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venerdì 19 apr
  • Rifardiarsi

    Senza casa in rivolta. Laboratori e cliniche mediche in rivolta. Commercianti di piazza Bellini in rivolta. Palermo pare sempre sull’orlo della rivoluzione. Solo che poi, regolarmente, se la rifardia.

    L’espressione Rifardiàrisi in siciliano significa tirarsi indietro. A quanto pare viene dall’arabo rafarda, ossia rifiutare. Col tempo il verbo è passato al dispregiativo: se l’è rifardiata, rifardo. Malgrado l’accezione negativa, sta a indicare un’attitudine che è molto siciliana, quella di sporgersi molto avanti e poi, invece, rifardiarsela. Ma non è certo l’autunno, la stagione privilegiata del rifardiamento. I siciliani se la rifardiano di solito in primavera. E specificatamente: la vigilia delle elezioni. Per quattro anni non fanno altro che lamentarsi, rovesciare cassonetti e bloccare le strade, tanto che in certi periodi quasi quasi gli si crede. Poi arrivano al momento di votare, che normalmente sarebbe quello di tirare le somme della propria indignazione, e se la rifardìano.

    A parlare con chiunque, a leggere i commenti dei blog e le lettere ai giornali, sembra di essere circondati da un popolo di Che Guevara, tutti pronti da un momento all’altro a imbracciare il mitra e darsi alla guerriglia. Certe volte mi sono persino vergognato del mio moderatismo, ma col tempo ho imparato a osservare con disincanto il mugugno eversivo dei siciliani. Tanto ormai l’ho capito: se la rifardìano sempre.

    (in collaborazione con www.robertoalajmo.it)

    Palermo, Sicilia
  • 59 commenti a “Rifardiarsi”

    1. Roberto Alajmo butti le provocazioni verbali sempre nella politica.
      Chi se l’arifardia é inciuriato di essere sì inaffidabile, ma a volte non é detto che il rifardiarsela sia un male. E’ un ripensamento, un tornare sui propri passi, spero più per intima convinzione che per calcolo.
      Roberto, vale per tutti, non solo per certe compagini politiche. Si ha sempre il diritto di arrifardiarsela, secondo me.

    2. …e i risultati si vedono.

    3. dopo quello che ho visto ieri sera su toto’, è stato premiato senatore
      complimenti

    4. ma chi? hanno fatto senatore postumo il Principe de Curtis?
      Non è che poi se la rifardìano e lo riabilitano a genio assoluto?

    5. il siciliano, rifardio x antonomasia! Tanto qua’ rivoluzioni non ce ne saranno mai! Non e’ popolo da rivoluzione nei grandi numeri. Manca un sentimento diffuso di libertà. I siciliani non tendono ad essere liberi individualmente, passano i decenni ad assicurarsi un padrino politico che gli possa far trovare un posto al figlio, anche se estremamente precario, oppure che gli possa far scavalcare la fila all’ospedale per fare quegli esami clinici. Roberto, queste sono le mission quotidiane della magior parte dei siciliani, e allora e’ logico = il rifardiamento alla rivoluzione!!! Campa siciliano che la sudditanza cresce…

    6. Prova a far pagare, pro-quota, a ciascuno dei cittadini catanesi o palermitani (con la minaccia del fermo auto o delle ganasce) il dissesto dei propri Comuni di appartenenza e vedrai che non se la rifardieranno più.

    7. Il prezzo della libertà di pensiero (arrifardiamento) palermitana?
      Un pacco di pasta, una scheda telefonica e se va bene 50 euro!

    8. È strano il paradosso, del resto viviamo in una terra ricca di contraddizioni.
      Per il siciliano di solito la parola è contratto.
      Ci hanno fatto la testa tanta genitori e nonni sul fatto che gli impegni si debbono portare a termine, che a costo che ti vendi un occhio la palora la devi mantenere sempre e comunque, che l’onore di un uomo si misura dalla capacità di mantenere la sua dignità con quante più persone possibili, che bisogna evitare come la peste chi non ha dignità e chi non mantiene le promesse perché ci si potrebbe compromettere.
      Invece? Tutte minchiate, robba da film, cose da romanzi tomasi-lampedusiani. Fiction, telenovelle.
      Personalente credo di vivere in uno stagno dove le papare fanno quaqquaraquà.

