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venerdì 29 mar

Archivio del 8 Dicembre 2006

  • Da lettore a lettore

    Te li ritrovi là, tutti seduti alla ricerca di un contegno, mentre prima di entrare nella sala avevi persino paura che non ci fosse nessuno. E già sbagli nell’approccio, quando ti senti – Dio, l’età, che ricordi che vado a tirare fuori ! – Arnoldo Foà nella televisione anni 50 a leggere Dickens o Mark Twain , in un’ambientazione implacabilmente da club londinese, sotto una luce che davanti ai teleschermi doveva passare per suadente e accattivante.
    Ed invece lo sai, te l’hanno detto subito, che non devi recitare, che non devi cercare effetti speciali, che la forza del tuo lavoro è legata alla parola scritta: è lei che deve uscire dal tuo libro tormentato di sottolineature ed entrare direttamente nella pancia delle signore sedute davanti a te. E già il primo gorgoglio dalle tue viscere, unico segno dell’avvio delle trattative tra la tua pancia e quella degli ascoltatori, si fa strada, mentre la sala si riempie. Si riempe? Ma che ci venite a fare, che diavolo pensate possa fare per voi, col mio librettino in mano, solo come un’annunciatrice della tv, in diretta da una biblioteca di Palermo, ho detto di Palermo, mica di Firenze o di Parigi, venuto in fondo solo per dirvi che il libro, il mio piccolo tascabile vi può regalare la libertà, non vi chiede niente, vi perdona pure se lo maltrattate, vi regala un sogno più grande di mille programmi televisivi. Continua »

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