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giovedì 28 mar
  • Breve storia di una violenza domenicale

    Immaginate di passare accanto al Teatro di Santa Cecilia su via Cagliari una domenica dopo pranzo. Immaginate di sentire della musica provenire dall’interno e di avanzare a passo incerto verso una porta d’ingresso aperta cercando di capire se si stia svolgendo uno spettacolo. Immaginate che non appena abbiate messo la punta del naso oltre la porta per osservare l’interno una voce perentoria vi giunga alle spalle al suon di “SCUSA!”…e di un più incalzante…”GIOVANE!”. Immaginate che volgendo lo sguardo vi troviate un ragazzo sicuramente non meno “giovane”. Immaginate di subire un’aggressione verbale sorretta dalla tesi che il vostro curiosare fosse stato paragonabile allo sconfinamento di casa vostra! Immaginate che chiedendo ironicamente se per caso quella fosse casa sua, riceviate sorprendentemente una risposta affermativa. Immaginate che al vostro cenno di reazione (pacata e razionale) alla durezza delle parole rivoltevi, vi raggiunga il fratello maggiore del primo, che con tono minaccioso e viso a 10cm dal vostro si informi con voi se per caso c’è un qualche tipo di problema. Immaginate di avere 30 anni, un’istruzione, un figlio e nessuna voglia di confrontarvi fisicamente con loro. Immaginate di lasciare la scena con mille dubbi per la testa come: ma a che titolo quei ragazzi “custodivano” il teatro? Ma perché un teatro su cui campeggiano messaggi di desiderio di riapertura alla città respinge un concittadino con tanta acredine? Ma soprattutto….che spettacolo c’era???
    Se vi siete immaginati tutto questo, avete un’idea di cosa ho passato una domenica dopo pranzo. 😀
    SANTA CECILIA LIBERA!

    (foto da Google Maps)

    Ospiti
  • 2 commenti a “Breve storia di una violenza domenicale”

    1. “..con tono minaccioso e viso a 10cm dal vostro si informi con voi se per caso c’è un qualche tipo di problema..”
      Si poteva rispondere : “Si’, il suo alito e’ pesante..cattiva digestione?”
      E magari una risata generale arrivava. O forse no. Boh.

    2. Caro Giuseppe,
      il problema è che siamo ostaggi a casa nostra e quella del Teatro Santa Cecilia, affidato a caso sulla scorta di una emozione del momento senza progetto e prospettive, è solo una delle tante cose senza criterio nella nostra città.
      PALERMO LIBERA!

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