16°C
mercoledì 24 apr
  • Limitless

    In questa economia globalizzata, la capacità di attirare investimenti internazionali a beneficio di un determinato territorio fa la differenza tra gli amministratori capaci e quelli inetti. Ci sono una serie di condizioni di carattere mercantile-logistico (traffici marittimi est-ovest attraverso il canale di Suez e il prossimo varo della zona di libero scambio euro-mediterraneo) che hanno riportato il Mare Nostrum in una posizione di centralità sia per i trasporto marittimo di merci che per quello delle persone, visto che il turismo è stato considerato uno dei business più promettenti del terzo millennio. Il Mediterraneo, è superfluo ricordarlo, ha dato vita alla maggiore concentrazione al mondo di grandi civiltà e di beni culturali e la Sicilia è al centro di tutte le sue rotte.

    Un paio di anni fa, un ricco fondo arabo specializzato in grandi operazioni di sviluppo immobiliare e dal nome emblematico, Limitless, ha voluto verificare se c’erano a Palermo le condizioni per investire due miliardi e mezzo di euro nel nostro centro storico, nel porto e nel waterfront. Sappiamo che Limitless ha in seguito preso in esame varie opportunità immobiliari a Milano a scapito, a quanto sembrerebbe, della città più araba d’Italia (sino a poco tempo fa, molto opportunamente, il sito del Comune di Palermo aveva una versione anche in arabo). Penso che sarebbe molto grave, soprattutto di questi tempi, se un’opportunità come questa fosse andata irrimediabilmente persa.

    Ieri la stampa locale ha dato notizia che Palermo è stata depennata dagli scali di una delle maggiori compagnie di crociere. Il motivo è nella inadeguatezza strutturale della nostra Stazione Marittima, fonte di disagi per passeggeri abituati a ben altri standard. Il danno, stimato in 96.000 visitatori in meno l’anno, è rilevante per tutto quel tessuto economico che vive di questi flussi turistici oltre che per la categoria degli scippatori, forse, inconfessabile concausa della decisione stessa.

    Puoi avere il clima migliore del mondo, la storia, i paesaggi e i monumenti più belli, la cucina, ecc., ma se tutto ciò è messo in ombra dallo spettacolo dell’immondizia, del traffico caotico, della disorganizzazione fatta sistema, ecc. non ti vale a niente: la gente, in un’economia globalizzata, va altrove. Non voglio ripetere idee già espresse su queste pagine in tema di turismo, ma una cosa è certa: l’inaffidabilità di certi nostri amministratori pubblici è davvero senza limiti, limitless.

    Palermo
  • 24 commenti a “Limitless”

    1. @Didonna:
      Dovremmo avere il dirla tutta: la colpa non è solo dei nostri terribili amministratori ma anche (e forse anche di più) di noi Palermitani che ogni giorno diventiamo meno civili. Del resto gli amministratori sono espressione della città stessa.

    2. Forse però non è solo una questione di inadeguatezza della stazione marittima, che peraltro è un dato di fatto.
      Non per nulla Costa, dopo anni di “fedeltà” a Genova, ha realizzato un terminal a proprio uso e consumo a Savona (e lì di sicuro si è trattato di convenienza economica…)
      Magari alla base di questa scelta c’è anche una strategia di maggiore diversificazione negli itinerari turistici rispetto alle altre compagnie.
      La scelta dello scalo di Messina lascia intendere infatti proposte diverse di escursioni da offrire ai crocieristi: Taormina, l’Etna, Siracusa, Ragusa, Noto, tutte mete “faticosamente” raggiungibili da Palermo, ma anche qualche puntatina in Calabria.
      Quindi il problema, secondo me, non è solo di quel che può offrire Palermo, ma anche di come tutto il versante occidentale della Sicilia possa riuscire ad accogliere e veicolare in maniera adeguata un maggiore flusso turistico.

