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e-mail: valerioanastasio@rosalio.it

Biografia: 39 anni, avvocato, quindi vanitoso. Penalista per destino, scrittore nelle ambizioni sognate. Ama le parole, le ha scelte come compagne di giochi, le coccola, le corteggia ma ne è inesorabilmente sedotto. Come una tavolozza traboccante di colori gli consentono di dare vita al mondo che lo circonda, gli piace vederlo prendere forma attraverso il filtro delle esperienze individuali, ama confrontarsi perché la diversità è un ponte solo se accompagnata dalla capacità di ascoltare gli altri. Non provvisto dunque del dono della sintesi, ama non circoscrivere nei bisillabi i pensieri. Pensieri e parole sono liberi di potersi insinuare nella vita privata e professionale con la fierezza della crescita. Tifoso del bel calcio del tubo catodico, ha il cuore a due colori. Il rosa e il nero del Palermo.

Valerio Anastasio
  • Aldo Naro, un mese dopo

    Sulla morte di Aldo Naro (il trigesimo è stato sabato) si è scritto molto, forse troppo, ma ogni volta che la cronaca ci tocca così da vicino fino a lambire gli spazi di una quotidianità che ritenevamo immune dal contagio della violenza e della morte è inevitabile lasciare libero sfogo al flusso delle emozioni.

    Animati da un dolore incredulo e da una legittima esigenza di verità, abbiamo espresso rabbia, invocato giustizia, ed attraverso la rielaborazione personale abbiamo tentato di fornire una spiegazione a quanto accaduto quella notte.

    Tutti, indistintamente, abbiamo provato un lungo brivido nel seguire gli sviluppi di questa tragica vicenda, animati dalla consapevolezza di aver scampato tante volte il medesimo pericolo in una vita che assume i tratti di una partita a dadi con un destino talvolta benevolo, altre cinico e baro. Continua »

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  • Piazza di Spagna in mano alla civiltà della tifoseria rosanero

    Campeggia su molte bacheche virtuali una foto suggestiva di piazza di Spagna, colorata nella festa rosanero del 29 maggio 2011, oltraggiata dai barbari invasori olandesi.
    La esibiamo con orgoglio, la ostentiamo quale coccarda di civiltà da appuntare al petto dimentichi di come noi stessi ogni giorno infieriamo impunemente sulle nostre piazze e sulle nostre strade a riprova della irresistibile tentazione di fare della nostra vita un romanzo, talvolta avvincente, altre grottesco.

    Smarrito l’orgoglio, persa la speranza, come naufraghi nella tempesta ci aggrappiamo al relitto della superbia. Alla sua fonte si sono abbeverate intere generazioni di palermitani che oggi si aggirano alla ricerca di frammenti di realtà sui quali costruire la propria fragile epopea cittadina. Continua »

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