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giovedì 28 mar
  • Partecipazione e Trasparenza a Palermo: l’arte del non fare

    Partecipazione e Trasparenza a Palermo: l’arte del non fare

    Cronaca di una giornata surreale. Ho deciso di partecipare alla prima giornata sulla trasparenza e partecipazione del Comune di Palermo.

    L’inizio è previsto alle ore 9:00, ma sindaco ed assessore tengono subito a farci capire che per quanto i temi siano di attualità e molto europei, comunque non siamo a Stoccolma: arrivano con comodo ed i lavori iniziano 70 minuti dopo l’orario di convocazione alle 10 e 10. No comment.

    La partecipazione è molto scarsa forse un centinaio di persone. Veniamo divisi in tre gruppi. Trasparenza, partecipazione, open data. Io seguo i lavori sulla partecipazione, peraltro la sessione più gettonata.

    Premetto che l’assessore Catania è stato sempre presente ai lavori in maniera attiva, e che il dirigente, di cui non ricordo il nome, che ha peraltro predisposto un primo documento propedeutico ha tutta l’aria di essere un interlocutore credibile. Qui finiscono le buone notizie.

    Alle 10:35 circa iniziano i lavori del tavolo partecipazione. Manca qualunque forma di metodo e gestione dell’incontro per cui su proposta di un presente si decide una presentazione di giro, le cinquanta persone presenti all’incontro si presentano brevemente. Lo giuro. Dicono la loro, ma non sul tema oggetto dell’incontro, ma in generale su quello che fanno ed in particolare sulle loro contestazioni all’amministrazione; la gestione dei tempi è lasciata al caso; l’ho anche detto in pubblico in occasione del mio momento di outing, mi sentivo in una seduta degli alcolisti anonimi: «Ciao, sono Francesco, ho 36 anni e non partecipo da oltre sei». Scherzi a parte le presentazioni finiscono alle 13:00, insieme al tempo a disposizione. Ebbene sì, adesso ci conosciamo meglio. In quattro ore non ho capito cosa l’amministrazione intendesse fare sul tema partecipazione e cosa i miei concittadini volessero che facesse, ma almeno so che una buona parte di quei cinquanta avrebbe qualche “piccola contestazione” da muovere all’amministrazione. Vengono per fortuna consegnati tre documenti elaborati da altrettanti gruppi, Bene Collettivo, che a suo merito rappresenta una cinquantina di associazioni e che ha prodotto un elaborato frutto di molti mesi di concertazione e confronto, Social street, un gruppo che riunisce le persone per gruppi attraverso facebook, e Partincomune, che è un progetto istituzionalizzato in quanto già attivato dal comune, e che mi pare di capire caldeggiasse un metodo scientifico per il censimento delle esigenze della cittadinanza. Verrà spiegato poco dopo, con soddisfazione di tutti i presenti, che quello che abbiamo vissuto si chiama cuscinetto e che è una fase necessaria perché è prassi da parte dei partecipanti sfogare le proprie frustrazioni finalmente avendo una platea che li ascolta. Una psicologa precisa che tutto è da manuale. Ed io scoprendomi improvvisamente parte di una platea cuscinetto da manuale vorrei svenire e risvegliarmi al mare con i miei figli.

    L’impegno è rivedersi subito dopo l’assemblea plenaria, in plenaria è stato bravo l’assessore a raccontare il niente che avevamo concluso come una cosa piuttosto complessa ed articolata che necessitava di essere ancora approfondita. L’arte della politica è una cosa seria.

    Ci rivediamo quindi alle 14:00. Siamo la metà, gli altri hanno già smesso di partecipare. Si dovrebbe iniziare dalle proposte di merito, dai tre progetti presentati, insomma con qualcosa di concreto. In assenza di un coordinatore si evita invece accuratamente di nominare un presidenza dell’assemblea, si evita di adottare un metodo di lavoro e si schiva prepotentemente l’idea che si debba seguire un percorso per condurre la discussione da qualche parte. In questo flusso intervengo perché mi piacerebbe che dalla teoria generalista si passasse alla prassi. Alla domanda legittima del dirigente del comune su cosa volete dall’amministrazione faccio un esempio pratico: sotto casa mia c’è un’area che è diventata un parco, è frutto di un lavoro partecipato, ma si è realizzato in assenza di procedure, l’esigenza che ho da cittadino è che vi siano le condizioni perché qualunque trasformazione della città sia incanalabile in un percorso e non sia solo frutto di buona volontà di qualche singolo e di circostanze fortunose. L’esempio non ha bucato. Riprende il ping pong su metodi e proposte senza che io sia riuscito a cogliere un nesso logico o una consequenzialità tra gli interventi. Chi parla di facebook, chi delle scuole, chi citando Danilo Dolci parla di cerchi magici e interfecondità nei gruppi. Tutti argomenti interessanti, non sono ironico, ma non tutti esattamente a tema. Soprattutto nessuno che riesce a concludere un discorso operativo sul tema della partecipazione. Fabio Alfano, del comitato bene collettivo, e le associazioni di quel gruppo, avevano l’idea più elaborata sul tavolo, la ritrovate qui. Chiedevano l’applicazione immediata di quanto già lo statuto prevede sul fronte partecipazione, e che il consiglio comunale esaminasse il percorso di modifica dello statuto al quale lo stesso consiglio comunale con varie associazioni ha lavorato nell’ultimo anno. Perché non si sia partito da questo non l’ho capito.

    Non so, non sono pratico di cose teoriche, penso che se organizzi un incontro aperto ai cittadini devi dotarti degli strumenti per gestirlo e per aiutarli a fare la loro parte: non è detto che tutti sappiano gestirsi in una assemblea. Devi dare anche degli strumenti per potere intervenire nel merito, io stesso ho capito solo a riunione avviata che esisteva una proposta di partenza del comune. Se dai forma ad un incontro così sconclusionato il risultato è già scritto a monte. Un po’ come chiudere la Favorita, è chiaro che senza una preparazione non può funzionare e passa l’idea errata che la città non voglia la Favorita chiusa. Io sono andato via alle 16:00, ho capito che era il momento quando per un attimo mi è sembrato che fosse il contrappasso per la riunione di condomino che avevo dribblato la scorsa settimana. L’ho pagata cara perché una riunione di condominio di solito me la sbrigo in un paio d’ore.