    9. Certo che il discorso fatto da Uma, basato sul principio del ripensamento e del rivedere le proprie posizioni, non solo non è perfettamente pertinente, dato che è piuttosto banalotto e pacifico, ma anche molto deprimente, rispetto a quello scritto da Alajmo. Ma la cosa che invece mi chiedo è: a che ora va a dormire Uma?? E a che ora si sveglierà? Quesiti generazionali…

    10. Certo tutto vero caro Roberto, il Palermitano se la “rifardia”, e chi rifardia è chiamato ” facciuolo”; è una catena, i primi facciuoli a rifardiarsela sono i politici che prima: ” piu rispetto per l’ambiente, piu servizi sociali, piu case popolari, meno tasse, ecc”; poi regolarmente se la rifardiano causando quelle “timide” proteste di cui parli tu che dovrebbero portare invece a prenderli a calci in cu+o al grido di facciuoli.
      Invece……si protrae stancamente tutto fino alle prossime elezioni dove il “protestante” si trasforma in facciuolo (dietro promessa che stavolta….), così la catena continua, all’infinito.
      Bisognerebbe spiegare ai palermitani che “facciuolo” in italiano si dice ” volta gabbana” e se volti gabbana trovi dolce dietro, insomma ..te la prendi in ……

    11. i ‘cugini’ francesi mostrano spesso un campanilismo estremo ma ho sempre ammirato il fatto che se decidono di dare 1 svolta alle cose alla fine la spuntano, anche questa è una forma di partecipazione attiva nella vita politica del paese. dalle nostre parti si impara a ‘rifardiarsela’ al liceo ( chi di noi non si è trovato disilluso perchè il proprio, agguerrito spirito ‘sessantottino’ha dovuto soccombere suo malgrado all’istanza delle imminenti festività/vacanze quindi buonanotte al secchio!??), si continua poi , nella realtà lavorativa, con gli annunciati scioperi di proporzioni faraoniche ( durante i quali poi ci si ritrova in dieci, sigh!)e si conclude piegandosi alla più spicciola demagogia per ‘la cinquanta euro’. d’accordissimo sul diritto al ripensamento ma c’è soprattutto il dovere delle responsabilità e a ‘rifardiarsela’ con la propria coscienza ci vuol davvero talento, ahimè

    12. …”Palermitani, facciuolo in italiano si dice “volta
      gabbana “e se volti gabbana trovi dolce dietro, insomma
      …te la prendi in …”
      Graziosissimo, GOKU, ne farei il prossimo slogan elettorale, squisitamente siciliano!

    13. Magari, Donato. Ma la macchina del consenso non prevede che i propri disastri si paghino, o vengano pagaati dai mandanti elettorali. I milioni regalati di recente all’amministrazione di Catania questo stanno a significare: che il dissesto è gratuito, e ce n’è per tutti.

    14. Va bene, io questi discorsi li sento alla fermata dell’autobus dall’età della prima media; quindi non occorre considerarsi intelligente né tantomeno intellettuale esponente della famosa (mondialmente riconosciuta) intellighenzia palermitana per pensarli.
      Invece mi aspetterei proposte concrete. E’ vero che i comportamenti sopra denunciati sono ingiustificabili, ma quali sono le alternative? Palermo vive dentro una spirale, isolata dal mondo che produce ricchezza. Palermo vive in stato di sopravvivenza, con qualche caso isolato che conta solo localmente. Le attitudini sopra denunciate ne sono la logica e forse inevitabile conseguenza dettate da naturale istinto di sopravvivenza. Andate a vivere fuori dal similpaeseitalia, tornate a Palermo dopo un anno, appena arrivati a punta raisi vedrete chiara la fotografia della decadenza globale, senza che ci sia bisogno di arrivare in città, ecco, si capirà perchè i palermitani sono innanzitutto vittime, prima di essere responsabili o complici, dei suddetti comportamenti. Qualcuno ha citato i francesi, confermo vivendoci a contatto almeno nove mesi l’anno, anche se pure loro ultimamente subiscono le recite e entrano malgrado loro dentro il cinema dove abilmente li porta l’attore Sarkozy, che in questo senso recita meglio, e in maniera piu’ intelligente, degli attorini politici italiani, Mister B. e ” W. I Care” in testa.
      La svolta per la Sicilia, la salvezza anzi, puo’ venire solo da fuori, imposta. Io quando vedo e sento certi individui che peretendono, a torto, di fare i politici in Sicilia, non mi sembrano neanche veri; ogni ulteriore spiegazione al loro riguardo è superflua, oltre che perdita di tempo inutilmente.
      Se la rifardiano alle urne? Perchè c’è oggi a Palermo un solo uomo aspirante politico che merita il viaggio da casa alle urne? Ecco che la maggior parte dei cittadini in questo contesto sceglie il mercimonio.
      E l’intellighenzia, anche di questo sito intellettuale, perchè non s’incazza peggio dei francesi e blocca totalmente la vita cittadina ad oltranza, per mesi o per anni, finchè non si mettano in atto nuovi sistemi di gestione della vita pubblica, consapevoli che la politica com’è intesa oggi è totalmente fallita e anacronistica? Piuttosto che limitarsi ai soliti gargarismi verbali ormai secolari.

