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  • Contrada: grazia sì o no?

    Cari amici, Bruno Contrada, condannato a dieci anni per “concorso esterno” con la Mafia con una sentenza definitiva, ha chiesto la grazia al capo dello stato. Contrada, arrestato una prima volta quindici anni fa, ha già trascorso in carcere almeno tre anni ed è stato al centro di una vicenda processuale lunga e complessa tra condanne, assoluzioni, appelli, fino alla sentenza definitiva. Viene accusato da una “rosa” di pentiti di avere avuto comportamenti professionali che hanno favorito Cosa nostra, reato del quale il funzionario, ex capo della Mobile e della Criminalpol di Palermo alla fine degli anni Settanta e poi alto funzionario del Sisde, si è sempre dichiarato innocente. Chi mi conosce sa che io ho conosciuto bene Bruno Contrada quando facevo il cronista e lui era capo della Mobile. Dico subito che, in tutta onestà e sulla base di ragionamenti che qui sarebbe troppo lungo sviluppare, io non penso che fosse colluso con la Mafia. Bisognerà fare una lunga riflessione sui sistemi di investigazione di quegli anni quando ancora non c’era la legislazione che favorì il proliferare dei collaboratori di giustizia, e gli investigatori lavoravano con le risorse che avevano a disposizione. Erano altri tempi che non mi pare siano stati raccontati ancora come meriterebbero. Tuttavia, da cittadino, prendo atto di una sentenza definitiva, Non penso tuttavia che Contrada sia stato amico dei mafiosi. Lo dico perché lo penso e perché resto convinto che il dubbio sia uno dei motori della verità e che esercitarlo, nel rispetto delle norme, sia sempre corretto. Adesso c’è questa richiesta di grazia che sposta il discorso dal merito al fattore umano. Contrada è anziano, è ammalato. Io, nel mio piccolo, sono favorevole a che la grazia gli venga concessa e questo non manda a letto la mia coscienza nè la memoria di quanti sono caduti come vittime innocenti nella lotta alla mafia. La vita non è una torta che si possa tagliare in due e mettere tutti i canditi da una parte e tutta la panna dall’altra. La storia della lotta alla mafia è in gran parte tutta da scrivere e non ha bisogno di manicheismo nè giustizialista nè garantista. Ma l’aspetto umano deve restare separato. Ho rispetto per ogni posizione ma la sintesi di certi ragionamenti mette da un lato le vittime e dall’altro i carnefici. Assimilare, in qualche modo, Contrada ai secondi, mi pare culturalmente eccessivo. Per questo sono favorevole a che il Presidente della Repubblica gli conceda la grazia. Voi cosa ne pensate? Al di là degli schieramenti ideologici, politici. Vi prego solo di riunciare alla polemica ma di ricorrere a pacati ragionamenti, quali che siano. Vi aspetto numerosi.

    Palermo
  • 140 commenti a “Contrada: grazia sì o no?”

    1. sono favorevole alla concessione della Grazia anche perchè ritengo che Contrada stia pagando colpe che non ha e la Sig.Borsellino che ha chiesto un incontro al capo dello Stato in merito alla concessione di Grazia a Bruno Contrada”. “È importante da parte delle massime Istituzioni – spiega l’Associazione – ascoltare la voce di chi come noi ha pagato un prezzo incredibile, perchè servitori dello Stato hanno tradito questo Paese. Ma soprattutto perchè si sappia fino in fondo, che la mafia in carcere condannata per le stragi del 1993 sta giocando una partita per lei molto importante a suon di ricatti”. La Sig Borsellino perchè non ha parlato quando i suoi amici hanno liberato e dato delle poltrone a terroristi colpevoli di omicidi ……….

    2. Mi chiedo: ma avrà pur fatto qualcosa per meritare 10 anni, o no?. Il diritto e lo stato italiano sono molto garantisti e inoltre vorrei far notare che “Concorso esterno in associazione mafiosa” è solo un gradino prima di “concorso interno in associazione mafiosa”, forse uno dei reati più gravi in Italia.

    3. Io sono contrario. In questo paese la certezza della pena è ormai una barzelletta.

    4. Anch’io, caro Billi, sono favorevole. Se consideriamo poi che il recente “indulto” ha messo fuori dalle carceri dei veri “malavitosi etc etc etc”…che non mi vengano a dire che concedere la grazia al Dr. Contrada sia anticostituzionale…… Siamo di passaggio? Un giorno allora sarà giudicato Lui, il Contrada, come tutti i suoi accusatori.

    5. Sono contraria!Perchè la grazia e non semplicemente godere degli arresti domiciliari? E’ stato condannato quindi è colpevole, anzi doppiamente colpevole perchè ha abusato della sua posizione.

    6. Premetto, lungi da me giustificare la violenza, ma credo che accomunare i brigatisti o gli estremisti di destra e sinistra, che agivano mossi da un fuoco ideologico (sicuramente sbagliato per il solo fatto di vedere la lotta armata come soluzione) ai biechi mafiosi, il cui unico fine è l’arricchimento parassitario personale, credo che sia molto sbagliato e credo che chi lo fa dimostra di non conoscere la storia di questo paese e di avere molta confusione nella mente!

      Il tema affrontato così bene da Daniele Billitteri, a cui va tutta la mia stima per la lucida e intelligente analisi, è molto delicato e nel mia mente ci sono molte perplessità. Da un lato la verità giudiziaria che richiede una pena esemplare … verità giudiziaria che di contro mi scatena un numero spropositato di quesiti …. uno su tutti … i mandanti? Non credo che si possa ricoprire un ruolo importante negli apparati di sicurezza agendo anarchicamente con assoluta autonomia decisionale. Insomma …per restare in tema natalizio … se era solo nel suo incarico sarebbe durato da Natale a Santo Stefano. Non credete?

    7. Io sono sulla stessa posizione di Billi. Nutro i suoi stessi dubbi e – indipendentemente a questi – sono per la grazia. Ma vorrei che i riflettori si accendessero sulle condizioni di tutti i detenuti, non solo di quelli “eccellenti”.

    8. la soluzione più ovvia sarebbero gli arresti domiciliari, ma glieli hanno negati.

    9. Vorrei ringraziare Daniele Billitteri, che ho avuto più volte l’opportunità di ascoltare in riunioni dell’Assostampa trapanese cui ha portato sempre un contributo fulgidissimo, per aver posto l’attenzione su un argomento delicato che deve suscitare un dialogo vivo e fruttuoso. Io sono per la grazia e, pur ovviamente non avendo gli elementi e la conoscenza diretta di Daniele sulla personalità di Bruno Contrada, propenderei per la sua non colpevolezza sui gravi reati addebitatigli, pur tuttavia c’è una sentenza definitiva…La grazie comunque sì. Rispondo a Massimo, che si rivolge a Rita Borsellino con una domanda che sa di forte critica, con un’ulteriore domanda: “Per caso quando parli di terroristi colpevoli di omicidi che hanno occupato poltrone di potere ti riferisci a Sergio D’Elia?” Mi auguro di no, dal momento che se si conosce un pochino il percorso umano di quest’uomo e la storia dei Radical si sa che D’Elia ha espiato e abbondantemente riscattato le sue colpe fondando un’associazione, “Nessuno Tocchi Caino” che si occupa della dignità umana, dei diritti civili e sociali degli altri in maniera esemplare. In ultimo, forse per la prima volta contrariamente alla posizione della stessa, amabile, coraggiosa ed insostituibile Rita Borsellino, mi esprimo per la grazia a Contrada.

    10. Cosa Nostra è un contropotere territoriale o solamente un’organizzazione criminale? Se è vera la seconda allora la grazia ci potrebbe stare, nel primo caso si grazierebbe un traditore. Se il condannato è verosimilmente innocente, perché non si chiede la revisione del processo contestualmente alla grazia?

    11. @Massimo. Rita Borsellino è una donna straordinaria, intelligente, determinata. E si è sempre distinta per il rigore dei suoi ragionamenti e per lo stile pacato ed elegante con il quale li sviluppa. Ho grade stima di lei anche se, su questa specifica vicenda, abbiamo punti di vista differenti. Ma guai se adesso la questione venisse posta nei termini di un assurdo referendum tra i “pro-Contrada” e i “pro-Borsellino”. Dico solo che oggi, di fronte allo tsunami di successi della lotta alla mafia, forse questo Paese può cominciare a permettersi analisi più “laiche” e meno condizionate dal pesante onere dell’appartenenza, degli schieramenti e della militanza. Ho già detto che prendo atto di una verità giudiziaria ma che l’istinto umano (e, se permettete, quello del cronista) mi porta da un’altra parte. Ed è appena il caso di ricordare che il provvedimento di grazia non fa di un colpevole un innocente. Graziano Mesina è stato graziato, per esempio. Ed era reo confesso. In tutta onestà non credo che graziare Contrada sia dare un cattivo segnale alla gente. Semmai penso il conrario. Nel corso dei processi che lo hanno visto imputato, Contrada è stato messo sotto accusa una quindicina di pentiti. Ma a suo favore hanno anche parlato circa duecento uomini dello Stato e tra di loro moltissimi inpegnati in modo adamantino nella lotta alla mafia. Ma vivi. E non penso che sopravvivere durante un combattimento possa diminuire il valore di chi combatte a fronte di chi, eroicamente, cade. E magari un po’ dimenticato com’è successo al procuratore Costa o al vicequestore Boris Giuliano, capo della mobile dopo Contrada e capo della sezione omicidi quando contrada era al comando della struttura. Dimnenticati al punto che nel Capo dei Capi la figura di Giuliano viene tratteggiata così tiepidamente al punto che, forse per fare quadrare l’equazione del “politicamente corretto” c’è stato bisogno di inventarsi la figura del commissario Schirò. Come se l’antimafia a Palermo fosse cominciata all’inizio degli anni Novanta. E non è vero. Ah, ne approfitto per citare un episodio che pochi conoscono. Quando fu ucciso a Pallavicino l’agente Cappiello per un tentativo di estorsione all’industriale Randazzo (Che nell’operazione fu gravemente ferito) vennero fermati alcuni boss di San Lorenzo tra i quali Gaspare Mutolo, uno dei più implacabili accusatori di Contrada. Portato in questura Mutolo si trovò di fronte a Contrada davanti al quale, da bravo boss, mantenne un atteggiamento freddo e sprezzante. Contrada, che era un tipo tranquillo e tutt’altro che “manesco”, prese dalla parete il quadro di san Michele Arcangelo, protettore della polizia, e lo sfasciò in testa di Mutolo. Va bene, non vuol dire molto. Ma è successo, l’episodio si conosce poco e io onoro il mio mestiere e lo racconto.

    12. ..se nella motivazione di grazia venisse bene sottolineato che trattasi di colpevole e che l’eccezione subentra solo per gravissimi ( ?) ( non facciamo che appena esce si ristabilisce in pieno)motivi di salute….., ci può stare.

    13. Qualcuno di voi, soprattutto quelli che si piccano di fare i giornalisti, è mai andato a vedere le carte processuali per capire cosa è emerso dalle prove?
      Contrada faceva favori a mafiosi già pregiudicati ed a latitanti, anche ostacolando i colleghi che invece la mafia la combattevano.
      Come minimo, si deve pensare che con la mafia Contrada abbia cercato di “venire a patti”, ma personalmente trovo un simile atteggiamento vergognoso per un funzionario di polizia.
      La mafia va soffocata nel sangue, con il pugno di ferro, senza blandizie di alcun tipo.
      Se proprio si vuole valutare la grazia, almeno Contrada chieda scusa per i favori fatti ai boss contro la società che avrebbe dovuto proteggere.

    14. billitteri… hai colto nel segno….le risorse che si avevano a disposizione in quegli anni…ecco dove sta il problema!!!

    15. Se Contrada è vecchio e sta male gli si concedano i domiciliari a tempo indeterminato. Mi pare la soluzione migliore: si rispetta la pena e si è caritatevoli con chi soffre. Non capisco perché gli hanno negato gli arresti domiciliari. Se si pensa che la sentenza definitiva sia sbagliata perché non riaprono il processo?
      Non mi sembra opportuno poi mischiare reati commessi per favorire la mafia con reati commessi in nome di una ideologia politica.

    16. c’è la storia del quadro di San Michele Arcangelo… ma anche quella di Contrada che regala un’alfetta all’amante di turno con i soldi degli amici mafiosi…

    17. L’amico e collega Billitteri pone una questione assai seria. E vorrei anche io dire la mia. Premettendo che anche io come Daniele sono stato tra coloro che hanno vissuto e cercato di raccontare gli anni delle guerre di mafia, quindi delle tante vittime che fossero a loro volta mafiosi, o tante altre volte – troppe – uomini dello Stato, alcuni dei quali anche nostri amici. Così come è accaduto che nostri amici – o soltanto buoni conoscenti – fossero altri uomini dello Stato in qualche modo “caduti” in quella rete maledetta tesa dal cancro della mafia. Chi di noi, che faccia questo mestiere e che non sia più tanto giovane, non ha conosciuto Bruno Contrada? Ora però io non voglio entrare in una disquisizione di tipo giuridico perché ci porterebbe troppo lontano. E raccolgo anche un altro suggerimento di Daniele, che mi pare estremamente opportuno: mettiamo da parte gli schieramenti in cui ognuno di noi può e deve legittimamente riconoscersi. La vicenda è troppo importante per ingabbiarla in rigidi schemi ideologici. Sarebbe davvero un guaio. Limitiamoci ai fatti. C’è un uomo anziano e malato. Un uomo che è stato un protagonista negli anni caldi dello scontro fra le cosche, tra le cosche e lo Stato, tra lo Stato e pezzi dello Stato certamente collusi. Che Contrada possa essere incasellato fra questi pezzi collusi non sta a me né a tutti noi dirlo. Ci sono state accuse, difese e tre – tre, non dimentichiamolo – gradi di giudizio. Certo, chi giudica è sempre un uomo e quindi fallibile. Ma allora bisognerebbe concludere la inammissibilità della giustizia umana. E ciò non è possibile in una società organizzata con le sue regole e le sue leggi. Allora, Contrada colpevole? Innocente? Non credo sia questo il punto. C’è un uomo anziano e malato in carcere. Giusto concedere la grazia? Io credo di no. Perchè penso che sarebbe contrario all’essenza stessa della Giustizia nella quale continuo a credere. Giustizia vuol dire anche equità. Vuol dire essere uguali. Allora mi chiedo perché la grazia a Contrada e perché non a Sofri, che mai ha voluto chiederla forte della propria certezza di innocenza. Ho citato Sofri e mi rendo conto che il nome stesso potrebbe dare una connotazione politica al mio ragionamento. E poiché voglio sottrarmi a questo rischio, poiché voglio sfuggire agli ideologismi che poco qui mi interessano, farò un altro esempio.
      Ricorderò una persona che neppure l’amico Billitteri ha ricordato. Perché vorrei riportare alla memoria di tutti che Contrada non è l’unico uomo dello Stato ad essere stato condannato per . Un altro ex capo della squadra mobile, ex funzionario della Criminalpol è in carcere da anni per una condanna analoga. Si Chiama Ignazio D’Antone. E le accuse contro di lui non sono più forti e consistenti di quanto non lo siano state quelle contro Contrada. D’Antone è in galera e non se ne sa più nulla. Sconta la sua pena nel silenzio. E se – come fa Daniele – frugo anche io nella mia memoria di cronista credetemi, faccio fatica a pensare a D’Antone come un colluso con i mafiosi. E allora, perché la grazia solo a Contrada? Sarebbe equità? Sarebbe vera Giustizia?
      Concludo con una riflessione che altri hanno fatto. Francamente non riesco a capire il diniego del giudice di sorveglianza a concedere gli arresti domiciliari a Contrada per gravi motivi di salute. Ecco: questo trovo davvero ingiusto. Questo è davvero accanimento.
      Come uomo che soffre a Contrada va tutto il mio rispetto umano. Ma proprio perché la grazia non cancella la colpa né la condanna, vorrei che Contrada – se davvero innocente – trovasse tempo, modo e forza per ottenere la revisione del processo. E da parte mia potrei solo augurargli di far valere la propria innocenza. Questa, forse, sarebbe la giusta strada per quella Giustizia amministrata anche nel nome di Boris Giuliano, Gaetano Costa, Mario Francese, Beppe Montana, Lillo Zucchetto, Ninni Cassarà, Emanuele Basile, Mario D’Aleo, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino……eccetera…eccetera, haimè eccetera.