    La realtà è che un processo di trasformazione della città si attiva iniziando la trasformazione. Se vuoi veramente partecipazione e trasparenza avvia dei processi partecipati per fare le cose, coinvolgi, dialoga con chi cerca il dialogo, agisci con trasparenza spiega quello che fai ed altri seguiranno. Ma se impieghi metà mandato per discutere delle regole, peraltro per essere la prima giornata open di un processo che dura da due anni mi pare una rappresentazione abbastanza magra del lavoro fatto, e nel frattempo non avvii nelle cose che fai dei provvedimenti che favoriscano la partecipazione alla fine non avrai la partecipazione neanche agli incontri sulla partecipazione. Non so valutare se l’incontro serviva solo a purgare le coscienze e poter dire che è mancato per la cittadinanza o se veramente qualcuno crede che le cose si facciano in questo modo.

    Comunque per i lettori di questo post c’è una buona notizia. L’assessore ha annunciato almeno due incontri l’anno di questo tipo. Per il prossimo incontro c’è un posto libero: il mio. Se andate non è richiesta la puntualità e non portatevi il cuscino, per assopirsi è previsto il cuscinetto.

    Palermo
  • 70 commenti a “Partecipazione e Trasparenza a Palermo: l’arte del non fare”

    1. E’ il nuovo corso “del Fare” dell’Amministrazione e del Paese. Organizzi le cose in maniera così farraginosa che ai cittadini passi la voglia “di fare” e sei a posto: coscienza pulita, formalmente ineccepibile e non è più colpa tua se le gente non partecipa.
      E’ la versione 2.0 degli UCAS (uffici complicazioni affari semplici) che già esistevano, ma che oggi diventano più fondamentali che mai…

    2. Sono sempre più desolato a leggere post di questo genere.La raffigurazione e’ precisa,minuziosa,ma l’effetto sul Lettore e’ desolante.Per cominciare io dopo un quarto d’ora di attesa sarei andato via.Considero offensivo per gli intervenuti un ritardo superiore ai 15 minuti.Senza scuse di sorta,senza se e senza ma.Che poi la riunione sia andata avanti apparentemente senza un filo logico,non mi convince.Per me il filo era:si parla di partecipazione,ti faccio partecipare formalmente,ma guai se tu dovessi veramente partecipare alle mio decisioni in ogni campo ed in ogni tempo.Non disturbate il manovratore.

    3. concordo su tutto. incontri inutili dove ognuno si parla addosso e dove il metodo NON ESISTE. inoltre mi chiedo da tempo che cosa vuol dire partecipazione dal basso quando a rappresentare il “basso”sono pochi. quando si parla di 50 associazioni che vengono rappresentate solo da delle sigle e niente più. che senso ha parlare di qualunque cosa quando poi chi abita davvero il territorio poco ne sa…(vedi ipotesi d’interventi sul centro storico )

    4. Ho partecipato a un po’ di incontri del corso della “trasparenza e partecipazione” e l’idea che mi sono fatto è che si tratti di un giochetto per poter affermare che “chi lo sa fare” (e si vede :D) ha parlato con gli stakeholder e li ha coinvolti. Ma gli incontri sono spesso congegnati in modo tale da non potere incidere in alcun modo sui processi. Ormai li abbiamo sgamati.

    5. Toni devo dirti che al di là del caos complessivo, ho registrato da parte del Sindaco una certa insofferenza nei confronti dell’associazione bene collettivo. Ha inteso sottolineare più volte che non rappresentano la città. Ora dico io se vuoi attivare un processo partecipato e pregiudizialmente prendi le distanze da un gruppo, l’unico, che da solo coordina cinquanta associazioni (peraltro c’è dentro Addio Pizzo, WWF ecc.) allora forse il problema è che non vuoi dialogare con chi in quanto organizzato può essere controparte attenta ed attiva.

    6. Bravo il mio Giovannino, lo hai capito solo ora che il convegno e’ stato organizzato solo per fregare soldi e che il dialogo con i cittadini non era proprio la loro priorita’?

    7. Gent. Siino
      me lo spieghi perchè a proposito di trasparenza e arte del “non fare” sei l’unico nel panorama giornalistico italiano a non aver minimamente citato il caso Italiacom alla luce degli eclatanti ultimi sviluppi? Sembrerebbe quasi un’omissione voluta. Dal momento che è una vicenda squisitamente nostrana anche se i gabbati sono in tutta Italia, al tuo posto un articolo lo pubblicherei… per lo meno per ringraziamento del lavoro fatto dalla Petyx!
      E poi parliamo di Glasnost!

    8. Link, ho capito perchè sono andato ed ho partecipato (quasi) fino alla fine, a riprova che le mie non sono posizioni pregiudiziali ma postgiudiziali. 🙂

    9. Glasnost parli tu di trasparenza utilizzando un nickname e un IP ucraino? Ok, prendiamola per buona. 😀 Abbiamo ampiamente parlato di Castagna quando la sua impresa poteva ancora nuocere, ora che è fallita non lo abbiamo ritenuto di interesse generale e nessuno di noi ha avuto voglia di scriverne. Se vuoi farlo tu contattaci e siamo a tua disposizione…ma con il tuo nome vero perché gli autori non possono usare pseudonimi! 😀
      Scusate l’OT.

