate che iniziano con “Buongiorno. Stiamo conducendo un’indagine….” e poi magari l’indagine è sui consumi dei bagnoschiuma nella popolazione giovanile. Io, che di mestiere un domani potrei far questo, non mi sottraggo mai alle interviste telefoniche e rispondo sempre con vellutata gentilezza: “Cosa? In media quanti litri di bagnoschiuma consumo in un semestre? Beh…mi ci faccia pensare su…”.
    Stavolta la signorina al telefono è particolarmente gentile e il tema è di mio interesse: musica. Dopo aver sondato i miei “gusti” (confesso, si, adoro la musica italiana, si quella alla Ligabue o alla Eros Ramazzotti..) la tizia mi chiede se ho impegni la sera del 28 febbraio. “Impegni? No…(ahimé!) non credo..”. Così scatta l’invito per partecipare alla giuria “palermitana”del Festival di Sanremo. Mi dico: “Perché no, in fondo è divertente” e ringrazio la signorina per non aver chiesto se il bagnoschiuma al mirtillo è meglio di quello alla rosa canina.

    La sera
    Arrivo alla sede RAI di viale Strasburgo puntualissima e un po’ in tiro (non si sa mai che gente circoli negli studi televisivi, no?). Entro e insieme alle guardie giurate altri giurati come me attendono istruzioni. Sul tavolino della sala d’attesa vi è un magazine con la faccia di Baudo in copertina: realizzo che quella che mi attende sarà una lunga serata. Continua »

    Ospiti
  • Bastoni da…

    Domenica mattina sono andato a passeggiare a Mondello con mia moglie. Mare piatto, nuotanti un paio di coraggiosi di entrambi i sessi. Un’artista di strada, anzi di spiaggia, esponeva un’enorme aquila senatoria che aggranfa il dio pallone e corte di numi tutelari panormiti. Ad un certo punto abbiamo incontrato tre signore alquanto mature che corricchiavano sulla terra sabbiosa a margine del marciapiedi. Erano abbottonatissime, truccatissime, elegantissime nel loro abbigliamento sportivo quasi invernale, mancava solo la giacca a vento ma ciascuna teneva nelle mani un paio di bastoni…da neve o da spiaggia? Da come armeggiavano con i bastoni sembrava stessero ripetendo una lezione di sci. Ne è nata una discussione con mia moglie, lei sosteneva che era “tutto brodo” io che Palermo non offre nulla a chi vuole prepararsi per la stagione sciistica. A quelle signore non restava altro da fare che allenarsi su una pista di sabbia.

    🙂

    Palermo
  • La Biennale e Palermo

    Ci sono tre mondi che si incontrano, e si scontrano, durante una grande kermesse: chi la organizza, e concretamente la fa, chi ne è ospite, e si lascia andare a giudizi e opinioni, chi la critica, e ha il dovere etico di sporgersi di là dei detti fronti per guardare avanti, e immaginare, più degli altri, gli sviluppi e le attese. Va anche tenuto in considerazione un menage intermedio le cui sfumature sono labili, e lascio altri al divertimento di dipanare la matassa. Palermo apre le porte, per dirla con un noto riff, alla Biennale di Venezia. Sarà una Biennale veramente palermitana, o ne verrà fuori una versione vicaria della rassegna lagunare? Ancora è presto per dirlo, l’appuntamento è per il 13 ottobre prossimo. Vediamo allora di aprire un’altra porta. I temi generali, individuati da Rinio Bruttomesso (responsabile di questa sezione della Biennale) e dai suoi collaboratori, indagano principalmente la questione del rapporto, non sempre idilliaco, tra le città di mare e il loro mare e, con maggiore attenzione, tra le città e i loro porti. Il tema “Città-Porto” cambia, anche e se si sta attenti, il paradigma a cui siamo stati sinora abituati: città portuali. Evidentemente ci sarà un’accezione differente, degli accenti particolari, delle questioni che le città portuali non sono riuscite a dipanare, e risolvere. Ma, e la domanda spero non sia troppo capziosa, le città-porto che relazione hanno con il corpo e, come si scrisse in un lontano CIAM, con il “cuore delle città”? Continua »

    Palermo
  • L’estetica (cromata) del tuning

    Ieri piazzale Giotto era un turbinio di colori, telefonini alla mano si è scatenata una gara tra spettatori per immortalare i fenomeni: almeno 200 auto da tutta Italia, con grande sfoggio di sportelli ad ala di gabbiano e cromature, in cui il più tranquillo degli accessori era il lettore dvd, il meno evidente dei colori l’arancione, la più sobria delle modifiche la verniciatura che riproduce le fiamme. Questo il primo Prestige Tuning day. Gli organizzatori assicurano che sarà solo il battesimo di un appuntamento annuale. Confesso che pure io ho fotografato, e ho meditato se sottoporre o meno la mia vespa al tuning, non ho dubbi, farà tendenza, ne ho già scritto. Cos’è il tuning? Fate mente locale, in fondo è un fenomeno che ci appartiene in toto, chi non ha mai avuto almeno un conoscente con il volante impellicciato e le foderine dei sedili da auto da corsa? Tuning è la parola inglese che troviamo segnata sulle radio e significa sintonizzare, denomina anche il processo di customizzazione dell’auto, la modificazione estetica e meccanica, che la rende un pezzo unico, smagliante, luccicante, straripante di confort, gadget e neon, tanto che proprio ai neon è dedicato una sezione di gara. C’è da scommettere che le grandi case automobilistiche abbiamo subodorato l’esigenza di personalizzare sempre più i propri abitacoli, farne – considerato che ci contengono per parecchie ore al giorno – degli spazi “nostri”. Continua »

    Palermo
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