20°C
venerdì 29 mar
  • Volevo scrivere…

    Volevo scrivere due parole su Palermo, tutto è iniziato così. Due parole magari dal tono leggero, per non essere troppo seriosa, ci bastano i miei spettacoli, quasi sempre non proprio allegri… Be’ volevo raccontare di una mia recente scoperta, la moltitudine di negozi di perline che ci sono in città, nel centro storico, tanti, tanti, tanti, ma…niente da fare. C’è qualche altra cosa che urge, che spinge la penna, pardon, le dita sulla tastiera. Ecco: notizia ormai ufficiale, la Fiat di Termini Imerese dalla fine del 2011 non produrrà più auto, di questo l’amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne è certo. Così come lo è il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola quando afferma che il polo industriale siciliano rimarrà, anche se per produrre dell’altro, e al momento cosa quest’altro sia non si sa. Non lo sanno i 1400 dipendenti del polo siciliano, non lo sanno gli 800 lavoratori dell’indotto che gravita intorno allo stabilimento Fiat. Non posso fare a meno di pensare a quanto lo Stato ha fatto negli ultimi anni per aiutare la sua amata industria automobilistica nazionale a superare la crisi: cassa integrazione e mobilità lunga (nota per i non addetti: una sorta di prepensionamento), per esempio. Insomma, un aiuto per superare il brutto momento e quindi, a quanto pare, potere andare altrove. Sì, l’unica auto che era ancora prodotta a Termini, la Lancia Ypsilon, verrà fabbricata in Polonia. Poi ecco un’altra notizia, stavolta fuori dalla provincia palermitana, ma sempre in Sicilia, a Caltanissetta. Ancora un’altra produzione in partenza: l’amatissimo Amaro Averna, nonostante i conti in attivo (nel 2008 il gruppo Averna ha fatturato circa 200 milioni di euro) verrà prodotto a Finale Emilia, in provincia di Modena. Non è ben chiaro cosa ne sarà dei 350 dipendenti dell’azienda (e altrettanti nelle attività connesse allo stabilimento). Ma un tempo non si parlava di piani economici per il Sud?… Forse mi sbaglio, comunque tutta la mia solidarietà a questi lavoratori (capisco che è ben poca cosa…). Ecco, non riesco neppure a far sorridere. Tornando ai negozi di perline a Palermo, giusto per curiosità: nonostante le decine di negozi, e sebbene a prima vista sembra che in tutti ci siano le stesse cose, ebbene non è così: in ognuno di essi c’è sempre quel particolare (collana, bracciale, borsa, ecc…) che nessuno degli altri avrà mai, garantito!

    Ospiti
  • 29 commenti a “Volevo scrivere…”

    1. Per quanto riguarda Termini Imerese non so come finirà ma certamente i siciliani non dovrebbero comprare più auto Fiat.
      Per quanto riguarda Averna a quanto pare solo l’imbottigliamento verrà trasferito in Emilia con 10 licenziamenti.
      Staremo a vedere.
      I negozi di perline non li frequento.

    2. Tranquilla, con la fame di lavoro che ci sarà, appena decideranno di impiantare una bella centrale nucleare con assorbimento di tutti i lavoratori lasciati a casa da mamma Fiat, chi avrà il coraggio di essere contro?
      Averna, a quanto pare, trasferisce solo l’imbottigliamento. A me mi viene da chiedere: possibile che trasportare il prodotto in Emilia e farlo imbottigliare lì (che avrà pure un costo), sia così più conveniente che farlo in casa evitando malumore tra gli addetti? Speriamo che a tutti i lavoratori dell’azienda resti “il gusto pieno del lavoro”

    3. Massima solidarietà ai lavoratori di Termini, ma purtroppo è il sistema che va così: nessun piano di aiuti economici potrà cambiare le cose, perchè il problema è appunto di tipo economico. Fateci caso: le più grandi aree industriali, le maggiori concentrazioni di “fabbriche” non si trovano più nei Paesi universalmente definiti (erroneamente, ma questo è un altro discorso) sviluppati, quelli dell’Europa e degli Stati Uniti d’America, per intenderci.. i nuovi poli della localizzazione industriale sono i Paesi in via di sviluppo, e le motivazioni sono svariate, principalmente di carattere economico, legislativo e ambientale. Produrre in un Paese Occidentale costa troppo, e difatti il secondario è un settore in piena crisi in tutto l’Occidente. Di conseguenza, quelli della Fiat possono fare quello che vogliono, possono suicidarsi uno ad uno, ma le cose -ahimè- non cambieranno: l’economia va in un modo, l’unica via per cambiare il tutto sarebbe rivoluzionare questo suddetto modo. Ma ciò non succederà