    18. Trovo molto pacata, attenta, lucida e competente l’analisi di Sergio Raimondi che condivido in pieno.

    19. la certezza della pena, alle nostre latitudini, è una frase che mi fa veramente veramente ridere. posso entrare più nel merito dell’aspetto clinico che di quello giuridico anche se, caro sig. billi, le mie idee coincidono con le sue e con i mezzi di allora e con chi ritiene che ingangrenire in galera sia disumano.
      ci hanno appena regalato il via libera all’idea di abolizione di pena di morte, cari signori, e voi fate finta che l’odore di marcio di un piede diabetico putrefatto sia aria di gelsomini? dentro una cella?
      smettetela. siate cristiani. anche con chi, al di la di ogni dubbio, cristiano non lo è stato.
      smettetela.

    20. da una mail arrivatami da Salvatore Borsellino..
      per maggiori riflessioni.

      Palermo 26.12.2007

      Mi sento in dovere di aggiungere queste mie considerazioni
      personali alle dichiarazioni di mia sorella Rita, che ho
      sottoscritto insieme a tutta la famiglia Borsellino, sulla
      incredibile vicenda della possibile concessione della grazia
      ad un traditore dello Stato che finora ha scontato solo 7
      mesi sui 10 anni di detenzione a cui e stato condannato in
      via definitiva dallo corte di Cassazione.

      Personaggio sul quale pesano peraltro gravissimi sospetti,
      oggetto di indagini purtroppo ancora in corso dopo ben
      quindici anni, in merito alle telefonate intercorse, 80
      secondi dopo la strage, tra il castello Utveggio, dal quale
      e probabilmente stato azionato il telecomando per
      lesplosione dellautobomba, da una utenza clonata instestata
      a Paolo Borsellino e lutenza dello stesso Contrada:.

      Come risulta da carte processali “si segnala l’esigenza di
      approfondire ipotesi ed elementi sin qui trascurati, nella
      prospettiva di individuare complici e mandanti esterni
      all’associazione mafiosa. Si individua un cospicuo raggio di
      attività investigative aventi oggetto organismi e persone
      che potevano contare sulla disponibilità dei locali di
      Castello di Uvteggio, sede del Sisde, controllato a Palermo
      dal dottor Contrada”.

      Quella sede del Sisde smantellata pochi giorni dopo la
      strage perche evedientemente aveva esaurito il suo compito.

      Basterebbero questi sospetti e lesistenza di queste indagini
      per rendere inopportuna anche solo lipotesi della
      concessione della grazia ad un individuo sul quale pesano
      sospetti di questo genere ma per di piu anche dal punto di
      vista tecnico mi risulta che per reati di mafia (compresi
      nell’elenco di cui all’art 4 bis ord.pen.) non è possibile
      nè la sospensione della pena nè le misure alternative
      tra cui la detenzione domiciliare, salvo non collaborino con
      la giustizia.

      Non mi risulta che Bruno Contrada abbia mai mostrato
      lintenzione di collaborare con la Giustizia anzi ha sempre
      dichiarato sprezzantemente che mai e poi mai avrebbe
      presentato domanda di grazia e a questo punto risulta
      inverosimilie la celerita’ senza precedenti con la quale il
      nostro custode della Costituzione abbia appoggiato la
      richiesta di grazia ed inoltrato la pratica al cosiddetto
      ministro di grazia e giustizia per un rapido espletamento
      dei passaggi necessari.

      In quanto alle pretese esigenze umanitarie e bene ricordare
      che il Giudice di Sorveglianza del tribunale di Santa Maria
      Capua Vetere si e’ pronunciato il 12 dicembre 2007 in
      maniera contraria alla possibilita’ di differimento della
      pena detentiva del Contrada poiche’ le patologie dello
      stesso potrebbero essere curate in carcere od in apposite
      strutture esterne.

      Se peraltro tutti gli affetti di patologie come il diabete
      dovessero avanzare domanda di grazia per gli stessi motivi
      del Sig. Contrada ed ottenerla in tempi cosi rapidi il
      problema del sovraffolamento delle carceri italiane sarebbe
      rapidamente risolto.

      Le attuali condizioni di salute del Sig. Contrada (o meglio
      del Dottor Contrada, come lo hanno sempre chiamato con
      rispetto molti affiliati a Cosa Nostra) sono peraltro
      deteminate da un sciopero della fame attuato da qualche
      giorni dallo stesso, e i suoi numerosi fratelli, piuttosto
      che accusare mi sorella Rita di scarsa umanità perche si
      oppone alla concessione della grazia farebbero bene ad
      impiegare le loro energlie a a convincere il proprio
      fratello a ricominciare a nutrirsi, per i prossimi anni, di
      quello che il regime carcerario, a spese dei contribuenti
      italiani, gli passa.

      Per sapere quello che mio fratello Paolo pensava di Bruno
      Contrada basta ricordare lepisodio, riportato in atti
      processuali, nel quale avendo Paolo sentito fare quel nome a
      tavola da un funzionario di polizia amico della figlia, era
      sobbalzato dicendo chi ti ha fatto quel nome, basta che puo
      bastare pronunciarlo a sproposito per morire.

      In quanto al cosiddetto ministro di grazia e giustiza non
      poteve che essere affidata ad un uomo come lui, che ha cosi
      bene portato a compimento i compiti di sottrarre inchieste
      scottanti ai loro giudici naturali, conditi da sottrazioni
      di incartamenti dalle casseforti del tribunale di
      incatamenti relativi a processi prima che al giudice che
      laveva in carico ne fosse conmunicata lavocazione, di
      portare a termine questo compito.

      Risulta cosi chiara la missione storica che lo stesso
      Mastella dichiara essergli stata affidata da Giulio
      Andreotti nel momento in cui, prima riluttante, fu convinto
      dallo stesso Andreotti, oltre che da Cossiga, ad accettare
      questo incarico.

      Salvatore Borsellino

    21. Ovviamente, Lei ritiene una maggiore quantità di elementi di conoscenza rispetto agli inquirenti che hanno indagato ed ai giudici che hanno condannato. Totò diceva: “Ma mi faccia il piacere …!”. Le Sue argomentazioni sono paradossali. Facendo leva sui valori umanitari ai quali Lei fa riferimento, se Riina e Provenzano dovessero trovarsi nelle stesse condizioni di salute di Contrada dovrebbero avere la grazia! Contrada era un dipendente dello Stato? Dagli atti risulta che ha tradito lo Stato facendo il gioco dell’altra parte: quella della mafia e dei suoi complici. Sa qual è la differenza tra il terrorista e il mafioso? Il primo opera contro lo Stato, il secondo opera nello Stato. Come mai non l’ha mai saputo facendo il giornalista di professione?
      Enzo Guidotto 348 3713744

    22. ENZO GUIDOTTO scrive:
      26 Dicembre 2007 alle 19:29 VERSIONECORRETTA
      Ovviamente, Lei ritiene di possedere una maggiore quantità di elementi di conoscenza rispetto agli inquirenti che hanno indagato ed ai giudici che hanno condannato. Totò diceva: “Ma mi faccia il piacere …!”. Le Sue argomentazioni sono paradossali. Facendo leva sui valori umanitari ai quali Lei fa riferimento, se Riina e Provenzano dovessero trovarsi nelle stesse condizioni di salute di Contrada dovrebbero avere la grazia! Contrada era un dipendente dello Stato? Dagli atti risulta che ha tradito lo Stato facendo il gioco dell’altra parte: quella della mafia e dei suoi complici. Sa qual è la differenza tra il terrorista e il mafioso? Il primo opera contro lo Stato, il secondo opera nello Stato. Come mai non l’ha mai saputo facendo il giornalista di professione?
      Enzo Guidotto 348 3713744

    23. è molto interessante questo post e leggere le differenti opinioni di chi vi scrive mi completa per la competenza e concreta analisi che leggo, tuttavia è davvero difficile esprimere un’opinione che rispetti l’aspetto umano e quello giudiziario dell’intera vicenda. Sono per i domiciliari a vita, non possiamo ancora permetterci di scherzare sulla certezza della pena, forma necessaria e poco applicata di giustizia sociale.

    24. D’accordo con Pierrot Le Fou.
      La solita storia si ripete:
      ad una fase di oggettivo contrasto e di successi indiscutibili da parte dello stato nei confronti della mafia (boss e gregari in galera); confische e sequestri di beni; presa di posizione di Confindustria contro il racket e in generale ad un fermento antimafia nn più parolaio bensì concreto (Addiopizzo ecc.ecc.) adesso che facciamo?
      Ma naturalmente, of course: si ricomincia a fare i garantisti, ad insabbiare, smussare, ammorbidire magari dimenticare ciò che è stata la storia della nostra città e delle responsabilità acclarate di Bruno Contrada.
      Si disquisisce financo di pena di morte e di terrorismo rosso-nero, di diritti della persona da rispettare, di ideologia antimafia e di tante altre belle cose ma al di là delle legittime ed umanitarie posizioni di Billitteri & company ci si dimentica forse dell’implicito messaggio, devastante, che si manda all’onorata società.
      La solita storia si ripete dicevo: temo che oltre la cortina fumogena delle belle intenzioni il risultato sarà la solita marmellata, il tarallucci e vino che così tanti danni ha causato nel passato nella lotta alla mafia.
      No alla grazia please.

    25. “Cosa pensa di Contrada?”. Alla domanda, posta nel luglio del 1992, Paolo Borsellino rispose esprimendo, con parole sue, un concetto il cui senso era questo: chi fa quel nome in un certo contesto mette a rischio la propria vita. Ho riferito questo particolare al PM di CL Tescaroli in istruttoria e nel processo a Ignazio Dantone in dibattimento. Assumo pertanto fino in fondo la responsabilità di fornire la notizia che la stampa ha sempre ignorato: l’udienza del processo Dantone era infatti pubblica.
      Enzo Guidotto

    26. sulla mia personale presa di posizione mi limito a dire che sono contrario.le motivazioni sono già state enunciate molto bene da tanti(da bardamu a….)
      inoltre
      volevo soddisfare una mia curiosità personale,Lei,Enzo Guidotto di Novara di Sicilia è per caso l’autore di un libro che mi ha accompagnato una lontana estate del 1993 dal titolo “Mafia:un potere economico e politico esercitato con la violenza”?
      se si,la ringrazio di cuore (furono 600 pag.preziose..)soprattutto per quell’analisi lucida riguardante gl’interventi da fare sul versante culturale ed educativo.
      pequod

    27. @Enzo Guidotto. Francamente mi sfugge il perché di tanta aggressività al punto da mandarmi garbatamente a quel paese con una leggendaria espressione di Totò. Ho solo lanciato un argomento di dibattito su un tema di stringente attualità. E nel farlo ho onestamente dichiarato come la penso io perché mi pareva giusto nei confronti delle persone cui mi rivolgo, lei compreso. Questo è un blog, egregio amico. E funziona così. Non giudico le sue argomentazioni ma sono interessato a leggerle. Quindi, per favore, la prossima volta le sfrondi, se ci riesce, dagli insulti. Che saranno tanto gratificanti, ma non aiutano a capire. Buone cose

    28. Daniele Billitteri, sono veramente contento di leggere il tuo parere che temevo diverso. Mi confermi nell’idea che mi ero fatto su di te, persona equa e corretta.
      A tutti suggerisco maggiori informazioni sul “caso” Contrada ( http://www.brunocontrada.info/ )
      Leggete anche la sezione “firma il dissenso”, e provate poi a chiedervi se avete ancora tante certezze.

      La sig.ra Borsellino e tutta la sua famiglia (leggo sopra), partiti per una crociata che in fondo non li riguarda, per me devono solo pentirsi di tanta cattiveria gratuita e magari provare a dubitare anche loro. Leggano le opinioni di tanti italiani sul sito di Bruno Contrada, le contestazioni fanno riflettere a volte!

    29. Non è possibile continuare a tirare fuori dalle carceri chi in passato ha fatto parte dei poteri forti, questa è l’ennesima prova che al momento non esiste uno stato, che la legge non è uguale per tutti, ci sono le leggi fatte dai parlamentari per i parlamentari, come quando deve essere fatta un’intercettazione verso un parlamentare e deve esse avvertito il parlamento per far si che si possano fare le intercettazioni, ma che razza di paese è questo?

      Non mi dilungo a dire motivazioni specifiche, come sempre mi precede Luca D. prima che io possa dire le mie 😛

    30. Contraria. Come sono stata contraria e continuo ad esserlo verso tutti i provvedimanti svuotacarceri che si palesano dietro vessilli pseudoumanitari e caritatevoli. Io pretendo di essere tutelata dalla legge e voglio ci sia la garanzia della pena. Già le condanne in Italia sono sempre blande …togli pure quelle e siamo la Repubblica delle banane.

    31. Se uno sta male, lo si può portare, da detenuto, in ospedale.
      La grazia è un istituto così straordinario che nessuno può “rivendicarla”. Se proprio Napolitano si commuove, allora proceda pure. E’ una sua prerogativa.

