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mercoledì 24 apr
  • Crocetta e il pacchetto “Tsunami”: tagli agli sprechi e misure anticrisi

    Rosario Crocetta

    Il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta ha presentato ieri mattina i sei provvedimenti, già approvati dalla Giunta regionale, di quello che definisce pacchetto “Tsunami”. Sono previste l’abolizione delle Province, sostituite con i liberi consorzi tra comuni, l’istituzione di un fondo contro la povertà (cinquemila euro a famiglia), il pagamento di un salario minimo di sussistenza (70 milioni) per 40 mila disoccupati che lavoreranno per tre mesi, l’attuazione dell’Alta Corte in Sicilia prevista dallo Statuto, l’abolizione degli Istituti autonomi case popolari (Iacp), il taglio dei Cda di alcuni enti, il trasferimento all’Irfis-Fin Sicilia delle competenze finora svolte da Casse per il finanziamento di artigiani (Crias) e cooperative (Ircac).

    Il nome del pacchetto è un chiaro riferimento al tour elettorale del Movimento Cinque Stelle ma Crocetta si è attribuito la paternità affermando: «Io sono più grillino dei grillini».

    Crocetta ha annunciato durante la conferenza stampa il trasferimento del genero del capomafia di Villabate Mandalà che si occupava della gestione di un capitolo di spesa dei fondi strutturali.

    Una curiosità riguarda lo stop al canone annuale (pagato dal 1954 e arrivato a 500 mila euro) a una ditta che accudiva gli uccelli ospitati nei giardini di Palazzo d’Orleans. Se ne occuperà l’Università.

    Palermo, Sicilia
  • 6 commenti a “Crocetta e il pacchetto “Tsunami”: tagli agli sprechi e misure anticrisi”

    1. Interessante.
      Non fosse che il “sistema Sicilia”, per come presentato dai media, ovvero primigenia forma di governo a maggioranza PD-5 stelle cui ispirarsi nel parlamento nazionale, non esista affatto.

    2. Esiste/Non Esiste.
      ESISTE cio’ che dura nel tempo. In questo momento esiste.

    3. Grande Presidente! Ottime iniziative, continuiamo così.

    4. folklorista, esiste, ma non è un sistema. E’ l’appoggio esterno dato a chi ha già la maggioranza grazie a cambiamenti di casacca.
      Cose che in altri casi scatenano indagini e media.

      Con ciò non voglio affermare che vi sia identità di modalità, ma almeno ridare a Cesare quel che è suo.
      Proporre questa soluzione a livello nazionale, posto che in Sicilia nemmeno vi è il problema “fiducia”, in quanto il governatore è scelto direttamente dal popolo e non dall’assemblea degli eletti su nomina del presidente della repubblica, semplicemente non risolve nulla, in quanto il problema non è affatto identico. E nemmeno somiglia.

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