    10. Vi invito a rimanere in tema. Grazie.

    11. Gentile Giovanni,
      io sono stata presente tutto il giorno fino alla fine all’incontro di ieri sulla partecipazione. Vorrei solo dirti che se fossi rimasto tutto il giorno come me avresti potuto notare che alla fine si è arrivati ad una conclusione civile dell’incontro. Avresti potuto notare che dopo una prima fase cosidetta cuscinetto, in cui tutte le persone presenti hanno sentito il bisogno di intervenire, chi in modo pacato e chi in modo concitato (ma è folklore..), sono state avanzate proposte serie che solo una cittadinanza attiva può fare.
      Da cittadina, quindi, vorrei che un’analisi dell’evento di ieri potesse essere fatta da chi ha realmente partecipato.
      Ps: il documento di Social Street è stato presentato dopo un’attento studio sul “fare insieme”.

    12. Scusate il refuso. Ho scritto velocemente.

    13. D’accordo con Cittadina

    14. ..saluti.Desideravo dire infatti che nonostante l’impreparazione,gli opportunismi, le diffidenze etc questa potrebbe diventare la prima tappa di un ulteriore passo verso il processo partecipativo.L’assessore Catania ha preso l’impegno di scrivere immediatamente al consiglio comunale(tramite il presidente ) per la messa all’odg l’istituzione delle consulte richieste ( almeno quella sulla mobilita’ e sulla urbanizzazione )

    15. Credo che il problema di Orlando sia proprio quello di una generale impreparazione a gestire il percorso della partecipazione. Non c’e’ per nulla, a parte in alcuni soggetti impegnati,una coscienza del problema e una preparazione( il funzionario del comune , pur animato d a buona volonta’,tradiva una scarsissima e superficiale conoscenza e competenza in merito.Ma occorre anche comprendere che questa struttura amministrativa,tecnica ,non e’ ,appunto, pronta ad affrontare le sfide ,culturali ,etico civiche e giuridiche che il discorso partecipativo richiede.

    16. Bisogna quindi apprezzare lo sforzo e non desistere.Partecipare e’ meglio di niente.Chi non partecipa predispone al citta’ a nuovi cammaratismi

    17. ..riamnendo comunque salvo il diritto di ognuno e la liberta’ ( ma DEVE essere SCELTA CONSAPEVOLE) di NON partecipare , come giustamente faceva notare acutamente un nostro collega

    18. Ovviamente ,prima di intervenire ancora ,,attendo un feed back.Magari si potrebbe parlare piu’ nel merito.Hallo!

    19. Giovanni, vi racconto di un altro workshop,
      quello su #opendata è stato molto proficuo e gradevole nel suo intero svolgimento: alla fine dell’evento chiacchierando i partecipanti hanno avvertito e condiviso una piacevole sensazione di avere “inciso”.
      Alcuni dettagli:
      – Un dirigente che si è mostrato concretamente disponibile a ricevere i diversi contributi operativi da parte dei civic hackers (sensibili all’uso e riuso degli open data) nel processo di formazione interna dei referenti tecnici e tematici open data del comune: cioè i dipendenti che dopo la formazione pubblicheranno dataset in formato aperto sul portale open data del comune dando la possibilità agli sviluppatori di creare app e webservice utili all’intera collettività.
      – Dei partecipanti molto propositivi, creativi e, stranamente(?!), poco lamentosi. In un rapporto propositivo_creativo vs. lamentoso il bilancio è stato di 85/15. Quindi un workshop caratterizzato fortemente da proposte esterne che il team open data comunale interno di rappresentanza all’evento (dirigente, webmaster e funzionari) è stato felice ed entusiasta di accettare in maniera compatta al 100%!!! In poche parole: nel momento di formazione dei dipendenti referenti interni open data, una giornata sarà dedicata all’esposizione di best practices gestita proprio da cittadini civic hackers che avranno il ruolo di rendere gli open data ai referenti interni qualcosa di interessante e utile da svolgere e non un lavoro noioso, dimostrando loro come i dati che loro stessi pubblicano possono migliorare le loro stesse vite quotidiane e quelle di tutti. Saranno coinvolti cittadini esperti di comunicazione, social media marketing, sviluppatori (i famosi smanettoni che creano app e webservice da freddi dataset pubblicati online in formato aperto). Su sollecitazione del sindaco, che ha preso parte a questo workshop, il gruppo del workshop è stato invitato a inserire la tematica della pubblicazione dei dati in formato aperto (open data) in tutte le tipologie di partenariati di città che Palermo avvierà in futuro, così da stimolare la creazione di servizi innovativi per le collettività dei vari territori uniti in partnership tematiche, quei servizi (app, webservice, infografiche, data journalism, …) che proprio degli open data principalmente si nutrono. Questo è stato un input molto gradito perchè è quello che già sta avvenendo in molte reti di realtà territoriali nel resto del pianeta, ed il fatto che lo abbia suggerito il sindaco in persona incoraggia il personale che proprio all’implementazione della produzione di dati aperti lavora, sia a livello interno del comune che all’esterno per motivi professionali e commerciali.
      CONCLUSIONI AFFRETTATE
      L’atmosfera è stata frizzante positivamente!
      Probabilmente nel caso del workshop open data, l’argomento non è stato a 360° come il workshop sulla partecipazione, quindi credo che il fatto che la tematica e le refluenze concrete dell’uso degli open data siano state chiaramente delineate, ha fatto in modo che la logistica delle azioni proposte dai partecipanti sia stata molto agevolata. D’altronde anche nel workshop open data c’è stata “partecipazione”, ma la stessa partecipazione si è manifestata in modalità realmente costruttiva, visti, come ho già detto, gli ambiti concreti di utilizzazione degli open data.
      Forse la partecipazione cittadina alle scelte istituzionali locali bisogna sperimentarla su progetti pilota tematici o ambiti precisi, come già avvenuto con i format degli electronic town meeting tematici http://etmpalermo.wordpress.com/. Lì si sono ascoltati i cittadini facendoli sì sfogare sui temi, ma anche facendogli proporre soluzioni precise, … gli ambiti erano fissati (pedonalizzazione, gestione rifiuti, valorizzazione costa sud,…) ed il metodo era anche strutturato.
      Il workshop opendata è stato impostato secondo il format della non conference: dopo 15 minuti di presentazione sul lavoro svolto dal comune su quanto stabilito dalle linee guida comunali open data http://bit.ly/QgZcG8 a turno, per alzata di mano, secondo un democratico turno, i partecipanti hanno iniziato a proporre iniziative per valorizzare il processo di pubblicazione degli open data da parte del comune. E talmente è stata forte la proposizione dei partecipanti che l’instant report del workshop in plenaria è stato letto non dal dirigente comunale di riferimento ma da un paio di cittadini partecipanti: un esperta di comunicazione e uno sviluppatore di applicazioni web e app.
      Nessuno (su circa 25-30) alla fine del workshop era nervoso, forse un dubbioso ma non nervoso 😉
      Da testimone e partecipante posso dire che il workshop open data può tranquillamente passare come una good practice di partecipazione, quindi replicabile 🙂 probabilmente verrà riproposto per i prossimi incontri pubblici sulla tematica open data

