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martedì 19 mar
  • C’è un grande prato verde!

    Di fronte il sottopasso di via Leonardo da Vinci, compreso fra Via Uditore e la circonvallazione praticamente di fronte McDonald’s, c’è un grande spazio verde. Una piccola area ospita probabilmente uffici dell’azienda foreste ed è molto curata, c’è finanche una vasca con le ninfee. Il resto è abbastanza inutilizzato.

    C'è un grande prato verde!

    L’area, mi dice mio padre, era destinata a diventare centro congressi. Evviva! Una speculazione andata buca. Se non erro (ma parlo per sentito dire) l’area fu espropriata a Riina.

    Vedo questo polmone verde ogni mattina, dal balcone di casa. Dietro si apre la città, in fondo si intravede il mare. Molto cemento a valle ed a monte. Stamane ho fatto un giro con mia figlia, eravamo solo noi, in uno spazio verde, immenso, silenzioso, a pochi metri da una delle arterie principali di una città affogata nel cemento: surreale!

    Mi ha attraversato un senso di disagio: avrei voluto incontrare altri bambini, altra gente. Mi sembrava uno spreco tutto quello spazio lì solo per noi due.

    Passeggiavo e vedevo come d’incanto questo luogo pieno di alberi, aiole, prati verdi e giochi per bambini, spazi per gli anziani e disabili, panchine. Insomma un posto della città per la città. Sarebbe prassi ordinaria in qualunque città d’Europa: recuperare un parco in un’area non edificata dentro la città. A Palermo stamane mi è sembrata un’utopia, quasi un’eresia. Eppure un polmone verde fa parte della ricchezza materiale ed immateriale di una città: Palermo è una città che viene dal bello, ed al bello deve provare a tornare. Sono rientrato a casa. Frastornato.

    Stasera mi è venuto da pensare che sono forse le nostre inerzie mentali a mostrare impossibile anche soltanto l’idea di un parco in un’area abbandonata. Per fare di un terreno un parco, se non ci sono soldi, basta comunque molto poco: aprire il cancello e scriverci sopra “Parco” e la gente verrà felicemente. Tutto sommato un parco senza nulla è già tanto.

    So bene che un giardino pubblico in città non è la soluzione del traffico, dei rifiuti, dei posti di lavoro, non è la soluzione al degrado del centro storico, non risolve la questione morale in politica. So che quello che propongo è meno di una briciola rispetto ai grandi problemi che affliggono Palermo. Ma da qualche cosa occorre cominciare, ed un parco, un posto per i bambini, mi pare un bel modo per iniziare. Lo potremmo fare, avute le autorizzazioni, anche solo raccogliendo i soldi un euro per volta.

    Mi piacerebbe spendermi per un progetto così piccolo concreto e misurabile: un parco, qualche decina di alberi e di panchine.

    Un progetto nel quale il mio interesse individuale (portarci mia figlia) coincide visibilmente con l’interesse di chiunque ha o avrà un figlio, un nipote, una fratello o sorella minore.

    Un parco in città: scommettere di contrapporre un’idea al degrado di un’area semiabbandonata e preziosa, e forse al degrado di una città; un’area che la nostra latitanza potrebbe lasciare in pasto a qualche speculazione a qualcuno potrebbe venire in mente di costruirci un bel centro commerciale.
    Sono stanco di lamentarmi per quello che gli altri non fanno!

    Se c’è qualcuno che vuole spendersi, adesso, per un progetto concreto che non gli renderà niente se non la sensazione di essere un uomo libero in una città che aspira semplicemente alla normalità, batta un colpo. E cerchiamo insieme di capire come si può fare.

    Ospiti
  • 81 commenti a “C’è un grande prato verde!”

    1. Sarebbe davvero bello riuscire a mettere in pratica ciò che tu vuoi realizzare. Mi amareggia soltanto che, in un città ove in ogni caso vi sia un pò di verde pubblico, l’amministrazione non trovi interesse (o soldi, come si giustificheranno dall’alto) a migliorare la qualità di vita dei suoi concittadini. Ennesima beffa? La visita del Papa. Impiegate forze, scarsamente utilizzate nella normalità del quotidiano, per pulire, ordinare, abbellire… Ma questa dovrebbe essere ordinaria amministrazione. In una città normale. Vivo fuori,al nord, ed anche quì si soffoca nel cemento. Solo che l’attenzione e la cura del verde è inserito comunque nelle voci delle spese comunali nonostante i continui tagli dei fondi. Ed anche gli spazi gioco per i bimbi sono di notevole interesse. Mi rattrista molto sapere che basterebbe poco per migliorare casa mia. Ed invece, non vedo che l’amarezza di tanti concittadini e la voglia concreta che nasce da singole iniziative come quelle tue. Spero sempre che ogni mio viaggio di ritorno a Palermo sia accompagnato da buone nuove. Ma, le speranze, rimangono puntualmente disattese. Tuttavia, continuo a sperare….

    2. C’è da dire che quell’area è rimasta verde solo “grazie” alla burocrazia, alle sue lungaggini, e a certi contrasti di natura politica.
      La Regione siciliana infatti avrebbe voluto realizzare lì il suo centro direzionale: diversi assessorati concentrati in un’unica sede e non, com’è adesso, dislocati in varie sedi sparse per la città.
      Qualche anno fa nacque un contenzioso con il comune, non ricordo per quali altre ragioni, però il risultato fu che quest’ultimo decise di negare il cambio di destinazione d’uso all’area per consentire appunto la realizzazione dell’immobile.
      D’altronde, poichè stiamo parlando di una vicenda che dura almeno da 15 anni, e tenendo conto della costanza con cui l’amministrazione regionale accresce il numero dei suoi dipendenti, credo che quel progetto, oggi, basterebbe a malapena ad ospitare il personale di un solo dipartimento, vanificando quindi del tutto l’intento originario.

    3. Steps operativi o chiamala road map se ti va (al di l@’ delle speranze e delle amarezze):
      1- individuare l’area precisa nel Piano Regolatore Generale di Palermo (che tra l’altro è online http://www.comune.palermo.it/comune/settori/urbanistica/prg_2004/html/indexprg04.htm) e verificare l’esatta destinazione urbanistica.
      2-individuare l’esatta proprietà dell’area. Se è stata confiscata al mafioso Riina, dovrebbe essere nella disponibilità del comune di Palermo come bene confiscato. Questa informazione può’ essere verificabile al Settore Risorse Immobiliari.
      3-una volta verificati destinazione urbanistica e proprietà, penserei a predisporre un progetto tecnico di piccolo parco urbano o verde pubblico e condividerlo almeno un minimo con i portatori di interessi locali. Naturalmente nel progetto penserei anche e soprattutto ad un “piano di gestione”, aspetto sempre critico nel management comunale. Sottoporrei il progetto anche all’attenzione del presidente di Circoscrizione nella quale ricade quell’area verde; non si tirerebbe indietro per la valorizzazione di quel territorio urbano.
      4- presenterei ufficialmente il progetto di piccolo parco urbano, accompagnato da un po’ di genitori e figli, al Settore Verde e Arredo Urbano, facendo passare l’evento attraverso la stampa locale e ad esempio comunicarlo anche a Caterpillar di Radio2 con intervento in radio che vedrebbe in diretta te presentatore e l’assessore al Verde con impegno a mantenere l’impegno di inaugurare il parco in tempi certi (entro 6 mesi improrogabilmente).
      5- monitorerei se entro quei tempi certi promessi si inaugura realmente il parco e quindi invierei costantemente memoria della promessa all’assessore al Verde.
      P.s.: se quell’area dovesse risultare “centro congressi” nel PRG di Palermo, ma ad oggi non esiste nessun finanziamento certo per realizzare le relative infrastrutture (nel piano triennale opere pubbliche, che tra l’altro è online: http://www.comune.palermo.it/comune/lavori/opere_pubbliche/2009_2011/p_o_p_2009_2011.htm), a quel punto è necessario cambiare destinazione urbanistica da “centro congressuale” a –> “verde urbano”. Per fare ciò c’è bisogno di approvare una delibera di consiglio comunale che parte, come ufficio proponente, dal settore Urbanistica, e siccome Nadia Spallitta è presidente della Commisione comunale Urbanistica, credo che dopo averla portata a conoscenza del tuo progetto, non si tirerebbe indietro per realizzare quest’idea, stimolando la Commissione per dare corso al cambio di destinazione.
      saluti 😉

    4. ne vorrei 100 di questi spazi anzicè centricommerciali e palazzoni di m3rda

    5. Ricordo che Orlando fece una battaglia con la regione. Infatti all’epoca il comune voleva realizzare un parco…che sarebbe stato giustissimo vito che a parte qualche squallida aiuola, quella zona ne è priva…poi la regione paralizzò tutto…del resto qualcosa sotto c’è, se riina è potuto rimanere indisrturbato nel casolare dentro il parco per anni, pagando un affitto annuo alla regione di qualche milione di lire!

