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giovedì 25 apr
  • Scusando i presenti

    Che fa? Prima di Natale vogliamo negarci un paio di riflessioni sulle espressioni sicule? Tanto lo so che se scrivessi un post sull’importanza di trovare la pace nel mondo sotto l’albero, pensereste che non l’ho scritto io. Infatti non l’ho scritto. Non lo so fare.
    Invece osservo i miei concittadini, li ascolto mentre parlano e mi scopro pure mentre mi produco in espressioni che poi mi fanno rimproverare da sola ed esclamare “ma non eri professoressa di italiano tu?”. Perché il rischio di contagio è altissimo. Uno assimila e poi ripete.
    Ci sono espressioni, sbagliate, ma allegramente usate da tutti. Pure da chi ha la pretesa di sentirsi più o meno “purista”.
    Cominciamo dall’ambito cucina. In Sicilia amiamo i sottintesi. Non specifichiamo, diamo per scontato che l’interlocutore ci capisca. Se è siciliano anche lui ci capisce certo. Altrimenti…
    Partiamo dalla mattina. Tutti facciamo il caffè. Il siciliano, dopo averla montata (termine che mi ricorda, da un lato, un mobile in kit di Ikea e dall’altro la “monta” degli animali e quest’ultima immagine ha un non so che di inquietante) mette la caffettiera sopra. Ma sopra esattamente cosa? Il fornello è ovvio. Certo. Ovvio per noi. Provate a dirlo a un Milanese. Ho messo il caffè sopra. E dopo un po’ di minuti aggiungete pure: il caffè è salito, scendi la caffettiera. Se è dotato di un po’ di logica dovrebbe rispondervi: ma come non era già sopra? Dove sale ulteriormente? E perché la caffettiera ora scende?
    Stesso discorso per la pignata che si mette sopra pure lei. E poi si scende pure. Anzi è la pasta l’oggetto in questione. Noi diciamo scendi la pasta prima che si sfa. E su questo mi soffermerei. Sfa voce del verbo sfare, pres. indicativo, 3° persona singolare, contrario di fare, con leggera accezione negativa, ottenuto premettendo il una “s” , tipo l’alfa greca che invece è privativa.
    Forma che esiste già pure in italiano, per carità, solo che noi ci mettiamo la fantasia e le influenze di chi ci ha dominato. Per esempio, il corrispettivo dell’italiano apparecchiare e sparecchiare la tavola, in siciliano è conzare e sconzare. Ma anche cummigghiare e scummigghiare come coprire e scoprire. Ma gli esempi sarebbero troppi.
    Riporto un aneddoto che riguarda il cibo take away. Da asporto va’. Alzi la mano chi non ha mai cenato con mezzo pollo e patate, in sere in cui si fa tardi o ci abbutta cucinare. Da noi mezzo pollo è una porzione. Per cui il siciliano che va a vivere in Lombardia chiederà, se i commensali sono due, “mi favorisce per favore un pollo sano? Naturalmente la pollivendola lombarda potrà solo precisare che da loro i polli sono tutti sani!
    Andando all’analisi logica fino a prova contraria l’italiano contempla quattro complementi di luogo:

    • stato in luogo, es. sono a casa;
    • moto a luogo, es. vado al mare;
    • moto da luogo, es. vengo da casa mia;
    • moto per luogo, es. passeggiando per il bosco.

