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giovedì 18 apr

Risultati della ricerca “pane ca”

  • Notte di Capodanno 2008

    Saranno tre i principali spettacoli di piazza che si terranno stasera.

    A piazza Castelnuovo (Politeama) canterà Nek. A mezzanotte si svolgeranno i fuochi d’artificio. Il concerto è realizzato col contributo dell’Assessorato al Turismo, Comunicazioni e Trasporti della Regione Siciliana e di sponsor privati.

    A piazza S. Anna si svolgerà una serata organizzata da Rifondazione Comunista con i dj set di Dj Blatta & Inesha.

    A piazza Kalsa alle 21:00 avrà inizio un concerto di musica napoletana, siciliana e italiana con Gino Sandrelli, Gianni Antonio, Gianni Di Giovanni e Tony Colombo. Dalle 23:00 panettone e spumante gratuiti per gli spettatori e dopo la mezzanotte dj Campanella.

    Tutte le serate nei locali da Balarm.

    Palermo
  • Odio mangiare scì scì

    E che fai, non esci? Una cena fuori è distensiva, si chiacchiera sorseggiando un buon vino. Ma sì, affondiamo i nostri pensieri tracannando una bottiglia di cui, fino a poco tempo fa, tutti ne sconoscevamo il nome e a volte l’esistenza. L’intenditore di vini, anni fa, era un privilegiato. Te lo trovavi a capotavola a schioccare le labbra come mi nonno senza dentiera sciorinando annate, metodi di conservazione, abbinamenti perfetti coi cibi. Ultimamente invece è arrivato il grande boom della “buona cucina”, tutti sanno tutto su come e cosa mangiare.
    Io però vorrei dire che sono un po’ stanchino (cit. Forrest Gump) di fare branco attorno al trionfo del mangiar bene.
    Negli ultimi anni, per dirne qualcuna:
    ho mangiato minestre di ceci nelle terrine manco fossi in un rustico ottocentesco della garfagnana.
    Ho ingurgitato inquietanti dosi di Geffer per placare il devastante tortino al cioccolato col budino dentro.
    Ho dovuto abbinare un “frizzantino siciliano” al sushi.
    Ho scrutato persone letteralmente ipnotizzate alle pareti alla ricerca del “vino adatto”.
    Ho mangiato dodici grammi di pasta con le lenticchie con una disposizione artistico-concettuale che pareva di essere alla biennale arte. Continua »

    Palermo
  • La fu caffettiera

    Ogni ufficio ha la sua caffettiera, anzi no, ogni piano ha la sua caffettiera, meglio ogni gruppo che si rispetti, ogni cerchia di colleghi. Non so come sia cominciato il rito, forse qualche secolo fa, ma ogni mattina chi arrivava prima in ufficio aveva il compito di preparare la caffettiera sei tazze e metterla sul fornello elettrico.
    Pian pianino nell’archivio, nel bagno per disabili, attorno all’armadio incassato nel muro si formava un capanello di estimatori. Ognuno raccontava la sua: mia madre ieri sera…., mio figlio…., sai cosa è successo ieri al terzo piano…., la tizia oggi è più bona del solito. In quei dieci minuti la giornata cominciata triste, veloce ed affannata, ricominciava a prendere un ritmo umano, normale goliardico, e poi succedeva un miracolo tutte le razze presenti in ufficio: dirigenti, funzionari, istruttori, asu di seria A e B, dimenticavano i ruoli e riuscivano a parlarsi serenamente come uomini liberi dagli schemi. “Sono arrivato tardi”, esordiva un altro pretendente alla tazza, ed il capo cerimoniale di turno: “non ti preoccupare ce lo dividiamo (nu spartemu)”. La tazza di caffè condivisa secondo me permette fino in fondo di entrare in una profonda intimità di pensiero. Continua »

    Ospiti
  • Cercasi squadra disperatamente

    Ok, vogliamo dire che è stata una giornata storta? E diciamolo. Io, naturalmente, penso tutt’altro ma poi sembra che voglio inzupparci il pane e quindi tentiamo di ragionare insieme. Cominciamo dal fatto che il Palermo a Empoli ha perso con l’uomo in meno e che l’espulsione di Caserta poteva anche essere evitata. È stato un fallo di gioco e il secondo giallo, sinceramente, mi è sembrato eccessivo. In undici contro undici forse il pari ci sarebbe scappato ma nel calcio i se non contano nulla e quindi siamo qui a leccarci le ferite. Diciamo anche che l’infortunio di Fontana ha privato il Palermo di un portiere (l’altro, sinceramente, non mi pare cosa) e di un cambio possibile in attacco (Miccoli al posto di Amauri con Cavani punta centrale). Aggiungiamoci che Giovinco ha segnato con un tiro sbagliato e che il rigore all’ultimo minuto non contava più nulla.
    E allora? Ce la caviamo dando la colpa al destino cinico e baro? Continua »