    32. x jana il terrorista di Prima linea Sergio D’Elia, condannato a 25 anni x l’uccisione di un agente di polizia ne ha scontati soltanto 12, di cui gran parte non in carcere gli altri 13 anni di carcere da fare gli sono stati tolti xchè era un terrorista amico del sig Bertinotti ???
      la sig.Borsellino
      Dov’era quando sono stati liberati gli assasini del Commissario Calabresi o assassini brigatisti che avevano confessaro il loro crimine……..

    33. La certezza della pena è e deve essere uno dei capisaldi del sistema giudiziario.Indipendentemente dalla natura del reato e dalle condizioni di salute dell’imputato. Nela caso in questione, parliamo di una persona condannata, anche se il processo (tragica costante della storia italiana) ha presentato molte ombre e poche luci, in via definitiva.
      Non è la prima volta che una richiesta di grazia viene avanzata in presenza di gravi condizioni di salute, e sicuramente gli arresti domiciliari sarebbero la soluzione più giusta.
      Se verrà concessa, mi auguro che si apra una verifica su tutti i condannati, famosi o no che versano in condizioni simili.La clemenza, laddove ne ricorrano i requisiti, deve essere uguale per tutti.
      Per la vicenda Conrtada, mi piacerebbe dire che il tempo è galantuomo, ma in un paese dove ancora non si sa chi ha abbattuto un’areo, o chi ha messo una bomba più di ventanni fa o peggio ancora dove è stato sepolto un valido giornalista, purtroppo mi sembra un’utopia…

    34. Dopo 15 anni di inchieste, processi e una sentenza definitiva abbiamo bisogno di sentirci più buoni perchè sotto Natale? E perchè solo con un detenuto famoso e non allora con tutti gli altri?
      Lo Stato non va in Paradiso.
      Ad uno Stato tenero di cuore ne preferisco uno giusto, coerente con le sue regole, ancorchè fallibili, ma spietato e temibile nell’applicarle. Tutti si preoccupano di Caino (“Nessuno tocchi Caino”) e se ne fottono di Abele che, fino a prova contraria, è l’unica vera vittima.
      Prendere le parti della vittima non è però chic (radical chic), forse rappresenta una presa di posizione troppo banale o troppo poco trasgressiva.
      Il fatto incontestabile è però l’impunità di tanti crimini e stragi commesse in questi ultimi decenni.
      Il mio sospetto è che questo buonismo da strapazzo serva solo a perpetuare l’impunità disarmando le coscienze, frustrando ogni residuo sussulto d’indignazione perchè certuni continuino a perseguire indisturbati i propri più inconfessabili interessi.

    35. @Didonna. Fiserva l’espressione “buonismo da strapazzo” a contesti più adeguati. Non sono un buonista e non voglio “perpetuare l’impunità disarmando le coscienze, frustrando ogni residuo sussulto d’indignazione perchè certuni continuino a perseguire indisturbati i propri più inconfessabili interessi”. Io non penso che il sospetto sia l’anticamera della verità. Se così fosse potrei anche sospettare che la vicenda di Contrada sia il campo di battaglia sul quale si stanno scontrando due fazioni della magistratura italiana. Ma poichè penso che i sospetti non portano da nessuna parte, ho detto, lanciando il tema, che mi inchino alla verità giudiziaria, non mi indigno, non starnazzo, non dico “povero Contrada, vittima innocente di un’ingiustizia”. Ma dubito, si può? Ma perchè mai il dubbio deve avere alto valore morale se viene assolto Andreotti e diventare “buonismo da strapazzo” (e velata accusa etica di concorso esterno a cosa nostra) se viene condannato Contrada? Personalmente l’ho esercitato sia nel primo che nel secondo caso. Frequentando il mestiere ho imparato che le certezze incrollabili sono una cattiva compagnia. Come chi era certo che che le azioni Parmalat fossero sicure perché fior di consulenti bancari glielo assicuravano. Io, quando si accende la spia della benzina, vado subito al distributore. La riserva la mantengo sempre. Perché non mi piace restare a piedi. Il buonismo non c’entra, ma il buon senso sì.

    36. @Billitteri. Se leggi bene, l’affermazione “questo buonismo da strapazzo serve solo a perpetuare l’impunità disarmando le coscienze, ecc.” non è rivolta a te, ma al ministro Mastella, il promotore dell’indulto e delle iniziative disciplinari contro giudici che hanno trattato dei politici come dei cittadini soggetti alla legge …
      La precisazione che invece mi sentirei di fare a te è che non considero i “collaboratori di giustizia” più infami degli altri mafiosi, ma solo “utili infami” mentre considero un giudice che venda una sentenza o un poliziotto infedele meritevoli della fucilazione (altro che moratoria!) perchè, per convenzione sociale, abbiamo rinunciato a girare armati proprio per la fiducia nella Legge e nei suoi rappresentanti.

    37. Sono favorevole alla grazia per il dott.Contrada .In questa citta’ anche una mosca rischia di vedersi condannato per mafia.

    38. La sentenza del processo ad Andreotti dichiara “Il reato di associazione per delinquere (diventata associazione mafiosa nell’82) è stato commesso, è concretamente ravvisabile (è quindi provato) ma estinto per prescrizione”. Non mi pare sia assoluzione. Sbaglio io?

    39. “In questa citta’ anche una mosca rischia di vedersi condannato per mafia”. E’ come dire che tutti i palermitani sono mafiosi?

    40. questa e’ una vicenda terribile.
      Ne so poco,e non mi sento di dare giudizi.
      Pero’,chi puo’ avere certezze?
      Si puo’ escludere l’errore giudiziario,
      o peggio ancora la vendetta di qualcuno?
      Il Calvario e’ gia’ stato lungo.
      E’ un capro espiatorio?
      E’ mai possibile che,se responsabile,
      abbia potuto operare da solo?
      Ci sono troppi misteri da chiarire
      in quegli anni
      e ci sono stati troppi teoremi
      costruiti con disinvoltura.
      Se colpevole,come mai non si e’ trasformato in pentito?
      Grandi Boss,con a carico decine e decine
      di omicidi,si sono pentiti e ne hanno beneficiato.
      A 77 anni a chi potrebbe nuocere un
      uomo dalla salute malandata,se posto agli arresti domiciliari?

    41. allora perchè tenere dentro ancora VALLANZASCA???

    42. Parlando di Sergio D’Elia, caro Massimo (e lo dico senza alcuna ironia), forse divaghiamo allontanandoci dal tema attualissimo lanciato da Daniele Billitteri, con il quale mi complimento sempre per la pulizia di ogni espressione e la capacità di trasmettere spunti di riflessione così importanti, però volevo aggiungere che D’Elia, come sai, trent’anni fa fece parte di Prima Linea, ma non sparò a nessuno, non si macchiò di crimini di sangue. Scontò dodici anni di galera. Vent’anni fa, pubblicamente, scelse la non violenza. E da allora l’ha praticata in una lotta politica i cui meriti non possono sfuggire a nessuno. E’ importante conoscere la storia di una persona anche per riconoscerne i cambiamenti…Io, da Radicale convinta e “inevitabile”, posso parlarne soltanto così…e non credo che c’entri Bertinotti, tu che dici?

    43. tra cadaveri eccellenti,
      talpe,
      stagione dei veleni
      il corvo
      la spaccatura tra garantisti e giustizialisti
      i PM d’assalto
      i pentiti affidabili e non
      le pressioni esterne
      la lentezza dei processi
      i sovraccarichi di lavoro
      i rinvii senza fine
      qualche caso di suicidio
      i casi Forleo e De Magistris
      i faldoni abbandonati nei corridoi
      le fughe di notizie
      la disponibilita’ a certi politici
      COME FA UN MAGISTRATO A SVOLGERE
      IL PROPRIO LAVORO?

    44. Dei delitti e della pena che dovremmo provare per la miseria della giustizia ormai ridotta ad una tragica barzelletta. Quanti diabetici e ammalati a vario titolo stanno in carcere? Moltissimi. Quanti ne escono per compassione? Che io sappia nessuno. Allora?

    45. Sono certo che tra un po’ ci si lascerà prendere la mano e si dirà che è uno scandalo che la Borsellino non sconti alcuna pena.

    46. Per quel che può valere la mia opinione, trovo che la grazia sia assolutamente fuori luogo, tanto per la tipologia del reato quanto per il periodo storico. La persona in questione, che può pure essere malata, vecchia, simpaticissima e qualsiasi altra caratteristica umana vogliate trovarle è in carcere dal maggio 2007 (!) e non ha nemmeno per sbaglio mostrato pentimento per quanto commesso. Afferma di essere innocente. Ok, mi sta bene. Ma non è un motivo valido per la grazia, come non lo sono le condizioni di salute, o la simpatia. Se dai gradi di giudizio risulta colpevole, lui dice che è innocente e Napolitano gli concede la grazia, che figura ci fa lo Stato? Se sta male, lo mandino in un ospedale militare o, e già mi convince meno, lo relegassero ai domiciliari. E comunque, visto che sembra che non riesca dormire, gli cambiassero i sonniferi, visto che quelli che prende non funzionano.

    47. Anche perché poi, se Provenzano si ammala, magari si pente e chiede la grazia, come fai a rifiutargliela, a quel punto?

    48. @Isaia. Per la cronaca contrada al momento dell’ultimo arresto aveva già scontato 31 mesi. Adesso ne ha scontati 37, più di tre anni come dicevo all’inizio. Questo non toglie nulla al tuo ragionamento, ovviamente. Ma, volgio dire, non è uno che chiede la grazia dopo aver fatto sei mesi di galera. Giusto per la precisione. e cmq grazie per l’intervento.

    49. Certezza della pena.Per tutti.Provvedimenti di grazia mirati, per gravi motivi di salute o per particolarissime situazioni che ,chi è preposto , deve valutare.
      Siamo la repubblica delle banane quando pensiamo che “si patteggia”, cioè si scende a patti, per la pena da infliggere.
      La giustizia che si riduce quasi ad una vendita da bancarella, la maglia costa 30 euro, mi è rimasta solo questa taglia, le sta bene lo stesso, siccome è l’ultima, mi dia 15 euro e non ne parliamo più.
      Gli sconti sulla pena…abbiamo avuto pure i saldi, con l’indulto..
      Ribadisco e chiudo certezza della pena, dallo scippo con il motorino all’omicidio plurimo aggravato.
      Per chi ha seri problemi di salute o particolari esigenze magari coperte da giusta privacy, ha modo di chiedere, implorare e se gli va bene ottenere una grazia che non cancella la pena ma restituisce un uomo o una donna alla vita di ogni giorno.
      E giusto per la precisione Mesina si è sciroppato oltre trent’anni di galera senza dire bah prima di ottenere la grazia.
      Giuanni.

    50. confesso che senza nulla togliere all’aspetto umano che va rispettato per contrada come per l’ultimo dei carcerati, credo che dare adesso la grazia (che lui dichiarava di non voler chiedere) sia un pessimo segnale per chi cerca ancora di credere in qualcosa.
      sicuramente ha diritto alle cure necesssarie, ma non ha avuto un comportamento meritevole di grazia.
      la grazia penso vada motivata e il diabete, per quanto grave, mi sembra una motivazione inadeguata.

      che poi a prodigarsi per la grazia sia mastella che ancora deve spiegarci l’indulto (oltre la sua esistenza..) rende il tutto oltremodo indigesto.

      Daniele per me hai fatto benone a sollevare questo argomento e ad ammettere il tuo punto di vista che parte dalla conoscenza del “contrada prima”.

      io però credo sia il momento che lo stato dia un segnale forte, che ridia senso ad un concetto in cui quasi non crediamo più, la certezza della pena.

      a maggior ragione se parliamo di un uomo dello stato, che dopo una pregevole carriera ha purtroppo tradito tutti noi.

      al di là delle polemiche con la famiglia borsellino (dalla Signora rita b mi aspettavo un lavoro migliore) penso che stavolta facciano bene a reagire.
      e trovo molto dignitose le parole del fratello Salvatore,che più leggo più mi piace.

      insomma,non è un ragionamento contro contrada ma a favore di Paolo Borsellino, che merita questo e altro.
      un mondo di auguri a tutti i “rosaliani”.
      ste

    51. ma c’e’ qualcuno che sa parlare del
      capo d’accusa,oltre che della
      generica affermazione,ormai ben nota?
      Com’e’ che nessuno e’ in grado di scrivere:
      ha fatto questo e quest’altro?
      LEGGO CHE C’E’ CHI HA TANTE CERTEZZE
      E CHI HA TANTI DUBBI…

    52. ai sensi dell’art. 1, commi primo e sesto, della legge 26 luglio 1975, n. 354, “il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona”, dovendo altresì essere attuato “secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti”;

      il diritto alla salute, sancito dall’art. 32 della Costituzione, rappresenta un diritto inviolabile della persona umana, insuscettibile di limitazione alcuna ed idoneo a costituire un parametro di legittimità della stessa esecuzione della pena, che non può in alcuna misura svolgersi secondo modalità idonee a pregiudicare il diritto del detenuto alla salute ed alla salvaguardia della propria incolumità psico-fisica;

      l’art. 11 della legge 26 luglio 1975, n. 354 sancisce una rigorosa disciplina in ordine alle modalità ed ai requisiti del servizio sanitario di ogni istituto di pena, prescrivendo tra l’altro che “ove siano necessari cure o accertamenti diagnostici che non possono essere apprestati dai servizi sanitari degli istituti, i condannati e gli internati sono trasferiti (…) in ospedali civili o in altri luoghi esterni di cura”;

      …queste sono le soluzioni e sono leggi volute e votate dai cittadini, non leggo tra queste righe, malgrado tutte le garanzie e i diritti civili irrinunciabili, la parola “grazia”.

    53. Non entro, per ignoranza in materia, nella vicenda processuale, comunque conclusa dopo il pronunciamento della Cassazione.Mi chiedo: quante persone rischiano di morire in cella in Italia? Penso tante. Ma di loro non s’interessa nessuno. Non so se Contrada è stato contiguo, vicino, organico alla mafia. Non so se è stato acerrimo nemico di Cosa nostra. Immagino, però, che ci siano tanti altri carcerati sofferenti. E non chiamandosi Contrada sono dimenticati nel fondo di una cella. Qual è la differenza tra loro e il soggetto di cui ci stiamo occupando?

    54. …E la differenza tra il sapere e il non sapere???? Si sa per certo che Contrada è in fin di vita…. non volete più la pena di morte? E la possibilità di non curarsi adeguatamente non corrisponde ad un’altrettanta pena di morte??? finiamola di fare i falsi moralisti ! O per lo meno se lo dovete essere…..che lo siate sempre..

    55. Io sono contrario alla grazia. Contrada è in gravi condizioni? (informazione peraltro già smentita) Esistono strutture, all’interno del sistema carcerario per accoglierlo e curarlo. Non capisco la necessità di una grazia nei confronti di un personaggio di questo genere. A cosa è servito il nostro pianto? La nostra indignazione? Ce ne siamo forse già scordati?