    4. Marchione ragiona come un manager e non è un politico. A lui non interessa che mille o diecimila famiglie restano a casa senza lavoro, a lui interessa che il prodotto fiat sia concorrenziale, competitivo nel pianeta terra nel 2010 in un periodo di economia globalizzata.
      Scaiola, politico, deve promettere sensazione di benessere e serenità alla nazione, e quello è il lavoro dei politici, infondere quel tipo di illusioni (promettere ponti dove non passano fiumi Nikita Khrushchev).
      Preferisco l’onestà professionale e intellettuale di Marchione (anche se dura realtà a digerire) alle storiche e tradizionali “promesse” ed “illusioni” alimentate dai politici che governano.

    5. l’Averna produce a Caltanissetta un decimo della produzione totale che fa, a Caltanissetta ci sono soltanto gli uffici amministrativi. Ma per un gruppo che ha la Pernigotti, il Braulio e l’imbottigliamento conto terzi a Finale Emilia, strategicamente conviene accentrare tutti i processi produttivi.Se per questo hanno chiuso pure l’ufficio commerciale a Milano. Dispiace ma è così.
      La favola di Termini l’ha voluta la politica, se n’è servita come cassa di voti e finanziamenti per anni,non ci ha realizzato nessun opera a sostegno come ferrovie, porti e strade e adesso pagheranno gli operai. Hanno sbagliato tutto in Sicilia, quella che forse era la costa più bella della Sicilia Settentrionale l’hanno resa un recipiente di sostanze inquinanti e nient’altro.
      Marchionne è un manager che deve fare quadrare i conti, quello è il suo mandato, degli obblighi sociali della sua azienda onestamente penso che se ne freghi abbastanza. Rimane la cecità di un popolo che vota ancora gentaglia politica che lo permette e lo permetterà ancora

    6. Continuo a pensare che Lombardo e Scajola sbaglino ad andare dietro a Marchionne, promettendogli mezzo miliardo di euro per continuare a tenere in vita lo stabilimento di Termini. Con 500 milioni di euro, diamine, possibile che non vi sia nessuno in grado di garantire un migliaio e rotti di posti di lavoro, producendo qualcosa di utile, e magari meno inquinante di un’automobile? Chessò, pannelli solari, biciclette elettriche, batterie a combustibile…
      E invece continuano a pietire dietro la Fiat. Io avrei immediatamente sospeso gli aiuti degli incentivi, altro che invocare un incremento della produzione delle autovetture!!
      Che poi, caspita, la prospettiva del futuro prossimo è di traffico limitato nelle città, nei centri storici, nelle ZTL, con pedaggi sempre più alti nelle auostrade.
      Insomma, il mondo reale spinge verso la dissuasione dell’uso delle automobile e i nostri leader invocano più macchine, più automobili.
      Se non è follia, questa…

    7. Bravo, I.P., concordo, e se proprio a Termini si devono continuare a produrre automobili che lo faccia una concorrente della Fiat. Fiat ha avuto sin troppi regali dallo stato e dalla regione. Adesso fanno gli “uomini d’azienda” che se ne fregano del sociale? E noi ce ne freghiamo di loro.

    8. Vorrei aggiungere al commento di marcodisalvo, che condivido, : non solo a Marchionne interessa la concorrenzialità dei prodotti Fiat, ma anche ai lavoratori perchè se si vende di più i primi a beneficiarne sono loro.
      Sono d’accordo anche con iJerri per l’occasione sprecata per un turismo di qualità in una zona ormai quasi completamente degradata dal cemento. Considerazione che fa il paio con il timore di Annibale di una possibile costruzione di una centrale nucleare in zona e che rappresenterebbe il definitivo colpo mortale per una Sicilia già avvelenata da Gela, Priolo, Milazzo, ecc.
      Mi sembra fuori luogo e decisamente stupido il consiglio ai siciliani di non comprare più Fiat: Così si darebbe una bella mazzata anche a quei lavoratori che hanno ancora un lavoro in Fiat, dei quali molti sono siciliani che si fanno un mazzo così da una vita.

    9. Tutta la solidarietà anche da parte mia. Avranno più tempo comunque per pensare alle soluzioni della vita. Le persone che risolvono le cose di solito sono quelle che hanno moltissima perseveranza. E magari anche un po’ di fortuna. Se persisti abbastanza a lungo di solito la fortuna arriva. Così si dice. Purtroppo la maggior parte della gente non ce la fa ad aspettare la fortuna. E rinuncia.