    20. PEr Ciro, con cui concordo in tutto e auguro buon lavoro ,occorre pero’ precisare , a mio avviso utilmente per non confondere i lettori ,che il tema della ” partecipazione ” trattato nel tavolo di lavoro omonimo riguarda propriamente aspetti che toccano punti politici e di potere nevralgici .Vi sono inoltre innumerevoli modelli teorici e strumentali di riferimento. Per questo motivo la discussione ,specie all’inizio, ha bisogno di chiarificazioni anche se estenuanti…

    21. ..open data, anticorruzione e trasparenza sono orientate per loro natura a supportare e permettere un adeguato vissuto partecipativo civile e politico

    22. Abbiamo capito…l’omnipresente, tuttologo, deluso, quello che una volta nei suoi racconti infilava sempre l’immagine della figlia, ha fatto il suo bello e buono endorsement a Giusto Catania e ha confermato il suo disappunto nei confronti del Sindaco Orlando.

    23. Gentile Cittadina,
      mi sono esposto con nome e cognome, e quindi tu sai con chi stai parlando, io ho dichiarato di essere stato li fino alle 16.00, non penso di avere partecipato ne più ne meno degli altri. Se poi ritieni che dalle 16 alle 16.30 in mia assenza sia cambiato il mondo facci la cortesia di relazionare su quanto accaduto, posso solo essere lieto di non avere sprecato tutto il giorno. Se qualcosa del mio report è inesatto sei invitata a correggere in favore di verità. Circa le conclusioni della cittadinanza attiva, se vuoi mettercene a parte farai un servigio alla collettività. Circa il documento sul social street da voi presentato, sarei stato lieto di dirne di più, e di sentirne i contenuti, ero li per quello, ma posso garantirti che fino alle 16.00 non è stato fatto, se poi aspettavate che me ne andassi per quagliare potevo farlo prima. Sono lieto di apprendere che il vostro documento sia frutto di una elaborazione ma non avevo come saperlo e comunque non l’ho messo in discussione, visto che in assemblea si è parlato d’altro. Spero ti risulti, più che altro per essere certo che eravamo nella stessa stanza, che ho chiesto più volte si entrasse nel merito dei documenti presentati, e la mattina ho usato il mio per invitare a spostare l’incontro sui contenuti del documento del comune.

    24. Gentile Giovanni, Ok il ritardo con cui ha avuto inizio la giornata, ok la mancata conduzione dell’assemblea, aspetti che non abbiamo mancato di sottolineare a “gran voce” agli amministratori, proponendo anche soluzioni per il futuro (vedi la possibilità di impiegare la convenzione con l’Università per chiedere dei facilitatori/moderatori dei gruppi di discussione)… ok l’improvvisazione sulla pianificazione della giornata …ma i toni ancora una volta di sconfitta e di raggiro dall’alto, come fossimo tutti una manata di stupidi, quelli no.

      Per parte mia scambiare PartinComune per un progetto “istituzionale” è un errore (evidente che ti annoia ascoltare gli altri) e quanti dei partecipanti, in chiusura, hanno manifestato il loro apprezzamento per l’iniziativa mi fa pensare che buona parte dell’assemblea abbia ascoltato e con interesse.
      La presentazione a giro ti ha ricordato gli alcolisti anonimi? Forse perché in tutti i gruppi in cui ci si rispetti ci si presenta come persone, con nome cognome e storia.
      Se tu non fossi andato via alle 16 (ma non è un rimbrotto) sapresti che in chiusura ci siamo dati un’auto-organizzazione, creato una mailing list e un gruppo FB per stilare con cura il percorso partecipativo, solo in parte delineato mettendo insieme tutti i contributi di tutte le realtà associative e individuali che hanno preso parte. Sarebbe un gesto di sana partecipazione se anche tu volessi contribuire costruttivamente al miglioramento della proposta. Credo che l’esperienza di ieri ci insegni che i conflitti nei processi partecipativi vanno gestiti, non elusi né tantomeno cavalcati.

    25. folklorista,
      partecipare ad un incontro non significa partecipare alla vita della città. Partecipare significa potere indirizzare le scelte. A me sembra una pantomima inutile che chi ha il governo della città e potrebbe da subito attivare dei tavoli di concertazione, mi invita a partecipare ad un tavolo che dovrebbe decidere delle regole perché io possa partecipare alle decisioni e nel frattempo non fa in modo che partecipi.

    26. sempre più desolato dopo l’intervento di Ciro.
      Caro Ciro,se pensi che basta scrivere tanto per far capire di cosa stai parlando,stai fresco.Fai un piacere ai Lettori?Sei stato a quella riunione.Puoi sintetizzare i temi trattati iniziando con la definizione di questi benedetti Open Data?
      Essendo dati del Comune,siamo certi che non siano già state sviluppate applicazioni in altri Comuni,tipo Bologna,Torino,Venezia,etc.,che notoriamente anticipano di una decina di anni quanto poi si fa a Palermo?