    56. certi interventi mi danno l’impressione
      di essere rilasciati con troppa disinvoltura,
      tanto,della pelle altrui si tratta.
      E cosi’,di getto,senza nemmeno
      preoccuparsi di leggere i commenti
      precedenti,o di approfondire i fatti,
      si spara un’idea e via.
      COSI’,ALESSANDRO AMATO chiede
      “Qual è la differenza tra loro
      (altri detenuti)
      e il soggetto di cui ci stiamo occupando?”
      La differenza e’ che Contrada e’ stato
      al Servizio dello Stato,cioe’ di tutti noi,e’ cresciuto in carriera(quindi ha avuto riconoscimenti per certi risultati)
      ha lavorato in prima linea,
      ha adottato strategie rischiose,
      ha operato in una epoca oscura in cui si “teoremizzavano”
      connivenze e collusioni e
      si presentavano troppe aree grige,
      e quindi “tenersi nettamente fuori”
      da certi giochi non era cosa facile.
      Puo’ avere subito pressioni e ricatti,puo’avere sbagliato,
      non e’ che qui possiamo rifargli il processo,(sappiamo praticamente nulla)possiamo solo rilasciare certe connotazioni su quello che e’ rimasto
      nella nostra memoria di gente che e’ vissuta qui negli anni caldi.
      Per questo sono favorevole agli arresti
      domiciliari.

    57. Si,hanno smentito che e’ in gravi condizioni.
      Ma io a questa smentita non ci credo.
      E poi,si puo’ morire anche di crepacuore,da un momento all’altro,
      O si puo’ impazzire.

    58. Caro Accura, io sarò pure disinvolto e mi prendo con simpatia tutte le tue critiche (decisamente disinvolte), ma la tua disamina di quel che ha fatto Contrada è leggermente imprecisa. Dimentichi l’unica cosa che è stata accertata dalla giustizia italiana: ha certificato che Contrada non è stato solo al servizio dello Stato. Serviva anche altri soggetti… Abbiamo ben altri esempi di UOMINI che hanno evitato di subire pressioni e ricatti, pagando con la loro vita. Mi sembra che alcune cose vadano precisate… per rispetto a chi ha scritto con il suo sangue la storia della GIUSTIZIA nella nostra città.

    59. niente di personale.
      La mia disamina (pur disinvolta)
      cerca di stimolare una fase di approfondimento a chi ha competenze,tempo e voglia.
      Com’e’ possibile che nessuno sia in grado
      di sintetizzare l’accaduto,facendo
      emergere gli aspetti piu’ essenziali?

    60. L’unica sintesi possibile è la prima frase scritta, nel solito modo chiaro e diretto, da Daniele Billitteri. Contrada è stato condannato a dieci anni, con sentenza definitiva, per concorso esterno con la mafia. Non c’è spazio per interpretazioni, almeno su questo non c’è opinione. C’è un fatto. E basta.
      Mi pare più che sufficiente come indicazione per sviluppare il dibattito. Poi,dobbiamo parlare delle condizioni di salute del recluso: merita anch’egli (ovvio)tutte le attenzioni possibili, perché l’accanimento non fa parte della legge, della giustizia e della morale. Però, che le stesse attenzioni vengano riservate anche ai tanti altri detenuti che non godono della visibilità e degli sponsor politici di cui può beneficiare Contrada.
      Precisato tutto ciò, mi rimetto alla giustizia, anche in questo caso. Qualcuno dovrà valutare e decidere. Io rispetterò quel che sarà determinato da chi ha competenza.

    61. Con cadenze periodiche si disserta sulla certezza della pena.
      Mi pare che indulti e grazie vadano in direzione opposta.
      Contrada è (ma sarà vero?) in pericolo di vita? Il nostro codice prevede la carcerazione domiciliare.
      Non è stata concessa? Forse non sarà in pericolo di vita. Chissà?

    62. Cari amici. Intanto grazie per essere intervenuti così numerosi. Ma da un blog come Rosalio, vero blog della città, non mi aspettavo di meno. Stasera ho riletto tutti gli interventi con grande attenzione e prendo atto che la maggiorparte degli intervenuti, con un’articolazione invero assai ampia, è comunque contraria all’idea che a Bruno Contrada venga concessa la grazia. Bene. Mi lascia tuttavia perplesso questo ricorso, in certi casi intransigente, ai concetti e alle forme del diritto. Lo dico non perchè – lungi da me – l’ancorarsi al diritto sia sbagliato. Anzi: in fondo la nostra aspirazione più civile è quella di vivere in uno stato, appunto, di diritto. Ma io speravo che la discussione fosse un po’ più larga. Dopotutto noi qui non siamo ne giudici ne avvocati. Siamo Opinioone Pubblica e possiamo anche permetterci di valutare una vicena anche al di là della sua formale conclusione (una sentenza definitiva) davanti alla quale pur ci inchiniamo, come si dice, doverosamente. Ma l’Opinione Pubblica può tirare ancora dentro la discussione una serie di ragionamenti che la sentenza definitiva ha lasciato fuori. Per questo esiste l’istituto della grazia. Contrada ha fatto 37 mesi di carcere, ha perduto l’onore professionale perché prima l’accusa, poi la condanna, hanno fatto di lui un traditore. Ha attraversato un tunnel lungo 15 anni, è vecchio e malato. Adesso non voglio riaprire la discussione sulla certezza della pena, sul differimento, sugli arresti domiciliari. Ma il paragone con Riina non mi sembra fattibile. Totò è un mafioso assassino per il quale ogni processo è una medaglia, non un marchio d’infamia. Il 41bis per loro è quasi uno status simbol anche se hanno tentato di tutto pur di farlo abolire compreso il “papello” di Bagarella. Dice la sentenza che Contrada tradì. E la sentenza è legge. Ma forse più che tradire, sbagliò, forse ebbe paura, forse gli mancavano strumenti che altri poi hanno avuto. Non lo so, non ho letto tutte le carte del processo. Dico solo che se nel prezzo ci mettiamo quindici anni di processi, tre anni e mezzo di carcere, la vergogna di un’intera famiglia, Contrada forse questo prezzo l’ha pagato. La grazia restiuirebbe alla famiglia solo un uomo anziano e ammalato. Vorrei ricordarvi le insegnanti di Rignano: anche di loro la gente si fidava, anche loro erano servitori dello stato, non sappiamo tra quanto e se sarà restituito loro l’onore e quando saranno condannati o assolti ci sarà un Billitteri qualunque che continuerà ad avere dubbi. perché la certezza della pena non può essere figlia dell’incertezza dei tempi di giudizio. Perchè l’attesa della sentenza spesso è peggio della galera proprio perchè è vita sospesa. Il fatto che, alla fine, tutto questo non conti o conti poco, assegna questa vicenda al dibattito integralista tra garantisti e giustizialisti, tra guelfi e ghibellini, tra juventini e milanisti, tra quelli del sesto piano e quelli dell’ottavo piano. Non mi sento buonista, conoscevo Contrada ma questo non c’entra perché direi le stesse cose per uno sconosciuto. Vorrei solo ricordarvi che quando misero la bomba all’Addaura sotto casa di Falcone, c’era chi dava per certo che “era stato il sisde” cioè Contrada. Così come tanti accollavano a Falcone la gestione di Totuccio Contorno quando, da pentito, era tornato a Palermo per far fuori un po’ di corleonesi prima di essere riacchiappato. Sulla storia dell’Addaura proprio nei giorni scorsi si è avuta la conferma che a metterla era stata proprio e solo cosa nostra e che il progetto andò a monte quasi per caso. Ma per mesi nei bisbigli e nei miasmi della città, Contrada fu il mandante di quella operazione. Per mesi e mesi. Ecco perchè sono amico del dubbio e continuo a frequentarlo anche se, dopo la sentenza, solo nell’intimità dalla mia ragione. Grazie a tutti.

    63. Io sono favorevolissimo alla grazia per Contrada.
      Liberate Contrada!
      Contrada è vittima di uno Stato miope e senza più memoria storica.
      Si sa che spesso gli investigatori nel passato hanno dovuto usare metodi non proprio convenzionali per avvicinarsi ai fenomeni criminali e poterli meglio studiare e controllare.

      Tanti alti ufficiali hanno testimoniato a favore di Contrada, hanno giurato e testimoniato.
      Bravi e onesti servitori dello Stato di allora MORALMENTE al macero, senza più credibilità di fronte alle accuse dei criminali che essi stessi avevano combattuto a suo tempo.

      Quasi sotto accusa essi stessi per questa duro e incomprensibile epilogo.

    64. a Daniele Billitteri
      condivido

    65. Rimaniamo terra-terra, sono d’accordo. E’ stato ricoverato in ospedale per accertamenti ma oggi, prima che fossero conclusi, ha firmato la richiesta di dimissioni e dunque ha scelto di rientrare in carcere. Non ho parole.

    66. A rischio, ancor più imminente, della vita, così si sono espressi i medici…Comunque grazie per la segnalazione del sito di Contrada, è da leggere con attenzione.

    67. vorrei capire a quanti di voi non sia
      capitato di recarsi al Pronto Soccorso
      sentendovi male e pensando di stare per morire.
      Uno che sta male,che perde lucidita’,
      che vive in depressione,che soffre di ansia,che sente venirsi meno,che entra nel panico,che fa?
      Gia’ cambiare ambiente e
      trovarsi assistito in una struttura “piu’ affidabile”,
      (ricordatevi di quello che e’ successo in certe infermerie nel passato)
      puo’ fare rientrare il tutto
      in una situazione piu’ normale,
      puo’ ridare fiducia,
      puo’ fare superare una crisi.

    68. Stimolante il dibattito avviato da Billitteri, denso di spunti e di riflessioni. Ho letto, incuriosita, i commenti dei lettori e, nel corso della lettura, mi son trovata ad appoggiare ora alcuni pareri dei “sì alla grazia”, ora dei “no alla grazia”. Tuttavia, credo sia importante riflettere su una frase di Billitteri che, come al solito, ha centrato il punto con una lucidità disarmante. “Io non penso che il sospetto sia l’anticamera della verità”. Contrada ha scontato 37 mesi, non ha chiesto la grazia un attimo dopo la condanna, e’ stato al Servizio dello Stato, ha combattuto in prima linea e credo che il suo percorso, così come quello della famiglia, sia stato già abbondantemente attraversato da tribolazioni. Accanirsi non servirebbe a nulla. E poi, se fosse stato colpevole, come ha scritto qualcuno, perché non trasformarsi in pentito? Non dimentichiamo la facilità di coloro che, una volta rivelatisi collusi, si sono poi dichiarati pentiti. Perché lui non l’ha fatto? E perché ci basiamo sulla testimonianza di quattro pentiti mafiosi e non sulle centinaia di dichiarazioni di persone che con lui hanno collaborato, lavorato e vissuto a stretto contatto? Credo che il dubbio debba essere punto di partenza di ogni riflessione e, in accordo con Billitteri, vorrei far osservare a tutti coloro che hanno citato leggi e commi che qui svolgiamo funzione di opinione pubblica, non siamo nè giudici nè avvocati. Dovremmo basarci sul buon senso, sul riconoscimento della dignità, tutti aspetti sui quali lo Stato ultimamente ha dato chiari segni di debolezza.

    69. Scusate, ma se Contrada fosse stato condannato solo in base alle dichiarazioni di alcuni pentiti, senza altri riscontri, perchè avrebbero dovuto mettere a repentaglio il proprio status di collaboranti? Per fare un dispetto ad un poliziotto integerrimo e rischiare di tornare in galera?
      Mi sembra che l’avversione culturale contro gli “infami” pentiti offuschi il rigore della logica … sempre senza essere nè giudici, nè avvocati …

    70. Il buon senso dice che se uno sta male davvero non si fa dimettere anzitempo dall’ospedale a meno che ciò non gli consenta di trascorrere i suoi ultimi giorni a casa.

    71. Ho come l’impressione che si vada un po’ fuori tema: premetto che non sono un esperto di procedura penale ma, per quanto ne so, la grazia è l’ultimo residuo di “diritto assoluto del monarca” che la nostra costituzione assegna al Presidente della Repubblica. Proprio per questo l’uso della grazia riveste un ruolo di eccezionalità, da applicarsi in situazioni in cui il “sistema giudiziario” mostra delle evidenti falle (es. il caso Massimo Carlotto). In questo caso non mi pare che ci sia una persona che, a seguito di “incoerenze” del sistema o di “situazioni eccezionali perchè sono emerse delle nuoove prove” stia soffrendo di un situazione ingiusta; semplicemente la si sta proponendo come ulteriore (quarto) livello di giudizio dopo la Cassazione. Se la ammettiamo per Contrada allora va ammessa per tutti.

    72. Elisa
      quoto la tua lucidita’ e la tua logica stringente.
      Vedo che c’e’ chi preferisce avere di stato e giustizia una visione elevata,
      direi una fede assoluta.
      E’ una opinione,come un’altra,e la rispetto,come ho rispetto per tutte le opinioni,quando gli interrogativi sono troppi,come,secondo me,in questo caso.
      Pero’ va detto che di stato e giustizia ne abbiamo sentito di tutto e di piu’,
      e sono perplesso della posizione di quanti manifestano solo certezze.

    73. A Donato Di Donna:
      Cosa ha impedito ai pentiti di accusare Enzo Tortora ingiustamente? Il perdere lo Status di “collaboranti”? Ma non farmi ridere: quelli se ne infischiano di te, di me e dello status. Sono delinquenti. Non hanno nulla da perdere. Avranno barattato questo con qualcos’altro. L’onore di Contrada per un piatto di lenticchie….

    74. @Mossiere: il beneficio del dubbio o vale verso tutti o verso nessuno. Se dobbiamo mettere in dubbio la sentenza di condanna a carico di Contrada non vedo perchè non dovremmo dubitare della successiva assoluzione di Tortora.

    75. Le rigidità mentali non mi si confanno. Il metodo: “per tutti o per nessuno” è solo un arrampicarsi sugli specchi. Siamo tutti diversi. La nostra intelligenza è fatta per adattarsi a diverse situazioni. Le gabbie le lascio a te: si vede che ti piacciono.

    76. Siamo tutti diversi, ma due più due continua a fare quattro anche quando potrebbe convenirmi una cifra diversa.
      Fattene una ragione.

