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e-mail: stefaniaritacalandrino@hotmail.it

Biografia: Studentessa palermitana in Lettere moderne, appassionata di letteratura siciliana, nostalgica sognatrice in cerca di guarigione; delle volte mi eclisso a guardare chi mi circonda con poesia e ironia. La scrittura secondo me è un tentativo per risolvere se stessi, fermare idee in movimento, cercare cambiamento. Amo viaggiare per conoscere il diverso. Ho per hobby la foto e la cucina e, ovviamente, a tempo perso, la scrittura!

Stefania Calandrino
  • Chi non lavora non fa l’amore

    Chi non lavora non fa l'amore

    L’assessore alla Salute della Regione Sicilia ha promosso lo stanziamento di nuovi fondi (raschiando il fondo della pentolaccia) per disporre un aumento del servizio di sportelli di sostegno psicologico per noi cittadini-comuni mortali.

    Motivazione: l’incombente problema della disoccupazione starebbe provocando un sensibile aumento nella regione di patologie depressive. (Ma va?)

    È questa, la “crepa” sempre più profonda nel nostro terreno sociale – terreno seminato a risorse incoltivate e reso arido dall’inosservanza dei nostri organi di rappresentanza (loro sì contadini “con la scarpa grossa e il cervello fino” che sanno solo “chiantari a gramigna”) – che starebbe a quanto pare (la nuova disposizione sanitaria in questione ne sarebbe una presa d’atto ufficiale) fendendo e offendendo ora mai anche l’equilibrio psichico delle persone, proprio qui…in Trinacria, terra ru suli e ri mannarini, del resto come disse Goethe «per capire l’Italia bisogna venire in Sicilia». Ci si sta ammalando di “male di vivere” e non certo per le stesse astratte ragioni di Spleen di cui profumano i famosi “Fiori” di un certo Baudelaire.

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  • Incontriamo il Mercato!

    Incontriamo il Mercato!

    Appariscente, matto, movimentato. Non è il teatro, è il Mercato!
    Centro di accordo di ogni popolo, luogo che c’è sempre stato, di incontro, contrattazione, preghiera, palcoscenico di canti sussurrati o urlati sotto il sole, sotto la pioggia, non importa quando, e soprattutto dove.
    A Palermo tutte le mattine il quartiere Ballarò disegna il sorriso della festa, anche se festa non è.
    I pescivendoli, i macellai, i fruttaioli, apparecchiano sul palco le loro ricchezze, agghindate come donne alla domenica: macerie commerciali che diventano cattedrali. Il grande condimento è la fantasia!
    I primi due euro guadagnati sono del venditore del pane di Monreale, che si affaccia alla fine di via Delle Pergole e il primo gesto è un segno di croce con le monete in mano. È la benedizione che suggellerà la sua giornata.
    Chi non c’è stato chiuda gli occhi e senta: sono note “annacuse, colleriche e amuruse” di una vita mai sazia, mai stanca: questo è il nostro distrutto paradiso…dove fin da bambini si può ascoltare Palermo. Continua »

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