    6. mi chiedo come mai a nessuno è ancora venuto in mente di farci un posteggio o un mercatino……..questa è la triste fine di numerose aree verdi di Palermo. sotto casa dei miei un’IMMENSA area verde ( privata )alle falde di monte Pellegrino a poco a poco è stata trasformata in parcheggio. Villa sperlinga ( pubblica questa volta ) è stata ( vergognosamente )trasformata in un mercatino di prodotti biologici ( ? ). @Giovanni : senti tuo fratello : STATTI MUTU e goditi questo immenso verde prima che sia troppo tardi 🙂 a parte lo scherzo speriamo che la tua idea vada a buon fine.

    7. Ragazzi, tranquilli, la soluzione a tutti i problemi c’è già: Il roseto di Cammarata! sono già stati stanziati quasi un milione di euro per realizzarlo! Una volta pronto il roseto si potrà spianare e costrire ciò che si vuole sul quel bel terreno inutilizzato!

    8. Ciao. Tra via Leonardo Da Vinci e Via Beato Angelico ( http://maps.google.it/maps?hl=it&q=Viale+Leonardo+da+Vinci,+Palermo,+Sicilia&ie=UTF8&cd=3&geocode=FYvFRQIdwkHLAA&split=0&sll=38.047386,13.395757&sspn=0.006295,0.006295&hq=&hnear=Viale+Leonardo+da+Vinci,+Palermo,+Sicilia&ll=38.13059,13.31853&spn=0.004768,0.009645&t=h&z=17 ) c’è questa bellissima zona verde, ogni giorno affacciandomi al balcone immagino un parco in stile “londra”, invece di giorno in giorno gli alberi spariscono. Tutte quelle macchie grigie che vedi tra la via Beato Angelico e via Da Vinci non sono case ma dei piccoli container adibiti a garage privati. Un pò di tempo fa non c’erano, al posto loro c’erano alberi. Io non ho nessuna speranza, so che un giorno mi sveglierò e non troverò più nessun albero (ma tanto io se un giorno avrò figli non li farò crescere qui). Sono senza speranza perchè negli anni (anche quando c’era Orlando e io ero piccolo per capire) molta gente ha provato a organizzare un parco lì. Sarà una zona privata in mano a gente ignorante o mafiosa. Ancora alcuni non hanno capito che il verde (l’agire ecologicamente in generale di questi tempi) può solo farli arricchire, probabilmente gli piace continuare la politica urbanistica del Sacco.

    9. vedendo la foto mi è venuta un’altra idea : una bella discarica abusiva con una discreta quantità di eternit non ci starebbe pure bene ?

    10. sarebbe bello solo lasciare l’ingresso libero. spesso faccio jogging in viale Leonardo da Vinci e tra marciapiedi dissestati e “stigghiolari” diventa un impresa.
      un bel parco verde dove si puo fare sport sarebbe l ideale.
      Scusi ma come ha fatto ad entrare??

    11. Fondo Uditore (stiamo parlando di questo, no?), già individuato per la realizzazione del centro commerciale Panormus e in seguito per il centro direzionale della Regione (programma Cuffaro), oggi potrebbe ben essere destinato a verde pubblico minimamente attrezzato e mantenuto. Ne guadagnerebbe la qualità della vita di chi vive in quel quartiere altamente cementificato.
      C’è un altro aspetto che vorrei sottolineare però. Giovanni si è affacciato alla sua finestra, ha avvertito un’esigenza, ha immaginato una soluzione e ha anche mosso alcuni passi all’interno di un sogno in compagnia di sua figlia. Ce lo ha poi comunicato, a noi come a chi potrebbe avere un ruolo per tradurre questo sogno in realtà. Questo “controllo del territorio” buono, attraverso i propri occhi, la propria capacità progettuale e visionaria, un social network e Google Maps è il cammino virtuoso che dobbiamo imparare ad intraprendere ogni giorno, ognuno dal proprio balcone, partendo da esigenze reali e cercando di immaginare soluzioni. Tornando al fondo in questione, non so a chi appartenga e chi lo dovesse sapere ce lo dica, ma se il problema fosse costituito dai soldi necessari a realizzare e gestire un parco, si potrebbe pensare anche ad uno sponsor. In quest’isola si raffinano combustibili di fonte fossile: invece di preoccuparci unicamente di introitare le imposte riconducibili a tali attività (previsione dello Statuto) si potrebbe anche chiedere un contributo risarcitorio ambientale. Il vostro prodotto genera CO2 soprattutto nelle città, sponsorizzate una serie di parchi nelle stesse. Che vi costa? Sarebbe una pubblicità più gradita della vostra attività industriale.

    12. Dalla parte di via Beato Angelico invece ci sono solo muri e i campetti privati. Si è chiaro, tutta la gente che fa jogging in via Da Vinci e Via Michelangelo andrebbe a correre in questo parco, in più tutti i ragazzini avrebbero un posto tranquillo dove giocare. Ma penso che rimarrà un sogno, mi sa che per correre in un posto sano dobbiamo prendere la macchina e andare ad intasare lo stadio, oppure intossicarci in via michelangelo o da vinci.

    13. Giusto per la cronaca l’area in ogetto secondo il piano regolatore è classificata come F15/F12 ovvero “Attrezzature museali , culturali ed espositive” ed “Uffici e sedi direzionali sovracomunali”

    14. bella idea… ci sono tante micro aree a palermo che potrebbero essere trasformate in piccoli giardini; penso ad una serie di terreni in zona fiera, a ridosso della linea della metropolitana (ne avevamo già parlato), poche decine di mq che però potrebbero essere trasformati facilmente in una piccola oasi: qualche albero, una panchina, una giostra.. a New York il Sindaco Bloomberg ha lanciato una campagna ambiziosa: ogni newyorker dovrà vivere, entro la fine del suo mandato, a non più di 10 minuti a piedi da un’area verde. non parlava di Central Park, ma di piccoli campetti, aiuole, distribuite sul territorio. Vista l’incompetenza del Comune e la cronica mancanza di risorse, si potrebbe pensare ad un’associazione che progetti, raccolga i fondi, e realizzi i vari micro parchi, salvo poi affidarli in gestione al settore competente del Comune, che ne pensate?

    15. Prati verdi e curati è il sogno di tutte le mamme.
      A tal proposito mi chiedevo ma l’area dei giochi a pagamento a giardino inglese é ceduta dal comune a pagamento suppongo e questi soldi che fine fanno .
      Proprio ieri sono stata a giardino inglese non vi dico in che condizioni si trova alberi transennati , poca illuminazione e…
      Ma le poche aree verdi di cui disponiamo devono essere rivalutate e curate (esempio un’area attrezzata per bambini starebbe proprio bene) ?

    16. “chiedete e vi sarà dato”..forse! L’idea è di quelle che ogni abitante di uditore ha avuto in mente almeno una volta..io mi chiedo, qual’è il passo successivo? Come la si fa realizzare? Spero non con la solita “logica delle conoscenze”..