    77. La vita non è una scienza esatta…

    78. Quindi atteniamoci ai fatti non ancora smentiti:

      di Marco Travaglio
      “Già capo della squadra mobile e della Criminalpol di Palermo, già numero tre del Sisde (alla guida del dipartimento Criminalità organizzata) fino al Natale del 1992, quando fu arrestato, Contrada è indicato come trait d’union fra Stato e mafia non solo da una ventina di mafiosi pentiti, ma pure da una gran quantità di autorevolissimi testimoni. A cominciare dai colleghi di Giovanni Falcone, che raccontano al diffidenza che il giudice nutriva nei confronti di “’u Dutturi”: i giudici Del Ponte, Caponnetto, Almerighi, Vito D’Ambrosio, Ayala. E poi Laura Cassarà, vedova di Ninni (uno dei colleghi di Contrada alla Questura di Palermo assassinati dalla mafia mentre lui colludeva con la mafia). Tutti a ripetere davanti ai giudici di Palermo che Contrada passava informazioni a Cosa Nostra, incontrando anche personalmente alcuni boss, come Rosario Riccobono e Calogero Musso. Nelle sentenze succedutesi in 15 anni, si legge che Contrada concesse la patente ai boss Stefano Bontate e Giuseppe Greco; che agevolò la latitanza di Riina e la fuga di Salvatore Inzerillo e John Gambino; che intratteneva rapporti privilegiati con Michele e Salvatore Greco; che spifferava segreti d’indagine ai mafiosi in cambio di favori e regali (come i 10 milioni di lire accantonati dal bilancio di Cosa Nostra, nel Natale del 1981, per acquistare un’auto a un’amante del superpoliziotto); che ha portato al processo falsi testimoni a sua difesa.

      Decisivo il caso di Oliviero Tognoli, l’imprenditore bresciano arrestato in Svizzera nel 1988 come riciclatore della mafia. Secondo Carla Del Ponte, che lo interrogò a Lugano insieme a Falcone, Tognoli ammise che a farlo fuggire dall’Italia era stato Contrada, anche se, terrorizzato da quel nome, rifiutò di metterlo a verbale. Poi, in un successivo interrogatorio, ritrattò. Quattro mesi dopo, Cosa Nostra tentò di assassinare Falcone e la Del Ponte con la bomba all’Addaura. Nemmeno Borslelino si fidava di Contrada. E nemmeno Boris Giuliano: finì anche lui morto ammazzato. Il che spiega, forse, lo sconcerto dei familiari delle vittime della mafia all’idea che lo Stato, dopo aver speso 15 anni per condannare Contrada, impieghi 7 mesi per liberarlo.

      Ma c’è un ultimo capitolo, che sfugge alle sentenze: uno dei tanti tasselli che compongono il mosaico del “non detto”, o dell’ ”indicibile” sulla strage di via d’Amelio, dove morì Borsellino con gli uomini della sua scorta (ancora oggetto di indagini della Procura di Caltanissetta, che pure ha archiviato la posizione di Contrada). Quel pomeriggio del 19 luglio ‘92 Contrada è in gita in barca al largo di Palermo con gli amici Gianni Valentino (un commerciante in contatto col boss Raffaele Ganci) e Lorenzo Narracci (funzionario del Sisde). Racconterà Contrada che, dopo pranzo, Valentino riceve una telefonata della figlia “che lo avvertiva del fatto che a Palermo era scoppiata una bomba e comunque c’era stato un attentato. Subito dopo il Narracci, credo con il suo cellulare, ma non escludo che possa anche aver usato il mio, ha chiamato il centro Sisde di Palermo per informazioni più precise”. Appreso che la bomba è esplosa in via d’Amelio, dove abita la madre di Borsellino, Contrada si fa accompagnare a riva, passa da casa e, in serata, giunge in via d’Amelio. Ma gli orari – ricostruiti dal consulente tecnico dei magistrati, Gioacchino Genchi – non tornano. L’ora esatta della strage è stata fissata dall’Osservatorio geosismico alle 16, 58 minuti e 20 secondi. Alle 17 in punto, cioè 100 secondi dopo l’esplosione, Contrada chiama dal suo cellulare il centro Sisde di via Roma. Ma, fra lo scoppio e la chiamata, c’è almeno un’altra telefonata: quella che ha avvertito Valentino dell’esplosione. Dunque, in 100 secondi, accadono le seguenti cose: la bomba sventra via d’Amelio; un misterioso informatore (Contrada dice la figlia dell’amico) afferra la cornetta di un telefono fisso (dunque non identificabile dai tabulati), forma il numero di Valentino e l’avverte dell’accaduto; Valentino informa Contrada e gli altri sulla barca; Contrada afferra a sua volta il cellulare, compone il numero del Sisde e ottiene la risposta dagli efficientissimi agenti presenti negli uffici solitamente chiusi di domenica, ma tutti presenti proprio quella domenica. Tutto in un minuto e 40 secondi. Misteri su misteri. Come poteva la figlia di Valentino sapere, a pochi secondi dal botto, che – parola di Contrada – “c’era stato un attentato”? Le prime volanti della polizia giunsero sul posto 10-15 minuti dopo lo scoppio. E come potevano, al centro operativo Sisde, sapere che era esplosa una bomba in via D’Amelio già un istante dopo lo scoppio? Le prime notizie confuse sull’attentato sono delle 17.30. Escludendo che la figlia di Valentino e gli uomini del Sisde siano dei veggenti, e ricordando i rapporti del commerciante con i Ganci, viene il dubbio che l’informazione in tempo reale l’abbia data chi per motivi – diciamo così – professionali, ne sapeva molto di più. Qualcuno che magari si trovava appostato in via D’Amelio, o nelle vicinanze, in un ottimo punto di osservazione (magari il Monte Pellegrino, dove sorge il castello Utveggio, sede di misteriosi uffici del Sisde in contatto con un mafioso coinvolto nella strage e poi frettolosamente chiusi). E attendeva il buon esito dell’attentato per poi comunicarlo in tempo reale a chi di dovere.
      Forse, prima di parlare di grazia a Contrada, si dovrebbe almeno pretendere che dica la verità su quel giorno. Altrimenti qualcuno potrebbe sospettare – con i parenti delle vittime – che lo si voglia liberare prima che dica la verità”.

    79. Per quanto può valere ciò che verrò a dire….

      Io ospedale ho conosciuto persone affette da diabete, a volte in modo pure molto grave, ai livelli in cui si rasentà la cecità. Ebbene queste persone vivono una vita per molti aspetti normali. E vi dirò di più, la parte “anormale” della loro vita è data da patologie ben diverse del diabete e che davvero invalidanti. Patologie di cui Contrada non è affetto, ma da cui sono affetti moltissimi altri carcerati ( che vengono in ospedale regolarmente per sottoporsi alle cure ed agli acccertamenti ) ed ai quali non per questo viene concessa nessuna grazia. Mi fa riflettere una cosa..per quanto possa sembrare stupida…i carcerati “normali” quando vengono in ospedale vengono identificati con una sigle iniziante per K, tant’è vero da noi operatori del settore vengono detti comunemente KK, i carcerati “eccellenti” vengono chiamati per nome, ed a volte pure anteponendo il titolo di studio. Piccola cosa che mi porta a riflettere.
      Per le mie convinzioni ( non farei volontariato in Amnesty International altrimenti ) credo che chiunqwue soffra o non abbia le condizioni fisiche adeguate per scontare la propria pena, debba essere messo nelle condizioni più adeguate per scontarla in sicurezza. Mi spiace, ma io dal basso della mia ignoranza non ritengo che il diabete sia una patologia cosi grave da impedire al sig. Contrada si scontare la propria pena in carcere e farsi curare nel fratttempo in strutture esterne come fa il 90% della popolazione carceraria non eccellente.
      Nel nostro paese la certezza della pena ormai è diventata davvero un romanzo fantasy. Si commettono i reati nella consapevolezza che tra indulti, grazie, prescrizioni ecc ecc poi sii sarà di nuovo liberi di uscire e ricominciare daccapo. Non c’è più la sicurezza della punizione, è questo fomenta la libertà di andare contro le leggi e il vivere civile. Detto cosi potrebbe sembrare un discorso fascista, ma io credo che invece sia valido, poichè se determinate leggi sono state create a poi fatte applicare sono pper preservare il nostro viver civile, e chi le infrange deve, nella giusta misura, pagare, naturalemente tutti indifferentemente…ma questo è un altro discorso.
      Dare la grazie a Contrada, a mio modestissimo e umilissimo parere, è uno sbaglio di proporzioni e enormi.
      – Si dimostra che in Italia una volta di più, aver commesso un reato, seppur grave non assicura la pena.
      – Crea sfiducia nella popolazione nei confronti dello stato, specie della popolazione siciliana, come se di sfiducia ce ne fosse già poca….
      – A mio parere si ha poco, pochissimo rispetto per le vittime della mafia, per i loro parenti, e per ultimi ma non come ultimi tutti quei cittadini, specie siciliani, che credono nella lotta alla mafia e dedicano ogni giorno ad educare e convincere gli altri che sia giusto lottare e non soccombere anche se sembra sia la strada più facile.
      – si da dimostrazione di un’ ennesimo velato …come dire..servilismo? Assoggettivismo? mi manca il termine giusto, dello stato nei confronti di un carcerato eccellente. Perchè lui si e la restante popolazine carceraria no? Se giustizia deve essere deve esserlo per tutti!

      Ritengo Rita Borsellino e suo fratello Salvatore della grandi persone, davvvero grandi, persone che nonostante tutto non si sono piegate, hanno stretto i denti, pure quando dolevano molto, pianto lacrime amare, è nonostante tutto sono andati avanti. E io non credo che certe volte presi dallo sconforto non abbiano detto a loro stessi, basta, non ce la facciamo più, ma chi ce lo fa fare, è uan battaglia persa…eppure sono li in prima linea, sono caduti ed hanno saputo rialzarsi, e si sono eretti, messi dritti, affrontando i fatti di petto, e continuano a camminare stabili sulle loro gambe.
      caro Billy, sappilo io ti ammiro per tante cose, davvero, sei stato per parecchio tempo un mio punto di riferimento in ambito giornalistico, anche se io ancora non sono risucito a fare questo di mestire ;-), ti apprezzo coem giornalista, come scrittore, come saggio e posato analizzatore di fatti sociali, ma sempre parlando di opinioni personali, io non sono d’accordo con te.
      Contrada deve rimanere in carcere, HA DIRITTO a ricevere tutte le cure possibili, lo Stato HA IL DOVERE di farsi in quattro per assistere un uomo e un cittadino che sta male. Tutto qui! Grazie!

    80. Ma cosa c’entra adesso? Sono d’accordo con te Mossiere…Profondamente d’accordo. Cominciare ad indicare gli altri casi e sottolineare che se si fa per Contrada allora si deve fare per tutti e se non si è fatto per tutti gli altri allora non si deve fare per Contrada e per nessuno è solo un alibi…Per continuare a credersi equi e giusti, per illudersi di far rispettare una fantomatica parità di diritti e per non affrontare un caso che si pone ORA e ADESSO. Punto. Sulla dignità che attiene a ciascun essere al mondo nessuno può obiettare, ma Contrada sta male adesso, e il suo legale ha avanzato adesso delle richieste, ha evidenziato adesso un problema, Ciascuno faccia lo stesso, chi di dovere valuterà caso per caso…

    81. La vicenda scalda gli animi, ed è certamemte giusto che sia così. Non so se Rosalio permette, ma ho appena letto un editoriale di Giuliano Ferrara sull’argomento, che mi piacerebbe condividere con tutti voi…In premessa però tengo a precisare che al di là di questa circostanza e di quello che si potrebbe interpretare leggendo, Marco Travaglio per me è un simbolo, e un ottimo punto d’appodo per capire molte cose dalla politica nostrana, del giornalismo e della vita. Questo quanto scrive Ferrara: “Bruno Contrada, vecchio e malato, chiede secondo legge alla magistratura di sorveglianza il differimento della pena per potersi curare o per morire dignitosamente. In termini morali il prigioniero chiede alla coscienza civile dell’Italia, che si batte per l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo, di pronunciarsi su una pratica carceraria disumana quando si accanisce su senilità e malattia, una pratica talvolta equivalente all’irrogazione di una pena di morte graduale, lunga, particolarmente dolorosa. A questa domanda rivolta da un uomo che teme di perdere, assieme alla vita, la possibilità di rivendicare il proprio onore e la propria innocenza, si può rispondere in modi diversi. Uno è certamente ripugnante: l’irrisione rivolta con sufficienza e protervia a un uomo in quelle condizioni.

      Marco Travaglio ha scritto proprio in questo modo, sostenendo che chi si ammala prima del termine della pena muore in carcere, e tanto peggio per lui, chissenefrega. Ha scritto questo me-ne-frego, degno di un pubblico di lettori che sarebbe anch’esso immondo se non lo coprisse di lettere censorie, su un giornale, l’Unità, che è stato fondato da Antonio Gramsci. Il fondatore di quel giornale, quando le condizioni carcerarie ebbero aggravato in modo irreversibile la sua malattia, venne scarcerato, per ordine di Benito Mussolini, il dittatore che un tempo aveva decretato di non lasciar funzionare più il suo cervello luminoso, in modo che adesso potesse appassire e morire in una clinica privata, da uomo libero. Sul suo giornale trovano ora spazio le immondizie di Travaglio. Contrada non è Gramsci, e la sua vicenda divide l’opinione pubblica, ma il sadico sbeffeggiatore dei detenuti ammalati è quel che dimostra di essere. Il direttore liberal Antonio Padellaro, o quel delicato grafomane di Furio Colombo, o i nuovi proprietari della famiglia Angelucci, o i parlamentari del gruppo ex Ds che sostengono finanziariamente la testata, leggano quel che è stampato sul loro giornale e ne traggano l’unica conseguenza possibile. Quel che scrive Travaglio rende il giornale di Gramsci una tribuna peggiore dei peggiori fogli del regime fascista e ne oltraggia l’onore. Leggano e decidano se debbano porre fine a questa vergogna o diventarne complici”.

    82. @Jana. Il sonno della ragaione genera mostri. I grandi manipolatori dell’opinione pubblica vorrebbero che le nostre convinzioni fossero dettate solo da reazioni emotive (“ORA e ADESSO”) e mai pesate dalla ragione. La giustizia è più parente della ragione che dell’emozione …

    83. Certamente la giustizia è più parente della ragione, e da parte mia non vuole esserci una difesa a spada tratta di Contrada come se fosse vittima di un sistema irragionevole che va assolutamente contrastato…Le vittime dalla mafia, sistema, sì irragionevole e mostruoso, che va assolutamente contrastato ci sono state e sono state tante, e la loro storia, purtroppo la conosciamo tutti.Al di là dei manipolatori dell’opinione pubblica (si riferisce a Ferrara e al commento che ho mandato?…Mi può anche star bene…) non riesco ad essere netta nella convinzione di una sua colpevolezza…Contrada ha firmato per tornare in carcere dall’ospedale, non leggo in tutta questa vicenda la malafede di un traditore dello Stato, e mi “consolano” di più i dubbi, grandi e fervidi, sulla sua reale condotta…Mi convince di più l’interpretazione dei fatti di Daniele Billitteri, forse è anche una grande speranza che sia andata così…In ogni caso andate sul sito di Contrada, secondo me è utile vivisezionare ogni aspetto della sua storia.