    27. Colorina,
      passami la battuta commenti praticamente ogni post su ogni argomento ed io sarei l’onnipresente tuttologo? Poi è troppo generoso nei tuoi confronti dire “abbiamo capito”: io ho riconosciuto che l’assessore era presente ed è stato parte attiva, così come ho rispettato il lavoro del dirigente perché sono una persona leale e dico quello che penso. Ma ti ricordo che l’assessore Catania è l’assessore alla partecipazione, e se contesto da cima a piedi un incontro da lui organizzato il mio intervento non può essere esattamente un endorsement, è questione di logica. Poi il rispetto per le persone è un’altra cosa. Circa la mia tuttologia ho un master advanced in PNL (con Gianni Fortunato) ed un master in coaching (con Jan Arduì coach ferrari). Contesti come quello di ieri li ho gestiti per lavoro. Tra le cose che ho fatto ti segnalo per conto del comprensorio valle dei templi la gestione degli incontri con gli stakeholder finalizzati alla creazione di un piano turistico condiviso, da questo è nato il consorzio turistico valle dei templi che aggrega oggi 50 milioni di fatturato e che ha dato vita al distretto turistico valle dei templi, qui trovi il report ed il documento finale. http://www.nuovenergie.org/materiali/La_Valle_dei_Templi_Analisi.pdf Sulle cose nelle quali mi esprimo fattene una ragione ho le competenze. Deluso sono deluso. Questo si. Lo sono. Perchè pur non avendo votato questo Sindaco non credevo avrebbe affossato ancora di più la città dove ad oggi ho deciso crescerà mia FIGLIA.

    28. Gentilissima Cinzia,
      Io per primo riconosco la validità del vostro lavoro, se avrai voglia ed il tempo di scorrere il documento che ho linkato a Colorina vedrai che ho seguito una metodologia che ha molto a che vedere con quella da te proposta, con tutti i distinguo del caso. Ho citato la vostra proposta come una delle tre proposte sul tavolo, mi pare dicendo il vero. Ho con me un depliant nel quale è riportato il logo del comune come anche sulla vostra pagina facebook, la vostra sperimentazione è stata condotta con il comune su due circoscrizioni, questo ne fa un progetto istituzionalizzato, non è una offesa. Credo che in un tavolo che cerca di arricchire l’approccio dell’amministrazione la vostra proposta sia interessante quanto le altre ma meno utile, perché è già adottata, ha già arricchito, ma questo mio punto di vista non l’ho volutamente espresso nel post perchè ho ritenuto che ciascuno potesse farsi la sua idea. Rispetto agli altri non dovete convincere lo avete già fatto, e questo è peraltro un merito. Però devi convenire che per queste ragioni a quel tavolo non sei un cittadino come gli altri, perché le tue proposte sono già in atto e quindi hai già attivo un canale privilegiato, sei già ascoltata, ma nel raccontare i fatti ad altri penso che sia mio dovere dare a ciascuno la sua posizione reale nel contesto.

    29. Gentile Giovanni
      a corredo dell’intervento di Cinzia ,che condivido ,ripeto quanto scritto prima: l’assessore Catania ,nonostante tutte le resistenze che tu hai ben notato,ma che noi conosciamo da gran e maggior tempo, ha finalmente promosso con sua voce l’avvio per la formazione delle consulte dei cittadini e associazioni, strumenti fondamentali per la partecipazione ,anche se non esaustivi. Se incontri del genere servono a sbloccare alcune situazioni , per me ben vengano.
      Ne parleremo nei commenti successivi,ma gia’ dobbiamo in tanti ringraziarti per il fatto che stai ponendo e attirando l’attenzione su questi temi con il tuo articolo.La tua presenza e ilò tuo contributo sarebbero importantissimi nel prosieguo di questa opera.riguardo ai contenuti prego , come hai ben fatto, tutti di leggere (un po’ di fatica ci vuol ,val bene la pena ) i richiami ai link da te inseriti ,per aver chiaro di che stiamo parlando.

    30. Gentilissima Cinzia,
      Gentile folklorista,

      nello specifico dell’incontro, e circa il vostro ottimismo e le ragioni per le quali sono andato via. Purtroppo non funziona così, e tu che sei un tecnico non puoi non saperlo. Questa giornata sarebbe dovuta servire per mettere a punto una porposta sulle regole. L’onere dell’organizzazione dei dati sarebbe spettata ad un soggetto terzo che avrebbe dovuto gestire l’incontro, indirizzarlo in modo che uscissero i contenuti pertinenti (due ore di cuscinetto su due ore di meeting non sono ammissibili) raccogliere i feadback dei presenti, incluso dirigente ed assessore, elaborare un report con le esigenze e lasciare successivamente ad un tecnico l’onere di trovare le soluzioni, su questo primo elaborato sarebbe dovuto intervenire il dirigente per gli aggiustamenti e le modifiche prima di sottoporre il tutto ad una assemblea di portatori di interesse e quindi al consiglio comunale.
      Se avessi condotto io l’incontro avrei fatto in modo che dai tre documenti soluzione, si estrapolassero e mettessero in evidenza i problemi. E vi assicuro che sarebbe stato già questo un lavoro enorme, in quella sede occorreva mettere a fuoco cosa vuoi? non come pensi io debba farlo! Questo è un modo classico di rapportarsi, ti dico quello che devi fare, mentre in realtà tu hai competenze solo sulle tue esigenze, perchè la soluzione deve essere parte del lavoro del tecnico, altrimenti diventiamo tutti titolati ad allenare la nazionale di calcio, invece sappimo solo che ovlgimo che vinca.