    17. FOSSA DELLA GAROFALA. Ci sono stato domenica scorsa, è un’immensa area verde, ex letto del fiume Kemonia, a ridosso di Cso Pisani. INCREDIBILE, curatissima e molto ben segnalata. Di proprietà della Facoltà di Agraria è uno dei piu bei polmini verdi di Palermo (sconosciuti). Ben pochi concittadini sanno che cmq Palermo gode di un verde di tutto rispetto.Nonostante abusivismi, , vialoni cementizi tipo Viale Strasburgo a parte, inciviltà, incuria, ignoranza, malaffare, Palermo resta abbastanza verde. Io non ho tempo da dedicare a migliorare la mia città ma credo che un’occupazione ditattoriale germanica di circa 200 anni potrebbe forse fare qualcosa.

    18. interessante guerrillagardening si potrebbe organizzare a livello di quartiere, quante domeniche di mattina andiamo a passiare in una triste via libertà chiusa al traffico ( qualcuno la definisce ecologica,mah ) sarebbe più costruttivo invece piantarsi gli alberi sotto casa.

    19. Al solito: si potrebbe parlare anche del Paradiso, con le sue aiuole sempriterne, e Didonna cercherebbe uno sponsor e un pianificherebbe un progetto di marketing.

      Gli interessi economici da certi percorsi virtuosi devono stare fuori, punto. La nostra cultura sta perdendo due coordinate fondamentali: l’apprezzamento per il bello in quanto tale e la capacità di rimboccarci le maniche, senza “padrini” politici o economici. Aveva ragione Gaber quando diceva “Non temo Berlusconi in sè, ma Berlusconi in me”!

    20. faccio guerilla gardening da almeno 2 anni e fino a pochi mesi fa non sapevo che esistesse questo movimento!

    21. Bene Fabio, sono desideroso di apprendere: visto che il Comune non ha i soldi per la carta igienica, tu, dopo le affermazioni di principi alti, cosa proponi di fare? Perché, se non lo hai ancora capito, il problema e’ il fare: se potessimo rivendere chi sa solo parlare saremmo ricchissimi! Non mi deludere: proponi qualcosa di concreto! 🙂

    22. Prima proposta: orti urbani. Non aggiungo altro qui, è un meccanismo amministrativo pluriaggettivabile: economico-ambientale-sociale. E qui si potrebbe applicare certamente.

      Per saperne di più http://www.anci.umbria.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&Itemid=25&gid=458
      e non solo

    23. Anch’io parlo del fare, ma credo che sia altrettanto importante riconoscere quale idea sta dietro questo “fare”. Di una cosa sono convinto, e cioè che le idee debbano guidare i soldi e non viceversa. Non credo che affidare progetti di utilità sociale a chi (sia pure legittimamente) persegue finalità di profitto mantenga “pura” un’idea. Non credo che il mio diritto di fruire decentemente di uno spazio verde debba avere una marca o un brand.
      Allora, in attesa di un assistenzialismo pubblico che potrebbe non arrivare mai, perché non rivalutare il nostro “potere” di semplici cittadini, magari riunendoci in comitati o associazioni ed essendo anche pronti – parola brutta – ad autotassarci quando necessario?
      Io non sono ricco, ma per le cose a cui tengo non ho mai esitato a sborsare di mia tasca, e penso che ne abbia guadagnato sia la qualità di ciò che ho realizzato, sia l’immagine che ogni mattina vedo riflessa nel mio specchio.

    24. Lo sponsor e’ uno che paga per ricevere in cambio notorietà attraverso un cartello che reciti: “questo parco e’ stato realizzato con il contributo di …”. Persino le panche in chiesa hanno la targhetta dello sponsor e nessuno ai scandalizza in un posto dove si predica che “la mano sinistra non sappia cosa fa la destra”. Autotassazione dei palermitani? Qui ci mancano secoli di tradizione civica quale quella dei Comuni: qui abbiamo conosciuto solo ” feste, farina e forca”. Questa si che e’ fantascienza: avanti con un’altra proposta più realistica!

    25. Nel tuo chiudere le mie parole sull’altare della “concretezza”, Didonna, non ti rendi conto che sei arrivato alla mia stessa conclusione. Cioè che il punto non sta nel “fare” in senso materiale (parchi, strade etc.) in una ipotetica gara all’efficienza, con tutti i compromessi che ciò comporterebbe, ma ricostruire una reale cultura civica che ridia al cittadino consapevolezza dei propri diritti ed anche dei propri doveri. Cosa c’è di più reale e concreto di questo?
      P.S. Magari proprio quella stessa cultura civica e di appartenenza alla città potrebbe un giorno far affermare anche ad altri (e non solo a me) che no, il cartello dello sponsor non lo voglio in un posto che fa parte di tutta la cittadinanza.

    26. Sarebbe magnifico riuscire a far diventare quest’area verde un parco aperto al pubblico! Penso che la prima cosa da fare, dopo aver raccolto tutte le informazioni riguardanti la proprietà e la destinazione d’uso del terreno, sia quella di recarsi negli uffici della circoscrizione di riferimento per fare una proposta scritta firmata dal maggior numero possibile di persone e poi chissà… a volte i miracoli possono accadere!

    27. concordo totalmente con fabio sullo sposnsor e sul resto, e prenderei in considerazione lo spunto di giuseppe scuderi.

    28. Fabio:
      si un vo i sponsor in un posto che fa parte di tutta la cittadinanza, dicci cu niesci i picciuli pi fari u verde pubblico chi s’addisia Callea ?
      Quannu accumincia sta culletta ?
      Dici: <>
      <>
      Navutri 100 anni ci vonnu na sta città pi fari u verde pubblico nfacciu unni sta Callea s’aspittamu una reale cultura civica dei cittadini.
      L’elemento economico di cui Parla Didonna non è affarismo o qualcosa dal connotato negativo, bensì una proposta concreta che potrebbe portare a realizzare qualcosa di utile per tutti.
      Vedo qualche panca in legno in qualche giardino e leggo “per gentile concessione di ……” e non lo trovo affatto negativo o affarismo bieco.
      Uno sponsor è un nome su un bene realizzato a uso e fruizione dei cittadini tutti indistintamente.
      Che ben vengano il Guerriglia Gardening o i Micro progetti di arredo urbano per mano di comitati civici, ma questo ad oggi lo troviamo quando viaggiamo in Emilia Romagna, Lombardia, per Palermo è troppo presto e sai perchè?
      Picchi’ un c’è nuddi ca u fa! Semplicissimo!
      Bello sfoderare la conoscenza sulle migliori virtuose spontanee e creative iniziative di popoli civili nel mondo in fatto di cittadinanza attiva propositiva, ma navutri semu a Palermo e con la gente di Palermo bisogna fare i conti. Ca’ di sti cosi nuddu ni voli sapiri, pero’ sulle tastiere dei pc si scrive di tutto, ma fuori lontano dalla tastiere dei pc nella strada, nel verde abbandonato nulla succede.
      La gente di Palermo non organizza Guerriglia Gardening e nemmeno realizza micro progetti di arredo urbano per spazi comuni.
      Quindi lo sponsor potrebbe essere una opzione percorribile, perchè a Palermo non si fanno avanti altre iniziative concrete per migliorare la qualità di vita negli spazi urbani pubblici.
      Ma se un giorno qualcuno vuole organizzare Guerriglia Gardening o cimentarsi in Micro progetti di arredo urbano o qualcosa di piu’ avveniristico che faccia un post e lo pubblichi su Rosalio, almeno sapremo che ci sono nuovi eroi metropolitani!

    29. @saro : dici bene i palermitani non organizzano guerrilla, pertanto l’unica via percorribile sembra essere quella dello sponsor. ci pieghiamo sempre alle logiche economiche,e non ce lo impone nessuno, ma siccome a noi ci siddia pure a campare è più facile trovare uno sponsor, che dubito che si fermerà ad un semplice cartello “il parco è stato realizzato dalla pinco pallino e figli” ma vorrà andare ben oltre……..