    3. esatto, è più o meno quello che dicevo alla mia innamorata: possiamo avere tutte le bellezze degli universi conosciuti MA è vano spendere migliaia di euro in fissarie pubblicitarie e vetrine snob e vacue. Prima di aggiungere il condimento è necessario constatare la presenza effettiva del cibo, nonchè delle stoviglie necessarie per consumarlo.

    4. Paragonare la capacità di attrarre capitali di Milano rispetto a Palermo, mi pare un grosso azzardo. Le aree della Falck, infatti, ben cosa più sostanziosa sono di uno sgarrupato centro storico in una città che non solo non offre sicurezza “civile” ma anche, e soprattutto , ritorni economici,non ha collegamenti con il resto del mondo rapidi e puntuali, non vi risiede nessuna realtà economica di rilievo.
      Milano avrà l’Expo e Palermo?
      Ma se hanno fatto fallire anche la Fiera del Mediterraneo!!!
      Circa l’approdo (in quello che definire porto mi sembra quasi eccessivo, non parliamo del waterfront…) ricordo sommessamente che questi bestioni porteranno si turisti e soldi, ma attraccano praticamente in via Ruggero Settimo, inquinando come fabbriche (a proposito di qualità dell’aria).
      Magari un porto solo per un eccellente diporto (addirittura d’eltite) coniugando qualità del servizio all’ambiente, spostando altrove l’approdo (ammesso che se ne senta il bisogno viscerale e non sia solo il modo di continuare a spendere soldi pubblici senza costrutto a vantaggio dei soliti CONSULENTI…) di queste grandi navi sarebbe forse una soluzione.

    5. e’ un tema serio che va approfondito, analizzato ed
      approcciato in modo nuovo.
      Perche’ a Natale,con un’Italia sottozero
      ed a Palermo un sole splendente,
      a Mondello,
      di Turisti non e’ esagerato dire :nemmeno l’ombra?
      Bisogna prenderne atto e ripartire da zero.

    6. da quello che ho letto ieri la societa Royal Caribbean si era già lamentata e aveva chiesto una soluzione.

      l’hanno lasciata fetere e quella senza problemi ha cambiato rotta.

      è un dato: parlano, progettano, investono in potenzialità, ma davanti alla realtà sono NEGATI!

      sulla limitless ricordo che fu un accordo gestito in prima persona dal Sindaco.

      la delegazione partì più volte per dubai, andarono anche l’assessore bavetta, l’ing Bevilacqua e credo il vice sindaco cordaro.

      risultato?

      gli arabi preferirono milano!

    7. Pensiamo ai 250 ha. di centro storico come ad un’area caratterizata da una grande qualità della vita: palazzi ristrutturati con criterio, chiusura al traffico e mobilità interna assicurata da veicoli elettrici guidati da cooperative di disoccupati, monumenti restaurati e fruibili, ecc. Per un ricco pensionato del nord Italia o del resto d’Europa, svernare a Palermo significherebbe non solo beneficiare di un clima più mite, ma anche di vedere il proprio potere di acquisto significativamente rivalutato (30-40%). Vogliamo fare il solito esempio della Florida o dell’Andalusia? Cosa ci manca perchè un simile sogno si traduca in realtà? Un investitore dotato di capitali e un’amministrazione pubblica affidabile per l’investitore stesso. L’investitore c’era …

    8. Il pensionato può anche svernare a Mondello, volendo, o in qualsiasi altra parte della Sicilia, tanto il clima è sempre mite.
      Riguardo al centro storico, trovo onestamente fuori luogo pensare a residenze per “indigeni” quanto invece ad alberghi,luoghi di ritrovo per la cultura ed il tempo libero.
      Dobbiamo fare quello che serve, non quello che c’era. Dobbiamo smetterla di pensare a strutture grandiose(mega inceneritori, mega porti, mega alberghi)fuori luogo per una città che non ha queste potenzalità (non sarà mai Barcellona o Londra). Basta, se vogliamo, valorizzare quello che abbiamo nel nostro piccolo, il resto verrà da se.
      Il resto sono solo chiacchere di una becera politica che ci ha ridotto con le pezze al sedere.
      E per favore, basta con le cooperative dei disoccupati!!Facciano vera impresa se ne sono capaci:la disoccupazione è uno stato mentale che serve a giustificare assistenzialismi finalizzati ad assunzioni di enti pubblici e qui soldi non c’è ne sono più! (mizzica, sembro Brunetta…)