      In questo devo dire che ho apprezzato i tentativi del dirigente ha provato a sdoppiarsi ed a chiedere quali erano le esigenze, ma siccome è lui che avrebbe dovuto dare la soluzione la cosa si è complicata, non è tecnicamente possibile. Io ho provato ad indirizzare da utente, perchè non avevo altro ruolo, facendo l’esempio del Parco, sperando di essere seguito ma non ha funzionato. Quindi permettetemi di dubitare che con questo metodo concluderete qualcosa di concreto, ma nel caso sarà molto felice dei risultati che conseguirete perchè saranno in favore di tutti.
      Poi se guardo attorno non i pare che le decisioni ad oggi siano quelle di una giunta che vuole la partecipazione, e quindi se sommo le due cose il mio pessimismo è giustificato, credo.

    31. Sig. Callea, proprio perchè io sono come il prezzemolo (motivo per cui poteri cambiare nome in Prezzemolina) posso permettermi quello che ho detto, ma con simpatia. Adesso si aggiunge la mia stima, perchè è chiaro che lei ha un background di tutto rilievo. Solo che, pèer deformazione personale, non amo gli attacchi continui nei confronti del nostro Sindaco, che vedo, pur conscia di alcuni lati negativi che non vanno, pur sempre la massima carica istituzionale della nostra città.

    32. Una carica istituzionale si può coprire degnamente od in modo indegno e disgustoso.
      Non ci entra per niente di conseguenza il rispetto per la carica.
      In passato ci sono stati sindaci che hanno disonorato Palermo.
      Secondo questa logica di Colorina,
      li dovremmo rispettare perché va rispettata la funzione istituzionale?

    33. Il Sindaco Orlando viene colpito da più parti in modo pretestuoso, per partito preso. Lui è il capro espiatoio di tutti i mali di Palermo. Ma purtroppo o per fortuna, non so, ma non è così.

    34. Corolina,
      dedicato a te ed a tutti quelli che capiranno che è dedicato a loro stessi:

      Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.
      (Bertrand Russell)

    35. Giovanni
      secondo me commetti un semplicissimo errore che rende negativo il tuo giudizio.L’errore , o meglio l’ASPETTATIVA che tu nutrivi prima dell’incontro e’ che questo fosse PRODUTTIVO al massimo grado .DA questo punto di vista io non sono raggiante ,in assoluto si e’ mosso poco .MA ,anche il semplice fatto di ottenere il riconoscimento della necessita’ di incontrarsi e lavorare insieme piu’ volte a breve termine, ,cosi’ come altre (non tutte ma solo in parte )proposte accolte che ,credo, avranno un seguito,mi consente di essere realista e di sostenere non LA VERITA’,ma piuttosto la POSSIBILITA’ di UNA chiave di lettura dell’evento .

    36. ..quindi ,scusa.anche alla luce di Russell, non lo chiamo errore ,ma interpretazione diversa.

    37. I tre documenti presentati non forniscono soluzioni escludentisi reciprocamente , ma possono essere letti come reciprocamente integrantesi.E in effetti il profilo di comunita’ e’ UNO dei tanti strumenti possibili, non certo l’unico.Eppure importante in alcuni casi imprescindibile, in altri un po’ meno. Allo stesso modo il Social Street e’ una sorta di atteggiamento,una sorta di etica civica applicata..ma senza il sostegno delle istituzioni diventa debole .D’altronde il documento del Comitato diviene vuoto se non e’ sostenuto d a uomini e donne e generi consapevoli ,eticamente e civicamente impegnati .eppure e’ quello che sembra dare maggiori contenuti e strumenti per il processo di di tipo istituzionale

    38. A dire il vero si e’ parlato anche di Labsus (il progetto e regolamento Bolognese sui beni pubblici )

    39. E’ vero che l’approccio proposto dai tecnici del comune e’ di tipo TOP DOWN ,e non Bottom up, come auspicabile .E’ vero che questo indica una percezione parziale del problema .?e vero che cio’ non depone afavore di un successo pieno. Ma non metterei ,proprio per questa lettura, in crisi lì’intero progetto,perché trovo che sia possibile cercare un punto medio .L’amministrazione ha un modello partecipativo in forma blanda e addomesticata.Le associazioni propongono un modello piu’ vivacemente politico.
      Sul fatto tecnico ,sono a mia volta piu’ scettico di te ,e non sono d’accordo sulle eventuali possibilita’ che in atto vi siano tecnici del comune preparati nella materia partecipativa.Dovremmo attingere al mondo universitario ,ma devo anche dire che ,tra le stesse associazioni, ci sono firo di talenti e professionisti gia’ di per s e’ preparati e perfettamente in grado di effettuare un tutoraggio,e con il vantaggio di essere gia’ MOTIVATI.

    40. il folklorista,
      io apprezzo la tua motivazione, il problema è che temo tu non guardi il quadro nel tuo insieme. La giornata di ieri se fosse stata a valle del processo per l’apertura della favorita nel quale l’amministrazione avesse provato fallendo a sentire la cittadinanza, coinvolgere i residenti poteva essere interpretato come un tentativo maldestro di cercare una soluzione. Così come a valle di un percorso per la pianificazione del festino o del festival sul contemporaneo che hanno destato tanta tensione con un segmento importante di portatori di interesse. O ancora relativamente alla questione capitale della cultura, rispetto alla quale un intervento in plenaria ha puntato il dito proprio sull’assenza di un processo partecipato che era alla base delle richieste del bando rispetto al quale le energie c’erano ed il non averle coinvolte ha causato il mortificante risultato a tutti noto.
      Allora mettendo insieme i pezzi, io forse sbaglio e traggo le conclusioni che ho tratto.
      Forse l’amministrazione vuole veramente condividere le scelte e non sa come fare, però qualche passo in quella direzione dovrebbe provare a farlo.
      A me questa procedura in questo modo mi sa tanto di alibi.
      La mia sfiducia come ho scritto sopra è anche radicata nel fatto che per la mia esperienza tutto l’impianto è tecnicamente impostato per non produrre alcun risultato (infatti tu stesso non sai indicare quale dovrà essere l’output degli incontri che farete), e questi incontri non possono essere autogestiti, sul tavolo c’è anche il documento guida del comune, qualcuno del comune non può non partecipare, ma chi coordinerà il tutto? Inoltre con l’autogestione il risultato non è una astrazione di una proposta, ma sarà la discreta proposta dei soggetti che hanno fatto parte di quel gruppo di lavoro, e mi sorprende che anche Cinzia Novara, universitaria che di questi temi ne dovrebbe masticare non la pensi in questo modo.