    30. vedi saro, fin quando non si cercherà di coltivare quella cultura civica di cui parli, che qui pare proprio non voler attecchire – forse anche perchè si è convinti che non cambierà mai nulla e neanche ci si prova – davvero non ci sarà speranza.
      magari si trova uno sponsor – facciamo questa ipotesi – e magari all’indomani dell’apertura del parco si assisterà al solito vandalismo di panchine rotte, immondizie buttate per terra etc etc….perchè tanto che mi frega, mica è roba mia, mica l’ho fatto io!

    31. l’atto di vandalismo puo’ esserci dovunque e in qualunque momento.
      Ma se nella nuova area a verde ci mettiamo un paio di telecamere nascoste, la si mantiene piuttosto pulita grazie ai giardinieri che giornalmente curano altri prati della città (vedi la rotonda in piazza XIII vittime del monumento ai caduti di mafia sempre rasata come un prato inglese), e pian piano ci entrano le mamme e i papà con i passeggini, potrebbe funzionare, no?.
      La via dello sponsor o dell’obbligo a realizzare verde da parte di chi con le proprie attività contribuisce a aumentare le emissioni climalteranti (vedi centri commerciali ad es.) potrebbe essere una soluzione rapida rispetto all’attesa di generazioni più inclini a Guerriglia Gardening, ecc.
      Il vandalismo si previene con il cosiddetto controllo del territorio da parte delle autorità preposte. Una volante che soprattutto di sera e notte si fa un giro intorno al piccolo parco, che comunque di sera si provvede a chiudere, tanto dopo le 22 ci andrebbero solo i ragazzini locali a farsi le canne o le pere, perchè i papà le mamme e i figlioletti saranno già a casa.

    32. @stalker: Ciao, a proposito di “cultura civica” e “speranza”, pochi minuti fa mi è stato approvato il commento qui sopra con 4 link.. se leggi il primo e il secondo link, vedi che paesi come l’Ecuador e il Ghana sono riusciti a fare qualcosa di concreto.. quindi anche qui si può fare.
      Ps: a fare guerrilla mel’accollo e anche molti altri miei amici e amiche, basta organizzarsi.
      fammi sapere.

    33. @V, ho letto con interesse i tuoi link, e mi è tornata alla memoria una storia di coraggio ed ingegno in zone sicuramente più difficili di palermo
      http://williamkamkwamba.typepad.com/
      http://www.ted.com/speakers/william_kamkwamba.html
      *
      io purtroppo o per fortuna non vivo a palermo, bensì in provincia, altrimenti me la sarei accollata volentieri, armata di zappa e badile e alberelli da piantare e annaffiatoi per non farli morire….
      con questo non vorrei dare adito ai soliti che si scagliano contro gli idealisti da tastiera dell’andate avanti voi che a me mi vien da ridere, perchè al mio paesello l’ultima critical mass ha fatto pedalare più di duecento persone l’ultima volta, e da ste parti, vi assicuro, non è poco!
      fino ad un anno fa sarebbe stato impensabile…e molto altro.
      rimango comunque a disposizione per far circolare idee e fermenti anche altrove.

    34. dalle mie piante (vari tipi di agavi, vari tipi di aloe, opuntie ornamentali etante altre subdesertiche) ricavo tantissimi polloni che vado piantando in giro per l’addaura, dove abito. le foto le metto in vari fora di giardinaggio

    35. il problema è continuiamo ad aspettarci qualcosa dell’alto e poi pagheremo pegno, almeno un favore da restituire, oppure soldi di sponsor (anche se è sacrosanto che paghino per le loro malefatte), appare sempre come un favore.
      http://www.youtube.com/watch?v=HsbZ0LBXmy0
      le mi vrazza non si so’ spezzate!
      non voglio pigghiari vastuni, preferirei carriole e badili, sarebbe già una bella vittoria contro la malarazza.
      “Si na stu munno c’è la malarazza
      cu voli la giustizia si la fazza!”
      magari piantando alberi…..

    36. il problema e CHE ecc ecc

    37. ho letto oggi che non mi ricordo dove hanno raso al suolo un bosco per non far infrattare prostitute e clienti.
      visto che c’erano potevano lanciare un po’ di napalm, così eliminavano ogni forma di vita desiderata o indesiderata.
      cose da pazzi!
      cervelli ai saldi che neanche emigrano, che all’estero gli mandiamo i migliori.

    38. Vi consiglio un sito…un’idea:
      http://www.greenguerillas.org/

    39. l’area è enorme, perchè solo verde? io vedrei un intervento di alta architettura ( auditorium, anche un grattacielo)circondati da un parco pubblico a mezzo di concorso internazionale di architettura. nelle città normali è prassi.qui, anche in siti colti come questo, la parola architettura evoca sorci verdi e non viene nemmeno sfiorato. ma la città ha bisogno di nuova architettura.oltre che di prati verdi.

    40. che bello,
      una serie di commenti propositivi senza piagnistei o altro.
      Abbiamo motivo di essere orgogliosi di noi e della nostra città quando tiriamo fuori questo nostro aspetto proattivo e competente.

      Non sono riuscito ad accedere al PRG come suggeriva la sempre puntualissima Sandra, il link da errore. Prendo per buona l’indicazione di Apsilon che si tratti di area destinata ad“Attrezzature museali , culturali ed espositive” ed “Uffici e sedi direzionali sovracomunali”.
      Quindi necessita un cambio di destinazione. Ho già provveduto ad inviare una mail a Nadia Spallitta. Chiedendole informazioni in merito.

      Penso che possa essere utile attivare un gruppo a sostegno dell’iniziativa. Una Pagina facebook ad esempio. Io non sono pratico ma troverò ad aprirne una comunque (se qualcuno mi vuole aiutare…).
      Poi chiederei a Rosalio di dare visibilità alla pagina magari facendo diventare l’iniziativa una sorta capagna di Rosalio con un banner fisso. E magari attivando una raccolta firme. Ognuno potrebbe impegnarsi a trovare dieci amici che sottoscrivono il progetto. Naturalente non sarebbe sufficiente, ma potrebbe essere una sorta di massa critica sulla quale appoggiare le varie attività. Un conto andare da un assessore con un’idea, un conto andare con un’idea sottoscritta da decine/centinaia di persone.

      Credo che i vari spunti proposti siano tutti giusti. Un posto pubblico può anche essere finanziato dalle imprese, in questo concordo con Donato, anche se capisco lo spirito di Fabio. Si chiama responsabilità sociale di impresa. Chi ha di più dona alla collettività. Questo non singifica che potrà mettere poster pubblicitari od altro. In questi una targa è già tanto. Penso alle aziende milionarie di Palermo (ce ne sono diverse). I soldi sono importanti per dare consistenza alle idee. Non ho idea di quanti ne servano, ma anche se fosse neccesario un solo euro, meglio presentarsi a chi di dovere con le risorse necessarie.

      Dunque chiederei a Donato, se disponibile, di metterci la testa realizzando un piano cercando di capire quali aziende potenzialmente sono coinvolgibili ed in che modo.

      Per il progetto architettonico si potrebbe chiedere ad un docente di architettura in collaborazione con agraria di sviluppare un progetto con i propri alunni. Se qualcuno coosce qualcuno… potrebbe attivarlo.

      Bene…
      Procedo a verifcare prorpietà dell’area e destinazione d’uso e vi tengo aggiornati.

    41. io sono d’accordo, un’area verde anche senza attrezzature particolari è pur sempre un polmone per la città e uno spazio per i suoi cittadini. Il successo del campo bianco in viale del fante e del “mare verde” alla Marina, lo dimostrano. Dunque:
      APPELLO A ROSALIO
      lanciamo su questo blog una campagna pubblica per richiedere all’amministrazione di destinare ai palermitani quest’area che fu confiscata alla mafia? chiediamo che venga utilizzata per consentire uno spazio alle mamme con le carrozzine, agli anziani per una passeggiata, a chiunque voglia fare una corsa senza allontanarsi troppo. Raccogliamo le firme?