    Ghiaccioli...online!
  • Il caro estinto

    Caldo, troppo caldo!
    E poi, passi per la giacca, ma sta cravatta è proprio una camurrìa!
    Certo che ce n’è di gente: pare una processione.
    Oggi era giornata di starsene a Mondello, astutare il cellulare e “ciaaaao non ci sono per nessuno!”. Ma ci sono cose che si devono fare, anche se ti siddìa da morire.
    Ma poi quello delle pompe funebri da dove sta pigliando? Minchia se passiamo da Corso Finocchiaro Aprile con le macchine posteggiate in tripla fila di fronte a Nino ‘u Ballerino, ci perdiamo di casa.
    Tanto all’autista chi cinni futti c’ha l’aria condizionata e poi il morto mica c’ha fretta!
    Mi ricordo che una volta in una friggitoria come questa ho chiesto:
    “Un panino panelle e melanzane”.
    “Pagati un panino per il signore!”.
    “Signora me lo fa lo scontrino?”.
    “Sì, aspe’”
    .
    La signora prende un pezzo di carta per il pane e scrive: 1,50 €.
    “Servito, paga un euro e civvuanta”.
    Adoro queste cose… Continua »

    Ospiti
  • Il gioco dell’oca: nel traffico a Palermo

    Àrmati di dadi e pazienza e comincia il divertentissimo gioco dell’oca palermitano.
    Parti da Piazza Magione, con la tua lancia Ipsilon d’annata. Tira i dadi e gira a sinistra, verso lo Spasimo. Strada sterrata, perdi dieci minuti per fare trecento metri, ma guadagni gli ammortizzatori. Strettoia a doppio senso e macchine posteggiate ambo i lati, fermati un turno. Sono passate tutte, ma il signore delle pompe funebri sta parlando con il compare, attendi senza suonare. Perdi la pazienza e suoni, guadagni un vaffanculo e passi.
    Un gruppo di bambini sta giocando a pallone davanti la chiesa dei crociferi, perdi 30 secondi. Ti arriva una pallonata nel cofano, guadagni un’ammaccatura e le risate dei bambini. Cosa non si fa per fare sorridere un bimbo, ti dici. E vai avanti fino a piazza Kalsa. Tra l’impalcatura per i lavori della chiesa, messa lì nel 99 e le auto in doppia fila perdi quattro minuti. Giungi al semaforo del foro italico, perdi 20 centesimi da dare al mendicante finto zoppo che ti guarda male perché gli sembrano pochi. Gliene dai altri 20 e ottieni un minimo di rispetto. Ma solo un minimo. Continua »

    Ospiti
  • I cassonetti sempre aperti

    Da qualche tempo la mattina quando mi reco in ufficio il paesaggio urbano è cambiato. Le solite strade, i soliti palazzi, il solito traffico, ma qualcosa mi è arrivato in faccia inconsapevolmente: i nuovi cassonetti, che dopo anni l’amministrazione comunale di Palermo ha posizionato per strada, risultano sempre aperti. Mi spiego meglio: le aperture dei cassonetti, di tutti i cassonetti, risultano bloccate con dei pezzi di legno o di bottiglie o di qualsiasi oggetto adatto allo scopo.
    La cosa mi ha lasciato perplesso. Mi sono detto: forse qualcuno ha pensato di tenerli aperti per aumentarne la capacità? O forse questa è una nuova forma d’arte? O forse qualche mio vicino di quartiere ha pensato bene che tenendo i cassonetti aperti si poteva buttare più facilmente la spazzatura lanciando il sacchetto dal finestrino della macchina in corsa, senza scendere dalla macchina, naturalmente con un bel risparmio di tempo? E poi, sicuramente, non ci sarebbe stato nessun contatto con quella cosa schifosa e sudicia che si chiama cassonetto. Molti pensieri mi affollarono la mente. Continua »