    41. Comunque seguirò con interesse gli sviluppi, non intendo partecipare ad altri incontri, perché veramente non penso serva a nulla, ma se quando saranno raggiunti risultati tangibili vorrai informarmene sarò lieto di approfondire la cosa e ricredermi se necessario.

    42. Colorina,dissento fortemente da quanto scrivi.L ‘attuale sindaco non mi pare venga contestato per partito preso.Vengono confutati eventi cittadini,con tanto di argomentazioni,quando non rispondono alle attese della gente.
      Dopo avere letto Callea in questo post,verso cui hai manifestato stima per quello che scrive,puoi affermare che i rilievi di Callea nascono per partito preso?
      Che delusione che sei,Colorina!

    43. Dialogo tra un politico della prima repubblica ed un giovane entusiasta, in quel tempo:
      giovane entusiasta:” il popolo ha diritto a partecipare al governo cittadino, è sancito dalla Costituzione italiana. D’altra parte politica è partecipazione. ”
      Politico della I repubblica: “Ma che dici. Il popolo ha diritto a parlare, a eventualmente proporre. Bastano già sti cazzi di comitati, commissioni, consulte. Li devono sfogarsi. La politica è altra cosa. Tu pensi che da un’assemblea nasce una delibera, una legge, una proposta di governo. Sei un povero illuso. Beata gioventù. Guarda che la politica è una cosa seria. Che cazzo pensi che sappia la gente come si amministra una Città. Tu falli sfogare, tu devi sempre dire che saranno ascoltati in commissione, che possono creare comitati cittadini, insomma devi dire che li fai partecipare. Altro è governare e amministrare.”

    44. Caro Giovanni non condivido il tuo post ed evito di commentarlo.
      Ognuno è libero di esprimere la sua opinione, ricollegandomi al post di Luciano,(che stimo ed ho avuto modo di apprezzare)
      mi metto nei panni del “giovane entusiasta” (o del “povero illuso” 🙂 con la certezza che la I repubblica sia finita da un pezzo e ci avviamo
      verso una copleta “democrazia partecipata”.

      Io al tavolo tecnico ho avuto modo di confrontarmi con persone interessanti e con grande voglia di fare, trovo di sicura efficacia il documento di Cinzia Novara, ho individuato nel documento presentato
      da Fabio Alfano di bene collettivo molti punti in comune con il nostro e dopo una prima diffidenza mi è piaciuto il modo in cui Daniele Moretto ha coordinato l’ultima parte dell’incontro.

      Mi permetto di approfondire su social street palermo con alcune considerazioni.

      Social street è una case history di elevata autorevolezza in tutta italia (basta cercare su google, troverai una quantità enorme di articoli)
      A Palermo con questa metodologia abbiamo organizzato eventi partecipati dal basso con il solo contributo dei cittadini (qui rassegna stampa http://socialstreetpalermo.it/social-street-stampa/)
      Anche Social Street è stata “partecipata” da molte associazioni (in questo articolo vengono ciotate le associazioni coinvolte durante il lancio del progetto http://socialstreetpalermo.it/wp-content/uploads/rassegna/26-03-2014-Avvenire-Dal-parcheggio-alla-partita-in-tv-nasce-la-condivisione-di-quartiere.pdf)

      Spero di poter approfondire la nostra conoscenza per un positivo confronto e per una palermo trasparente e partecipata.

      Angelo Zito / Rosa Tinnirello

    45. Risposta all’aneddoto di Luciano (che certamente fu storia veramente accaduta )
      Nel 1992 ,e da allora fino al 2012 circa tutto ando’ cosi’ come disse il politico di prima repubblica.MA da un certo punto in poi la “malattia perniciosa ” della partecipazione convinse sempre piu’ gente , gente incazzata per il fatto che e’ stata chiamata a svuotare i propri risparmi a causa degli scempi fatti proprio da quei politici/tecnici di professione da prima repubblica ( seconda compresa) che denigrando le scarse capacita’ del popolino hanno costruito il miglior alibi per rimanere eternamente al potere = ricevere pensioni e vitalizi parlamentari.Il popolo, che vuol crescere ,non rimane piu’ bue.E venne il Grillo , che caccio’ il bue…..
      Chi vuol interpretare la storiella pensi al dato di fatto che , mentre in Italia il PD ha fatto man bassa divoti, in Sicilia lo scarto tra 5 stelle e governativi e soltanto del 5% .Il vento sta per cambiare.
      Attendere che i tecnici o QUEI politici scrivano al posto nostro, o per noi, o su nostro stimolo,le leggi sulla partecipazione ,sarebbe come se ,nel 1945/46 avessimo chiesto a Mussolini e agli sgherri fascisti di riscrivere e correggere la Costituzione I partigiani (cioe’ gli italiani dal basso) riscrissero in assemblea costituente la costituzione.

    46. Angelo Zito, apprezzo l’entusiasmo di quanti in questa fase lo hanno, io credo che sia utile e che sia un elemento importante di cambiamento. Se hai la forza e l’ottimismo di seguire questo percorso sono moralmente con te.
      Proporrei a te, Cinzia Novara e Fabio Alfano di riassumere in breve lo spirito delle vostre proposte in altrettanti post qui su Rosalio, penso che sarete più precisi ed esaustivi di me. Sono certo Rosalio sarà disponibile; vi invito altresi insieme al folclorista che mi sembra della partita a di tenerci informati sugli sviluppi del vostro lavoro. Al pessimismo della ragione, per mia cultura, segue l’ottimismo sempre della volontà. Spero di potere scrivere io stesso preso un post relativo ad una cosa concreta per palermo, fosse anche la piantumazione di un albero, decisa attraverso un processo partecipato. Spero che il vostro entusiasmo non venga mortificato e che i vostri interlocutori ne siano all’altezza.

