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martedì 19 mar
  • Coworking, ci riproviamo!

    Ad aprile e a maggio dello scorso anno lanciai su questo blog l’idea di un coworking (collaborazione tra soggetti diversi in spazi comuni nati appositamente per fare comunità) palermitano. Dopo i primi entusiasmi manifestati da decine di commentatori, realisticamente, mi chiedevo quanti sarebbero stati disposti a passare dalle parole ai fatti ponendo alcune richieste concrete: C’è qualche requisito particolare, oltre allo spazio e a ragionevoli comfort, da tenere in considerazione? Quanto pensate che sia equo pagare per la vostra stanza o per una postazione al mese? Quale zona della città preferireste? Risposte tiepide.

    In estate abbiamo fatto una riunione (disertata da alcuni che hanno ritenuto opportuno non avvertire neanche della loro assenza dopo aver confermato ma non è questo il punto). Avevamo trovato una possibile soluzione con un prezzo che sfido a definire non modico: 100-150 euro al mese a postazione! Tagliando, avrete capito che non se n’è fatto nulla.

    Volendo pensare che fosse complice l’afa vorrei riprovarci insieme a voi, non importa se siete scomparsi allora o se leggete per la prima volta di questa idea. 🙂 Abbiamo un bell’ufficio in via Siracusa che sarà in parte sede della redazione di un nuovo progetto web (di cui parleremo presto) e c’è una grande sala per la collaborazione e anche altre stanze singole o per piccoli gruppi. Chi è interessato si faccia avanti (se non vi va nei commenti anche per e-mail). 🙂

    Palermo
  • 25 commenti a “Coworking, ci riproviamo!”

    1. secondo me questo tipo di collaborazione, essendo sperimentale, può essere collocata nel campo delle ricerche pure. avendo la ricerca un costo in termini di tempo e denaro non tutti sono disponibili ad affrontare tali oneri. secondo me è necessario cominciare con progetti mirati multidisciplinari e limitati nel tempo dal costo certo, solo dopo si potrà parlere di collaborazioni più consolidate. naturalemnte nella prima fase dove tutti rischiano chi mette i locali si dovrebbe limitare a chiedere le spese documentandole.in bocca al lupo.

    2. non funzionerà…
      io ci ho provato con un gruppo di 5 persone tutte legate da un’unica passione, nel creare una community e condividere spazi e attrezzature.
      Un fallimento. Ho solo perso tempo e soldi.
      Ci sono soli approfittatori di belle parole.
      Nei fatti concreti… spariscono….

    3. Ma il coworking non è inteso con la condivisione del lavoro con gli altri. Ci si divide soltanto lo spazio, poi ognuno fa il suo lavoro, con il suo pc e la sua stampante. Si tratta semplicemente di dividere le spese d’affitto.
      Se invece l’idea è quella di creare un gruppo di lavoro per un progetto comune, è un’idea che non ha speranza, perchè cose del genere non si mettono in piedi cosi facilmente.

    4. NonSo la prima che hai detto è quello a cui penso.

    5. Direi meglio, Tony correggimi se sbaglio … il concetto è quello di uno “studio consociato”. Un pò come succede per i medici oppure gli Avvocati. Si dividono le spese del locale, ed eventualmente anche di una segreteria comune e/o macchine che altrimenti comprare da soli non si potrebbe, dividendo perciò le spese di gestione.

    6. Tanus ci sei ma è buona cosa l’eterogeneità così da mischiare competenze che normalmente non si incontrano anche.

    7. No, io non credo il problema sia dividere le spese, ma lavorare in un ambiente “aperto”, dove il lavoro di ognuno non è necessariamente legato a quello di chi siede nella scrivania di fronte, ma almeno di tanto si possono fare quattro chiacchiere, conoscere gente nuova ed avere nuovi stimoli.
      Poi, ovviamente, se uno ha bisogno di un consulto per lavoro, si può rivolgere al professionista della stanza a lato.
      è un bel vantaggio.

    8. ok dividere le spese per lo spazio, ma in concreto il lavoro in cosa consisterebbe?

    9. Francesco…ciascuno si porta il suo. 😀 Noi ci mettiamo l’ufficio e i servizi.

    10. io penso che il vero “co-working” non possa essere una sorta di “studio associato” .. in cui l’associazione in realta’ spesso non si traduce in collaborazioni tra i professionisti .. ma in una semplice riduzione di spese.
      in questo caso, mi chiedo poi sempre.. e se gli altri fanno rumore.. e se hanno necessita’ di ricevere molte ppersone.. e via via .. si finisce con il separarsi ..
      solo il condominio e’ un’associazione forzata che dura.
      vedrei questo progetto esclusivamente tra figure professionali complementari…. ma in quel caso .. poi scatta il problema dei guadagni .. chi porta il lavoro si sente piu’ autoritario .. chi lo fa alla fine si sente un semplice impiegato …
      il fatto di lavorare in un posto dove c’e’ altra gente che posso incontrare e con cui posso perdere tempo e fare nuove amicizie … quello .. preferisco farlo sempre alle 19.30 di fronte ad un aperitivo, fuori dall’ufficio.
      boh .. boh …
      il co-working è una bella cosa… facile da parlarne… molto difficile da realizzare
      in bocca al lupo
      marco

    11. Sulla riunone disertata che hai descritto per me, Tony, è proprio quello il punto. La puntualità e il rispetto degli impegni presi (o il dovuto preavviso se non è possibile rispettarli) sono la base di ogni collaborazione di affari, anche di un semplice co-working. Senza questo minimo atteggiamento professionale verso il mondo del lavoro, dove si va? Verso la mancanza di dinamismo imprenditoriale, proprio quello che caratterizza Palermo.