    Ospiti
  • La casa di piazza Europa

    Sono tornato, sai. Ho chiesto al portiere di farmi salire un attimo. “Per amarcord” gli ho detto. Lui ha pensato a un calciatore francese. E mi ha spalancato la dogana dei ricordi. Mi sono fermato davanti al campanello. C’è un altro nome, adesso. Ma quel campanello io lo riconosco. Il mio dito rammenta i suoi lineamenti a naso. Le mie orecchie non hanno dimenticato il tintinnio stridulo. Bisognerebbe commissionare uno studio metafisico per sapere quanta anima si lascia sulla superficie di un normale campanello d’appartamento, nel corso di una vita. Quanto pesa l’indice di un ragazzino che torna sudato da una partita in strada? Quanto il pollice in fibrillazione di un adolescente che ha dimenticato le chiavi, dopo una notte d’amore? Se il campanello fosse una capocchia di infinito potrebbe registrate tutto. Ma è troppo minuto e liscio. Le emozioni gli scivolano addosso.
    Sono tornato, dunque. La porta blindata è socchiusa. Non ho nemmeno bisogno di spingerla. Eccomi. Che buffo, sai. Casa mia – cioè casa tua – è come era allora, nonostante il nome diverso sulla targhetta. All’ingresso comincia un lunghissimo tappeto grigio. Un tapis roulant. Un Virgilio impolverato per guidare i passi del ragazzo di una volta, diventato straniero nel cuore del suo stesso cuore. Non andare subito a destra, suggerisce il tappeto. Il gioco dell’oca prevede un salto in cucina. C’è una nebbia fitta da minestrone in corso. Continua »

    Ospiti
  • Le scarpette

    Il peso di quelle scarpette l’ho avvertito durante tutto il viaggio. Passare da un aereo ad un altro con alle spalle un sogno da consegnare ti riempe di responsabilità, tutte frutto delle tue paure, di quello che un tempo eri ed oggi non sei più.
    La richiesta era giunta un mese fa, sottovoce, quasi con timore. Sono stati più i suoi occhi a raccontarmi di un sogno che quelle parole farfugliate a labbra strette, con il timore di ricevere un secco no, figlio dello stress quotidiano che noi adulti paghiamo senza accorgercene.
    Un paio di scarpette da calcio. Misura 37. Quella di quando ti accorgi che la vita ti ha messo su una strata ben tracciata e difficilmente potrai uscirne. Da queste parti, dove l’Inferno da la mano al Paradiso, diventi adulto prima, soprattutto se vivi in periferia, una via Gluck ben diversa da quella nostrana, senza palazzi e marciapiedi, ma solo fame e la tentazione di saltare la barriera della legalità, per trovare conforto e pane tra le polveri bianche dell’oblio, scaricate con perizia nel mare dei sogni e bisognose di braccia audaci per giungere nelle narici dei potenti.
    Petit Lulù è sempre stato qui. Nella periferia di una città di periferia. Dove anche una maglietta strappata diventa un lusso che non tutti possono permettersi. Fa mille lavoretti, dall’alto dei suoi dieci anni, con quell’andatura un po ciondolante, quegli occhi spesso spenti, che trovano la luce naturale della sua giovinezza quando una palla rotola intorno a lui. Allora cambia. Diventa un altro. Diventa una persona vera. Un bambino che vuole giocare, giostrare, stupire. Continua »

    Ospiti
  • Pane con la milza gratis ai poveri

    Stamattina dalle 9:00 alle 13:00 l’Antica Focacceria San Francesco (via A. Paternostro, 56) distribuirà gratuitamente il tipico panino con la milza agli indigenti. Sono previsti anche l’esibizione di un gruppo di giocolieri legati al Teatrino Ditirammu e un intervento di Gaetano Basile.

    AGGIORNAMENTO: sono stati distributi circa 1500 panini di cui 140 destinati alla comunità di Biagio Conte.

    Palermo
  • Panettone e “Aria di Libri”

    Alle 18:00 da Libraria (via B. Ricasoli, 29) ci si scambieranno gli auguri di Natale mangiando panettone e votando per Il libro più amato dai palermitani, il concorso che indaga i gusti letterari dei cittadini nell’ambito di Aria di libri che permetterà al votante che scriverà la motivazione più arguta di trascorrere una notte al Grand Hotel et Des Palmes, con una catasta dei libri e una cena speciale. Oggi verranno resi noti i primi risultati. Il testo più amato verrà declamato integralmente nel corso di un’appassionante maratona il 20 gennaio alla Biblioteca Comunale.

    Si può votare online inviando un’e-mail a libro@repubblica.it oppure, per i fuori sede, a libroamato@rosalio.it.