    10. isaia panduri
      quella che ispira le tue parole è pura logica, quindi assolutamente fuori luogo dato l’argomento. Anzi, quando parli di biciclette elettriche e pannelli solari, sfoci anche nel delirio.

    11. In effetti, come ha già suggerito qualcuno, sarebbe meglio mettere un pò di sale sulla coda alla Fiat.
      Se il governo regionale fosse veramente degno di questo nome, dovrebbe guardarsi intorno e cercare di invogliare altri costruttori di auto a rilevare lo stabilimento di Termini, naturalmente impedendo ad ogni costo la “riconversione” dello stesso ad opera della Fiat.
      Impiantare una fabbrica di auto costa un sacco di soldi, molto meno ottimizzarne uno già esistente ad opera di un costruttore che mira a conquistare nuove fette di mercati: ad esempio i coreani o meglio ancora gli indiani, che ancora scontano qui da noi un pregiudizio sulla mediocre qualità del prodotto.
      A Termini Imerese (e nell’indotto…) si corre il rischio di disperdere la professionalità di migliaia di lavoratori acquisita, nel bene e nel male, in tanti anni di produzione automobilistica con livelli di qualità europei.
      Certo, sarebbero lacrime e sangue per tutti e i sindacati dovrebbero fare la loro parte, ma sarebbe sembre meglio che chiudere e riconvertire in non si sa cosa.
      Ma i nostri politici sarebbero all’altezza di promuovere e sostenere un’iniziativa del genere?
      E se poi spuntasse effettivamente un pretendente serio ed affidabile intenzionato a rilevare lo stabilimento, siamo proprio sicuri che la Fiat venderebbe?

    12. o si creano altri centri commerciali per assorbire questa forza lavoro a spasso! o l’unica soluzione è trovare un posto dove andare.

      Milano è già strapiena.
      La spagna è stata un bluff
      La Germania è in crisi

      L’America troppo lontana…

      ce ne andiamo in Artartide?

    13. Ma perchè non si producono invece a Termini mezzi pubblici ecologici con una domanda anche interna indotta dai sindaci siciliani?

    14. a Termini Imerese il problema non e’ la tipologia di prodotto,cioe’ cosa si produce.Il problema sollevato ufficialmente da Marchionne e’ il costo del prodotto.
      Gira voce,e l’ho gia’ scritto,che una Lancia y prodotta a Termini Imerese
      costa 1000 euro in piu’ di una Lancia Y prodotta altrove
      In quanto al mercato dell’auto in Italia si immatricolano piu’ auto di quelle che si producono
      ed il parco auto circolante e’ uno dei piu’ vecchi d’Europa.Quindi la domanda c’e’.
      Ovviamente queste sono affermazioni tutte da verificare
      ma mi pare che siamo vicini alla verita’.
      Invece nessuno ha spinto l’analisi sul perche’ c’e’
      questo delta di 1000 euro x ogni vettura.
      Gli standard qualitativi sulle linee di montaggio dovrebbero essere gli stessi che altrove,quindi,
      sara’ l’indotto ad aggravare i costi,o cosa altro?

    15. Forse gli operai Fiat di Termini arrotondano i redditi con la coltivazione del carciofo a scapito della catena di montaggio? 🙂

    16. affermare
      “…non ci ha realizzato nessun opera a sostegno come ferrovie, porti e strade…”
      e’ inesatto.
      Proprio a Termini e’ stato ampliato il vecchio porto
      e cementificata tutta l’area antistante questa ridente cittadina per farne un enorme piazzale di sbarco container’s ed imbarco auto finite.
      Inoltre e’ stata realizzato il tratto di strada costiera porto-stabilimento.
      Accanto la Fiat c’e’ la Termoelettrica dell’Enel
      e lo stabilimento ha il suo raccordo ferroviario.
      Quella che e’ rimasta una favola e’ l’area di sviluppo industriale,proprio come l’analoga area di Brancaccio.
      Uno dei piu’ grossi aborti degli anni 70 fu la Chimed
      Chimica del Mediterraneo,che brucio’ tanti soldi per non approdare ad alcun risultato.

