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Biografia: Chiara Sparacio è nata a Palermo sul finire del 1979: fa parte di quel gruppo di gente che si è battuto con speranza fino alla fine pur di nascere nei meravigliosi anni ’70.
A chi le chiede se è tornata a Palermo in forma definitiva, risponde: «Per ora sì».
Vive con Tigro e si amano tantissimo.
Si occupa di pubblicità ma non dice altro per privacy.
Temi di riflessioni ricorrenti:
- parola data senso della parola d’onore;
- come ci si dispone in macchina secondo galateo?;
- perché prima sapevo cucinare e ora no?

Chiara Sparacio
  • Cose dell’altro paese

    Alice nel paese delle meraviglie, ovvero Alice a Palermo…no non è un mio delirio campanilistico-retorico, è quello che è successo nei giorni scorsi al Teatro Massimo e, tra l’altro, il giudizio non è mio ma di un agrigentino (e ci può stare…e di un bergamasco!…e qui…).
    Ma poi lo stupore passa quando capiamo che stiamo parlano rispettivamente di Giovanni D’Aquila e Francesco Micheli: “facce canusciute” del palcoscenico palermitano; sono già stati avvistati insieme con Il piccolo Mozart (e non è una segnalazione da Chi l’ha visto?) e W Gianni Schicchi.
    Questa volta Francesco Micheli ha messo testi e regia, Giovanni D’Aquila le musiche; hanno messo sul palco a cantare un talentuoso coro di voci bianche con gradevolissime sorprese, più di 150 bambini delle scuole di Palermo schierati sulle scenografie preparate da altri studenti supervisionati da Sergio Algozzino, hanno shakerato bene e fatto dirigere il tutto dal newyorkese Arthur Fagen.
    Quello che ne è uscito è una controversa prima mondiale di una rivisitazione di Alice di Carrol immaginata nella Palermo dei giorni nostri. Continua »

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  • Perché uomini e donne non appattano

    Mi trovavo a uno di quegli appuntamenti ciclici, una delle solite cene tra cugini, ci vediamo ogni tot di tempo e andiamo a cenare assieme da qualcuno o da qualche parte.
    Ricordo perfettamente quel momento: quella sera eravamo a Mondello che per me rappresenta la summa delle mie speculazioni, il mio monte Sinai in cui la mia coscienza partorisce grandi verità. Mondello è il mio personale interfono tra la verità e la mia capacità di recepirla.
    Era una sera normale, ancora un po’ fredda ma adatta alla passeggiata; una di quelle in cui ognuno passeggiava accanto al proprio consorte, compagno, sms privato.
    A turno ci si lamentava dell’immaturità di un sesso o della mancanza di tenerezza dell’altro sesso, come sempre le richieste non appattavano.
    Io tacevo.
    Il motivo era che preparavo la mia epifania: avevo capito.
    Sentivo le voci dei presenti come in lontananza, la mente volò ad afferrare il concetto e tutto fu chiaro: il motivo per cui le donne si lamentano del fatto che gli uomini sono immaturi è proprio perché tecnicamente lo sono e il motivo per cui l’uomo si lamenta dell’esigenza della donna è perché lui non sarà mai adeguato. Continua »

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  • Dell’amore e degli altri suoi parenti…

    Che cosa sia l’amore ce lo siamo chiesti a turno un po’ tutti, in tanti abbiamo cercato di darci delle risposte, moltissimi hanno messo per iscritto le proprie teorie e riflessioni.
    Una delle spiegazioni più famose e verosimili pare sia stata data da un certo Socrate che, una sera a casa di amici, mentre erano tutti ubriachi di vino, raccontò di come nacque Eros…ad oggi mi chiedo come mai quando i miei amici sono ubriachi di vino tutt’al più mi raccontano barzellette oscene…
    Socrate racconta di aver appreso da una donna, tale Diotima com’è nato Eros (qui Socrate mostra un gusto che rimarrà squisitamente siculo per il quale, prima di dire una minchiata, a scanso equivoci, dice che gliel’ha detta un amico, in questo caso, per di più, femmina, questo vuol dire che la sta sparando veramente grossa).
    Così narra la storia di Socrate:
    Quando nacque Afrodite (dea della bellezza) gli dei che non perdevano un’occasione per mangiare, ubriacarsi e far altro, organizzarono una festa. Continua »

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  • Amori prestivi

    Era fine maggio. Nel tardo pomeriggio, dopo una giornata assieme, io e il mio amico correvamo sul suo motorino lungo lo stradone di via Lanza di Scalea direzione Mondello cantando a squarciagola: «Su di noi nemmeno una nuuvo-la, su di noi l’amore è una faavo-la…!!» e «Che confusioone, sarà perché ti amo, è un’emozioone che cresce piano piano, se casca il mon-do allora ci spostiamo, se casca il mon-do sarà perché ti amo» e, non senza una punta di autocelebrativa malizia: «Quante cose che non saaai diii meee… quante cose che non puoooi saaapere…» …se allora avessimo solo intuito quello che avremmo dovuto sapere noi, quella “autocelebrativa malizia” ce le saremmo ingoiata per accompagnare il sedano che avremmo rosicato dopo…

    In quelle ore prima dell’estate si assisteva alla nascita di due amori. Il mio amico amava come si ama le prime volte: dando tutto e svelando tutto; io cominciavo ad amare come spesso si comincia ad amare alla mia età: con diffidenza, coi piedi di piombo, a poco a poco… ma entrambi avevamo in corpo l’entusiasmo travolgente felicemente palesato da quelle strofe di canzoni urlate a braccia larghe dal motorino. Continua »

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