    9. quello che manca purtroppo sono gli imprenditori, non ne abbiamo,aggiungiamo una classe politica mediocre, il risultato è un città allo sfascio e gli arabi vanno ad investire in una città con nemmeno il 20% dei nostri monumenti. Bisogne diminuire i tempi di attese delle pratiche burocratiche, fare una strada che collega il porto con l’autostrada, abbattere i muri come a genova far vedere il mare e non immaginarlo, queste cose farle in tempi rapidissimi per creare lavoro per tutti e benessere sociale, lo capiranno mai??

    10. @werner non ho capito qual è la tua posizione sul Centro Storico…

    11. ..palermo non è mai stata dei palermitani. Passando e ripassando chiunque ci abbia “mangiato sopra” ha lasciato alla popolazione sempre gli scarti e noi a questo ci siamo abituati, senza parlare; fin dalle prime dominazioni, fino a fare la stessa cosa con gli altri. Non abbiamo rispetto per niente e per nessuno, tantomeno quel senso civico e di civiltà che oggi dovrebbero contaddistinguerla come una tra le città più attraenti del sud. Altro che “cool”!!!

    12. Ecco come stanno riducendo questa città El pibe moreno in collaborazione con il Gran Mogol e gli amici…

    13. per capire meglio come stanno le cose invito tutti quanti nel fare una passeggiata in via emerico amari tra: escrementi , marciapiedi rovinati, auto parcheggiate davanti a falsi scivoli per disabili.
      Consiglio..
      Prima di tutto necessita educare:
      i vigili per la loro incostanza
      i spazzini per la loro latitanza
      i dirigenti per la loro non curanza del controllo
      il sindaco per la sua assenza
      e mi dispiace che io ho votato a destra .
      questo lo chiamate waterfront ?
      Munnizafront è la definizione esatta

    14. Ma gli amministratori di Palermo sopratutto colui che l’ha definita la città più”cool”,quando vanno all’estero nn hanno sensi di colpa?Quando vedo qualche turista spaesato che si guarda in torno e nn sa dove mettere i piedi,mi chiedo csa sia venuto a fare in questa città che nn offre nessun servizio,praticamente se allogia in centro e vuole visitare Monreale ,facendo la media di quanti autobus dovrà prendere e quante ore perderà alle fermate,in un giorno visiterà solamente questo posto altro che metropolitane quattro piani sotto terra.Se gli scappa una pipì,andrà in un bar e là gli diranno che il bagno è guasto,avete mai visto un bagno pubblico a Palermo,quelli che funzionano con 50 cents che quando entri o esci nn tocchi assolut nulla e tutto è in acciaio iper disinfettato,in tutta Europa li ho visti qua nn esistono.Per nn parlare dei cumuli di spazzatura puzzolente, strade sfossate ,tombini attuppati con cnseguenti allagamenti,marciapiedi rotti che se ti spezzi una gamba e fai causa al comune manco ti paga,merde di cani che fanno da padrone sui marciapiedi che se nn guardi fisso per terra li becchi tutte,aiuole invece che con piante variopinte sono sommerse da erbacce e l’elenco sarebbe interminabile.Vergognatevi sindaco ed amministratori grazie a voi Palermo può essere paragonata a qualche città del sud Africa ,dimenticavo però è molto “cool”!!!

