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venerdì 19 apr
  • Palermo a luci rosse

    Basta farsi un giro in macchina a Palermo dopo le nove di sera per rendersi conto di quanto sia significativo il problema della prostituzione.

    Alcune strade sono letteralmente invase da queste signorine che in abiti succinti promettono qualche minuto di piacere a clienti di ogni età; ultimamente sono in aumento i casi in cui una vera e propria organizzazione provvede ad affittare appartamenti siti in anonime palazzine e fissare qui gli scabrosi incontri.

    Proliferano anche i centri massaggi gestiti spesso da cinesi che hanno trovato in Italia una nuova forma di business, spesso sono coadiuvati dalla malavita locale e i recenti fatti di cronaca dimostrano che non è solo la mafia ad impegnarsi in questa redditizia forma d’investimento.

    Spesso le donne protagoniste sui marciapiedi o confinate in appartamenti ghetto sono giovani extracomunitarie, secondo un cliché consolidato che prevede il loro reclutamento nella terra natia.

    Molti non sanno che questa era una prassi consueta per la mafia dei primi nel Novecento.

    I picciotti della “Mano nera” newyorkese operavano in collaborazione con le cosche siciliane che provvedevano ad inviare ai primi nominativi ed indirizzi di ragazze chiacchierate, povere o semplicemente desiderose d’espatriare.

    L’organizzazione con base a New York provvedeva a scrivere alle suddette delle finte missive spedite da presunti giovanotti siciliani onesti e laboriosi che nella lontana America avrebbero voluto al fianco una donna della propria terra.

    Seguiva lo scambio di corrispondenza e fotografie, preambolo della spedizione di un biglietto gratis di sola andata con relativa proposta di matrimonio.

    Appena giunte negli States le ignare ragazze trovavano ad aspettarle sulla banchina ben altra gente che con lusinghe o minacce le conduceva sulla via della prostituzione.

    Oggi le organizzazioni criminali cinesi, africane e del sud America ricalcano il modus operandi della mafia di inizio secolo, ricordiamoci quando parliamo del fenomeno che un tempo furono i siciliani protagonisti di questo scempio e che comunque in Italia la politica non vuole regolarizzare il fenomeno come avviene negli altri paesi per non fare uno sgarbo a quelle stesse organizzazioni criminali che le gestiscono e che al bisogno diventano procacciatrici di voti.

    Ospiti
  • 9 commenti a “Palermo a luci rosse”

    1. Seppur breve, trovo molto interessante l’analisi storica, di cui non ero a conoscenza. Io sarei favorevole alla regolamentazione della prostituzione: certo ci sono dei problemi da risolvere come il rapporto tra luoghi dove esercitare e contesto urbano, ma sono molti di più i problemi che risoverebbe: pagamento delle tasse con maggiori entrare per le casse comunali e statali, decoro urbano, stop della riduzione in schiavitù delle povere ragazze, controlli sanitari.

    2. Complimenti per il post, chiaro e, come direbbe mrs. Colorina, soprattutto circonciso.
      Comunque, non dia ai Siciliani primati che non spettano loro: il subdolo inganno ai danni di una giovane ed inesperta pulzella di farle credere di andare in una nuova citta’ incontro all’amore, e di farle invece trovare qualcos’altro molto piu’ materiale, e’ presente nela storia dell’uomo sin dal momento in cui un genio invento’ la camminata a piedi scalzi, come direbbe un mio amico palermitano verace.
      Ci sono infatti riferimenti a tale pratica sia nei geroglifici del Tempio di Luxor (quarta colonna, entrando a destra) e nel Codice di Hammurabi (sesto rigo, intorno a meta’ pagina).
      Come dice? Gli archeologi non hanno ancora trovato tali riferimenti? Non si preoccupi, li troveranno.
      Il mondo e’ sempre stato lo stesso.

    3. Così è in tutte le città del mondo, fenomeno magari con origini diverse….ma sempre quello è.

    4. Mi piacerebbe fare un collegamento tra posteggiatori abusivi e prostitute…dei primi si dice che non si possa intervenire, e quindi debellare il problema, in quanto non esiste una legge che punisca tale reato…mentre per quanto riguarda il reato di prostituzione esiste la legge, esiste il reato, ma nessuno riesce lo stesso a debellare il problema!!
      Occorre per forza una rivoluzione cittadina, o un servizio televisivo per far svegliare chi ci governa??Insomma praticamente ci stanno abituando ormai da anni a convivere con l’illegalità in tutte le sue forme…ma in che paese viviamo???

    5. a proposito di chi ci governa, vi racconto questa scena a cui ho assistito:
      l’altra sera di ritorno dalla zona dell’acquasanta ho contato almeno quattro imponenti posti di blocco della polizia, arrivato in via lincoln nei pressi dell’ingresso della villa giulia sotto gli occhi di almeno venti agenti della polizia le ragazze sostavano tranquillamente in abiti succinti: dico io: ma un ni sintianu friddu chi cosci i fora!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    6. purtroppo, come nel caso dei posteggiatori, si sente sempre dire che le autorità competenti non possono fare nulla. Si rimane senza parole…

    7. Come ha scritto David non prendiamoci dei primati che non ci appartengono.
      Non mi pare che la Maddalena fosse siciliana!!
      Come non mi pare che il primo sfruttatore in assoluto fosse siciliano?
      Ancora ci ostiniamo e vi ostinate a dare ai siciliani ed alla Sicilia un primato ed una unicità che non ha.
      Tutto il mondo è paese!!!!
      Ma ancora non l’avete capito!!!
      I disastri naturali, la criminalità, le magagne, la corruzione, esistono dappertutto, anche nei paesi “più avanzati”. (vedi quel matto/criminale che in Norvegia uccise un centinaio di ragazzi).

      E per tornare all’argomento, la prostituzione è sempre esistita e sempre esisterà, magari cambia si evolve o retrocede nel suo impianto e sistema di servizio, ma sempre li stà.
      Sarebbe opportuno legalizzarla, in questo modo si toglierebbe dalle strade di tutta Italia.
      Stranamente si parla e riparla di legalizzare la droga, portatrice di morte, invero poco si parla di legalizzare la prostituzione, che almeno porta un benessere fisico, anche piccolo, a soggetti che altrimenti non saprebbero come provarlo.

    8. Nei paesi freddi accendono i falò’.

    9. Quando non la davano se ne vedevano meno in giro!
      Come si spiega?

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