    15. Il problema è l’assenza – in sicilia in particolare – di una opposizione di centrosinistra che abbia un briciolo di credibilità. Come dire? Dai banchi dell’opposizione attacchi la maggioranza per poi, nella “sala dei passi perduti”, andare a chiedere favori e prebende per gli amici e i compagniucci. Altro esempio. un deputato regionale di centrosinistra attacca l’assessore di turno di centrodestra accusandolo di finanziare “a pioggia” progetti senza alcun criterio qualitativo, salvo poi scoprire che l’assessore ha finanziato un progettone “congruo” ad un parente molto ma molto prossimo del deputato di centrosinistra. Per non parlare poi del “potere dell’antimafia” (di cui dice bene Sonia Alfano) del quale, un giorno, si dovrà scrivere la vera storia.
      Direi che oggi, purtroppo, l’unica differenza che si riesce a scorgere analizzando una ipotetica antropologia di politico “di destra” e “di sinistra” è il livello di ipocrisia con cui si predica bene e si razzola male, si evoca la legalità e non la si pratica, si parla di antimafia e non la si combatte. Ecco perchè aumentano i “rifardi” e, di conseguenza, cresce il centrodestra.

    16. In verità devo dire che l’unica considerazione che oggi questo post mi suggerisce è che i circa 700.000 abitanti della nostra città in fondo non stanno poi tanto male, anzi, non stanno male per nulla, fatte salve naturalmente le solite sparute minoranze che non hanno né voce né forza.

    17. L’autore anonimo di questo post esemplifica perfettamente il concetto che ho espresso. Ricordo a questo “signore” un aforisma di leonardo sciascia: “Non c’è peggior fascista di chi dà del fascista a chi fascista non è”…Con questi rozzi non andremo da nessuna parte..

    18. sono lustri che il voto di chi se l’arifardia pende sempre dalla stessa parte.
      poi certo…come dare torto a fabius…

      per quanto riguarda la parola di un siciliano…meglio farsela controfirmare davanti ad un avvocato!

    19. Piccola correzione: la radice del verbo arabo rifiutare é RaFaDa e non rafarda.
      Ottimo post come sempre

    20. I sollevamenti popolari,raramente nascono spontanei.
      In francia opposizione,intellighenzia e sindacati,sanno “organizzare” manifestazioni di proteste ad oltranza.
      In sicilia come nel resto del “similpaese” è un tutto magna magna

    21. Ai palermitani, ai siciliani, manca quasi del tutto la cultura dell’alternanza. Che non significa sposarsi, una volta per tutte, con il centrodestra o con il centrosinistra, ma favorire il ricambio. E guardate che non è, come si è tentati di credere, una manifestazione dell’Italia del sud. In questo momento, quasi tutte le regioni del mezzogiorno, a parte il Molise dove il centrodestra ha vinto nel 2006, ma dove prima governava il centrosinistra,sono rette dal centrosinistra (in Abruzzo si rivoterà tra breve per le note vicende giudiziarie, ma sino a qualche mese addietro governava il centrosinistra). I capoluoghi di regione di Molise, Basilicata, Puglia, Campania, Abruzzo, sono retti da amministrazioni di centrosinistra. Ciò significa che dove governa il centrosinistra va bene? Assolutamente no, può andare bene o male, così come dove governa il centrodestra. Solo che almeno in queste regioni, che sono sempre del sud ma molto differenti da noi, si sono alternati, nelle amministrazioni regionali e nei comuni più grandi, giunte di centrodestra e giunte di centrosinistra. Insomma, la normale alternanza. Che, se esercitata bene dal corpo elettorale, porta chi amministra per cinque anni a non essere sicuro che la prossima volta verrà rivotato qualsiasi cosa combini. Quest’ultima è la cosa che nel decennio iniziato nel 2001 capita regolarmente in Sicilia. E nella classe politica che rappresenta l’opposizione, non ci saranno magari dei geni. Ma tale comportamento del corpo elettorale denota, oltre che il “rifardiamento” di cui parla Alajmo, anche una cultura politica primitiva. Che porta a non sa usare bene neanche uno strumento, tutto sommato semplice, quale è il diritto di voto. Per chi pensate che abbiano votato i senza casa dello ZEN che in questo momento protestano, alle passate comunali? E chi, alle passate regionali, hanno premiato con il voto coloro che ora s’indignano per la parentopoli? L’elenco potrebbe essere lungo. Ci basta solo farci una domanda. Per chi rivoteranno la prossima volta? La risposta è scontata.

    22. Oggi è san Francesco, patrono d’Italia, il santo dei poverelli . Che forse ogni tanto i politici non dovrebbero guardare a questi personaggi, farsi l’esame di coscienza e anche senza rinunciare al pane prendersi cura veramente della gente ? Invece i poverelli di Sicilia, nella speranza di un tozzo di pane, di un lavoro, di una vita migliore, hanno finito di pregare i santi e si affidano ai politici. Quelli che stanno bene vogliono stare meglio e rafforzano le loro amicizie con i potenti ,e la gente che sta in mezzo non sa più…per quale santo votare!