    42. L’area è destinata nel prg in parte ad attrezzature museali-culturali, in parte al centro direzionale della Regione. L’importante è che si costruiscano architetture importanti per mezzo di concorsi di progettazione e non affidandosi al geom. comunale di turno.Palermo è una città che se viene dal bello è soprattutto per l’architettura espressa e poi mortificata negli ultimi 40 anni.
      Per il verde io farei semmai una battaglia per la favorita per trasformarla in un parco urbano, visto che in questo momento è solo una enorme aiuola spartitraffico dove se non ti metti in mutande a correre vieni scambiato, bene che ti vada, per puttaniere.

    43. a sto punto la sparo grossa e sogno veramente:
      voglio uno shard london bridge a palermo

    44. http://www.comune.palermo.it/comune/settori/urbanistica/prg_2004/html/indexprg04.htm
      (l’indirizzo web aveva preso anche la la parentesi dopo htm e quindi dava errore nell’apertura pagina).
      Comunque la destinazione dovrebbe essere proprio quella riportata da se68: parte ad attrezzature museali-culturali, parte al centro direzionale della Regione.
      Quindi è necessario predisporre e approvare una delibera di consiglio per il cambio di destinazione urbanistica.
      Una modalità innovativa e creativa a mio giudizio potrebbe essere questa, vediamo che ne pensate:
      l’Urbanistica del comune potrebbe predisporre (su stimolo della consigliera Spallitta presidente commissione urbanistica) una delibera di consiglio dove il cambio di destinazione a parco urbano, come segnalato da un cittadino e condiviso da diversi cittadini su un blog urbano, viene supportato anche da un concorso di progettazione architettonica/botanica per la realizzazione del parco urbano di quartiere.
      Naturalmente un concorso di progettazione dove il premio consiste nell’apporre una targa sul parco con i nomi dei progettisti vincenti e i nomi degli individui che hanno voluto fortemente il parco e per questo si sono attivati attraverso iniziative di cittadinanza attiva (ad esempio i nomi di chi vorrà spendere il proprio tempo a questo scopo civico).
      Didonna, con i suoi input sul lato economico potrebbe sondare se ci sono potenziali sponsor per la realizzazione degli arredi del microparco urbano di quartiere.
      La modalità a me appare creativa, introduce il concetto di progettazione partecipata dal basso attraverso una competizione e può stimolare gli interessati (cittadini, blog, propositori, sponsor, consigliere Spallitta, l’ufficio Urbanistica, e infine il consiglio comunale con l’approvazione della delibera che permette l’intero percorso di cambio destinazione + concorso di progettazione + utilizzo sponsor per arredo urbano dello spazio).
      Nel frattempo con stalker e altri volontari si potrebbe dare corso a Guerriglia gardening (visto che hanno segnalato queste iniziative) veicolando efficacemente l’evento attraverso i media sia locali che nazionali (Caterpillar se l’accolla) e sottolineando che è solo l’inizio di un processo che ha come obiettivo finale la creazione di un parco urbano fortemente voluto dai cittadini e dai blog urbani (Rosalio e gli altri che vorranno condividerlo).
      Mi sembra un micro-piano operativo di marketing per la riqualificazione urbana di un parco di quartiere con una metodologia tutta nuova a Palermo. Mooolto partecipata.
      E se ci pensate si attuano tutti i principi “propositivi” enunciati dagli intervenuti in questo post: guerriglia-gardening, progettazione partecipata, aumento senso civico, uso adeguato di sponsor. Naturalmente restano fuori le passività mentali palermitane: il pessimismo urbano e l’eterna rassegnazione al peggio.
      che ve ne pare ?
      🙂

    45. I palermitani camminano sotto l’oro e non lo sanno nemmeno. Palermo è stata città di cultura nei secoli, con tutte le popolazioni che ci hanno dominato lasciando arte e cultura, storia e tradizioni. Abbiamo tanti giardini “segreti” che non vengono utilizzati per il popolo palermitano…abbiamo tanti pro e tanti contro, all’estero ci conoscono solo per la mafia, e io che ci abito da 30 anni, mi rendo conto che a volte i veri mafiosi è la gente comune. Mi spiego meglio: Non noi che abbiamo dei propositi per cambiare la città, dalle aree urbane alle aree verdi, ma dalla gente che è ignorante e prepotente.
      Sono un insegnante che ai miei alunni non insegna soltanto la sua disciplina. Sono una educatrice coscienziosa e civile. Sono per una nuova Palermo, per nuove menti e mentalità, per nuovi progetti, per far rinascere la nostra Panormus abbiamo bisogno di fatti concreti e non solo di parole….
      Scripta manent verba volant dicevano i latini, noi palermitani con la preoccupazione per la nostra città, per oggi e soprattutto per domani, per i nostri figli, nipoti ecc., dovremmo iniziare a farci sentire. Palermo potrebbe essere un grande polo, la capitale del mediterraneo, città del turismo, e invece non abbiamo nulla da offrire ai turisti oltre i monumenti, non ci sono servizi per loro, neanche per noi cittadini. Mi associo al pensiero di Giampiero. Se tutto deve rimanere com’è, è necessario che tutto cambi.

    46. @paola : Sono un insegnante …..spero sia soltanto un errore di digitazione, altrimenti i miei bambini non li mando a squola da te 🙂

    47. Per quanto riguarda il verde tra via Beato Angelico e Via Leonardo da Vinci vorrei segnalare che qualche anno fa è stato oggetto di una manifestazione organizzata da diverse associazioni cittadine. sono state raccolte più di 300 firme di cittadini su una mozione che chiedeva la trasformazione da verde agricolo (quindi edificabile) in verde pubblico.
      La mozione è stata approvata dal consiglio comunale dopo il parere favorevole della sovrintendenza (nella zona sono presenti degli alberi storici che delimitavano l’ormai distrutta Villa Turrisi).
      Si attende la variazione del piano regolatore per poter chiedere, magari utilizzando i famosi fondi europei, l’esproprio delle aree (purtroppo private) e la realizzazione di un parco urbano (il progetto è già stato preparato da Legambiente).

      Per quanto riguarda invece la possibilità di piantare alberi, qualora si appurasse che l’area è di proprietà pubblica, ci si potrebbe rifare all’esperienza che ha portato alla nascita del giardino che si trova in Piazza San Tommaso d’Aquino.

      Circa 15 anni fa un gruppo di parrocchiani, armati di zappe, badili e piante regalate da enti diversi ha trasformato un’area degradata in un giardino. E’ stata organizzata anche una Festa delle Aiuole in cui i bambini hanno creato le loro aiuole (di cui una ha resistito fino ad oggi).
      In seguito un’amministrazione comunale più sensibile dell’attuale ha risistemato l’area con altre piante, una presa d’acqua, vialetti e panchine (e persino un campetto di pallavolo).
      Ad oggi alcuni gruppi parrocchiali cercano di arrestare il degrado sollecitando periodicamente la pulizia dell’area e piantando di tanto in tanto altri alberi.

      Se un gruppo di cittadini si mobilita con buona volontà, qualcosa si può fare anche a Palermo.

    48. Giovanni e Sandra sono d’accordo con voi al 100%: questo spirito costruttivo, trasparente e partecipato è la strada per diventare tutti noi cittadini adulti e attivi. Sonia Spallitta è l’interlocutore giusto in ambito comunale, una Rosanna Piraino o uno Iano Monaco o un loro collega architetto potrebbe abbozzare un primo progetto di parco, una pagina Facebook potrebbe aggregare il consenso attorno all’iniziativa per farla poi conoscere alla più vasta opinione pubblica. Lo sponsor arriva alla fine di questo processo e do’ da subito la mia disponibilità. Una sola preghiera: facciamolo sul serio!