    84. Alessandro
      non si tratta solo di diabete.
      Ho sentito di seri problemi polmonari
      e seri problemi cerebrali.
      Ho sentito di circa 20 malanni.
      Un uomo si ammala quando la mente soffre
      L’ansia,il tormento e lo stress provocano guai a tutto l’organismo.
      Le foto mostrate in TV non sono attuali.
      la TV si presta bene alle grandi manipolazioni,ed ha i suoi sacerdoti.
      Pare che in Ospedale l’avessero messo assieme ai camorristi in malattia ed e’ per questo motivo che e’ voluto rientrare in carcere.
      Quindi,da come procede questa discussione,c’e’ la prova evidente di come e’ facile distorcere i fatti,
      e chissa’ cosa e’ successo durante i
      precedenti dibattimenti.

    85. jana
      Travaglio non agisce da solo.

    86. Jana
      chi e’ Travaglio,quello che si vede ad anno zero?

    87. va bene,taglia e scusa lo sfogo

    88. A me è capitato due volte di presenziare alla scena di un delitto di mafia: il 9.5.90 ho visto -già cadavere- il funzionario della Regione Giovanni Bonsignore (aveva appena comprato una copia di Repubblica dall’edicola vicino casa mia dove mi stavo dirigendo: ricordo che indossava una giacca blu e pantaloni marroni) mentre il 29.8.91, a meno di 200 mt. dalla prima scena, sono accorso, appena avvertiti degli spari, presso il cadavere di un uomo accasciato sui gradini di un supermercato. Mi era sembrato di riconoscere un polacco che aiutava le signore a portare la spesa (il viso era deformato dai colpi ravvicinati alla nuca): non sapevo allora che era e, soprattutto, chi era Libero Grassi.
      Non c’è dignità, non c’è decoro, non c’è umana pietà nel morire da uomini liberi, giusti ed innocenti in questo modo.
      La Giustizia non deve certo essere esercitata dai familiari delle vittime, come nelle società tribali, ma deve comunque essere esercitata senza dubbi o tentennamenti più o meno interessati.
      Contrada è stato ritenuto colpevole attraverso un processo regolarmente celebrato in nome di tutti noi: questa è la sola civiltà che conosco.

    89. io ho avuto un unico caso di contatto
      con un pm che mi invito’ ,quale persona informata sui fatti,per accertamenti
      su una certa vicenda.
      Ho dovuto rifiutare ben 3 volte di sottoscrivere il verbale,da me scrupolosamente riletto,
      (e farlo stracciare)
      perche’ nelle 3 versioni compilate al computer c’erano inseriti “alcuni pezzi”che nulla avevano a che fare con le mie dichiarazioni,e se inseriti,acrebbero stravolto il senso del discorso.

    90. questa e’ la civilta’ che ho avuto modo di conoscere

    91. Ho letto con attenzione tutti i commenti.Ognuno di noi ha portato motivazioni valide al proprio parere sulla concessione della grazia al dottore Contrada.
      Adesso dimenticatevi del nome dell’imputato, lasciate stare le pur valide perorarzioni di Billiteri (maestro… ), e vi chiedo: Voi concedereste la grazia ad un condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa?
      Come detto sopra è importante che vi scordiate di Contrada,e focalizzaste la vostra attenzione sul fatto oggettivo.
      Al di là dalla compassione umana per una persona che soffre, aldilà dalla carità cristiana( per chi crede) per i malati, sareste favorevoli a creare un precedente molto importante nel sistema giudiziario italiano?
      Grazie

    92. Questa precisazione mi sembra opportuna e molto importante. Dimenticare il nome dell’imputato può, forse, cambiare gli stati d’animo. Forse. Però dimenticare il nome dell’imputato è come tralasciare mezza trama di un film, e pretendere di capire il finale con una parte mancante. Perchè in realtà non si può prescindere dalla persona quando si fa un ragionamento tanto “dilaniato”. Io non credo che tutti i condannati in via definitiva abbiano avuto lo stesso percorso e lo stesso movente nel procurarsi l’infamia, e non credo che tutti i condannati in via definitiva siano gravati dagli stessi dubbi sulla paternità dei reati commessi o meno. Mi sbaglio? Sarebbe, certo, un precedente notevole nel sistema giudiziario italiano, come negarlo….ma per fortuna il problema non si pone in questi termini perchè nella fattispecie Contrada non ha chiesto la grazie. Sappiamo adesso che è sua volontà chiedere la revisione del processo. Perchè non si riesce a pensare che forse, e ribadisco, forse, può averne diritto? Non sarà una revisione a rendere innocente uno che invece è colpevole accertato e irreversibile. Ma se la revisione servisse – e comunque non più a lui, ormai debilitato senza grandi speranze – a restituire allo Stato Italiano una dignità in parte perduta anche a causa della vicenda di Contrada? Grazie a tutti.

    93. Ritengo invece che sia necessario non scordarsi di Contrada caro Wave65, il nome dell’imputato è parte integrante di tutta la vicenda. E poi quale fatto oggettivo? Io di oggettivo in questa storia non ci vedo proprio nulla. E per quanto mi riguarda non si tratta di buonismo, nè compassione, tantomeno carità cristiana (o almeno non solo!). Credo sia necessario non nascondersi in etichette eroiche come “La legge è uguale per tutti” oppure “se viene concessa la grazia a Contrada, allora va concessa a tutti gli altri”. Ogni storia è differente dalle altre e ammettiamo pure che quella di Contrada è singolare. Un’ultima osservazione. Credo sia importante riflettere su un punto che ha messo ben in rilievo Jana: “Contrada non ha chiesto la grazia. Sappiamo adesso che è sua volontà chiedere la revisione del processo. Perchè non si riesce a pensare che forse, e ribadisco, forse, può averne diritto?”.

    94. ‘sta cosa ha dell’incredibile, stiamo a fare la morale a Travaglio che scrive menefrego e non a Contrada che è (apparentemente) colpevole. Da come la racconta Travaglio ci sarebbero tanti punti da chiarire. Se l’avvocato di Contrada è in grado di chiedere la revisione del processo, se ha dei nuovi elementi a difesa, perché non l’ha già fatto in passato? Differimento e quant’altro ci possono stare ma Contrada non vuole neanche la grazia, vuole essere riabilitato.

    95. va bene,accantoniamo il caso Contrada.
      Ma gli errori giudiziari sono solo nelle trame dei film’s?
      I magistrati destituiti dall’incarico
      sono un pensiero astratto?
      L’arroganza di certi PM e’ un’invenzione?
      La richiesta di separazione delle carriere da che cosa nasce?
      Io farei un’indagine (con garanzia di anonimato) sui cittadini,anche
      per campione,per verificare in quanti
      hanno fiducia nella Giustizia,come e’ esercitata oggi in Italia.
      Forleo e De Magistris cosa avranno voluto
      indicare?
      Nelle interviste Ufficiali,chi ne e’ colpito,tira fuori per prima cosa la frase:
      “mi allineo”
      “ho rispetto di”
      “aspetto di leggere le motivazioni e
      poi saro’ ossequioso”
      pero’poi cerca di rivalersi,con procedimenti che non finiscono mai,
      e questo significa che non c’e’ stato
      un dibattimento approfondito,
      un giudizio soddisfacente,ritenuto equo.
      Solo in qualche caso ho sentito dire:
      ho sbagliato e devo pagare.
      Cos’e’ che non funziona?

    96. scrive Travaglio: “Decisivo il caso di Oliviero Tognoli, l’imprenditore bresciano arrestato in Svizzera nel 1988 come riciclatore della mafia. Secondo Carla Del Ponte, che lo interrogò a Lugano insieme a Falcone, Tognoli ammise che a farlo fuggire dall’Italia era stato Contrada, anche se, terrorizzato da quel nome, rifiutò di metterlo a verbale. Poi, in un successivo interrogatorio, ritrattò. Quattro mesi dopo, Cosa Nostra tentò di assassinare Falcone e la Del Ponte con la bomba all’Addaura. Nemmeno Borslelino si fidava di Contrada. E nemmeno Boris Giuliano: finì anche lui morto ammazzato”
      Ora, domando scusi: faccio lo stesso mestiere di Travaglio forse da più anni di lui e conosco le persone di cui sta parlando. Conosco anche tutti i trucchi del mestiere e della lingua italiana, quella che consente di dire una cosa con le parole e un’altra con la punteggiatura. Che vuol dire sostenere una relazione tra il fatto che Falcone, Borsellino e Giuliano non si fidavano di Contrada e il fatto che sono morti ammazzati? Ma andiamo amici miei…Sulla bomba dell’Addaura Travaglio si aggiorni. Ma questo l’ho già detto sopra. Sull’omicidio di Boris i responsabili sono in carcere con condanne definitive (o per loro non valgono?). Con tutto il rispetto per il collega Travaglio, io lavoro in un altro modo. Non uso puntini di sospensione, non lego principali e incidentali in modo da suggerire un “e dunque…”. Io penso che la gente non sia stupida. Dunque la rispetto. E parlare dell’indagine sulla strage di via d’Amelio relativa alle telefonate nei minuti successivi all’esplosione raccontando dettagli minuziosi, perizie, indagini che continuano da parte della Procura nissena “che pure ha archiviato la posizione di Contrada””, mi sembra una maniera discutibile di raccontare le cose. E’ come dire: hanno indagato su di te per verificare se hai fatto questo, questo e quest’altro. “anche se” poi la tua posizione è stata archiviata. “Anche se” induce il lettore al pensiero: “Minchia, li hai fregati”. Non lo so, amici miei. Penso al monologo di Antonio nel Giulio Cesare: “Brutus says he was ambicious, and Brutus is an honorable man….” (cito a memoria, domando scusi se ho sbagliato). Le parole, diceva Levi, sono pietre. Ma questa non mi pare un’Intifada.

    97. I segni d’interpunzione si possono trascurare, gli inglesi quasi non li usano e capiscono lo stesso. L’esercizio delle relazioni trasversali lo lascio a chi lo trova divertente. Io leggo di una condanna definitiva di una persona che si ritiene innocente. Dopo quasi due anni l’avvocato ha deciso di chiedere la revisione del processo, che è possibile solo se ci sono nuovi elementi da portare
      in giudizio, pertanto o questi elementi ci sono o è solo una manfrina. Dalla sospensione della pena per le condizioni di salute siamo passati all’umana pietà per un uomo ormai moribondo, per approdare alla richiesta di grazia che infine il condannato non vuole perché sarebbe come ammettere che è colpevole e di conseguenza vuole la revisione del processo. Siccome la revisione del processo, fondata su nuovi elementi che devono essere esplicitati all’atto della richiesta, può essere presentata in qualunque momento secondo precise regole formali, a cosa serve tutto ‘sto rumore?

    98. Billitteri per fortuna esistono i giornalisti veri. Grazie.

    99. Contrada non ha chiesto la grazia! Anzi pretende il “grazie” dello Stato. Mette in difficoltà l’ìstituzione che, solo per gravi motivi di salute, potrebbe concedergli la grazia. Mette in difficoltà il magistrato che, sempre per gli stessi motivi, potrebbe sentenziare un differimento o sospensione della pena. Tutti i ragionamenti precedenti, compreso quello di Billi, debbono essere riconsiderati. Io, personalmente, non so se Contrada sia innocente, ma, da cittadino, e salvo prova contarria, debbo fidarmi della magistratura.

    100. a proposito di trama di film’s.
      Sul tema delle
      “manipolazioni dei testimoni” e dei conseguenti errori giudiziari esiste un filone cinematografico,sviluppatosi ai tempi del b/n.
      I piu’ grandi sceneggiatori,registi,attori,
      si impegnarono a fondo per documentare
      che cosa era possibile accadere nelle
      aule giudiziarie.
      Il tema e’ antico.

    101. FONTE UNA TESTATA NAZIONALE
      …..al Cardarelli: chi entra malato in quei piccoli ambienti freddi e senza assistenza, esce morto». Nella relazione sanitaria trasmessa dal carcere militare il 27 dicembre viene annotato che Contrada è affetto «da malattie croniche degenerative della senescenza a carattere irreversibile», tale da richiedere cure «verosimilmente più efficaci se prestate in ambiente domiciliare esterno che non nelle istituzioni carcerarie».

    102. Dopo gli ultimi sviluppi e dopo avere letto le dichiarazioni del legale di Contrada e di Contrada stesso (penso che siano attendibili), ritengo di dover esprimere alcune riflessioni. Il processo è durato parecchi anni e ritengo che la carica rivestita dall’imputato sia stata valutata, e sia stato un elemnto preso in considerazione per poter procedere con le accuse senza dubbi o sensa timore di eventuali errori. Se è vero che tutto nasce da una vendetta indiretta dei pentiti, sappiamo che ogni afferamazione di un pentito deve avere più riscontri prima di essere presa in considerazione. Mi si concederà che è alquanto inquetante che ci sia stato un disegno così preciso per vendicarsi di Contrada.
      Ancora, il sistema giudiziario dello Stato Italiano e le sue leggi,leggi che Contrada deve conoscere molto bene in quanto lui stesso si qualifica come “servitore”, prevede tre gradi di giudizio,al termine dei quali l’eventuale condanna diventa definitiva.Ora se già la concessione della grazia per gravi motivi di salute (grazia che sarebbe stata concessa d’uffico, in quanto -come precisato in seguito- non era mai stata richiesta), non mi convinceva vista la natura del reato , la richiesta di revisione del processo mi appare quantomeno incongrua. Se gli ulteriori elementi che ne giustificano la riapertura sono emersi da poco è un conto, ma se tutto questo è un meccanismo diretto al discredito del lavoro fatto dai magistrati ( gli stessi magistrati che si sono occupati di altri processi, sui quali non c’è nulla da dire…), oppure ad innestare il tarlo del dubbio vanificando tutto quello che di buono è stato fatto nella lotta al crimine organizzato, allora io devo guardare ai fatti. Ed i fatti dicono, fino ad un eventuale prova contraria, che il sig. Contrada è colpevole. Gli vengano concessi gli arresti domiciliari o in ospedale se la sua salute non gli permette di affrontare il carcere, ma come un normale detenuto.
      Grazie

    103. Wave 65 e tutti:
      La teoria è un conto, la pratica invece verifica che i riscontri alle affermazioni dei pentiti non vengono cercati nemmeno, e a volte dati per scontati. Spesso nessun orecchio ascolta le dichiarazioni a favore dell’accusato. Non devi credermi per fede: vai a seguire di persona qualche processo eccellente e poi rifletti.
      Buon Anno Italia.

