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martedì 19 mar
  • Dieci questioni sui diritti dei cittadini LGBT

    In queste elezioni amministrative così complicate e combattute, l’associazione che rappresento, Arcigay Palermo, ha deciso di restare neutrale.
    Non ci schiereremo, non daremo indicazioni di voto, non faremo campagna elettorale per nessun candidato, anche se tra i candidati ci sono tanti amici ed alcuni membri del movimento LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Trans) palermitano.
    Abbiamo fatto questa scelta perché, pur non sminuendo in alcun modo l’importanza di “metterci la faccia” e di candidarsi ad amministrare direttamente la città, pensiamo che la funzione più corretta per un’associazione sia quella di informare, sensibilizzare, aiutare gli elettori ad orientarsi tra oltre 1.300 facce che rischiano di sembrare tutte uguali.
    La neutralità che ci siamo ripromessi è cioè cosa ben diversa dall’indifferenza o dal disimpegno: cercheremo da una parte di informare nel modo più obiettivo possibile, dall’altra di stimolare i candidati ad un confronto su valori e temi che incidono sulla vita di migliaia di palermitane e palermitani.

    Quello che chiediamo a tutti i candidati, indipendentemente dallo schieramento politico di appartenenza, è che si impegnino a rispettare i diritti umani e civili di tutti i cittadini e le cittadine, senza discriminazioni fondate «sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali», come recita l’art. 21 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (2000/C 364/01), che deve guidare ogni amministratore della cosa pubblica nella sua azione quotidiana. Solo a partire da queste premesse irrinunciabili si può intervenire per risolvere le mille emergenze della città.

    L’azione dell’associazione per le elezioni si articola in tre punti:

    1. Sottoporre ai candidati sindaco “10 questioni” sui diritti dei cittadini LGBT.
    2. Organizzare un dibattito pubblico tra i candidati sindaco, previsto per il giorno 23 aprile.
    3. Raccogliere le dichiarazioni e i programmi dei candidati consiglieri comunali e di circoscrizione.

    Alcune dichiarazioni di candidati consiglieri sono già pubblicate nel nostro sito, ma crediamo che ne arriveranno molte altre.

    Le 10 questioni sono state inviate il 10 aprile ai candidati sindaco; le risposte verranno prontamente rese note.
    Si tratta di 10 questioni chiave sulla non discriminazione nell’attività della macchina comunale, su sensibilizzazione e formazione del personale e della pubblica opinione, su strutture di supporto al lavoro ed ai servizi delle associazioni e a necessità che non trovano risposte nelle strutture esistenti (come una comunità alloggio che accetti le persone trans maltrattate), la sensibilizzazione su Hiv e altre malattie a trasmissione sessuale, il Pride, la Rete delle amministrazioni contro le discriminazioni, etc. Potete leggerle qui.

    Alcuni di questi impegni erano già stati approvati a larga maggioranza dal consiglio comunale, ma sono rimasti lettera morta: è proprio da questi impegni già assunti che vogliamo che la prossima amministrazione comunale riparta.

    Ospiti
  • 11 commenti a “Dieci questioni sui diritti dei cittadini LGBT”

    1. Ok purchè non si pretenda di imporre il punto di vista ideologico dell’assocazione LBGT a chi, legittimamaente, abbia una diversa visione antropologica sui temi dell’orientamento sessuale, della famiglia e dell’educazione. Non passiamo da un eccesso all’altro!

    2. 7. Patrocinare ed agevolare la realizzazione dei Pride cittadini e di tutte le manifestazioni ad esso connesse OVVERO: sperpero di danaro pubblico per inutili carnevalate

    3. Fabio V.
      Sarebbe interessante conoscere la tua diversa ‘visione antropologica’, non foss’altro per meglio capire il tuo messaggio, altrimenti incomprensibile.

    4. @Ortimio, così come criticare Israele non è necessariamente una manifestazione di antisemitismo, avere una visione antropologica diversa da quella promossa dal movimento LBGT non è necessariamente una manifestazione di omofobia. Altrimenti si diventa degli intoccabili che impongono il loro punto di vista senza possibilità di critica e tolleranza reciproca.

    5. Bene Fabio V.

    6. @Fabio V.

      Non sei in grado di rispondere? Eppure non era una domanda particolarmente complicata.

    7. @Ortimio
      Non era neanche complicato comprendere ció che ho inteso dire.

    8. @Fabio V.
      Allora, la domanda era:
      Puoi/può illustrarci in cosa consistono le differenze salienti che caratterizzano la sua ‘visione antropologica’ rispetto a quelle dell’LGBT ?
      Le chiedo questo perchè, pur transitando da questo blog per caso e per la prima volta, credo si possa rendere un servizio interessante al lettore evidenziando delle differenze di pensiero che potrebbero magari costituire esse stesse degli spunti interessanti di riflessione.
      Credo di averle dato il tempo di raccogliere le idee.

    9. c.v.d., esternazioni senza argomenti del solito scimunito di passaggio…

    10. Secondo me, la questione più importante è la lotta all’omofobia, specie nelle scuole (e ovviamente contro tutti gli atti di bullismo).

    11. Ortimio ti invito a essere rispettoso nei confronti degli altri commentatori. Grazie.

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