La festa delle medie
Costretta ad un periodo di riposo forzato, penso. Come diceva Antonio Albanese. Non faccio un caxxo e penso. Cose inutili per lo più. L’ultimo pensiero inutile riguarda che cosa mi ha portato ad essere quella che sono diventata. Rifiutandomi di fare pensieri finto-psicologici-pseudo-profondi riflettevo sulle cose che, da piccola, mi affascinavano.
Condizionata dai miti fanciulleschi di allora, ecco l’elenco delle cose che avrei voluto fare da grande:
- La ballerina: alzi la mano quella donzella che non l’ha sognato per un periodo della sua infanzia. Solo che il sogno era fatto di tutù rosa e scarpette di raso, la realtà di allenamenti assurdi che mi fecero desistere a lampo. Ho solo un vago ricordo di una ca iccava vuci se non facevamo come diceva lei. Ancora a mia aspietta.
- L’infermiera: il sogno appartiene al periodo Candy Candy. Che figata! E poi c’era Terence piedi piedi. Il fascino del camice…ma la sola vista di un ago mi dava le vertigini, perciò accantonai pure questo mestiere.
- La poliziotta: caspita, mi sarebbe piaciuto assai, tutto il giorno a combattere con i cattivi. La divisa. La pistola. Ma c’era un’altezza minima (forse un metroesessantacinque) e io sempre nana fui. Perciò altro sogno infranto.
Per un certo periodo, catturata da Grisù, volli fare pure il pompiere ma durò poco…ero già grandicella e andavo alle feste.
Le mitiche feste delle medie. Come dice Elio. Che tempi meravigliosi! Continua »
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