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giovedì 28 mar

Archivio del 1 Marzo 2006

  • La Sicilia di carta

    La Sicilia di carta

    Sono sessantacinque le carte geografiche che costituiscono il corpus della mostra “La Sicilia di carta. Le carte della Sicilia” inauguratasi venerdì alla Fondazione Banco di Sicilia. La mostra, a cura di Francesco Bucchieri, ripercorre attraverso l’esposizione di preziosi tesori storici e grafici, le tappe della rappresentazione della nostra isola da parte di “viaggiatori-cartografi” dal rinascimento fino allo splendido esemplare di Giovan Battista Ghisi del 1778 assolutamente conforme al clima illuministico coevo. Continua »

    Palermo
  • Tradurre le “cose”

    “Ma sei o non sei picciotto di bella, ma allora te l’accolli?”, “see, c’ha po’ fari”.
    Le due frasi significano, rispettivamente, la prima: dimostrami quanto sei in gamba, se sei in grado di prenderti questa responsabilità, la seconda, d’acchito potrebbe voler dire: ce la puoi fare, in realtà esprime il contrario: è un “provaci, dai, su, che ti faccio vedere io come va a finire” provocatorio.

    Nel nostro linguaggio, parlo del siciliano, ci sono molte espressioni che sottintendono. Spesso, e me rendo conto nella traduzione continua dalla costruzione della frase siciliana all’italiano, che intraprendo nelle discussioni pubbliche e in scritti di ordine burocratico, io, sottintendo: uso la parola cosa, infinite volte, e spesso, in sostituzione del soggetto. “Ora vi dico quella cosa, a proposito di quelle delle cose che ieri mi dicevi”. Scelgo le mie frequentazioni in base alla capacità intuitiva di interpretare le “cose” dei miei discorsi. Diciamo pure che l’italiano sarebbe molto noioso senza le digressioni dialettali, e non darebbe più motivo a qualche pedante indottrinato di farsi bello, facendo notare gli strafalcioni, e non darebbe motivo a personaggi come me di prendere la penna in mano e di scrivere. Sono anni, praticamente dall’infanzia, per esempio che mi chiedo il significato profondo dell’espressione (non tanto simpatica a dire il vero, largamente utilizzata alle scuole elementari palerrmitane come elemento scatenante di invettive e scazzottamenti)“u pacchiuni ‘nchippatu ‘i sapuni”, forse preludio dell’altro detto “ma va lavati và”, che mandava a quel paese, e non ad attenersi scrupolosamente a norme igieniche (perché, suppongo, se uno è insaponato si dovrà pur sciacquare). Sull’espressione poi “chini chini come lattuchini”, mi sono interrogata a lungo. Ma che vorrà dire?

    Palermo
  • Domani chiuso per 90′ l’aeroporto

    Chiusura per esercitazione domani all’aeroporto “Falcone – Borsellino”. Il piano di emergenza aeroportuale verrà simulato dalle 11:40 alle 13:10.

    Si simulerà l’avaria a un aereo in fase di atterraggio con conseguente fuoriuscita degli scivoli di emergenza ed evacuazione di cento passeggeri, alcuni dei quali feriti. L’esercitazione coinvolge, oltre alla società di gestione Gesap e all’Enac, anche l’Enav, i vigili del fuoco, il 118, la Capitaneria di porto, il servizio di elisoccorso e la sala operativa della Protezione civile della prefettura. Nello scalo arriveranno le ambulanze che trasporteranno i (finti) feriti nei vari ospedali della città.

    L’operatività dello scalo sarà ridotta. Per le informazioni su ritardi e cancellazioni è stato attivato il numero verde 800-541880.

    Palermo
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