    104. @Il Mossiere
      permettimi di dire che non sono d’accordo. o meglio, non sono d’accordo in parte.
      Esistono magistrati che verificano con ogni cautela le dichiarazioni dei pentiti, converrai anche tu su questo, hanno portato ad ottimi risultati.
      Esistono purtroppo cattivi magistrati che compiono errori,non so se di negligenza o ci sia una motivazione “di parte”. Ma alla fine dei gradi di giudizio, le incongruenze dovrebbero emergere, e mi pare che sono emerse ( vedi i casi Tortora etc…).
      Su come devono essere sanzionati i magistrati che compiono errori o che perseguono fini diversi dalla giustizia, non è questa la sede in cui parlarne
      Anche io qualche processo, l’ho seguito…
      Comunque grazie del tuo commento e Buon Anno anche a te…

    105. Stiamo ancora a discutere se è opportuno o meno dare gli arresti domiciliari ma a me pare che sfugga un particolare: nessuno può impedire la presentazione dell’istanza di revisione di un processo a patto che esistano nuovi elementi a discarico o dei vizi dimostrabili nel processo di terzo grado e pertanto può essere avviata senza clamori. Invece di clamori ce ne sono stati e ce ne sono tanti e ciò francamente mi turba perché ho l’impressione che siano serviti solo a creare confusione e divisione.

    106. In primis fare il possibile per salvare la vita all’imputato.
      La TV farebbe bene a smetterla di mandare in onda tutte queste diverse immagini d’archivio
      di una persona fisicamente autonoma.
      E’ mai possibile che nessun operatore TV abbia potuto darci un’immagine delle
      condizioni attuali?
      ****************************************
      Non credo che si voglia creare alcuna confusione.Se uno si sente innocentista
      avra’ pure i suoi motivi.
      Idem vale per il colpevolista.
      Ci sono quelli che hanno fede assoluta nella magistratura,come nell’esistenza di Dio,vanno a messa la domenica e si sentono di potere vivere in pace.
      Altri seguono altri percorsi,che sono
      solo piu’ difficili e meno gratificanti.

    107. Riki interpreti benissimo il mio pensiero. Non ho intenzione di “recensire” con una stroncatura i magistrati e l’andamento del processo di cui, però, tanti hanno evidenziato le molte ombre, ma secondo me di fronte a tanta… solitudine, e intendo solitudine e abbandono in senso lato, non si può liquidare la vicenda ricordando la condanna definitiva e quindi l’impossibilita di riparlarne. Oggi Contrada ha chiesto ancora un po’ di pieta, di non essere trattato come un capomafia, di poter leggere i giornali…Di non soccombere in questo modo. A tutti quelli che ricordano che secondo questo procedimento la grazia allora potrebbe richiederla anche Riina, io dico che mai Riina ha chiesto di non essere trattato come un capomafia…Per ora si parla di Contrada ovunque…Ho letto una frase che riporto: “Per i nemici la legge va applicata, per gli amici va interpretata”. La riflessione secondo me deve continuare.

    108. Oltre agli innocentisti e ai colpevolisti ci sono anche quelli che osservano in modo imparziale e trovano questo clamore insopportabile. Se il signor Contrada ha deciso di rientrare in carcere il giorno prima della conclusione degli esami clinici avrà avuto i suoi buoni motivi ma il magistrato con quali altri dati potrebbe decidere gli arresti domiciliari o addirittura il differimento della pena se non con i dati clinici? Sulla base del fatto che il condannato si dichiara innocente? Che poi l’ospedale Caldarelli non sia un bel posto per viverci è pacifico, ma il magistrato avrà avuto i suoi motivi per non concedere gli arresti domiciliari e certamente l’interruzine degli accertamenti clinici non favorisce l’attività del tribunale in merito al differimento della pena. Comunque la questione, anzi le questioni sono ben altre. Il condannato non vuole la grazia bensì vuole essere ringraziato e potrebbe anche averne il diritto, chissà, però in questo scalcinato paese ancora c’è ancora una parvenza di legalità e perciò per godere di questo diritto il suo avvocato deve presentare subito alla magistratura gli elementi di prova necessari per avviare la revisione del processo, e il caso è un pretesto per ravvivare la polemica politica.

    109. Jana, non mi sembra che Contrada chieda pietà.Dalle dichiarazioni sembra che voglia ribadire fino in fondo la sua innocenza,si ritene vittima di ingiustizie, ma non ha mai chiesto pietà.
      E’ giusto evidenziarlo, anche per rispetto alla dignità dell’uomo.
      Ripeto: esiste una sentenza passata in giudicato e quindi a meno che il riesame del processo porti a nuove e soppravvenute prove che lo scagionino,fino a quel momento come qualsiasi detenuto ha diritto a tutte quelle cure e cautele che siano compatibili con il suo stato di salute.
      Mi auguro personalmente che tutto si chiarisca presto, ma la certezza della pena , deve essere sempre un fondamento del nostro sistema giudiziario.

    110. skeleton
      se trovi insopportabile il dibattito
      basta che cambi canale
      e ti tiri fuori da questo disagio.
      **************************************
      Mi spiace che siamo a fine anno ed invece di scambiarci un augurio
      ci troviamo a girare intorno sempre agli stessi argomenti,ponendo poco ascolto
      alle tesi in difformita’.
      ****************************************
      Io sono convinto che la macchina giudiziaria e’ troppo lenta,e quando
      si devono affrontare argomenti che si
      perdono nei tempi andati,puo’ accadere di tutto.Lo penso e lo dico.
      Altri,liberi di pensarla diversamente.
      *****************************************
      Strano che Contrada sia l’unico,o uno dei pochissimi,a pagare in un Sistema
      da I Repubblica,cioe’ quello di
      Tangentopoli e delle Stragi Eccellenti.

    111. Per pietà intendevo ascolto. Rispetto e clemenza per una persona che si dichiara, e che potrebbe essere, innocente.

    112. cari amici, la discussione continua e ne sono felice. Intanto auguro un felice anno a tutti quanti. Perfino a Travaglio!
      ;=)))

    113. auguri a tutti…daniele…. la ballerina di danza del ventre di qualche anno fa….ho scoperto che è parente mia mentre ero sul taxi da el prat a barcelona …..le cose della vita….

    114. Trovo insopportabile essere pro o contro senza avere elementi per decidere, forse tu li hai riki? C’è gente che è rimasta in carcere per decenni prima di essere scagionata, in altri paesi c’è gente che è stata condannata a morte e uccisa per poi scoprire che era innocente, pensi forse che la giustizia sia giusta? E’ approssimativa come qualunque altra attività umana, dunque è giusto far trascorrere gli ultimi giorni di vita a casa a questa persona ma proprio su questo volemose bene sta facendo leva una corrente politica che vuole approfittare dell’occasione per assestare un colpo agli avversari. Se Contrada voleva favorire il differimento della pena, cioè trascorrere a casa i suoi ultimi giorni, perché non ha completato gli accertamenti clinici? Si trattava di attendere solo un giorno. E invece sembra pretendere una riabilitazione immediata sull’onda del sacro furore popolare o di una parte di esso, come se anche lui non fosse soggetto alla legge e (PURTROPPO) ai suoi difetti. Ma basta! Questa discussione mi ha stancato, ciascuno di voi ha in mano la sua verità io non ne ho nessuna preconfezionata, cerco solo di capire.

    115. e comunque auguri a tutti

    116. Scusate state parlando di cose che neanche sapete, dite cose solo per il sentito dire.
      Leggete gli atti i pentiti citano cose sentite da altri pentiti, che magari il Dottor Contrada era antipatico ai propri colleghi puo starci…anche tra fratelli accade infatto Paoo Borsellino notoriamente votava per MSI e la sorella si candida per un partito di sinistra.

      Donato Didonna hai citato una frase che ti riporto testualmente “Contrada è stato ritenuto colpevole attraverso un processo regolarmente celebrato in nome di tutti noi: questa è la sola civiltà che conosco.
      Anche Andreotti è stato accusato dagli stessi pentiti, anche Andreotti è stato processato però è libero.
      Il Dottor Contrada è stato arrestato nel ’92 sapete chi era presidente del consiglio fino al giugno del ’92? …………Andreotti che COINCIDENZA e sapete chi è subentrato al suo posto? AMATO non che tesoriere del PSI di CRAXI che COINCIDENZA e in quel periodo cosa è successo? Tangentopoli
      che COINCIDENZA.
      Il dottor CONTRADA era un servitore dello STATO non di quel GOVERNO.
      LEGGETEVI GLI ATTI.
      Premetto io non sono SICILIANO (cio ho vissuto per molti anni) ma sono ITALIANO.

    117. Franco
      in questo post e’ stato detto e ridetto che ne’ ci compete ne’ abbiamo elementi
      per fare un processo fuori delle aule di giustizia.
      E’ stata anche l’occasione per mettere
      a fuoco come e’ difficile amministrare
      una buona giustizia in Italia,la quale
      ha tempi troppo lunghi e scarse risorse
      con tutto quello che ne consegue.
      *****************************************
      Detto questo,chi e’ sostenitore della
      opportunita’ degli arresti domiciliari,
      mi pare sia solo guidato da un senso di umanita’ per una persona anziana in gravi condizioni di salute.

    118. Per Riki

      Gli arresti domiciliari si danno eventualmente alle persone ree confesse.
      Vedete bastava che il Dott Contrada si accusasse di quei reati e sarebbe sicuramente andato a casa, ma il fatto che abbia deciso di ritornare dentro e di non chiedere la grazia fa evidenziare sia la sua dignità e il suo onore, di certo non in egual maniera dei pentiti che si fanno beffe di noi e dello stato Italiano, e anche alla maggioranza dei nostri politici.
      Voglio proprio vedere alle prossime elezioni.

    119. Milano, 1 Gennaio 2008

      Non si puo’ che restare allibiti nel leggere l’ultima esternazione dell’avvocato Lipera che asserisce di riferire frasi raccolte dal suo assistito, il Sig. Contrada, in un colloquio avuto presso l’ospedale Cardarelli di Napoli.

      Il suddetto Contrada avrebbe testualmete detto:”Di Paolo Borsellino ho un grandissimo ricordo. Con lui c’era un’ottima collaborazione professionale, ma anche un’amicizia che ci portava a frequentarci fuori del lavoro”.

      Di fronte a una dichiarazione così aberrante e al di fuori della realta’ accertata in piu’ gradi processuali fino alla sentenza definitiva della Cassazione sono possibili due ipotesi.

      La prima e’ che l’avvocato Giuseppe Lipera continui autonomamente nella sua opera di disinformazione tesa a mistificare la realta’ presentando all’opinione pubblica un traditore dello Stato come una vittima di chissa’ quali macchinazioni ed attribuendo alla durezza del regime carcerario le condizioni fisiche dello stesso Contrada, dovute invece per la maggior parte ad un digiuno volontario attuato allo scopo.

      La seconda e’ che il quadro clinico denunciato sia effettivamente così grave, perlomeno a livello cerebrale, da avere completamente ottenebrato la mente dello stesso Contrada tanto da far nascere nella sua mente ricordi non assolutamente corrispondenti ed anzi in assoluto contrasto con la realta’.

      Non e’ assolutamente spiegabile altrimenti quanto risulta da atti processuali e quanto mi sono ancora oggi fatto ribadire dalla figlia maggiore di Paolo, cioe’ che almeno in due occasioni Paolo avesse reagito al solo sentire il nome di Contrada, peraltro neanche noto al resto dei suoi familiari, dicendo esplicitamente che sarebbe stato meglio che nemmeno pronuziassero nemmeno nome dato che si trattava di un individuo estremamamente pericoloso.

      Non bisogna poi dimenticare come il pentito Gasare Mutolo avesse fatto a Paolo, in un colloquio non verbalizzato, il nome di Contrada insieme a quello del Giudice Signorino.

      Paolo fu ucciso la settimana prima dell’incontro che avrebbe dovuto avere con Mutolo per verbalizzare queste dichiarazioni.

      Il giudice Signorino si uccise quando cominicarono a trapelare le voci sulle dichiarazioni di Gaspare Mutolo.

      Contrada e’ oggi in carcere per scontare una condanna definitiva e tenta di far parlare i morti e sfruttare la sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino per non pagare il suo debito con la societa’.

      Salvatore Borsellino

    120. Per Pequod, posso sapere in quale punto degli atti processuali si evincono tali certezze.
      Dichiarazioni di un mafioso senza onore (poichè pentito),allora i mafiosi dopo che si pentono diventano credibili e chi non si pente non lo diventa, basta cosi poco.
      Come mai il dottor Contrada non si pente?
      Forse perchè non ha niente da pentirsi, a mio avviso avrebbe da pentirsi di aver servito uno stato dove ci sono deputati e senatori accusati di mafia (vedi andreotti) ma liberi solo per un difetto della giustizia Italiana.
      Accusate solo su ragionevoli dubbi e non vi indignate su certezze.
      Vi auguro tutto quello che è successo al dott Contrada forse solo così potreste capire (forse).

    121. Il pentitismo e’ un fenomeno complesso
      da verificare per il fatto che e’ ottenuto con la promessa di vantaggi di varia natura.
      C’e’ una profonda differenza con il pentirsi senza una contropartita
      (fatto abbastanza raro,che coinvolge
      la coscienza di un individuo).
      Forse il termine pentito e’ pure improprio,perche’ mi pare che,piu’che di pentimento si tratta di uno scambio.
      Questo “baratto” di anni di pena con
      certe notizie,
      ha permesso la cattura di alcuni delinquenti,
      alcuni pentiti hanno pagato con la vita ed altri, in liberta’,
      credo siano tornati alla criminalita’.

    122. Le date :
      Bruno Contrada viene arrestato il 24 dicembre 1992 ,per concorso esterno in associazione mafiosa.
      Il 5 aprile 1996 il tribunale di Palermo condanna Contrada a 10 anni di carcere.
      A maggio 2001 Bruno Contrada viene pero’ assolto con formula piena dalla Corte d’Appello di Palermo.
      Questa sentenza viene annullata nel 2002 dalla C. di Cassazione.
      Il 26 febbraio 2006 la Corte d’Appello conferma la condanna di Bruno Contrada a 10 anni
      Nel maggio 2007 la Cassazione conferma e Contrada va in carcere.

