C’è un coro che i tifosi del Palermo lanciano ad ogni rilancio del portiere, si proprio quello che avete pensato, per ovvi motivi non lo scrivo.
Qualcuno tra voi si è mai chiesto come, una parola del lessico comune panormita, sia diventata una usanza imprescindibile, compagna di viaggio di sabati e domeniche pallonare?
Correva l’anno del signore mille e novecentonovantaquattro, i presidenti Ferrara e Polizzi su gentile richiesta della tifoseria, stanca di vivacchiare in serie B, avevano costruito una specie di dream team che sulla carta avrebbe dovuto ammazzare il campionato di serie B ed approdare finalmente nella massima serie che mancava da tempo immemorabile.
I progetti rimasero su carta perché quella formazione si rivelò un autentico cimitero degli elefanti, fatta di giocatori al viale del tramonto scesi in Sicilia giusto per svernare; Taccola, Mareggini, Brambati, Petrachi, Maiellaro, Campilongo, Criniti venivano tutti dalla serie A, ma in A non ci portarono nonostante il prodigarsi di un centrocampista sette polmoni che in quell’inizio di stagione si improvvisò pure goleador, tale Beppe Iachini.
Si capì fin da subito che qualcosa non andava, nonostante i rosanero avessero espugnato San Siro battendo il pluriblasonato Milan; e qualcosa non andava nemmeno in curva che già allora mostrava i primi segni di cedimento, anzi il crollo qualitativo del tifo palermitano ebbe origine proprio in quegli anni concretizzandosi poi nelle stagioni a venire. Continua »
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