    Ecco al siciliano non bastavano, per esprimersi ha avuto bisogno di aggiungerne un quinto.
    Sissignori noi usiamo il moto in luogo. Sono andato nel dottore a ritirare gli analisi (ma perché gli? Non è più difficile?) Oppure scendo un minuto nel tabacchino a comprare la ricarrica e un paghetto di sigarette. O ancora spesso i miei alunni di prima, quando fanno riferimento al loro recente passato solgono esprimersi come segue: quando ero nelle elementari, la maestra non ci lasciava tutti questi compiti!
    Siccome noi siamo versatili, si riscontrano esempi d’uso del moto in luogo anche in riferimento alle persone. La migliore me l’ha riferita una mia amica che, al mare, ha udito una signora di bella stazza gridare, con le mani in fianco, dalla battigia verso la nipotina: “Sciantellinaaaaaaa (diminutivo di Chantal) esci dall’acqua, vieni nella nonna”.
    Un’altra espressione che usano pure quelli che si sentono tischi-toschi è la seguente: Ha (possiedo testimonianze anche nell’uso della forma scritta, è verbo) da molto che non ti vedo. Trattasi di traduzione para para dal dialetto. Avi assai ca ‘un ti viru. E fin qua, niente di straordinario. Però ho sentito due espressioni che faccio fatica a comprendere.
    La prima riguarda una signora, che ,parlando con me, e dovendo farmi degli esempi continuava a dire “modo per dire, mio figlio la sera non si ritira più tardi delle otto”. Ma che significa modo-per-dire? Forse sarebbe “per esempio”.
    La seconda, più comprensibile forse, ma totalmente fuori contesto venne usata da un meccanico che, parlando con una mia amica mentre le aggiustava il motorino, continuava a porgere le sue scuse temendo di offendere coloro che erano presenti. Per cui ebbe a dire alla mia amica frasi come questa : la signora di poco fa è vero simpatica, scusando i presenti. Ma pure: in questo quartiere ci abitano tutte persone per bene, scusando i presenti.
    Ci sono poi due espressioni che saranno sintomo di una qualche mutazione linguistica che mi sfugge. Saranno parenti di frasi che testimoniano la nostra capacità di inturciuniare pure le cose più facile. All’inizio di un discorso ho sentito dire “come prima base principale”, ti devo dire che ci sono rimasto male. Non so se esista una seconda base principale o secondaria ma è una bella circonlocuzione per dire “tanto per cominciare”.
    E inturciuniandomi pure io non posso che dire:
    come prima base principale buon Natale a tutti… Scusando i presenti!

    Palermo, Sicilia
  • 71 commenti a “Scusando i presenti”

    1. Buona fine e buon principio, Maria !
      “A fine anno ti vengo a prendere con il motore e ti lascio da tua cugina, portati la tovaglia che ti porto a Mondello, ci buttiamo a mare e poi con la mattinata ci prendiamo il caffè casa mia, quando esce.”
      Quanti errori ci sono, professorè ??

    2. Bravissima come sempre.
      Tuttavia devo dire che anche altrove hanno modi di dire assurdi; è solo che noi siamo critici e sappiamo riderci su.
      Ricordo il mio “primo mese” da “Torinese”, mi si avvicinò una signora che chiese: “scusi dove rimane la stazione?”
      ed io: “signora, se nessuno la sposta … rimane là” ( è vero).
      Altro modo Torinese è : ” cosa costa?” al posto di quanto costa.
      BONNATALE MARI’ “senz’offesa”.

    3. WOW “LA” MARIA!!!!
      AUGURI!!!! “LA” titti

    4. Buone feste, con rispetto parlando!

    5. auguri maria!
      posso aggiugere:”..levando a noialri che mangiamo…”

    6. Brava Maria… come sempre…
      Ti faccio Tanti Auguri vero…
      🙂

    7. Quando chiami lo scooter “motore” stai usando una figura retorica!

    8. @Emanuele: metonimia!Poeti siamo!;)

    9. Sei un’ottima osservatrice e un’incantevole narratrice: spesso mi ritrovo in quello che scrivi e mi rendo conto che anch’io ho notato questa o quella “SBAFARA” della nostra lingua, da te esposta.

      ‘Senza offesa per nessuno’ i miei primi auguri di Natale sono per te, e mai sono stati così sinceri.

      Che la tua generosità ti ripaghi nel migliore dei modi,
      Luisa

    10. Pi l’aimmuzza i me nonno…. u sai cà un m’innavia addunatu mai!!!
      Tanti Guri Marea… scusannu ‘a frase.

    11. Aggiungo anche l’espressione torinese “ce n’é solo più uno”, piuttosto che dire “ne rimane solo uno”! e come non scordare lo sgrammaticato “ci vediamo in Duomo” dei Milanesi?

      Come dire, W l’Italia e W la grammatica 😉

    12. troppo divertente…aggiungo qualche aneddoto che mi è stato raccontato…magari sono leggende metropolitane…ma un sorriso fa sempre bene:
      dal medico…parecchia gente in attesa…arriva l’ennesimo paziente che chiede di passare avanti dato che deve farsi dare solo le ricette, risposta di uno dei presenti “no oggi non si può..non c’è il medico titolare..c’è il suo prostituto”!; la portiera che racconta del vestito da sposa della figlia..con l’orgasmo a giro giro….!!! Poi domande che uno si pone spontaneamente…ma se per andare in spiaggia si usa la tovaglia…a pranzo? no sempre la tovaglia…e per asciugarsi? sempre la tovaglia…
      buon natale a tutti…

    13. Grazie Maria e…”auguroni da vero cuore”!

    14. Auguri Maria “sciatiri e matri e vogghiu diri!”

    15. Auguri Maria!!
      Aggiungo che spesso il caffè invece di “salire”, “esce” (e dove va?)!

    16. Lo scompisciamento è sempre presente, leggendo Maria. Ma la signora di “Sciantellinaaaaaaa (diminutivo di Chantal) esci dall’acqua, vieni nella nonna” è parente di “Sueeeeeeeeeeeelllen, usci dall’acqua che il tempo non è lui !” ?

