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Biografia: Luigi Fabozzi
Beh un mio profilo? Cercate su google il mio nome e, eliminando il teologo e il carabiniere, sono quasi tutto lì. Ho fatto e faccio tante cose ma la principale e più importante è scrivere. Una cosa preziosa, che mi sono lasciato alle spalle, è stata invece la medicina, mio amore che adesso invece di moglie è diventata amante. Di mogli in realtà ne ho tante, qualcuno dice troppe. Giornalista, attore, scrittore, cantante in un gruppo, insomma scegliete voi quale vi piace di più. Ah! Ho 29 anni!

Deborah Pirrera
A volersi documentare sulla biografia di Deborah Pirrera le notizie che si trovano sono a dir poco surreali. Si direbbe nata da un incrocio tra una gazzella e un leone che, della gazzella, pare abbia avuto stranamente pietà. Siciliana per nascita e da poco trapiantata a Milano, quasi editor quasi giornalista quasi scrittrice e quasi insegnante, a 36 anni continua a fantasticare su un destino ancora tutto da scrivere e su cosa farà da grande

Luigi Deborah
  • D come Denaro

    Possedere i mezzi per possedere. Questo è, ormai, l’essere ricco.
    In questa epoca le merci, come i denari, si sono smaterializzati. E così anche il possedere diviene immateriale e il possidente non sa più neanche cosa possiede.
    E anche a Palermo il denaro sembra tanto importante e “fumoso” che anche chi non ne ha (virtualità del bene) finge di averlo: tanto in tasca, pensa il malcapitato, io e il ricco abbiamo lo stesso Niente al massimo una piccola cartina di plastica.
    Il denaro non ha più peso e così si vedono paffuti posteggiatori chiedere 2 euro per un favore non dato (anch’esso virtuale) e i locali più chic pieni di poveri ma belli che capitalizzano i loro guadagni da call center in drink alla moda sperando che un piccolo impresario teatrale o di partito possa prenderli sotto la loro (virtuale) ala. E i ricchi e i poveri si mescolano non in virtù ma in promiscua vacuità. Continua »

    Lessico sicigliano
  • C come corpo

    Il corpo dei palermitani è il corpo delle contraddizioni.
    Nei palermitani DOC scorgi due tipologie di vis corporale:
    il segaligno e il corpulento.
    Il primo è così secco da far vedere i muscoli e i nervi, con una faccia scavata dal fumo tirato su dall’immancabile cicca di sigaretta penzolante.
    Sono sempre abbronzati, i segaligni, non si sa come, né perché, e si capisce che anche se stessero sottoterra loro sarebbero sempre abbronzati (altra contraddizione).
    Il corpulento, il gordo, lo chiamerebbero in Spagna, lo vedi sempre vicino ad un fruttivendolo, o almeno è così che me li immagino io. Nella mia testa il gordo è sempre legato all’odore delle patate bollite, quelle che stanno ammollo da sempre.
    I corpulenti però battono in numero i segaligni.
    E qui non si capisce. Continua »

    Lessico sicigliano
  • (B)ene (e male)

    In ognuno di noi esiste ed insiste un Adolf Buddha.
    Il bene e il male sono così fusi da diventare una persona sola, un’emulsione così indistinguibile da renderla un unicum.
    Un unico essere bicefalo che discorre tutto il giorno sul da farsi.
    La sua bocca è piena della mela della conoscenza e masticando tira avanti per tutta la vita umana.
    Ma Adolf in realtà è la belva, forse la vera essenza umana, che viene ammaestrata da Buddha a non mangiare e a non mangiarsi.
    Adolf Buddha è tutto fuorché silente e soprattutto è così preso da sé da non riconoscersi negli altri e da non riconoscere la differenza che c’è negli altri.
    È così ignorante della sua stessa esistenza che cerca sempre di etichettare come male assoluto ciò che gli capita a tiro.
    Non esiste un male assoluto, lo dico e lo ripeto, forse sarò poco popolare, ma nessun male è assoluto. Il male, ahimé, è soggettivo. Continua »

    Lessico sicigliano
  • A come Agire

    Ecco una parola con la quale, da buon siciliano, non avrei mai voluto cominciare.
    Inizio con il dire che il Fare non significa Agire e che quindi mangiare, urlare, gracchiare, non è Agire, neanche andare a prendere i dolci la domenica è Agire e neanche andare ai party “esclusivi”, da far ridere i polli, è Agire.
    E allora cosa cavolo è Agire?
    Chi si può considerare una persona attiva, cioè che agisce?
    Pensando a me e ai miei conterranei non riesco proprio a vedere qualcuno che agisce.
    In un conato di sicilianità, direi che, forse l’Etna agisce. Sì lui sì. Perché “espolde fregandosene”, senza essere pagato, e una volta che ha creato rimane il segno.
    Ma poi ricade la neve, direte voi, e tutto sembra ritornato come prima.
    È vero. Quindi, anche chi agisce dopo un po’ viene coperto dalla “neve”. E tutto ritorna come prima.
    Agire, agire. Andiamo al contrario chi non agisce è passivo, no? Soffoca l’istinto all’Agire e questo soffocare crea tensioni, delusioni, lacerazioni. E allora vuoi vedere che le facce contorte e ritorte di Palermo sono attorcigliate dall’azione sempre negata? Continua »

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