    23. Il più grosso RIFARDIO è quello che fanno i politici subito dopo esser stati eletti. E sto parlando di TUTTA la compagine politica.

    24. …abbasso i rifardi!…

    25. Quella che sto per scrivere è un ovvietà.
      Sono piccolina, ma ho vissuto abbastanza per notare che, in una città oppressa dal problema della disoccupazione, in certe circostanze, che casualmente coincidono con il periodo pre elettorale, si ha il boom delle assunzioni. Vigili del fuoco, Amia, università, aereoporto.. Insomma ogni 4 anni qualcuno si sistema, sono più avvantagiati coloro che conoscono tante persone.. diciamola così, banalmente. Il siciliano se la rifardia è vero, ma stupido non è.. sa che tante promesse spesso non verranno mantenute, e sa quanto peso ha la proprio figura e il proprio voto. Nello specifico, la grande massa dei votanti è esclusa quindi non credo che quando il centro destra stravince in Sicilia sia solo un problema di “rifardiarsela o no”.
      Io credo che il problema, politici a parte, stia nel rendersi conto di quanta gente ottusa c’è in giro, che nel 2008 con un paese al collasso continua a parlare di destra e sinistra, di fascismo o comunisco. Di chi si rende conto che questa legislazione ha fallito a Palermo e, preferisce prendersela con il Sindaco che tra poco verrà sostituito da un altro della stessa compagnia. Di chi consapevole di ciò, rivoterà il centro destra, non perchè gli hanno offerto chissà quale opportunità ma semplicemente perchè è di destra.
      Non sono TUTTI uguali i politici, ma a noi piace raccontarcela perchè così ci sentiamo meno responsabili.

    26. Sono tutte considerazioni ovvie e pertinenti, rimane in ogni caso il fatto che Roberto Alajmo ha ragione, secondo me. Una volta si ragionava sugli ideali, ideologie politiche, oggi non vedo grossa differenza in tutti gli schieramenti politici-partitici, dai quali, volenti o nolenti, dipendiamo: mi sembrano tutti assetati di potere,che ogora chi non lo ha, come diceva Andreotti. Già, quello messo sotto processo anche per un bacio ma, prevalentemente, per 50anni di politica governativa complici tutti. Rifardiarsela: cosa resta all’individuo impotente, suddito del sistema, scegliere il meno peggio della lista precostituita oppure che altro?

    27. io sono arrivata a malincuore, dopo avere votato anche i referendum più idioti e inutili per tutta la mia vita di votante, a questa conclusione: mai più in mio nome!
      fin quando la nostra classe politica sarà questa il mio sarà un non voto. devo ancora decidere se “andare al mare” o ritirare la scheda e far mettere a verbale che nessuno mi rappresenta.

    28. Anche quando non sono isterici, e qualcuno isterico c’è in giro, i nichilisti non fanno altro che delegare a sconosciuti o malintenzionati il loro voto. Continuiamo così, facciamoci dl male. La parola chiave – a prescindere dalle valutazioni di destra e sinistra – è alternanza, come dice Francesco Palazzo.

    29. Auguri, Francesco !

    30. Bellissimo post, complimenti al Dr.Alajmo per l’argomento, ed anche agli intervenuti, tutti a mio avviso con argomentazioni molto valide seppur con punti di vista differenti. Carinissimo lo slogan di Goku, assolutamente da utilizzare in qualche campagna pubblicitaria o elettorale…forse qualche addetto ai lavori lo leggerà e gli chiederà di farlo suo?!!
      Aggiungo due parole rivolgendomi al Dr.Alajmo: “La “seguo” da un po’ e un giorno spero prima o poi di incontrarla e conoscerla. Aggiungo che abbiamo un’amica in comune ma non faccio nomi per il momento, anche perchè sto scrivendo, ed ho anche un blog, sotto pseudonimo..volevo ringraziarla perchè quest’estate, mentre ero in vacanza in Alto Adige e stavo guidando percorrendo una di quelle strade panoramiche mozzafiato in alta montagna, ho ascoltato una sua fantastica intervista in diretta a Rai Radio3-Fahereneit sul suo ultimo libro e mi sono divertita tantissimo. Lei teneva testa come pochi all’intervistatore specie quando ad un certo punto c’è stata tutta una eccellente disquisizione sulla “sicilianità” e sulla “sicilianitudine”…COMPLIMENTI!
      Penso che solo chi è siciliano e vive in questa terra tragica e meravigliosa può aver apprezzato e compreso, come me, le sue parole ed il loro significato durante quell’intervista.
      Grazie per lo spazio e saluti a tutti…
      P.S. Rosalio è bellissimo e davvero ben fatto.
      Mi piacerebbe lasciare l’URL del mio blog ma non so se si può, pertanto per favore fatemi sapere. Grazie.
      Diotima di Mantinea (Palermo)

    31. Puoi.

    32. La parola chiave è l’alternanza, giusto, dopo 5 anni max di impegno si va a casa, senza deroghe, avanti un’altro. Ma quì, nel Paese italico, l’alternanza tra chi è, chi ‘onest e chi il dis…., perchè di questo si tratta, sembrano tutti uguali.
      Ed i voti, al nuovo che avanza, da dove vengono?
      In un paesino siculo, attualmente, spot magnifico, si vendono le case diroccate ad 1 euro, con l’impegno di ristrutturarle, resta da vedere chi lo farà. Ma i voti, chi li ha dati al nuovo sindaco da quale contenitore sono provenuti?