    49. “I limoneti appena appena fuori Palermo furono la scena in cui si svolse la vicenda della prima persona perseguitata dalla mafia[…]
      Si tratta di Gaspare Galati, uno stimato chirurgo.
      Nel 1872 Galati si trovò ad amministrare un patrimonio ereditato dalle sue due figlie e dalla loro zia materna.[…]
      Mentre si batteva per salvare la sua azienda, il dottor Galati cominciò a farsi un idea del modus operandi della mafia locale.
      La cosca aveva la sua base nel vicino villaggio dell’Uditore, e agiva sotto la copertura di un organizzazione religiosa.[…]
      Il boss mafioso dell’Uditore era Antonino Giammona.[…]
      La mafia dell’Uditore basava il suo potere sulla gestione di racket della protezione dei limoneti. Poteva costringere i proprietari terrieri ad accettare i suoi uomini come fattori, guardiani e intermediari. La sua rete di contatti era in grado di minacciare la produzione di un’azienda agricola o di assicurarne l’arrivo sul mercato; se utilizzata con accortezza, la violenza permetteva alla mafia di creare cartelli e monopoli in miniatura. Una volta assunto il controllo di un fondo, potevano rubare a loro piacimento.
      […] Il dottor Galati riunì la famiglia e fuggì a Napoli […] tutto ciò che potè fare fu inviare nell’agosto 1875 un memorandum al ministro dell’Interno a Roma.
      Vi raccontava che l’Uditore era un paese di appena 800 anime; eppure egli era a conoscenza di almeno 23 persone assassinate, più 10 tentati omicidi […]
      Nulla era stato fatto per indagare su questi delitti.[…]
      Il ministro dell’Interno ordinò al questore di Palermo di indagare sulla faccenda. […]
      La mafia dell’Uditore reagì alla nuova inchiesta sfoggiando le sue amicizie.
      Benedetto Carollo chiese il permesso di cacciare nel Fondo Riella; ebbene, il suo compagno di caccia era un giudice della Corte d’Appello di Palermo[…]
      La vicenda di Galati ci permette dunque di cogliere un altro aspetto importante nella storia delle origini della mafia. Come diventerà più chiaro più avanti, le origini della mafia sono strettamente legate alle origini di uno Stato inaffidabile: lo Stato italiano.” tratto da: COSA NOSTRA di John Dickie ed laterza 2005. pag16-21. bellissimo libro (molto scorrevole e dettagliato) da studiare per chi, come me, ne sa ancora poco.

      Ricostruire quest’area dopo 140 anni nel rispetto della natura (e quindi dell’uomo, perchè anche l’uomo è natura..) sarà una bella vendetta. E poi magari sarebbe bello costruire nel parco un padiglione tipo la Serpentine Gallery, dove organizzare mostre d’arte contemporanea di ragazzi palermitani, concerti e manifestazioni.

    50. Per Giovanni:
      L’idea è bellissima , non posso che condividerla . Tempo fa è stata effettuata una raccolta di firme, per Villa Turrisi, che, successivamente, ho trasformato in mozione (può essere visionata sul mio sito) , che il Consiglio Comunale ha approvato; la mozione prevedeva la realizzazione, in questa parte del territorio, di un parco cittadino. In questo modo abbiamo vincolato l’area (impedendone un uso edificatorio) ed è in corso la redazione della variante urbanistica (anche se con una lentezza notevole, tant’è che ho già inoltrato per ben due volte richiesta di notizie sul procedimento).
      questa volta, se il progetto dovesse essere corredato di tutti gli elaborati necessari, potremmo presentare, direttamente, una proposta di iniziativa consiliare, di variante urbanistica.
      Sono a completa disposizione per portare avanti questa proposta e gli atti esecutivi necessari.
      Possiamo organizzare un incontro , per affrontare concretamente la questione .

    51. Io però insisto: l’iniziativa di callea è ottima, però vi leggo i soliti luoghi comuni contro il cosidetto “cemento”.. Le Corbusier lo utilizzava in maniera massiccia, sai….. Palermo è stata violentata dagli anonimi multicondomini della speculazione mafiosa,sì, ma che facciamo, per i prossimi 100 anni progettiamo soltanto giardini in aree residue?
      Quella è un’area molto interessante da un punto di vista urbanistico, realizzarvi solo un giardino mi sembra un’occasione sprecata e poco coraggiosa. Non si ritornerà mai al bello decidendo di bloccare l’architettura. Palermo ha l’assoluto bisogno di essere “riprogettata”, con coraggio.
      Insomma, ripeto, lì io vedrei un parco sì, ma di complemento ad una architettura che possa diventare riferimento per chi attraversa la triste circonvallazione e degna conclusione della triste via Da Vinci.
      Io ancora oggi stento a riconoscere la rotonda di via da vinci con quella di via michelangelo: questo non solo perchè rincoglionito, ma anche perchè sono non-luoghi privi di architetture di riferimento.
      Dovremmo condurre battaglie per l’ARCHITETTURA in questa città, per fare in modo che lì, come in tanti altri spazi vengano indetti dal Comune concorsi internazionali di progettazione.
      Concludo con un vecchio pallino:
      Per tornare ad una cultura del bello, il primo luogo oggetto di tali operazioni dovrebbe essere l’area ex villa deliella, vera vergogna della città.

    52. Sposo il piano di Sandra.
      Sono già operativo:
      La consigliera Spallitta non ha ancora risposto alla mia mail inviata attraverso il suo sito. Qualcuno ha qualche altro contatto? se non ricordo male Sandra in passato aveva avuto contatti.
      Nel week end provo a realizzare una pagina facebook (visto che nessuno si è offerto di aiutarmi). In modo che la consigliera abbia il supporto dei numeri alla richiesta di variazione da presentare in consiglio.
      Parallelamente attiviamo gli universitari per un progetto: ho contatto maurizio carta, assessore al centro storico ma in questo caso vicerettore e docente universitario di architettura. Anche lui non ha ancora risposto ma sono certo lo farà.

      Settimana prossima incontro un residente storico di Uditore (mi ha contattato via mail), con il quale intediamo attivare i residenti oltre ai commercianti, pensavamo alla scuola.

      vi tengo informati.

    53. genitlissima consigliera,
      grazie per la risposta, incontriamoci al più presto. Toni ha tutti i miei riferimenti ed è autorizzato darglieli o viceversa lo autorizzi a darmi i suoi.

    54. scusa rosalio, puoi spiegare perchè sono “in attesa di moderazione” prego?

    55. …forse il mio commento non era sufficientemente propositivo e scevro da piagnistei.

    56. ..in riferimento alla mancata risposta di callea o altri al mio commento delle 23.03.

    57. @Callea
      email della consigliera: https://www.rosalio.it/author/nadiaspallitta/
      Questa estate avevo postato un commento sul suo sito in un post e lei aveva gentilmente risposto. Non ho avuto l’esigenza di scriverle direttamente perché quello che cercavo si trovava già nelle pagine del suo sito (l’argomento era: regolamento comunale cultura).
      Allora quello che penso sulla condivisione dell’iniziativa di questo post è questo: se scrivi singolarmente al soggetto istituzionale (Carta, Spallitta), magari per i loro impegni istituzionali tardano a risponderti.
      Se invece si segue la strada dell’iniziativa lanciata su questo blog, parallelamente su altri blog e su FB e si chiede espressamente l’impegno dei soggetti istituzionali, questi visto che sono chiamati in causa non con un email individuale, ma in una piazza del web dove tutti leggono e attendono i riscontri, la musica potrebbe cambiare notevolmente soprattutto perché sia Carta che Spallitta ci tengono molto al popolo del web 😉 (non sono mica quelle cariatidi di assessori e consiglieri che a malapena sanno aprire un sito web).
      Personalmente credo che il lavoro effettuato principalmente sul web sia più coinvolgente per i rappresentanti istituzionali ma anche per gli individui (blog-smanettoni) che ci credono nell’iniziativa.
      Questo il mio umile parere per la migliore efficacia dell’iniziativa che questo post sta tentando di veicolare.
      Quindi penso che gli impegni che via via si intende chiedere ai rappresentanti istituzionali, prima li si dovrebbe costruire e condividere sul web, quando c’è una certa condivisione e pro-positività allora si organizzano gli incontri fisici, incontri nei quali i rappresentanti istituzionali sanno già quello che devono portare avanti come procedure operative all’interno della struttura comunale per rendere concreta e fattibile il progetto del parco urbano di quartiere.