    17. Grande Maria, come sempre.
      Devo ammettere che non avevo mai avuto il piacere di sentire esempi di moto in luogo.
      E che dire invece dell’utilizzo improprio del verbo “tornare”, quando invece si sta andando via? Ad esempio, spesso uscendo da una stanza si dice a chi è rimasto lì “Sto tornando”, intendendo che tornerò di lì a poco.

    18. “Sciantelina” è fantastico!!! Buon Natale Mari!

    19. Maria, sei troppo simpatica! Scusando i presenti ovviamente… 🙂

    20. …ma ci siamo dimenticati l’espressione ” mi manciavo un bellu piatto i paista “….”oppure esci la carne dalla ghiacciera !!”

    21. ciao Maria, auguri anche a te… e complimenti
      baci
      Manlio

    22. Grande Maria! Ti, e vi, auguro un Natale ra bedda viero!!!

    23. complimenti Maria e aggiungo: “lei m’ave a scusare”

    24. complimenti sei il plus ultra, veramente mondiale

    25. Auguri Maria e, senza chi si siddìa “Bbona fini e bbon principiu” (non vi toccate, vuol dire buon fine d’anno e buon inizio)…
      Scusando la tavola…

    26. Grande Maria. Hai mai pensato di scriverci su un bel libro? 😉

    27. Brava divertente e mai banale come sempre . Solo una nota di critica – sempre con rispetto parlando- siccome si parla di espressioni sicule io differenzierei le espressioni che nasconi dal soggetto siciliano privo di scuola da quelle che sono invece espressioni in uso comune a tutta la popolazione e che prescindono dal grado di cultura. p.esempio dici bene “mettere la caffettiera sopra” io lo riconosco assolutamente come espressione universale sicula, mentre al contrario “sono andato nel dottore, ero nelle elementari piuttosto che ..la ricarrica o il paghetto piu che espressioni universali sicule direi che sono espressioni esileranti si ma piu figlie dell’ignoranza . Solo pur parle’, Maria ,non vuole essere una critica ( tu lo sai quanto ti stimo)
      e poi io da te posso solo imparare.Iniziamo a farci gli auguri ? no ancora è presto.
      Ciao

    28. Vedi Roberto?!?!?!
      Lui si che ci ha le scuole e se ne intende!!!

      😉

    29. Botta di sale! E’ vero Roberto. hai ragione. nel prossimo post sulle espressioni sicule farò questo distinguo. Grazie 😉

    30. buonasera,
      come al solito non ho palore di cui. (di cui viene tranquillamente usato anche come “terminale” (“di scarrico” direbbe uno).
      mariuccia, stante io con la faccia in una pozzanghera, mentre tu mi passi sulla nuca, usandomi, quindi come zerbino per non sporcarti le scarpe nuove (passa veloce sennò mi affogo: riflessivo, dovuto al fatto che mi pongo in questa situazione liberamente e senza cosctrizioni), mi permetto di farti notare che nella realtà dei fatti ci sarebbe una piccola variante: la frase effettivamente pronunciata dalla stazzosa signora sarebbe: “sciantelluuuuuuuzza, vieni nella nonna, ‘a nonna (rafforzativo di riporto inverso sul soggetto generante), esci dell’aaaaaacqua (complemento di specificazione del moto a luogo)
      rimango comunque nella prostrazione e nella mortificazione; la mia non vuole essere una correzione, ma solo un umile notifica, visto che detengo in casa la testimone oculouditiva della vicenda.
      con umiltà

    31. errata corrige: “un’ umile notifica”

    32. gia me l’immagino letto…..alla presentazione del secondo libro che scriverai…cose di capriccio per un attrice !perche ‘ forte che ci comunciasti con le pubblicazioni,ne’ cuntu ca ti po firmari qua? ne’ ve’?

    33. ehehehehehe
      un bacione
      Buon Natale!!!!!! ^_^

    34. Torci ragione hai! Ma raccogliendo gli spunti e scrivendo di notte, non trovai il coraggio di telefonarvi per conferma. Grazie assai a te e alla detentrice del sapere, oculouditivamente parlando.
      Mi genufletto.