    15. Donato, io non mi intendo di finanza. Ma un mio amico che se ne intende e che conosce il mondo arabo, anche dal punto di vista finanziario, mi ha spiegato che gli arabi e i sultani che fanno di tanto in tanto capolino qui, inizialmente attratti da mille possibilità di fare affari, se ne scappano immediatamente per un semplice problema: la mafia. Ma non quella con la coppola: quella che favorendo qualcuno in cambio di tangenti e rendendo impossibile una reale sana competizione e concorrenza, son sono COMPATIBILI con la mentalità araba. Pare che gli arabi, riporto pensieri altrui, siano persone pragmatiche, assolutamente poco inclini alle nostre più comuni tentazioni (l’immagine, l’apparire, il senso più deteriore del termine “speculazione”). Cultura distante anni luce da quella occidentale ed incompatibile con la nostra realtà. Gli arabi in genere una cosa, prima di annunciarla, l’hano già fatta. Come ha fatto il sultano quando ha voluto donare i soldi al conservatorio: non ha voluto stampa, ma solo musicisti e direttore. Ha fatto la donazione e… poi ha detto al suo ufficio stampa di fare un comunicato.

      Ma in fondo è lo stesso motivo per cui diciamo che qui non esistono imprenditori: basterebbe ricordare il numero dei capaci imprenditori siciliani all’estero. Il problema è ch qui le condizioni per fare impresa non esistono. Come anche di fare arte e cultura, con tutti i fondi dati ad associazioni pseudoculturali amiche di questo o di quell’altro politico. Qui vince il peggiore o nel migliore dei casi il mediocre. Il migliore non ha alcuna speranza!!!

    16. Onestamente sugli arabi ho parlato solo per sentito dire, è un mondo a me totalmente estraneo. Ma sull’impresa e soprattutto sull’arte (nel mio caso la musica) ti so parlare con cognizione di causa. Sarà lo stesso meccanismo?

    17. @ Humby

      Se dovessi dire qual è il centro storico migliore ad oggi visto, non avrei dubbi nel dire Trento.
      Vivibilità, storia, cultura, residenza,ambiente, rispetto per le cose e le persone si coniugano in un unicum davvero difficile da trovare, anche in città di dimensioni più piccole.
      E’ vero, Palermo è un po più grande, abbiamo avuto la mafia che ha fatto i piani regolatori, Pizzo Sella, etc. ed è paradossale che oggi non ci si renda conto che l’attuale disagio che viviamo in città non abbia radici solo politiche in senso stretto, ma della mala urbanistica generata dalla speculazione edilizia mafiosa degli anni 70.
      Penso tuttavia, vista l’inconcludenza patologica dei nostri amministratori (fatta però da annunci su svolte clamorose della gestione della città, visioni più che altro di urbanisti ed architetti megalomani) che un inzio potrebbe essere quello di liberare spazi verdi (vedi la discarica Quaroni in via Maqueda) rinunciando alla edificazione forzata ed alla colonizzazione di marche e griffe straniere che comprano con un piatto di pasta palazzi ed aree edificabili, creare aree di parcheggio sulla cintura del centro e pedonalizzare in modo sicuro e decoroso le nostre strade, eliminare “manu militari” tutte le porcherie che i commercianti espongono come insegne pubblicitarie e valorizzare non solo gli assi tradizionali ma anche le viuzze con illuminazione e cura delle pavimentazioni, creare dei veri e propri percorsi culturali tematici a partire, ad esempio, dalle nostre chiese.
      Cose piccole, forse già sentite, forse banali, ma se già si cominciassero a fare sarebbe il segno che qualcosa di “piccolo” si muove, però stavolta nella direzione giusta…
      ws

    18. werner, vorrei aggiungere quella bellissima vista del mare a cui si affaccia la città di Trieste, senza barriera alcuna…

    19. @ werner
      Hai ben risposto e compiutamente argomentato e quindi mi dichiaro soddisfatto. Riguardo Trento con me sfondi una porta aperta e certamente potremmo estendere le notazioni positive ai centri storici della contigua provincia sudtirolese con Bolzano, Merano, Bressanone ecc. ma scendendo ulteriormente di scala c’è da dire che le dimensioni giocano un ruolo non indifferente nell’amplificare le problematiche. In termini di confronti, guardando a grandi centri storici marittimi e a città già decadute ma che poi si reinventano (o tentano di farlo) un ruolo, penso piuttosto a Genova o Barcellona…

    20. @Humby
      hai scritto quello che per brevità non avevo fatto io.
      E’ verissimo, non dobbiamo copiare da nessuno, dobbiamo solo liberare (se ce lo fanno fare) le nostre migliori intelligenze creative.
      Non serve avere l’attracco per l’orco degli oceani che con 2000 turisti ci scarica addosso centinaia di chilogrammi di polveri sottili all’ora: vanno bene anche 10 navi da 200 persone, inquini di meno, dai migliori servizi in modo diverso più creativo, dai continuità nei servizi, non cementifichi il mare, hai minori costi di gestione, crei veri posti di lavoro; è un discorso di economia elementare!