    33. L’alternanza dovrebbe sottintendere ricambio con altri che si considerano migliori.
      Potrei fermarmi qui perchè non meritano una parola di piu’ sprecata.
      Pero’… per me è evidente che a Palermo si insiste, per motivi che considero perlomeno incomprensibili, a parlare di una cosa che non è mai esistita: la politica e le elezioni basate solo sulle idee. Allora, perchè continuate a parlare di politica e alternanza laddove la politica nemmeno esiste?
      E’ evidente che il sistema in atto da decenni è ampiamente fallito e gli uomini che pretendono gestire la cosa pubblica a Palermo, da un estremo all’altro, di qualsiasi colore (che non vuol dire niente, peraltro), condividono tutti un elemmento che è la loro caratteristica principale: l’incapacità; sono inadeguati. Questi uomini si candidano alle elezioni come ci si iscrive all’ufficio di collocamento al lavoro. Pero’, mentre all’ufficio di collocamento ogni tanto richiedono requisiti adeguati all’impiego, per candidarsi alle elezioni palermitane, invece, è richiesta una discreta conoscenza dello squallido teatrino di bassa leva detto anche politichese e, soprattutto, si deve avere al seguito una nutrita squadra di galoppini conoscitori del professionismo dell’amicizia, fatto di sottintesi, taciti accordi di scambio, baci abbracci e tradimenti, compravendita di voti, falsa amicizia è chiaro, rapporti equivoci sporchi, business arcaico, non sembra neanche vero, tutta questa mancanza di dignità, ma in quale secolo stiamo vivendo?
      E ancora oggi qui, tra l’intellighenzia palermitana, si legge di politica e alternanza? You must be joking! mi dice spesso una mia amica, per altre cose.
      Finchè non saranno inventati e messi in atto nuovi sistemi di gestione della vita pubblica, per sostituire questo attuale ampiamente fallito, noi palermitani resteremo qui a esibirci nei soliti gargarismi verbali, c’è chi lo fa per disperazione, chi perchè è illuso e ci crede, chi semplicemente per “annacarsi” coi gargarismi recitando uno sterile, ininfluente, non considerato ruolo di intellettuale “has been”.

    34. …elemento…pardon

    35. Per Valentina: Grazie, in ritardo, per gli auguri.
      Noto che c’è della politica, che tutti determiniamo, tutti i giorni, una visione abbastanza distorta. Tipo: sono tutti uguali, non c’è differenza tra questi e quelli, prima sovvertite il mondo e poi mi presento. Credo che bisogna sempre riferisi ad ambiti elettivi concreti e circoscritti, altrimenti il politichese invade i ragionamenti di chi accusa i candidati e gli eletti di parlare politichese. Brevemente. Se si vota per il mio comune, provincia, regione, stato, chi è che mi permette, questa volta, di fare, non da solo ma come collettività, qualche piccolo passo in avanti rispetto al punto in cui sono? Una politica migliore di un’altra non è quella che ci regala il paradiso,ormai non ne parlano più neanche i preti nelle prediche, ma quella che, alle condizioni date, sposta, anche di qualche metro, la qualità della vita di tutti. Non dovrebbe essere complicato, elezione dopo elezione, volta per volta, con laicità e senza fondamentalismi, capire chi ci permette di aggungere qualche punto di qualità alla nostra vita pubblica. Chi dice che non è possibile discernere, perchè tutto è monocromaticamente mediocre e corrotto, non me la racconta giusta. francipalazzo@gmail.com

    36. @Gigi: quoto tutto il tuo commento.

    37. @Francesco Palazzo,

      “capire chi ci permette di aggungere qualche punto di qualità alla nostra vita pubblica”

      oggi come oggi, chi sono costoro?

    38. Non è “oggi come oggi” che devi capirlo, ma “caso per caso”. Parlare del mondo politico intero, come se si potesse afferrarlo in un unico ragionamento, serve solo a perdere tempo. E comunque la qualità aumenta non soltanto in relazione a ciò che “costoro” devono donarti. Tra i “costoro” ci sei pure tu.

