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giovedì 25 apr

Archivio del 19 Ottobre 2006

  • Donne a Palermo e a Milano

    Se devo pensare a qualcosa di veramente diverso rispetto alla mia città d’origine che non siano i fattori climatici, gli stili di vita e i modi di fare…..c’è qualcosa che qui a Palermo fa davvero la differenza.
    È una sensazione, quella a cui sto pensando….una sensazione terribilmente importante e che, dopo quasi un anno e mezzo di vita palermitana, proprio non potrei più farne a meno.
    Credo che solo le donne possano capirmi o forse solo quelle che hanno vissuto per un periodo fuori dalla Sicilia.
    Ebbene parlo della tranquillità……quella sensazione di poter camminare per strada con una gonna o con un top, a qualsiasi ora del giorno e sapere che nessuno ti farà niente.
    Gli uomini ti guardano, ma non vanno oltre lo sguardo…………..qui più di ogni altro posto…il rispetto per la donna è qualcosa di impagabile. Continua »

    Palermo
  • Dacia Maraini alla Biblioteca comunale

    L’assessorato alla cultura del Comune di Palermo e il Teatro Biondo Stabile organizzano per oggi alle 17:00 alla Biblioteca Comunale (piazza Casa Professa, 1) un incontro con la scrittrice Dacia Maraini.

    L’incontro fa parte di Voces, il ciclo di discussioni con personaggi del panorama artistico, teatrale, fotografico e culturale avviato dall’assessore Romano

    Palermo
  • Nomi

    Ore 05:43.
    Il rientro delle lampare.
    Filippo Margiutti fuma avido. Quando svàmpa, gli occhi si fanno fessure. Il fumo s’u tiene rìntra per mezzo minuto buono. Espira lento, il mare dentro le sue pupille.
    È che mi manca sempre, mi confida, in ogni onda che la barca mi rimbalza sotto il culo e ìddu ‘un c’è ‘u lato a mmìa… mi manca, assai mi manca, in ogni totano che pesco e ‘un c’è ìddu a dire: seee, io ‘u pescavo cchiù grande… mi manca il suo profilo stanco… Rino Pacci, il mio compare, mi manca sempre, curnutu di lu suli vero.
    La sigaretta intanto brucia. Il tempo se ne fotte del recupero della memoria. Filippo Margiutti adesso è statua di sale di fronte al mare, la sigaretta è morta suicida tra le sue dita sconvolte di salsedine. Un tronco di cenere che cade a terra, un suono sordo che non rimbalza e poi polvere sopra la polvere, un colpo di piede che già l’ha dispersa nella tramontana. Davanti a noi sette barche stanche, radi gabbiani e un mare ancora scuro ma maestoso sempre. Angelo Buscemi ci porge un’altra sicarìetta a Filippo. Quando stai una vita in barca con gli stessi cristiani ‘un servono cchiù i parole. Anzi, ‘un ci si talìa nemmanco. Hai presente cosa è quando il mare urla, il vento ti cafùdda e la barca t’abbàlla sotto i piedi? Continua »

    Palermo
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