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Archivio del 30 Settembre 2009

  • Considerazioni su Palermo e la famiglia Cutò da cui Procopio

    A Palermo la peste del 1575 è poco ricordata perché non si fece ricorso ai santi, ma semplicemente alla scienza medica. Era Protomedico del Regno il siciliano Gian Filippo Ingrassia, laureato a Padova e insegnante all’Università di Napoli, ritenuto da tutti il fondatore della medicina legale. Fu lui, inoltre, a scoprire la scarlattina. Fu questo uomo di scienza che si prodigò con ogni mezzo per salvare vite umane, creando i lazzaretti.
    Fu in quel momento di grande paura che furono “resi liberti” molti schiavi delle grandi Famiglie siciliane per “impetrare indulgenze divine”: per farlo quei poveracci dovevano essere battezzati giacché la Chiesa accettava la riduzione in schiavitù soltanto dei “non cristiani”.
    Nasceva il problema del cognome che generosamente fu offerto ai liberti: ecco, dunque, migliaia di poveracci con cognomi altisonanti come Alliata, Lanza, Butera, Belmonte, Altavilla, Aragona, Cutò… Questi ultimi antenati del principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore de “Il Gattopardo”. Continua »

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  • Mario

    Mario e le terribili immagini di quel che gli successe in tenera età in una limpida giornata di giugno occupano un posto speciale nei miei ricordi… Era un ragazzino curioso e intraprendente. Aveva capelli ricci e folti, color castano chiaro; la bocca regolare, una fossettina sul mento ben disegnato. Nel gioco era vivace e pieno di iniziative. Spesso era lui a trascinarci in avventure spericolate, come il giro di corsa per le vie del paese spingendo con un filo di ferro, ‘u carruzzinu, cioè un cerchio di ruota di triciclo, e, per i più fortunati, un cerchione di bicicletta. “Chi arriva primo alla Chiesa e ritorno: pronti, via!”. E giù a rotta di collo sulle strade sgombre e senza traffico ma quasi tutte sterrate e in qualche punto pietrose. Nella foga qualcuno inciampava e finiva lungo disteso, ma si rialzava immediatamente, una pulitina ai ginocchi con la mano per togliere la polvere o levare il sangue e via con più veemenza a recuperare il ritardo. Mario aveva perennemente i ginocchi sbucciati e pieni di crosticine. Del resto come tutti noi… Continua »

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