    39. …abbiamo una alternativa all’alternanza?
      Francesco propone di individuare dei punti di qualità, è sufficiente in questo panorama dove vedo solo punti neri?
      …nelle scelte della mia vita ho sempre anteposto la qualità al resto, ma nella politica mi sembra non ci sia più scelta!

    40. I miei amici di Catania, arrivati a Palermo, sono rimasti sconvolti.
      “Ma qui è un paradiso! Avete ancora l’illuminazione pubblica e vi levano la monnezza dalle strade! ma di che vi lamentate, il vostro sindaco dev’essere un genio, un esempio di ottimo governo della città. Magari anche il nostro fosse così…”
      E non sanno che invece il nostro sindaco già sta preparando le valigie (con chissà cosa di nostro dentro) per andarsene a Strasburgo, in esilio dorato.
      Basta, ho deciso. Scenderò in piazza e protesterò.
      Però di pomeriggio, che di mattina devo lavorare. Ah, no, poi ho il dentista… vabbè, niente. Non ci vado, in piazza a protestare. E poi martedì ho una cena…

    41. @francesco palazzo, tu descrivi, tra l’altro in maniera perlomeno confusa, un mondo che non esiste, e non si puo’ dire nemmeno che eccedi in fantasia…o forse tu vivi in un mondo che non c’è? Secondo me sei tu che non la racconti giusta. A questo punto pubblica la lista dei tuoi nomi di fiducia.

    42. io penso come gigi che ormai la vera politica non esista più;credo che bisogna puntare sull’individuo,
      sulla sua crescita,sulla necessità di sviluppare la sua consapevolezza di quello che è la vita nel suo significato più completo e dei suoi bisogni reali ; se
      l’uomo non si impegna a fare questo lavoro su di se e l’ambiente circostante ci vorranno anni luce perchè riveda l’alba.

    43. Per Gigi: vuoi da me i miei nomi di fiducia? Ma guarda che tu sei chiamato, come me, come tutti, a continui atti di responsabilità e di valutazione. Partendo da questo punto di vista, non credo di avere dscritto mondi particolari, non c’è da descrivere mondi o fare nomi di salvatori della patria. Non siamo mica a scuola. C’è solo da comprendere, ed è un esercizio complicato me ne rendo conto, in cui applicarsi volta per volta, guardando il mondo della politica, di cui noi facciamo parte a pieno titolo, quale sia la soluzione che ci permette di fare qualche passo in avanti. Vuoi chiamarlo il meno peggio? D’accordo. Ma il meno peggio è sempre meglio del pessimo. Spesso guardiamo alle cose della politica come quei bambini che si trovano al luna park e attendono che il papaà gli compri lo zucchero filato o li metta all’infinito nella giostra preferita. La politica la determiniamo tutti, ogni giorno, se non si parte da questa prospettiva trascoreremo tutta la vita a lamentarci.
      Per Valentina: non c’è, secondo me, la vera politica, così come non c’è la vera religione o la vera famiglia. Non c’è stato un tempo in cui la politica era vera, perchè sempre ci sono stati momenti in cui si è andati avanti e altri periodi in cui si è tornato indietro. La politica è quella che c’è, quella che vedi oggi,non ci sono, ora ci vuole, mondi in cui la politica è stata o è un meccanismo perfetto. Concordo sulla possibilità di puntare sull’individuo e sui suoi bisogni reali, ma la politica deve mettere insieme l’individuo collettivo. Non basta dire, o pensare, di avere raggiunto qualche traguardo da soli. Ci si può accaontentare, ma la politica è un’altra cosa.

    44. @francesco palazzo, continuo a ritenere il tuo discorso confuso (eufemismo); non ha nessun riscontro nella realtà. Mi dispiace un po’ dirtelo, ma sinceramente mi sembrano, le tue, parole sconclusionate, messe una dietro l’altra tipo assemblaggio, forse nell’intento di fare bello, ma a me i tuoi discorsi sembrano quelli di un eremita illuminato che non ha nessun contatto con la realtà quotidiana. Surreale.
      Ma da quando in qua il cittadino palermitano ha contato nella vita pubblica della città? E quando ha mai contato nell’atto democratico delle elezioni? O forse dal tuo eremo non ti accorgi che a Palermo non esiste la politica e le scelte basate sulle idee politiche ma si tratta solo di mercimonio e occasione di impiego -con annessi poteri vari, che non guastano, per loro!- per i candidati?

    45. Che dire, non una risata, ma il qualunquismo alla fine ci seppellirà. Una sola nota: la politica, brutta o bella che possa sembrare, esiste. O la si subisce, chiundendosi davvero in un eremo o si cerca di modificarne il senso per quello che si può. E i cittadini, con il voto e con molto altro, hanno le armi per farlo. Ma a questo punto sarebbe interessante che Alajmo tirasse le fila di tutti i ragionamenti che abbiamo cercato di svolgere.