    Palermo
  • ‘U Signuruzzu senza casa di piazza Spasimo

    Amore sacro e Amor profano, Kals'art 2005, in via Vetriera

    Spentasi ogni residua eco dell’ultima Kals’art, è in parecchi che si resta con la voglia di sapere quanto, di preciso, le ripetute performance municipal-culturali abbiano finora giovato ai residenti meno abbienti di via della Vetriera e agli altri di Piazza Magione, là dove questa prosegue con Via dello Spasimo. Alla gente di una parte della Kalsa protetta invano perfino dai santi. Come ha testimoniato a lungo l’edicola vuota nel muraglione di un rudere finalmente recintato, pare, per essere ricostruito almeno dai privati. Altarino in cui restarono a lungo un boccale di plastica con due fiori finti ma del quale non siamo riusciti a sapere nemmeno che taumaturgo ospitasse. Una ragazza ci ha detto solo che c’era ‘u Signuruzzu. Sparito, alla fine, insieme ai kalsitani coattivamente sloggiati dopo essersi affacciati per anni dalle imposte pericolanti del piano sovrastante. Continua »

    Ospiti
  • Vucciria, omaggio al mercato che muore

    Piazza Garraffello oggi
    (foto di Andrea Ardizzone)

    Avevo tre anni quando tutta la primavera del 1943 dovetti trascorrerla tra la casa natale e il rifugio antiaereo più vicino. Dove si poteva solo sperare e pregare che il sibilo degli spezzoni incendiari e delle “dirompenti” si spegnesse il più lontano possibile. E fu perciò inevitabile che, con l’unica certezza di quel traumatico passato, la mia idea di futuro nascesse con “connotati” sicuramente più incerti che per gli altri ragazzini che della guerra non sentirono gli scoppi e i lamenti dei feriti. Continua »

    Il meglio di, Palermo
  • Grammatica siciliana

    Grammatica siciliana

    Inauguro il mio esordio su Rosalio, con un argomento che spesso mi è capitato di trattare anche in diretta, in radio e che un po’ mi sta a cuore per deformazione professionale: l’originalità della nostra lingua, il siciliano. Certamente varia e piena di contaminazioni, può essere considerata autonoma e con una grammatica ricca di regole non meno ferree di quelle che possiede l’italiano.

    Tanto per fare un esempio, non esiste il tempo indicativo futuro: diciamo “Vengo domani”, non “Verrò domani”; né, tanto meno, vi è traccia del modo condizionale, esiste solo il super polivalente congiuntivo (“Si avissi i picciuli m’accattassi a machina nova”, da cui tragici tentativi di traduzione “Se avessi i soldi mi comprassi la macchina nuova”). Ma ciò che appare ancora più interessante è l’uso “alla latina” di verbi che, in italiano, sono transitivi e perciò vogliono il complemento oggetto (accusativo in latino) e che (in barba all’evoluzione linguistica, in barba ai normanni, agli arabi, agli spagnoli, che pure hanno lasciato numerose tracce anche nel nostro dialetto) in siciliano diventano intransitivi e reggono il complemento di termine (dativo in latino). Continua »

    Il meglio di, Palermo, Sicilia
  • Il pane in piazza a piazza Bologni

    Oggi prende il via a piazza Bologni la manifestazione Il pane in piazza, collegata alla terza edizione della Festa nazionale del pane. Durante le quattro giornate, dedicate ai prodotti tipici da forno, sono previste degustazioni guidate dalle 8:00 alle 11:00 e dalle 17:00 alle 21:00 di pane casereccio condito con olio, brioches con cioccolato, uvetta e scorza d’arancia, crostate, sfincione, pizza e biscotti della tradizione palermitana. Il pubblico potrà seguire le fasi della lavorazione del pane.

    La manifestazione è organizzata dall’Associazione Provinciale Panificatori con il supporto dell’assessorato alle Attività produttive e proseguirà fino a martedì 31.

    Palermo
  • Il “senso predominante” di via Porta di Castro

    Da anni penso che qualcuno dovrebbe scrivere un librettino di emendamenti al Codice della strada in uso a Palermo per i visitatori “continentali” i quali spesso rinunciano a guidare per paura dell’anarchia automobilistica che regna nelle nostra città. In realtà, il nostro traffico è governato da regole ferree (che esploro in parte in un mio altro post e che saranno oggetto di indagine in futuro), ma non sono esattamente quelle del Codice. Inoltre abbiamo inventato fattispecie stradali che si vanno ad aggiungere, complicandole, a quelle già previste dalla legge. Continua »

    Palermo
  • Carissimo fratello Salvatore (n.4)