    17. penso che sul capitolo FIAT e Termini si debba mettere una pietra (tombale) e tanti saluti; le persone non mancano, le competenze idem, i soldi (i 500 mln promessi dal Governo Regionale) pure…percio’, sotto con una lista di idee, analisi costi e benefici e via con la prossima attivita’. Le aziende nascono e muoiono, si spostano, cambiano prodotto … non e’ piu’ l’epoca del posto fisso questa (nonostante la demagogia tremontiana) percio’ prima lo capiamo e ci rimbocchiamo le maniche, prima potremo fare della nostra terra il Paradiso in Terra!

      @didonna: potrebbe essere un’idea ma con le casse in rotta di PMO e CT la vedo difficile
      @IP: eolico ci sarebbe gia’ Moncada (che tralaltro e’ in piena espansione); PV (fotovoltaico) dipende dai risultati di Conto Energia e Nuovo Conto Energia (se rinnoveranno o meno gli incentivi..)

    18. sara’ l’indotto ad aggravare i costi,o cosa altro?

    19. Manuelo@
      Ma se metti la pentola a bollire, (ora ‘cci vuoli, pignata taliata un bugghi mai) poi cosa ‘cci cali?
      la perseveranza sperando nella fortuna che il deficitario stato di cose non perseveri?

    20. GIGI
      340 euro in Polonia (o 740 richiesti)
      consentono all’operaio polacco di vivere alla pari
      di un operaio italiano che guadagna 1400 euro/mese.
      Ora,nonostante l’automazione sempre piu’ spinta delle
      linee di montaggio,negli stabilimenti lavorano sempre migliaia e migliaia di operai,e,se questi,(ed anche ben altri)sono le remunerazioni possibili delocalizzando,
      non e’ difficile arrivare a certe conclusioni.
      La Fiat la vedo come una grande nave in un mare frequentemente agitato che deve scaricare zavorra per
      non affondare essa stessa.

    21. 500 milioni? Credo siano 2000 a Termini, perché la regione non li da agli operai? 250.000 euro a testa, loro sapranno come investirli e far ripartire l’economia nella zona. Pensate, è come se 2000 persone vincono al Gratta e Vinci in contemporanea. Termini ne vivrebbe per decenni 🙂

    22. bella idea… e tra dieci anni cosa? un altro gratta&vinci?

    23. Tra 10 anni vivranno del frutto dei loro investimenti…
      Tanto se li diamo alla Fiat, non tra 10, ma entro un paio di anni si ripresenta il problema, e ci saranno altri soldi. Gli operai continuano ad essere sfruttati e la Sicilia ricattata.

    24. Annibale
      Gli operai vengono remunerati,ed in un mercato globalizzato e liberalizzato,la loro retribuzione risulta fuori mercato.La sfida che rimane e’ quella di individuare settori e capacita’ produttive competitive,
      e questo solitamente avviene attraverso l’innovazione tecnologica.Quindi e’ alla Ricerca ed alla Innovazione
      che bisognerebbe guardare.In quanto alla Sicilia,e’ noto
      che sopravvive per le provvidenze statali e comunitarie.

    25. @ Giorgio:
      ammesso che sia vero che la Sicilia sopravvive etc.,
      ammesso che le “provvidenze” siano l’effetto e non la causa del sottosviluppo,
      allora tagliamo tutto.
      E’ meglio morire che sopravvivere da eterni mantenuti.
      I trasferimenti ingrassano solo i delinquenti e paralizzano lo sviluppo vero. Senza più aiuti la Sicilia troverà una sua via.
      Almeno anziché emigrare in massa solo la manodopera qualificata, emigra quella non qualificata che è solo una palla al piede per la Sicilia(e possibilmente qualche spazio di ritorno per quella qualificata si crea).

    26. Le prestazioni d’opera non qualificata non le chiede nessuno,e comunque si troverebbero a doversela vedere con asiatici ed africani in Europa e con messicani,cinesi,portoricani etc. negli Stati Uniti.
      Se non fossero arrivate le “provvidenze” esterne,avresti gli LSU in corteo in via Liberta’ e montagne di rifiuti nelle strade.Gli LSU sarebbero gli ultimi ad emigrare.
      Tutti i giorni si ascoltano dibattiti in cui si afferma che la vera palla al piede,nel Sud,e’ la mafia e la mentalita’ mafiosa,e che in queste condizioni,
      viene meno ogni attrattiva agli investimenti al Sud.
      Cerchiamo almeno di descrivere le cose come stanno.

  • Lascia un commento (policy dei commenti)

    Ricevi un'e-mail se ci sono nuovi commenti o iscriviti.

x
Segui Rosalio su facebook, Twitter e Instagram