    35. Era solo per avere un tuo parere in merito alla mia considerazione, non volevo urtare la tua suscettibilità nè sembrare banale.sorry

    36. si tuttu giustu ma che ne dite della commistione dello “stato in luogo” misto al “moto per luogo”?

      ma unni si? nienti, casa casa.
      Vorrà dire che l’interlocutore è si a casa, ma non fermo, macari tampasia passando da una stanza all’altra.
      Da non trascurare inoltre l’espressione pieri, pieri o strata, strata, sempre di tampasiare si tratta.

    37. @Roberto: ti ho dato ragione, anzi grazie per lo spunto!
      @Ninni: geniale! Non ci avevo pensato!

    38. La riflessione che la lettura del post mi sollecita, riguarda gli imbarbarimenti linguistici che ci arrivano da “fuori”, inteso come il resto del mondo attorno a Palermo: quando, dove e perchè la parola “settimana” ha perso l’articolo determinativo?

    39. Bravi voi, si vede che siete tutti studiati!!!

    40. @Tanus
      voleva essere un battuta ?

    41. Maria, ad andare dove sei? (agghiri unni si???)
      Baci.

    42. Per ora casa casa, tra poco strade strade;)

    43. …Partiamo dalla mattina. Tutti facciamo il caffè…. Tutti facciamo il caffe? forse, prepariamo???? 😉

    44. Infatti!Risate. Vedi che mi faccio contagiare facilmente?;-) In effetti bella è l’immagine di me che, bello presto, “faccio” il caffè. Quasi quasi mi apro una torrefazione 😉

    45. Complimenti a Maria Cubito per il post
      …comunque “chi ti manci arancina astura ca poi ti levi i pitittu”
      Auguri a tutti.

    46. Io questa sera mi FACCIO due spaghetti . una volta abbassata la pasta dovrò stare attento a scenderla al momento giusto : Ma perchè la pasta si CALA per cuocerla e si SCENDE quando è pronta ? cosi facendo dovrebbe restare sempre dentro , no ? 🙂 Mariaaaaa

    47. @Roberto P.:
      cietto che era battuta,
      fosse fui infelice e non mi sappi spiari bonu.

      Nun mi riri ca ciai veru na scola!!!!

      Per completezza, “avere le scuole” si divide divide a suo volta in “avere le scuole alte” oppure “avere le scuole basse”.

      Ciao Marù, anzi, professorè.

    48. @Tanus
      direi parecchio infelice visto che non ci conosciamo, ne mai ci siamo scambiati un post – se permetti a me è parsa una p.p.c.

    49. Mi risulta un poco pillicoso.
      Anche lei mi pare parecchio infelice però.

      Cordiali Saluti.

    50. e “troppo bella” per dire quant’è buona una pietanza?

    51. Vorrei aggiungere, e capita a proposito per diverse ragioni, un altro modo di dire:
      Un c’è nienti, pigghiamuni u cafè.

      Il caffè è il calumet della pace del palermitano, ricorda vagamente il rito della grolla quasi, o la kava delle isole del pacifico.

      Marù, stai prendendo appunti?!?!

    52. Si si Tanus piglio appunti. Anche se secondo me il caffè del palermitano è un ulteriore rito per perdere tempo altro che calumet!;) Ci sono minuti che al bar mi chiedo:” ma tutti ccà su? E chi lavora?”

    53. @Tanus
      ti assicuro che non sono infelice ne pillicoso,se non ritieni di aver sbagliato tagliamola quà che è meglio.
      Cordiali saluti

    54. @roberto P.:
      ti assicuro invece che non era rivolto a te, non mi permetterei di offendere chi non conosco. Era solo la scusa per tirare fuori un’altro modo di dire pro-maria.
      Mi spiace che tu in quel momento non avessi l’animo predisposto ad accorgertene.
      Scusa per il pillicoso. Infelice riguardava l’espressione… infelice come la mia in quel particolare momento del resto.
      Sinceramente buona giornata.

    55. Rimpiango nei commenti la mancanza del tono di voce, che per un palermitano (e non solo) fa variare, e anche di molto, il significato di una frase.
      Le faccine che usiamo molto spesso non bastano. Bisognerebbe inventare le faccine “palermitane”, con vocina inclusa, per aiutare a discernere nella vastità di significati di una espressione in puro palermitano.

    56. @Tanus
      tutto chiarito, ma devi capire che il primo riferimento a me era abbastanza esplicito ( “Vedi Roberto ? lui si che.”.) cmq considero chiuso il discorso senza rancore .
      Ti faccio i piu sinceri Auguri di Natale .

    57. Tanti Auguri anche a te.
      🙂

    58. A proposito di “moto” ancora:
      Vengo e mi spiego.
      Vengo al tuo discorso.
      Calacci na pignata che sto venendo.