    123. a volte occorre anche sapere chi ci sta dietro alle cose quindi
      vi presento l’avvocato Lipera:

      Conosciamo un po’ meglio il legale del “dottor morte”, Giuseppe Lipera
      http://www.genovaweb.org/comunicati_2/2008/20080102_giuseppelipera.htm

      Su Bruno Contrada… il “dottor morte”
      http://www.genovaweb.org/comunicati_2/2008/20080102_brunocontrada.htm

      Su “Sicilia Libera”, co-fondata da Giuseppe Lipera,
      l’intreccio della stagione stragista 1992-1993,
      ed i legami politici e massonici di Cosa Nostra
      http://www.genovaweb.org/comunicati_2/2008/20080102_sicilialibera_cosanostra.htm

      una risposta a Emanuele Macaluso
      Alla fine ritornano i “garantisti”, storici difensori di collusi e mafiosi…
      Oggi in difesa de u dutturi
      http://www.genovaweb.org/comunicati_2/2007/20071228_macaluso_contrada.htm

    124. i toni si alzano di livello e di qualita’
      l’orizzonte si amplia e con esso l’enigma

    125. Pequod sembra quasi che si alluda che l’avvocato Lipera sia colluso con la mafia, come mai se è colluso non è in galera? Forse la giustizia Italiana non funziona poi così bene?
      O funziona solo con i pentiti?
      Ho letto in parte gli articoli che consigli di andare a leggere, sono sempre senza basi di fondamento solo per sentito dire da una amico di un amico, come per il Dottor Contrada, Si evincono personaggi che non hanno a che fare con il dottor CONTRADA, personaggi che secondo molti (e anche me) dovrebbero essere in galera, ma invece in galera non ci sono, invece il dottor CONTRADA è in galera, non ti fa pensare qualcosa che non torna?

    126. Il dialogo va avanti,ma e’ difficile capire chi e’ veramente in una posizione “indipendente” e chi e’ schierato.
      La stessa magistratura
      ai tempi del fascismo si dice fosse
      schierata col regime e nel cinquantennio democristiano allineata ai vari governi
      finche’ gli eccessi della I repubblica
      non provocarono il “rigetto”,con la
      conseguente sparizione dei Partiti.
      Da quell’epoca si comincio’ a parlare di magistrati giustizialisti e di magistrati garantisti e questo potrebbe
      spiegare come su uno stesso caso,si
      possono verificare 2 giudizi contrapposti,se la causa viene discussa
      in 2 sedi diverse.

    127. qualcosa non torna sicuramente…
      sicuramente uno di queste è la figura del suo avvocato ma…il dottor contrada sta giocando tutte le sue carte così come lo stesso stanno facendo tutti coloro che credono ad una GIUSTIZIA che lo ha condannato.
      vedremo come andrà a finire ma fin dall’inizio credo che il VERO motivo che ha innescato il tutto è solo e soltanto creare(mediaticamente e non solo..) le possibilità per una REVISIONE del processo che una volta applicato per lui aprirebbe le possibilità per tanti ALTRI…
      pequod

    128. Bruno Contrada era un servitore dello stato (e lo sta facendo tutt’ora) ed’era una testa pensante del SISDE (non comandava i vigili urbani di un comune sperduto altoaltesino)
      Combatteva un sistema che ha come base l’essere contorto, si parla che lui ha dato la petente ad un boss mafioso, tutto può essere,il sitema mafioso si combatte con le proprie armi, bisogna pensare contorto per capire il sistema mafioso, tutto il sistema e fatto nel dire-non-dire, nel fare-non-fare, fatto di segnali che ai più non è comprensibile, come quando uno straniero (Sconosciuto) da solo entra in un bar, pochi minuti dopo entra un signore e con voce alta dice “Buon giorno a tutti” e uno risponde, “ANCHE A VOSSIA” ai più forse non dice niente ma se poniamo il bar in questione in una provincia Siciliana, dove tutto si deve sapere e niente deve essere nascosto le cose cambiano, e la cosa suonerebbe così: BUON GIORNO A TUTTI = tutto a posto ci sono novità questo starniero chi è? Risposta ANCHE A VOSSIA = nessuno lo sa! Se invece era conosciuto da qualcuno la risposta era , TUTTO A POSTO SALUTAMMO chi rispondeva poi doveva spiegare chi era lo straniero, spesso era il gestore del bar stesso ad esporsi se lo conosceva.
      Ma di solito quando uno STRANIERO (uno non del posto) arriva nel paese l’ospitante la prima cosa che fa è quella di andare a prendere il caffè nel bar giusto in modo da far vedere che sono insieme.
      Questo piccolo anneddoto è per far capire (a chi non conosce la realta Mafiosa) cosa vuol dire combattere la mafia.
      Ho letto che si ipotizza (perchè non è certato) che il Sig. Contrada abbia dato la patente ad un mafioso, signori nel piatto della bilancia del sistema contorto, bisogna mettere un peso per contobilanciare il peso, per far si che non venga meno l’allineamento del sistema stesso, insomma come dire tu dai una cosa a me e io do una cosa a te.
      Se questo mafioso era invece un collaborazionista? (oggi si chiamano pentiti la differenza sta che adesso sono pagati dallo stato e allora diventa regolare) forse quella patente ha salvato molte vite evitando stragi, non lo sapremo mai.
      Concludo dicendo che il Sig Contrada ha servito lo stato ma chi comandava a lui il servizio?
      Ricordatevi sempre: IL PESCE PUZZA DALLA TESTA.
      Il signor CONTRADA è un servitore dello stato con una DIGNITA’ che lo stato si dovrebbe alzare in piedi quando passa lui.

    129. Pequod, insintesi se un giudice condanna Contrada allora è giusto che venga tenuto in galera, ma se un’altro giudice lo assolve allora c’è qualcosa nel sistema che non funziona e forse il secondo giudice è mafioso, in pratica è questo quello che hai detto!
      Non ti sembra di essere un po ottuso e non sai leggere tra le righe, infatti se entri nel sito http://www.brunocontrada.info l’avvocato Lipera ha lasciato una dichiarazione dove dice che il solito giudice, che ha negato la possibilità di arresti domiciliari (nessuno a chiesto la grazia) al Dottor CONTRADA le ha dati invece ad un altro personaggio di 25 anni più giovane (anche lui poliziotto) con una imputazione più grave e con gravità di salute minori che di quelle del DOTTOR CONTRADA, mi dici adesso il perchè?
      Pequod popolo nativo d’america, ma come fai ad usare un nik così quando poi tu stesso sei lo YANKEE.

    130. a parte le cose che ho gia’ cercato di mettere sotto un riflettore logico,
      c’e’ un argomento che vorrei sviluppare.
      Nel 1992 e’ successo uno sconvolgimento
      della vita pubblica ed istituzionale,
      in pratica una Rivoluzione:
      -Tangentopoli
      -le stragi dei Magistrati
      -la fine della I Repubblica
      Mentre i latitanti continuavano a restare
      tali e tanti politici si riciclavano,
      molti misteri di allora sono ancora oggi rimasti misteri,e sono trascorsi 15 anni.
      In rapporto alla enormita’ dei fatti ed
      alla loro estensione temporale e geografica,quello che e’ saltato fuori
      e’ poca cosa,ed e’ pure messo in dubbio.

    131. franco l’ottuso sarai tu ,quanto a pequod sei fuori strada…concludo dicendoti resta della tua idea e non m’interessa spiegarti quello che è assolutamente evidente.
      leggiti la sentenza della cassazione invece di blaterare…
      chiudo e non replicherò a chi si permette di offendermi
      PEQUOD

    132. Vi invito a essere rispettosi nei confronti degli altri commentatori.

    133. CONTRADA: CASSAZIONE, CONTRO DI LUI NESSUN COMPLOTTO
      Indizi convergenti per dichiarare la colpevolezza dell’ex dirigente del Sisde, Bruno Contrada, contro il quale non si puo’ ritenere ci sia stata alcuna macchinazione, complotto “trame calunniose e mistificatorie”. Cosi’ la VI Sezione Penale della Cassazione spiega perche’ il 10 maggio dello scorso anno decise di confermare in via definitiva la condanna a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa inflitta a Bruno Contrada dalla Corte d’Appello di Palermo, in sede di rinvio, nel febbraio 2006. La Cassazione parla di elementi indiziari (dichiarazioni riscontrate attendibili di collaboratori di giustizia gia’ intranei a Cosa Nostra; altre autonome fonti testimoniali) che si rivelano fuori discussione” e “non meritano le censure di illogicita’, contraddittorieta’ e perfino travisamento di prove denunciate con l’odierno ricorso

    134. è stato condannato? vuol dire che è colpevole… e per le persone colpevoli soprattutto.. mafiosi.. non esiste grazia…
      anzi possiamo pur dire che in carcere si sta bene.. tv.. sigarette partite di calcio..ecc
      io invece li costringerei ai lavori forzati..mattina e sera, a spaccare pietre!

    135. Vi invito a visitare il sito http://www.brunocontrada.info per capire in quale ginepraio di interessi criminali è caduto il povero Dottore Contrada.Io ho recentemente conosciuto persone che hanno lavorato con lui e ne parlano quasi con le lacrime agli occhi…Idem la vedova Giuliano e la vedova Costa(deceduta) che hanno sempre dato testimonianza della sua buona fede.Perchè sui giornali e nelle televisioni si parla solo dei familiari delle vittime che si scagliano contro Contrada e invece non si parla mai di quelli a suo favore???Meditate…

    136. I blog servono anche per divulgare la verità. Si legga la sentenza di condanna e le motivazioni della Cassazione. Se esistono elementi nuovi per la revisione del verdetto, si proceda, ma a norma di legge e con l’aiuto di legali che non hanno mai avuto a che fare con “Sicilia Libera” ed analoghe organizzazioni volute da ben precisi ambienti. Mi scuso per il ritardo con il quale ribatto. Ma mi raccomando: solo la verità rende liberi (Vangelo secondo Giovanni).

    137. Non so come sia finita la vicenda giudiziaria che vede protagonista Bruno Contrada, spero che già gli sia stata concessa la grazia o dati gli arresti domiciliari non so molto su di lui so solo che è stato accusato da pentiti (ma???!!!), dal libro di Daniele Billitteri ho conosciuto la sua amicizia con Boris Giuliano. E’ stata concessa la grazia a terroristi perchè non concedere la grazia a Contrada che non ha ucciso nessuno? Quale tradimento allo Stato? Lo Stato era anche lui. Il suo incarico non è stato sicuramente facile da svolgere. Grazia per un uomo che soffre e che viene crocifisso condannandolo a rimanere in carcere

    138. Contrada NON HA MAI CHIESTO LA GRAZIA! E la grazia la può chiedere solo il condannato! I suoi legali hanno fatto un’istanza CONTRO LA SUA VOLONTA’. Egli ebbe a dire:”dallo Stato non voglio la grazia..ma un grazie”. Ha invece chiesto l’eutanasia, quando si trovava malato e sofferente nel carcere di S.Maria Capua Vetere. Da poco ha anche subito un intervento al cuore, ma tanto a voi che ve ne frega? In rete ed in facebook perfino il cinismo ignobile di chiamarlo dottor morte, lui che non ha mai ammazzato nessuno, accusato non si sa ancora per quali fatti specifici, incriminato con un reato xche non esitse nell’ordinamento giudiziario. Contrada vittima dello Stato, della mafia e dell’antimafia, i cui paladini non hanno letto un solo atto procesuale. Se ci riuscissero, con la mente scevra da preconcetti, vedrebbero che Contrada è stato condannato in base ad un risultato di 100…ottenuto però da una somma di zeri. Molto strana certa aritmetica giudiziaria. Il tempo gli darà ragione. Asserire che uno è COLPEVOLE solo perchè condannato in via definitiva significa anche giustificare quegli errori che lasciano fuori tanti criminali veri. Fece arrestare moltissimi mafiosi, servì lo Stato per 30 anni inondato da encomi e promozioni, oltre cento testimoni a suo favore ma NON FURONO CONSIDERATI. Paretecipò anche all’operazione pizza connection e salvò la vita a Bush padre che lo ringraziò personalmente. In quella occasione CIA ed FBI spulciarono nella sua vita e non vi trovarono ALCUNA COLLUSIONE MAFIOSA. Mafiosi forse sono quei magistrati che il 20 luglio 1992 archiviarono l’inchiesta di Falcone (Mafia, Stato, Appalti) che Borsellino in segreto (non fidandosi dei colleghi) stava portando avanti. Il 20 Luglio 1992 il cadavere di Borsellino era ancora caldo! Queste sono le vergogne italiane, compresa quella di non audire in commissione antimafia Gioacchino Basile, sindacalista in Fincantieri a Palermo, espulso da CGIL e PCI ed ora ignorato dai professionisti dell’antimafia. UNo schifo! Altro che Contrada! Conoscete Basile,http://blog.libero.it/lavocedimegaride/8049112.html, e poi firmate e fate firmare la petizione

      http://www.petitiononline.com/nov2009/

      Cordiali saluti Agnesina Pozzi

    139. CONTRADA: CASSAZIONE, CONTRO DI LUI NESSUN COMPLOTTO
      Indizi convergenti …si legge bene? INDIZI…ossia NULLA di concreto. La patente al mafioso…lui diede parere negativo. Insomma se non si vuole conoscere la verità si deve leggere solo la sentenza di cassazione che ottiene 100 da una somma di zeri. Se invece3 VOLETE con onestà conoscere la verità senza preconcetti, allora dovete leggervi tutto, anche il sito di Salvo Giorgio, un giornalista che si è sciroppato TUTTE le udienze e non solo quella di cassazione del verdetto finale! Troppo facile, troppo comodo… leggete, leggete, pequod e chi la pensa come lui, senza la VOLONTA’ di capire e conoscere ma solo PER GIUSTIZIARE ED AVERE UN CAPRO ESPIATORIO da sacrificare, insultare, infangare! I) criminali veri li indica GIOACCHINO BASILE, fa nomi e cognomi, ma stranamente l’antimafia di professione…lo ignora. C’è qualcosa decisamente che non quadra nel quadro…

      Agnesina Pozzi
      (ah dimenticavo di dirvi che sono il medico… “colluso” che ha fatto ottenere i domiciliari a Contrada)

      http://casocontrada.blogspot.com/

    140. scusate,
      non voglio essere invadente, ho scritto un link per conoscere Basile, che non funziona.

      http://blog.libero.it/lavocedimegaride/8049112.html

      qui potrete leggere le lettere che scrive a Caselli, Mancino, Salvo Borsellino, Ingroia, Vizzini, Violante, Pisanu, Fini, Berlusconi; ed i messaggi che ha inviato al Presidente Napolitano. Come si fa a non appoggiare una casua giusta di un eroe solitario, uno che non fa l’antimafioso di professione ma che per la mafia è sottoposto a protezione, ha perso lavoro e casa, il negozio della moglie bruciato; espulso da CGIL e PCI, e perfino snobbato dall’antimafia. Il colmo! E sapete perchè i FALSI antimafiosi non firmano la petizione? Perchè l’ha promossa il medico di Contrada. Che schifo! Che meschinità!

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