    58. sono d’accordo con sandra loverde, tant’è che mi appello a Carta(ARCHITETTO), visto che nè la sopracitata nè lo stesso Callea sembrano interessati alle mie argomentazioni, per organizzare un concorso internazionale di progettazione sull’area, che preveda un edificio ( di che genere, da valutare) all’interno di un parco, senza cedere ai luoghi comuni.

    59. gentilissimo se68

      esistono due modi per non fare le cose. Uno il più semplice consiste semplicemente nel non farle.
      A Palermo siamo maestri.
      L’altro molto più complesso prevede che una cosa si complichi, si arricchisca, diventi sempre più complessa grande, affascinante costosa fino a sgonfiarsi su se stessa. Ed in questo a Palermo siama insuperabili.

      Io ho proposto un parco per i bambini, qualche albero: se non ci sono soldi si piantano piccoli e cresceranno, qualche panchina: se non ci sono i soldi non le mettiamo e per unh pò ci accomodiamo sul prato; un paio di guardiani: quelli non mancano nelle sconfinate schiere di LSU.
      Questo progetto o si realizza o non si realizza. Niente alibi. Se invece iniziamo: gara internzionale, edificio di archietettura moderna costruttuori apalti soldi finaziamenti… ecco che per incanto, una cosa semlice diventa ricca di ostacoli e complicazioni bell’è pronta per non fare nulla: ricordato il megaprogetto del sovrappasso di viale michelangelo?)

      Inoltre non condivido il merito della proposta. Ovvero abbiamo un centro storico abbandonato, vuoto. La nostra arte contemporanea deve essere il recupero di quella parte straoridnaria della città. Di questo sento il bisogno. Se vogliamo adificare arte contemporanea lavoriamo al progetto del water front, di questo c’è bisogno. ma perchè per fare un parco dobbiamo per forza costruirci qualcosa dentro? Perchè non facciamo un parco e basta? Facciamo una bella gara tra gli agronomi e gli architetti cittadini, magari che abibno meno di 30 anni, faccinao gratis il progetto, votiamo via web la piantumaizone più bella, compiamo un albero ciascuno… e via. La sua, legittima, esigenza di contemporaneità la possimo allocare altrove. Inoltre credo che oggi niente sia più moderno ed attuale (ed improcastinabile) del verde in città. L’area è grande per farci un parco, ma se cominci ad edificarla improvvisamente diventa piccola ed un parco che potrebbe essere aperto in sei mesi sarà pronto fra 20 anni, forse.

      Infine l’archietettura per l’uomo e non l’uomo per l’archietettura. La sua proposta mi sembra un pò fine a se stessa. Ovvero si costruisce qualcosa che serve, e facendolo nel 2010 magari uno utilizza tecnologie e stili contemporanei, lei propone di costruire qualcosa di contemporaneo giusto per il gusto di avere qualcosa di contemporaneo in città. La città indosserebbe un edificio Foster, Perrault, Piano, un po’ come un parvenu di provincia un Prada o un Valentino al primo invito in città.
      Sia chiaro, non ho nulla contro il cemento, se serve, ma considerando che palermo è una amorfa colata di cemento, forse possimo adesso pensare a qualcosa d’altro.
      Se ci piace l’idea di un parco cittadino in una città che non ha parchi e spazi verdi, allora concentriamoci su quello e non cominciamo a gonfiare la torta con il rischio che collassi su se stessa… lasciandoci nella nostra inesorabile apatia.

    60. Acconlgo ancora lo spunto di Sandra. Cominci a dire troppe cose che condivido, così non andiamo d’accordo ;).
      Chiedo pubblicamente a Maurizio Carta, come ho già fatto via mail, nella qualità di vicerettore e docente universitario, di verificare l’ipotesi di lavorare ad un progetto verde per quest’area coinvolgendo giovani archietti ed agronomi dell’Università.

    61. aggiornamento: nelle more dei contatti istituzituzionali ho realizzato la pagina facebook. più semplice del previsto anche se capisco è un po’ rudimentale, ma meglio di niente. Aiutatemi a promuoverla.

      http://www.facebook.com/pages/Facciamo-nascere-un-nuovo-parco-a-Palermo/161909963832781?ref=nf

    62. callea, inanto grazie per aver risposto, l’unico, alle mie argomentazioni.
      Naturalmente non sono d’accordo con lei, su tutti i fronti.(tranne il fatto che anche a me, come a tutti, piace il verde)
      Riprovo a spiegarmi:auspicare che a Palermo vengano indetti concorsi di architettura non significa proporre di fare niente, ma l’esatto contrario.Palermo è diventata brutta a causa di tristi architetture inserite in banali pianificazioni urbanistiche.Ma solo ripartendo da queste ultime Palermo si può salvare.Sognando, solo,giardini no.
      L’architettura a Palermo è morta anche per il veto posto da persone che la pensano come lei, e che, mi scusi la citazione, non vogliono “fare cose” se non conservare tutto, persino il sacco di questa città. Le ricordo che il centro storico di Palermo è unico anche perchè testimonianza di stili architettonici diversi realizzati in epoche diverse.Catania è più noiosa perchè realizzata, più o meno in un unico periodo.perchè noi oggi non possiamo dire la nostra? siamo uomini peggiori forse? Io costruirei, con la qualità resa esclusivamente dai concorsi di progettazione, anche nella parte antica di questa città, tra l’altro ancora piena di vuoti provocati dai bombardamenti. scommetto che lei è uno di quelli che nell’area quaroni avrebbe posto il veto al nuovo edificio per fare un giardino anche lì.ma ciò sarebbe stato un errore,un pò come tenersi un dente rotto in bocca senza ricostruirlo così come è un errore il prato di piazza magione.
      Pensi un pò cosa farei io nella circonvallazione.il mio sogno è una strada tipo gran via di barcellona ma con edifici contemporanei di qualità e ancora più importanti negli snodi cruciali, di cui la rotonda in oggetto.
      Bisogna avere coraggio, e realizzare un parco e basta a fondo uditore non ne è un esempio.
      Non si tratta di auspicare architetture fini a se stesse prodotta da archistar,si tratta di sognare una città diversa.mi chiedo che piacere potrebbe trovare a passeggiare in quel nuovo parco per poi uscirne e ritrovarsi nel nulla architettonico rappresentato dalla circonvallazione di Palermo.
      La città non si progetta chiamando l’architetto come si farebbe con un dj amico per organizzare una festa. è una faccenda più seria e, mi rincresce per la mia atavica palermitanità, più complessa.p.s.Bilbao avrà indossato il guggenheim di gehry come farebbe un grezzone con un prada, ma è anche vero che è rinata.

    63. @se68
      la penso come te, è inconcepibile che in quella zona come unici punti di riferimento prendano il motel agip e il tristissimo mcdonalds.

      però non penso arrivino soldi per un architettura realizzata da archistar. So che lo stato per ora ha problemi con Milano Expo2015.. secondo te pensano a Palermo? Io la vorrei una bella architettura identitaria ma se ne parlerebbe dopo il 2016, mentre il parco in pochi mesi si può fare.
      In seguito l’architettura si deve assolutamente fare ma per adesso noi cittadini abbiamo VERAMENTE bisogno di spazi verdi e subito.

