Otto modi di vedere Palermo
I
Dal finestrino dell’aereo, di notte. Filiera di luci riflessa su mare nero. Appare solo per un attimo e ti sembra quasi di sentire l’odore di casa. Questo perché gli occhi governano anche gli altri sensi. Poi, l’aereo si avvicina a destinazione e la Città scompare dietro le montagne. Su una di queste una volta si scagliò un aereo. A bordo c’era una zia che non conobbi mai. Di quel fatto non si ricorda quasi più nessuno. Ecco perché lo scrivo.
II
Dal Monte, seduti sotto i pini. Mosaico di calcestruzzo, che si tinge di rosa quando tramonta il sole. È romantico, in un certo senso. Anche se la si osserva da soli. Come faceva quella vergine bionda che fuggiva dalla città araba e da un’offerta di matrimonio, ma allora il cemento non c’era.
III
Dal cavalcavia di via Belgio, in auto. Dove guidare è un film in lenta moviola. Dove non ti sganci un millimetro dalla prossima auto, altrimenti perdi. Dove la vita è purgatorio. Dove, forse, stai già maturando un cancro ai polmoni. Dove ti troverai di nuovo domani mattina.
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