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Biografia: Appassionato di new media e sostenitore del citizen journalism, vivo e lavoro a Palermo come giornalista. Mi occupo anche di uffici stampa e comunicazione. Cantautore mancato, ascolto Mozart, Battiato e la gente che mi circonda.

Giovanni Villino
  • Il cartellone alla Cattedrale: il fine può sempre giustificare i mezzi?

    Il cartellone alla Cattedrale: il fine può sempre giustificare i mezzi?

    Stamattina ho postato su facebook e twitter questa foto. Un grande telone pubblicitario sul prospetto della Cattedrale. Un’immagine che, immediatamente ed emotivamente, mi ha infastidito. Ho cercato di razionalizzare. Non ci sono riuscito. Alcuni amici nei loro commenti hanno provato a farmi riflettere. Mi hanno scritto ad esempio:

    «Perché stupirsi? il Duomo di Milano è ricoperto da anni da ogni genere di pubblicità… scarpe fetish, Madonna (Ciccone) e via discorrendo. ma senza di loro – gli sponsor – ora non sarebbe perfettamente restaurato…».

    «Con tutte queste foto e condivisioni aumentiamo la popolarità di F…..! Più view per loro… tanta pubblicità regalata! Continuate! La prossima azienda che capisce il meccanismo farà di peggio!».

    Sarà un mio limite, ma non riesco a mandare giù il fatto che un fine possa sempre giustificare i mezzi.

    AGGIORNAMENTO n.1: Fastweb ha pubblicato due tweet.

    AGGIORNAMENTO n.2: il Comune ha diffuso un comunicato:

    L’Assessore alle attività produttive Marco Di Marco, di concerto con il Sindaco, ha chiesto poco fa agli Uffici competenti una urgente relazione di verifica sulla legittimità degli impianti pubblicitari realizzati sulla facciata della Cattedrale, disponendo “l’immediata revoca di eventuali autorizzazioni rilasciate in violazione del Regolamento comunale e/o prive del Nulla Osta della Sovrintendenza per i beni culturali”.

    «Proprio in questi giorni in cui siamo impegnati nel recupero del decoro di tutti i monumenti cittadini – ha affermato l’Assessore Giambrone – è importante che non vi siano utilizzi non avallati dalle Autorità competenti in materia di tutela dei beni monumentali».

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  • Totò Cuffaro continua a far parlare di sé

    Totò Cuffaro continua a far parlare di sé. La sua figura nell’immaginario collettivo è ancora viva. È viva tanto in chi lo ama e continua a difenderlo, tanto in chi lo ha condannato e non prova per lui alcuna pietà. C’è chi cerca di esorcizzare la sua presenza, chi la evoca.
    Ultimamente Cuffaro è tornato alla ribalta dopo alcune interviste rilasciate a Sky e alla rivista S. Ed è proprio l’autore dell’intervista pubblicata su S, Riccardo Lo Verso, che con un post su diPalermo riapre il dibattito attorno al Cuffaro detenuto.
    Lo Verso, dopo avere fatto le opportune premesse («Totò Cuffaro è stato condannato per un reato grave. Ancor di più se commesso mentre si ricopre un prestigioso incarico istituzionale»), descrive il detenuto Cuffaro. E conclude:

    «Dovremmo tutti far vista ai detenuti che conosciamo, anche e soprattutto se li abbiamo criticati. Solo mantenendo vivo il rapporto con il mondo da cui sono stati, momentaneamente o per sempre, espulsi potranno fare tesoro degli errori commessi. Solo la presenza che ingigantisce l’assenza di ciò a cui sono stati, giustamente, chiamati a rinunciare può convincere un detenuto ad evitare errori futuri. Almeno questa è l’idea che mi sono fatto».

    Quasi immediata la reazione. A scrivere questa volta è Vincenzo Marannano, cronista del Giornale di Sicilia. Continua »

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