    64. @se68
      Le nostre posizioni sono più vicine di quello che potrebbe sembrare ad una lettura superficiale.
      Dietro Bilbao, Dublino, barcellona e le loro rinascite c’erano riflessioni complesse. Non si è trattado esclusivamente di interventi architettonici, ma amministratori e cittadinanza avevano un probetto per la città: una visione.
      Io faccio il progettista, il mio mestiere consiste nell’immaginare scenari possibili ed attivare le risorse necessarie per attivarli.
      Concordo sulla necessità di un progetto per la città. Analiziamo i bisogni, capiamo dove vogliamo andare come collettività, immaginiamo palermo tra 5 o 10 anni, ciò fatto scegliamo la classe dirigente giusta che possa condurci in quel posto.
      Non ho pregiudizi su nessun intervento, e penso che la scelta di un approccio troppo conservativo non potrà mai risolvere la questione centro storico.
      Non sono contro il cemento per partito preso. Discutiamo di come usarlo e con quali obiettivi.
      E sono disponibile ad aprire con te un dibattito pubblico sul futuro della città oltre a supportare qualunque ipotesi progettuale che preveda per palermo qualcosa di altro rispetto a centri commerciali e palazzoni residenziali.
      A palermo si è costruito tanto nel passato in maniera errata. Forse la nostra scommessa potrebbe essere svuotare e riqualificare, non lo so. Coinvolgimo tecnici, specilisti, cittadini, discutiamone senza pregiudizi.

      Pensare al verde di una città è pensare a parte della sua visione, con la differenza che un parco lo fai in qualche mese, e lo puoi smontare anche prima.
      Per cui mentre riflettiamo con un grande sforzo di ragionamento su un progetto anche edilizio per palermo, possiamo nel frattempo aprire parchi.
      Un parco è un posto indispensabile alla vita quotidiana. Parlo da padre. E da padre di una bimba piccola ne sento un’ugenza pressante, è un luogo nel quale si svolge una particolare forma di aggregazione civica, di incontro e scambio. E’ un luogo vivo sulla qui essenzialità non credo che nessun genitore abbia dubbi. I parchi sono luoghi di aggregazione nei quali tra l’altro può iniziare una riflessione collettiva di una società, accanto ai teatri, ai musei, ai centri civici…
      Per me un parco non è insomma solo uno spazio verde tra due palazzi. Ma un irrinunciable spzio di aggregazione civica.

    65. C’è qualcuno che rimpiange ancora il foro italico ai tempi delle giostre? Anche quella del prati fu una felice visione per il centro storico così come potrebbe esserlo un parco a fondo Uditore.

    66. Leggo questo post con piacere, anche se riguarda un area della città che frequento poco, mi rincuora leggere che tante persone continuano ad interessarsi al suo miglioramento…
      BENE, per quello che posso… io ci sono! Inizio dal veicolare la notizia e condividere la pagina Facebook tra i miei contatti! 😉

      Riguardo l’eventuale sponsorizzazione personalmente non ho nulla in contrario, basta che sia discreta. Magari dando anche modo a chi, come Fabio, vorrebbe contribuire di poterlo fare, da solo o in gruppo.

      Unica mia preoccupazione, pensando al Parco come fosse già realizzato, non posso fare a meno di pensare allo stato in cui versano TUTTI gli spazi comuni della nostra città, Parchi, Ville, Vie o Piazze… pensate un attimo a come sono ridotte… sarà così pure per questo Parco?


      @Nicola più che rimpiangere il Foro Italico con le giostre (il degrado era intollerabile) mi chiedo, ma una città come Palermo non dovrebbe avere un Luna Park? Darebbe svago e lavoro a tanta gente…

    67. Se68 il canale corretto per comunicare con me è l’e-mail. Saluti.

    68. batto due colpi, i miei sono gemelli

    69. Su Fondo Uditore e le sue implicazioni relative all’urbanistica di Palermo e alle aspettative di insediare il Centro Direzionale della Regione ho promosso e gestito una tesi di laurea in qualità di relatore presso la Facoltà di Architettura nell’a.a. 2009-2011.
      Il progetto veicolato dalla Regione è molto lacunoso e sostanzialmente insufficiente a ospitare tutti i dipartimenti che oggi sono in sedi improprie (inadatte o in affitto o tutti e due i casi). La nostra proposta tra l’altro salvava parco e uffici, inserendo adeguatamente le linee tranviarie in realizzazione, l’asse della circonvallazione e provvedendo ai necessari parcheggi.
      Certo se si abbandonasse l’idea del centro direzionale (con una variante di piano regolatore che oggi prevede zone F – centro direzionale) per insediare un parco ne sarei ben felice, io e penso migliaia di palermitani
      In qualità di docente e ricercatore di Architettura del Paesaggio dell’Università di Palermo posso dare volentieri contributi a chiunque decida di cavalcare questa battaglia per appropriarasi anche a basso costo e in poco tempo di un’area di grande valore ambientale, paesaggistico, dall’indubbio valore simbolico, che potrebbe con poco diventare un nuovo polo verde per una città che ha dotazioni pubbliche in questo settore assolutamente insufficienti.

    70. Ottima idea, mi piacerebbe molto aiutarti a realizzarla.

    71. […] di bello al centro di quella distesa di cemento che è stata la Conca d’Oro. A seguito di un mio post su questo blog associazioni e liberi cittadini hanno iniziato un percorso aggregativo per […]

    72. […] cominciato circa due mesi fa, quando un cittadino palermitano, Giovanni Callea, scriveva un post su Rosalio esponendo con voce appassionata la sua idea di creare, su un terreno inutilizzato, un parco proprio […]

    73. ciao sn cristian e ho 12 anni……io cm lei ho avuto il coragggio di entrare in questo parco cn due miei amici e senza ke nessuno se accorse abbiamo a calcio e cisiamo divertiti un mondo….cosi abbiamo cominciato a raccogliere firme e in 2 giorni avevamo già 100 firme…..pensi signor callea nei vari palazzi ke andavamo c erano persone ke ci minacciavano di chiamare la polizia beh sa kosa abbiamo fatto noi??abbiamo continuato xk noi nn abbiamo paura di metterci nei guai in circostanze cosi serie e allora cn orgoglio abbiamo suonato ad altri campanelli…io voglio questo parco nn solo x divertirmi ma anke x dimostrate la mia voglia di essere libero…cmq devo proprio andare
      cordiali saluti
      cristian
      ps:ho deciso di venire cn voi il giorni ke dovrete portare i fogli al comune!!

    74. Sono stato a Palermo per quattro giorni attirato dalla voglia di vedere i capolavori dell’arte bizantina e normanna e soprattutto per visitare l’Orto botanico. Avete un gioiello e lo ignorate. Chiedete la sua collaborazione per le piante. Abito in una città del nord che ha un parco a disposizione seppur con una serie di problemi di gestione e manutenzione. Un parco è un’oasi fondamentale per la qualità della vita. Palermo è città per alcuni aspetti bellissima, per altri mortificata dalla invadenza del traffico e dalla carenza di verde pubblico. L’idea mi sembra ottima. Ma dopo un iniziale e vivace dibattito l’unico che si è mosso è stato un ragazzino? o sbaglio e tutto procede?

    75. Caro Renzo,
      La cosa procede, su facebook trovi tutte l einformazioni. http://www.facebook.com/pages/Facciamo-nascere-un-nuovo-parco-a-Palermo/161909963832781?ref=ts

      in breve abbiamo le firme necessarie, realizzato il progetto con il coinvolgimento delle facoltà di architettura ed agraria, ed a breve, spero già settimana prissima presenteremo ufficialmente in consiglio comunale la richiesta di variazione.

      Cristian è in gamba. per fortuna insieme a lui stanno collaborando al progetto decine di giovani e volontari.

    76. Quando la comunità crea un parco così bisogna essere felici e non piangersi addosso, deve essere un punto per andare avanti. Dal punto di vista del verde Palermo non mi sembra messa male, deve solo valorizzare e preservare le aree vecchie e quelle create negli ultimi anni (che non sono poche).

    77. Da questo post è nato tutto: come saprete da un anno quello spazio è un parco, una delle cose di cui andiamo più fieri di avere fatto anche grazie a Rosalio. 🙂

    78. bellissima iniziativa partita dal basso che ha ottenuto un successo concreto, duraturo e futuro. Per aspera ad astra!!!

    79. […] pensare che tutto fosse nato poco più di un anno fa, da un appello di Giovanni Callea sul Rosalio che esprimeva un desiderio: quello di poter passeggiare con sua figlia nel giardino che vede dal suo […]

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