      L’area portuale, a mio sommesso parere, ancora non ha deciso cosa sarà da grande: commerciale, merci, cantiere. Vogliono tutto e non hanno idea di come realizzarlo salvo a spararle talmente grosse (non solo per il porto) appena per giustificare il grano che elargiscono a consulenti, architetti, ingegneri.
      Piani faraonici, cervellotici ed irrealizzabili giusto per farli marcire sulla carta e rispolverarli in campagna elettorale promettendo centinaio di assunzioni al popolo boccalone. Riflettete: quante opere pubbliche di rilievo sono state appaltate dall’amministrazione comunale negli ultimi…diciamo 10 anni? Metropolitana (ci sono ancora soldi?)collettore fognario(prima fanno le strade poi le sventrano per farci passare i tubi poi le ricoprono) parcheggi (una farsa), il sottopasso Perpignano…ma chi fa i piani triennali delle opere pubbliche, mister Bean?
      In compenso abiamo una pletora di consiglieri, presidenti di circoscrizione che costano un accidente e sulla cui assoluta inutilità non ho dubbi. Tranne poi a far dormire bambini nei container all’addiaccio perché non ci sono i soldi per pagare in via emergenziale alberghi o affittare temporaneamente delle case degne di questo nome.

      Impariamo da Trapani: in un anno hanno risistemato il porto ed hanno fatto la fase preliminare della Louis Vuitton Cup sfruttando il sito particolarmente ventoso ed è probabile che in futuro si terranno ulteriori manifestazioni in tema.
      Ripeto, credo che non valiamo Barcellona o Genova ma possiamo rifare semplicemente Palermo con il buon senso…uguale a nessun altra!

    21. O da Siracusa che, in tema di valorizzazione turistica, sotto la sindacatura Bufardeci, non è stata da meno.

    22. Che Palermo sia Palermo. Sul centro storico scriverei le stesse cose di werner e hurnby. Non conosco il Trentino, ma conosco benissimo Barcellona. Lì il risanamento di una città, che era combinata peggio della nostra, è cominciato dal porto. E allo stesso modo io penso che la rinascita urbanistica della nostra città non possa che partire dal porto. Innanzitutto bisogna eliminare l’equivoco. Il nostro porto fa turismo o commercio? Nella vita bisogna scegliere. Se scegli, come credo sia ovvio, il turismo, allora dovrai riqualificare tutto il Sammuzzo e la Cala, eliminare le strutture industriali in tutta la parte meridionale del porto e riallacciare, un po’ come a Trieste, il mare alla città.
      Tutte le attività semicommerciali (traghetti) nel frattempo saranno trasferite a Termini Imerese.
      Se riesci a pianificare la riqualificazione del centro, a partire dal mandamento Castellammare, a creare occasioni di svago per i croceristi e a differenziare lo stesso pubblico di croceristi… siamo già a metà dell’opera.

    23. La logica vorrebbe Palermo terminal turistico, trasferendo il traffico merci (e il cantiere navale?) a Termini che dovrebbe diventare invece un polo logistico .

    24. Il cantiere è posto all’estremità nord del porto, mentre la riconversione turistica dovrebbe cominciare da sud. Il cantiere in teoria potrebbe essere complementare a una base crocieristica.

  • Lascia un commento (policy dei commenti)

    Ricevi un'e-mail se ci sono nuovi commenti o iscriviti.

x
Segui Rosalio su facebook, Twitter e Instagram