    46. Mah, è difficile, Francesco. Articolare un dibattito in certe condizioni è difficile. Mi sento un po’ sconfortato, a leggere certi ragionamenti. Soprattutto per il tono con cui vengono espressi.
      Una cosa però voglio dirla: il fascismo nasce sempre dall’alleanza degli stupidi con i banditi.

    47. Francesco Palazzo, come ho detto più volte ho sempre votato, forse sempre dalla parte dei “perdenti”, piena di speranze perfino alle ultime regionali per la Fionocchiaro, che consideravo una grande donna e invece non si è neanche degnata di venire ad aspettare l’esito elettorale qui, vicino a persone che hanno creduto in lei. Che delusione vederla fare la bella statuina a Roma accanto all’ amico Uolter!!!!
      Io il meno peggio non lo vedo più, ma continuo con rabbia a fare politica tutti i giorni. Continuo ogni giorno a battermi contro lo schifo che incontro sul mio cammino. Contro chi vuole parcheggiare con prepotenza al posto riservato ad un portatore di handicap stranamente non “immaginario”, contro chi viene nelle feste comandate a chiedermi l’aiuto per i picciotti, contro chi cerca di far subire agli altri o a me stessa la propria prepotenza, contro tutto lo schifo che ogni giorno inralcia la nostra vita…
      Credimi, è molto più difficile che mettere una croce su una scheda in cui non distinguo più le DIFFERENZE.
      Fin quando non riconoscerò qualcuno che mi rappresenti il mio sarà un non voto….e non sai quanto non votare mi rattristi.

    48. signor alajmo, io non mi sento bersaglio del suo ultimo post, ma intervengo lo stesso. Come ho scritto in un post precedente è un giochetto troppo facile, e pure inutile, recitare l’intellettuale (o pseudo intellettuale per essere appropriati) has been. Troppo facile perchè gli stessi discorsi che lei fa nel suo post io li sentivo all’età della prima media alla fermata dell’autobus, fatti da persone che non si definivano intellettuali, anzi, spesso sapevano appena leggere e scrivere.
      Io finora ho letto le sue liste dei dolori palermitani, ma non ho mai letto nemmeno una sua proposta per una migliore gestione della città.
      Se poi lei, come palazzo, pensa che a Palermo esista il meno peggio da votare, che esiste la politica vera, che esistono elezioni vere, allora devo dirle pure a lei che forse lei vive in un mondo che non esiste, perchè non c’è bisogno di essere intellettuali né particolarmente intelligenti, o non stupidi per citare la sua definizione geniale, per accorgersi che i tre elementi sopra elencati a Palermo sono totalmente sconosciuti.
      Invece di offendere chi usa il proprio tempo, forse inutilmente, per commentare i suoi post ci faccia conoscere le sue idee per la buona amministrazione di Palermo; per conoscere la lista dei dolori possiamo rivolgerci a qualsiasi venditore ambulante.

    49. GIGI, ancora una volta mi ritrovo nelle tue parole.

    50. siamo fatti l’una per l’altro, spiritualmente intendo, cara Stalker.

    51. @gigi: non ho capito se quando usi in questo modo le parole “intellettuale”, “pseudo intellettuale” e “intellighentsia”, intendi disprezzare le rispettive categorie o sottintendere che solo tu senti di poterne fare parte.

    52. Non vedo gli esseri umani per categorie. E non mi sembra l’ironia l’elemento che li caratterizza principalmente, almeno dalle nostre parti. Niente di tutto quello che ipotizzi, il mio è solo realismo, secondo me.

    53. @gigi: Io apprezzo il tuo realismo, e anche la tua ironia, giuro. Ma se posso permettermi: ho l’impressione che questo tuo chiedere le ricette al cuoco si sovrapponga al desiderio di sputare su tutti i piatti che escono dalla cucina.

