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venerdì 29 mar
  • “Fashion & Champagne” da Giglio Boutique

    “Fashion & Champagne”

    Fino agli anni Cinquanta i defilé si svolgevano negli atelier ed erano un evento per pochi. La vicinanza alla prima fila non era proporzionale al potere dell’invitato, l’evento era rivolto più alla gente comune, alle clienti, che alla stampa e a potentissime “editor in chief” di riviste di moda. Le invitate potevano vedere da vicino gli abiti, toccarli e scambiare opinioni con la sarta che, se pur nota negli ambienti altolocati della città, era però ben lontana dall’idea di “celebrity” di oggi. Giglio Boutique riprende questa tradizione con i “trunk show”, che altro non sono che sfilate all’interno del punto vendita, attraverso cui ogni anno presenta le collezioni dei marchi più prestigiosi e crea un ponte fra i clienti e gli operatori del settore. L’altroieri sera è stata la volta del party itinerante Fashion & champagne di Emilio Pucci che, dopo la prima tappa, a Bergamo, è sbarcato nel capoluogo siciliano, per presentare la collezione autunno-inverno 2009/2010. «Siamo molto felici e orgogliosi di ospitare questa iniziativa nella nostra boutique», ha detto Michele Giglio, titolare con la famiglia dei sette punti vendita del capoluogo siciliano, «perché Emilio Pucci rappresenta uno dei marchi più prestigiosi della moda internazionale. I nostri clienti da molte stagioni apprezzano, con crescente attenzione e interesse, le linee e i colori di questa grande maison». Altissima e longilinea, tacchi vertiginosi e occhi chiarissimi, ieri sera per l’occasione era presente Laudomia Pucci, figlia di Emilio, che abbiamo intervistato.

    Laudomia Pucci

    I trunk show ricordano le sfilate di una volta…
    «Una volta l’alta moda e il prêt-à-porter erano mostrate in modo quasi privato. Ricordo le mie prime sfilate a palazzo, a Firenze, in cui c’erano circa 150 persone. C’era una platea molto ridotta rispetto a quelli che sono i contatti oggi, il mondo era più piccolo. Credo che questa idea di esclusività sia importante quando si parla del lusso e l’Italia è conosciuta per questo, perciò bisogna lavorare molto in questa direzione».

    Quali sono gli spunti d’ispirazione di questa collezione?
    «Gli abiti di questa collezione sono caratterizzati da proporzioni diverse, corti sotto e ampi sopra e ritengo che siano moderni, femminili e di lusso. L’ispirazione è stata il Palio di Siena. La collezione Palio di mio padre è datata 1957 e riprendeva tutte le bandiere. Abbiamo fatto un’esposizione a Siena nel 2007 per ricordarne il cinquantenario e quando Peter Dundas, il nostro direttore artistico, l’ha vista, se n’è innamorato e ha ripreso idee e grafismi, reinterpretandoli in maniera odierna. Ha tirato fuori un misto di tradizioni, miscelandole con un contenuto di moda di oggi. Per esempio, la giacca che porto è ispirata ai quadri del rinascimento che ci sono nel palazzo».

    Pucci come si difende dal mercato del falso?
    «La cosa più importante è la qualità. Se riusciamo a conciliarla con la tradizione e la modernità, siamo vincenti e nessuno ci può copiare. Questo, a mio parere, è importante, oggi più che mai, per il sistema moda italiano. Tutto il resto passa».

    Come ha reagito Pucci alla crisi?
    «Tutto sommato stanno arrivando dei segnali positivi da alcuni mercati internazionali. La nostra grande soddisfazione è che la collezione che abbiamo appena visto e quella che ha sfilato a Milano circa un mese fa, hanno funzionato molto bene, perché il nostro direttore artistico ha dato vita a un contenuto di moda molto appropriato per il momento che stiamo vivendo e per l’azienda. Soprattutto in momenti come questo, la cosa importante è essere creativi, dare più contenuti di moda, dare più servizio e lavorare vicino ai nostri partner ed è questo il motivo per cui siamo qui stasera. Queste cose fanno una grossissima differenza. Abbiamo passato dei periodi dove si vendeva tutto, senza problemi. Questo credo sia un bel momento per ritrovarsi, operatori del settore e clienti, insieme».

    Cosa ne pensa di questa serata e di Palermo?
    «Prima di tutto che sono felicissima di essere qua, grazie ai signori Giglio. Questa è una grande opportunità per avere in una serata tutta Palermo qua, conoscere persone che mi dicono “io avevo un palazzo pigiama trent’anni fa”, “io ho conosciuto suo padre”…è fantastico perché si sente parlare di cose che mi sono molto vicine. Sono molto fiera di essere italiana e mi apre il cuore vedere che i negozi che si trovano nelle capitali internazionali della moda, si trovano anche in varie città italiane e in Sicilia».

    Palermo
  • 9 commenti a ““Fashion & Champagne” da Giglio Boutique”

    1. Siino, chisto si chiama publogredazionale?

    2. Totò no: nessun compenso è stato percepito per l’articolo e non facciamo commistione di contenuti pubblicitari ed editoriali. La tua richiesta andava comunque inoltrata a me e per e-mail.

    3. No, Rosalìo, figurati che ora mi metto a scriverti via e-mail per una minchiata!
      Comunque per restare in tema: mi fa piacere che Pucci abbia avuto dei segnali positivi per uscira dalla crisi

    4. Totò non penso che sia ciò che scrivi ma il problema è che se scrivi qui rischia di non interessare a tutti e di rasentare il fuori tema.

    5. Rosalio,
      Sono certo che non fate pubblicità e, conseguentemente, non percepite alcunchè.
      Permettimi una battuta: fate male! Siccome il post sortisce l’effetto di uno spottone, almeno fatevi pagare che la manutenzione dei computer e la bolletta enel costano!
      🙂

    6. Giorgio se non vorrai essere rimosso gradirò le tue comunicazioni per e-mail. Saluti.

    7. io c’ero alla serata…mi sono sentita tanto VUIP!!!

    8. in un paese democratico ognuno scrive sui temi che vuole
      ed i lettori non sono obbligati a leggere.
      Se c’e’ un evento per gente danarosa(e non certo per Vip),vuol dire che a Palermo nonostante la crisi
      c’e’ gente danarosa,e quindi un Mercato.
      .
      Io avevo letto e non commentato,ma visto che non sono
      il giorgio del 24 ott delle ore 18,26
      ed avendo gia’ scritto su altri post di questo blog
      e’ per me doverosa questa precisazione ,
      quel commento delle 18,26 io non l’avrei mai fatto.

    9. Giorgio non c’è alcuna esclusiva sui nickname.

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