    Carissimo fratello Salvatore,
    una letterina breve breve per farti gli auguri di buon anno da parte mia, di Rosetta, di Desirè e di Geiar. Stasera ce ne andiamo tutti al veglione. Se non succede niente. Lo sai com’è no? Io non so che fate voi ma qui l’ultimo dell’anno comincia di prima mattina con Rosetta che ha un muso che sembrano le miniere di re Salamone. E io ci dico: Rosetta, gioia, che ci fu? E lei risponde: niente, niente…. Ma si vede che ha una comitiva di rospi nella pancia che non finiscono mai… Io non insisto perché penso: sicuramente si sciarriò con tua sorella Enza perché lei non viene al veglione e ha fatto la crociera a Barcellona (Pozzo di Gotto) dove c’è il fratello di suo marito Pino. Così penso di andare a fare la barba e scendo. Io vado sempre al Borgo Vecchio che con otto euro se non stai attento si portano pure la testa, altro che barba e capelli. Vado da Franco, mi siedo nell’unica poltrona e mi assuppo tutte le canzoni di Gigi Finizio che si possono concentrare nella mezzora che ci vuole per sistemarmi. Franco mi fa un bello sciampo, poi mi taglia i capelli e mi fa la barba. Vado sempre da lui perché, praticamente è muto e nel suo Salone non ho mai sentito, dico mai, una discussione sul calcio. Ma che dico? Non ho mai sentito una discussione qualsiasi. Eccerto: ha una poltrona sola, chi aspetta aspetta fuori quindi lui può parlare solo col cliente che è sotto. E se io non parlo lui è muto. Perfetto. Continua »

    Palermo
  • Rosalio, appena nato già cammina

    A me tocca l’ingrato compito di riassumere. E dire che quello del blogger autoreferenziale è uno stereotipo che tanto abbiamo cercato di toglierci di dosso, eppure.

    Di Rosalio hanno parlato praticamente tutte le fonti di informazione a Palermo o lo faranno nei prossimi giorni e nei numeri di dicembre ancora in distribuzione. Nella blogosfera ci hanno linkato già più di 50 volte. Facciamo circa 300 visite al giorno e quello che davvero non mi aspettavo così presto è la mole dei commenti (un visitatore ogni 14 commenta), la qualità alta degli stessi e l’affetto verso il progetto. Rosalio dice di ringraziarvi.

    Grandi discussioni sono sorte attorno al post di Francesco, segno che “quel” manifesto fa pensare, indignare, parlare. Albo è uno di quelli che ha colto lo spirito fortemente collaborativo di Rosalio («…a Palermo pure io!») e si è ispirato a quel post per “rimaneggiare” il manifesto e sostituire il faccione di Totò allo stemma della Regione Sicilia della versione fasulla del manifesto che sta circolando per e-mail. Aspettiamo anche i vostri contributi!

    Facciamoci una risata. :)

    “La mafia fa schifo”. ...ma Totò Cuffaro manco cugghiunìa!

    Palermo, Rosalio, Sicilia
  • “A’ Vucciria old Sicily & new food” a Firenze

    “A’ Vucciria old Sicily & new food” a Firenze

    Piacevole sorpresa domenica 24 a Firenze presso il complesso “The Space”, dove è stato allestito un coloratissimo villaggio gastronomico, chiamato A’ Vucciria old Sicily & new food con tutte le nostre leccornie. Frutti di Martorana, biscotti tipici, pane ca’ meusa, polpo bollito, u’ castagnaru, fritture di tutti i tipi, dolciumi, cannoli, cassate, cassatine e tanto altro, tutto in nome della migliore tradizione palermitana in un’orgia di goduria gastronomica. Splendide le arancine in tutte le loro varietà; unica “pecca”, grave per l’orgoglio panormita, la scritta “arancino” invece che “arancina” sui cartellini dei prodotti e su qualche stendardo. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • L’amore ai tempi della meusa

    In una porzione di marciapiede, nel quartiere di Brancaccio, ci sono tre saracinesche dalle quali sbuca una vetrina lunga una decina di metri. È curata come quella di una gioielleria, anche se non contiene pietre preziose. Contiene cibo. Delizie capaci di metterti il buon umore solo a guardarle, e profumi che restano imprigionati nei vestiti per giorni. Un posto rimasto uguale a sessant’anni fa, quando aveva aperto. È l’antica friggitoria dei fratelli Lo Cascio.
    Ogni sera, la vetrina diventa un muro che separa la folla, affamata e disordinata, da alcuni uomini che dall’altra parte servono i clienti. Continua »

    Palermo
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