    12. Bastava scrivere: affittasi stanza in ufficio condiviso. Mi sono letto tutti ’sti commenti per capire cosa fosse ’sto co-working, sperando in un nuovo progetto interessante, e invece…

    13. ah tony, qua semo tutti disoccupati!!!!!!!
      anche io a dire la verità avevo capito si trattasse di un progetto lavorativo ,visto che x ora sn messo che cerco lavoro disperatamente

    14. tony, dicci qualcosa sulla redazione del nuovo progetto web… partecipare a quello non mi dispiacerebbe!

    15. Francesco e che cosa aspetti a “inventartelo”? Ci sono tante opportunità per chi ha idee e vuole darsi da fare. Noi possiamo metterci la sede a costi contenuti.
      Roberta parliamone per e-mail.

    16. si, è facile a dirlo inventarsi un lavoro!

    17. non so cosa fare
      quando ho qualche idea c è sempre qualche ostacolo che mi impedisce di attuarla
      non è cosi facile come sembra

    18. Francesco facciamo una cosa: vienici a trovare e vediamo come possiamo aiutarti a realizzare la tua idea. Mandami un’e-mail. 🙂

    19. Manco a dirlo, Siino. Tu sai la “nostra” situazione al quadrato, ma penso che si possa fare un ragionamento assieme se solo questo ragionamento possa portare ad una strategia d’insieme. A me non basta il co-affitto, sarebbe più logico lavorare co-operativamente: chi si occupa di una cosa, chi di un’altra, co(n)dividendo spese e utili. Chi porta il proprio computer e chi la propria capacità ideativa, chi porta i clienti e chi le idee. O si scala assieme il K2, o si va a fondo fino a vedere la carcassa del Titanic. Questo potrebbe essere un ragionevole co-working! Cosa ne pensi?

    20. Penso sia l’idea “cullata” da Tony.
      Un centro dove chi va trova la soluzione a diversi problemi, una specie di simbiosi… molto diversa dal parassitismo.

    21. Ti inviato per email i miei 2 progetti, aspetto un tuo parere 😉

    22. A Vicenza sto lavorando da un anno a un progetto simile. Complice la burocrazia, non è per nulla semplice. Solitamente i cowo per funzionare partono da uno studio già esistente / quasi sempre di pubblicitari/ che avanzano spazio e lo riaffittano. Pensare di andare a un cowo per trovare un lavoro è da folli. Al cowo il lavoro lo si porta. Per se e per gli altri. Cmq in bocca al lupo.

    23. Laureanda in Disegno Industriale, sto iniziando ora una tesi che parla di lavoro, limiti tra vita privata e vita lavorativa, limiti spaziali e psicologici.

      Il lavoro magari a Palermo non c’è, sarà la verità. Ma manca anche tante creatività. E non la creatività di truffare gli altri. Ma di costruire qualcosa.

      Vorrei proporre al comune la concessione di uno spazio per un iniziativa di cowork.
      Il progetto non è il cowork, ma uno studio accurato sulle condizioni spaziali e ambientali per un lavoratore libero professionista, che non potendo lavorare in casa, paga pochi soldini al comune per lavorare in uno spazio adeguato.
      Lo spazio mi servirebbe anche solo a titolo espositivo. Anche se l’ idea di proporlo come associazione culturale non mi dispiacerebbe.

      Insomma una sorta di biblioteca per i lavoratori.

      Proprio in questi giorni a Milano al Salone del Mobile si parla di cowork.

      Che ne pensate?

    24. Ciao Tony,

      leggo solo ora il tuo post quando ormai manca poco all’apertura del nostro Coworking :)!

      neu[nòi] – spazio al lavoro, nasce da un’idea di EDI snc e Michelangelo Pavia Architetto. Due giovani società che credono fortemente nel lavoro sociale, nella collaborazione tra creativi, imprenditori, investitori per la realizzazione di progetti innovativi.
      Far parte di un gruppo di professionisti e creativi ci conferisce una forza superiore a quella dei singoli. Solo così potremmo riuscire a superare questo periodo di crisi economica.

      Vi invito a scaricare la brochure dal nostro sito http://www.neunoi.it , cliccando sul collegamento “spazio al lavoro” posto sotto il logo.

      Entro il fine settimana dovrebbe essere on-line il sito completo.

      Per qualsiasi info, non esitate a contattarci.

      Nicola Adamo

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