Andava via spinta dai «beata te», tornava trattenuta dai «torna presto». Erano due anni che andava e tornava, tornava e andava, un movimento continuo tra due case che erano entrambe sue ma che nello stesso tempo non le appartenevano. La prima era la casa che aveva preso in affitto e che divideva con altre ragazze meridionali. Al nord. La seconda era quella in cui era cresciuta e in cui vivevano ancora i suoi genitori. Al sud. Negli ultimi due anni aveva passato più ore in aeroporto che al cinema, che era sempre stata la sua passione. Attese, ritardi, imbarchi, controlli, sguardi sui display sperando che il tempo programmato di un volo coincidesse con il tempo stimato. Viaggi brevi o lunghi, minimo due giorni massimo dieci, prima frequenti, poi sempre meno. Valigie pesanti. Prima. Poi sempre meno. Aveva imparato a viaggiare leggera, la pesantezza la portava nell’animo, quando andava al sud per nostalgia, quando tornava al nord per esigenza.
Anche nell’ultimo viaggio di ritorno il suo bagaglio si fece più leggero. Continua »
Ultimi commenti (172.556)