    54. Cristi, se permetti ti dico che la tua impressione è sbagliata. Io ho usato la logica, forse tu hai sorvolato su certe affermazioni di alajmo. Forse è lui che chiami “il cuoco”? Io lo chiamo semplicemente con il suo cognome. Io ho espresso la mia opinione sulla non-politica palermitana, che essendo non-politica non merita di essere legittimata col voto, questione di logica appunto. Ora, se un utente, palazzo, vuole negarmi il diritto di non scegliere (per me non esiste nemmeno il meno peggio tra i candidati all’ufficio di collocamento elettorale palermitano) e mi “offende” ritenendo addirittura che “non la racconterei giusta”, l’ironia (bada bene, non scrivo derisione) mi è sembrata la reazione piu’ appropriata.
      Il signor alajmo ha colto l’occasione per fare “il delicato”, o forse il professorino sconfortato oltre che delicato, e si lamenta dell’impossibilità di dibattere, lui dall’alto di un (molto) presunto ruolo di intellettuale che per quanto mi riguarda io non gli riconosco. E poi, il signor alajmo, tira fuori concetti totalmente insensati e inopportuni, tra fascismo, stupidità, e banditi. In un certo senso è venuto a cercare risposte adeguate. Perchè, sinceramente, in questo blog io non ho mai letto dibattiti o idee di gestione della città da parte dell’intellettuale alajmo. Ho letto, invece, le sue ripetute liste dei dolori palermitani, cosa che fanno tutti i palermitani, a cominciare dai venditori ambulanti, senza per questo considerarsi intellettuali. Ripeto, a questo punto elencare le liste dei dolori mi sembra esercizio, o tecnica, facile che non smuove nessuna coscienza, contrariamente alle idee rivoluzionarie. A proposito di fascismo, io considero quantomeno antidemocratico l’atteggiamento di chi vorrebbe imporre a quelli come me di recarsi alle urne per andare a votare quelli che loro stessi, solo loro pero’, considerano i meno peggio, e aggiungo che li ritengo anch’essi colpevoli della deriva della Sicilia, in quanto con il loro voto legittimano una “classe pseudo-politica” che ha portato la Sicilia alla decadenza; nonostante le continue negazioni dell’evidenza, da parte dei responsabili, ogni volta che vengono pubblicate statistiche e classifiche sulla qualità della vita in Italia.
      Correggo un dettaglio: io una volta sola sono entrato nel blog di alajmo, in quell’occasione ho letto un’idea per migliorare la qualità della vita in Sicilia. Il signor alajmo affermava di essere d’accordo con un politico (se non ricordo male si trattava di un politico), il quale aveva dichiarato che “davanti all’evidente incapacità dei politici locali di gestire la Sicilia, davanti al fallimento, non ci resta che vendere la Sicilia ai privati, italiani settentrionali e stranieri, affinchè la possano gestire usando criteri manageriali che noi non conosciamo e siamo incapaci di usare”, era piu’ o meno questo il senso dell’affermazione che il signor alajmo sottoscriveva.
      Ora, invece, considera strani i ragionamenti di chi MAI voterà il meno peggio.

    55. il problema è che io il meno peggio non lo vedo più.
      parlando di politica nazionale e non regionale, rimasi turbata non poco, alle ultime elezioni, quando vidi perfino il “compagno” Fausto aspettare i risultati elettorali in un bar o albergo di via veneto a roma.
      che sperasse nei voti di gerry calà e flavio briatore accompagnato da marta marzotto e flavia vento?
      il suo elettorato, la sua “base”, la vedo ben lontana da un gin tonic a via veneto, casomai si stava bevando una birretta al prenestino incrociando le dita per non scomparire!
      se l’elettore viene lasciato solo e dimenticato, direi quasi sbeffeggiato, perchè dovrebbe firnare un assegno immeritato a per questi quattro cialtroni?
      tanto a questo ormai si è ridotto il voto…

    56. rieccoci. probabilmente aver detto a Coppolino quello che pensavo mi ha rimessa nel libro nero degli appestati da controllare…in attesa di essere approvata.
      chissà se leggerete quello che ho scritto prima o questo.
      grazie rosalio. la tua politicy non smetterà mai di sorprendermi!

    57. Stalker sei in mala fede e non c’è alcun libro nero. Il tuo commento ora è visibile. Ti invito a non utilizzare i commenti per le lamentele ma esclusivamente l’e-mail. Grazie.

    58. Roberto Alaimo, sincermente da te mi aspettavo una risposta diversa, o almeno una risposta!
      Ne deduco che sia più facile così x te mantenere una posizione neutrale. Noi commentatori anche se dietro uno schermo abbiamo l’umiltà e la franchezza di dire come la pensiamo, sforzandoci di dare un contributo all’attuale miseria. Ma voi, intellettuali, giornalisti, uomini e donne di cultura, dove siete col vostro grido dolore e di denunzia davanti a tanto sfacelo? Infine penso che l’unica cosa che “volevi dire” potevi risparmiartela .Ma con chi stavi parlando? Come vedi non tutti ce la rifardiamo!

    59. mah, la storia del popolo siciliano mi pare che invece che indichi tutt’altro. escludendo gli antichi e gloriosi vespri, tralasciando le varie rivolte avvenute durante il periodo di vice reame spagnolo, ci sarebbe da ricordare che nell’ottocento il ’48 europeo inizia proprio a palermo; che nel ’66 dello stesso secolo sempre palermo è campo di battaglia della rivolta indipendentista del “sette e mezzo”; che a cavallo del ‘900 si sviluppa un movimento ultra progressista per quei tempi: i fasci siciliani; che alla fine della seconda guerra mondiale il fronte del popolo (pci e psi insieme) vincevano l’elezioni proprio per il voto dei siciliani; ecc. insomma il popolo siciliano mi pare tutto fuorché un pòpulu rifardu. forse la borghesia siciliana, quella sì che è rifarda, e anche facciola.

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