      Il Palermitano è un pozzo inesauribile…

    59. Anche il “mettersi al firrio” non è che voglia incatenarci da qualche parte, ma magari neanche si vuole che ci si dia da fare; semplicemente si vuole girare in tondo, classica perdita di tempo degli “sfacinnati” o “lagnusi”: figure abbondanti a Palermo, sopratutto in occasione di lavori stradali, quando “travagghi ‘mmenzu a via, incigneri in quantità !” ognuno che si ferma esprime un parere tecnico sull’andamento dei lavori, pur avendo competenza zero ! Ma tant’è !

    60. Ricordo a Maria Cubito lo stranissimo ‘moviti di druoco’, o ‘di lì’ , impiegato nella provincia agrigentina, e che paradossalmente significa ‘stai qui’.
      Questa allocuzione, non me la sono mai spiegata.
      Tanti auguri!!

    61. @Mariacubito:
      Ci sono minuti che al bar mi chiedo:” ma tutti ccà su? E chi lavora?”
      E’ la stessa cosa che mi chiedo quando mi ritrovo “imbottigliato” nel traffico, ma tutti strata strata sunnu? si, ma intanto io cosa ci faccio incolonnato assieme agli altri certamente poco impegnati in attività lavorative? 🙂
      P.S. i suoi articoli sono fra quelli, che leggo con molto interesse.

    62. “moviti di druoco” è il diminuitivo di “muoviti di lì… sai che ti faccio?!”… in quel caso il tipo che te lo dice per sottintendere la seconda parte della frase o si morde due dita o, per aggravare, tutta la mano e mugugna in crescendo…

    63. Bel post. Quando avrò voglia di un prosieguo “Palermo è fimmina, con rispetto parlando” verrò qui su rosalio a leggere i tuoi interventi 😉 Il libro, di cui ho visto la presentazione al Kalesa, mi è piaciuto così tanto, che l’ho regalato a mezzo mondo per questo Natale.

    64. Ciao Maria…
      ti ho “scoperta” per caso. Trasferita a Milano, durante l’ attesa in aeroporto vengo attratta dal titolo di un libro “Palermo è fimmina…con rispetto parlando”. Mi incuriosisce…mi piace e mi colpisce al cuore la definizione di una Palermo che a dire il vero per tanti aspetti non ho mai “gradito”.
      Grazie…grazie per le risate alle lacrime…grazie per la nostalgia che forse, per la prima volta, ho sentito nei confronti di una città così “disgraziata” ma tanto “mamma” con i suoi figli!
      Grazie Mille
      Buone Feste

      PS. Viva Palermo e S. Rosaliaaaa ^__^

    65. Grazie a tutti dei contributi 😉 e un grazie speciale a Gabriella e Simona: bontà vostra 😉

    66. ciao maria, non ho mai scritto su rosalio ma stavolta non posso non farlo per ringraziarti delle pagine e degli aneddoti divertenti(e reali!!!)ke regali sia attraverso rosalio che nel tuo libro “Palermo è fimmina…”. ti ho scoperta quasi per caso ma ammetto che appena finito il libro, andrò alla ricerca di altri tuoi scritti (preferibilmente libri che posso così leggere in qualunque momento, conservare e regalare)per continuare a ridere ed amare il mondo palermitano e siciliano.
      cordiali saluti e grazie. miry

    67. da agrigentina purosangue: “mòviti” si usa solo nell’accezione di “rimani, resta qui” e non ha niente a che fare con il movimento, anzi è un’intimazione a stare fermi!
      altro svarione dei miei alunni palermitani: “pressorè, mi hanno mascherato il guaderno!!!”

    68. Ciao, ti ho scoperta per caso e mi sono fatta un sacco di risate nel dolce ricordo della mia palermo a questo proposito ti suggerisco due frasi:
      – ‘n mi mettieri i scagghi a l’unghia
      – non è ca ti misi i pieri nè cannarozza
      ciao

    69. Ciao a te Ares, grazie dei contributi, me li “sarbo”.
      Grazie anche a tutti gli altri 😉

    70. Se avessi saputo (e intuito) che la Maria Cubito, autrice del libro che spesso mi è passato sott’occhio alla feltrinelli, era la Maria Cubito di cui leggo volentieri i post qui su rosalio, non mi sarei fatta scappare l’occasione di comprare il libro. Chiedo venia per la mia ignoranza/sbadataggine. Mi sa che sarà uno dei miei prossimi acquisti. 🙂 Non ho dubbi che sarà piacevole leggerti anche lì.

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