    47. folklorista,
      vorrei dirti che inavvertitamente stai facendo esattamente quello che ritieni improbabile, ovvero speri di arrivare ad una soluzione attraverso il percorso che ti indica il tuo interlocutore, questi potrebbe già domani avviare dei momenti di scelta partecipata quantomeno su alcuni progetti pilota o su alcune azioni simboliche; invece di fare questo ti distrae convincendoti che il problema è trovare le regole, e che per trovarle è necessario tutto il suo mandato. Mi pare un controsenso, poi fa tu.

    48. Carissimo Giovanni, per dare un’occhiata a quanto scritto sopra ho impiegato 1/4 d’ora. Lamenti del tempo sprecato durante la giornata. Non concordo ma rispetto l’idea. Mi stranisce il come mai hai dedicato (sprecato o utilizzato) quantomeno altrettanto tempo (ma forse più) per scrivere e pensare così tanto?

    49. Il problema delle regole non e’ peregrino né ,per molti aspetti, di per se’ puo’essere considerato un mezzuccio per perder tempo.Infatti ,esistono vari livelli e temi su cui si puo’ esser chiamati a partecipare,In caso di scelte ,opzioni,abrogazioni di atti gia’ precedentemente posti,si puo’ pensare a un esercizio diretto della volonta’ “popolare” .AD esempio : utilizziamo i fondi rimasti per costruire l’acquario al porto oppure ,con quei soldi, preferiamo riqualificare la costa di Romagnolo ? Oppure : costruiamo una funivia per salire su Monte Pellegrino chiudendo la via alle auto oppure ,con gli stessi soldi ,preferiamo un campo da baseball in via dell’Olimpo ( sono esempi ).Qui la scelta del “cittadino” o USER (come e cosa volete) e’ ,in un certo senso piu’ facile. Altra cosa e’ invece l’aspetto della proposta,la partecipazione propositiva .Esempio : vorrei che ogni circoscrizione fosse dotata di una scuola di musica ,oppure ,altro esempio , dobbiamo fare una legge per decrementare l’importo della tassa rifiuti per chi adotta un cane randagio ,oppure :vogliamo un sottopassaggio in tale punto della circonvallazione .Per questi progetti di piu’ ampia portata ,anche se acccompagnati da un minimo di progettualita’,e’ necessaria l’interfaccia con i tecnici preposti dal comune ,per verificare le condizioni e fattibilita’.Tanto per intenderci ,uno studio di fattibilita’ .In questo caso occorre ed e’ indispensabile un settore della burocrazia comunale da formare appositamente e rendere capace di questa particolare modalita’ di lavoro INSIEME al particolare committente , che in questo c aso non e’ il consiglio ma un gruppo piu’ o meno esteso di cittadin*/user .Uno studio di fattibilita’ ( conoscenza dei mezzi anche giuridici e delle risorse ,)e’ indispensabile perché una qualsiasi proposta non rimanga pura espressione di intenti . Io posso proporre cio’ che voglio, ma sempre (per esempio ) se il comune non ha soldi e fondi ,devo abbandonare alcuni progetti per pensarne altri,oppure se vengo a sapere che il terreno su cui d evo costruire la s cuola di musica e’ geologicamente insicuro, non potro’ fare altro che cambiare idea sul luogo di realizzazione.Prima o poi,la fase di lavoro di una equipe opportunamente formata sara’ necessaria. E se questa e’ interna all’amministrazione ,secondo l’idea del sindaco, si dara’ un impulso maggiore.Diciamo che potrebbe anche andar bene.LE esperienze in tal s enso ci sono anche nel resto d’Italia.

    50. Carissimo Massimiliano,
      veramente, e senza polemica, non riesco a comprendere il senso del tuo intervento.
      Non ho mai detto che in valore assoluto dedicare tempo al tema della partecipazione sia sbagliato.
      Ho solo tratto le conseguenze dopo una giornata investita (ne spesa, ne utilizzata). Per scrivere il post ci avrò messo una mezz’ora meno delle 8 ore della giornata. Ma pure se avessi speso lo stesso tempo sono stato lì ed ho scritto il post perché penso che il tema sia centrale per il futuro di Palermo e non secondario. Il punto non è il tempo dedicato al tema, ma la sensazione che ho provato a trasmettere che mentre alcuni erano convinti di fare qualcosa di costruttivo, altri (ed io tra quelli: ma posso garantirti che non sono il solo), si sono convinti diversamente.

    51. Spero che al piu’ presto possiamo riparlare di questi temi,magari dopo un incontro da cui avremo sensazioni piu’ costruttive. Intanto vedremo a breve se le nostre proposte e le dichiarazioni sulle consulte saranno rispettate.Saluti e grazie a Giovanni e tutti

    52. Giovanni,
      nella tua ultima sembri molto più costruttivo (nn credo sia costruttivo colui che parli esclusivamente con toni positivi di qualcosa, anzi) parlando della centralità del tema. Ma non credi che aspettarsi molto più dalla prima giornata (prima in assoluto)della PARTECIPAZIONE cittadina sarebbe stato (certamente ben gradito) un pò … forse pretenzioso? Non sono un cultore della materia (partecipazione) ma penso che in una città come Palermo, dove mediamente si disconosce il “bene comune”, non sia andata malaccio. Forse, anche per quell’ultima mezz’ora, che vedo qualcuno rivendicare, ma direi non soltanto. a presto

    53. Sempre più desolato nel leggere lunghi commenti e disquisizioni metodologiche che non servono praticamente a nulla.
      Si è persa l’occasione di trarre il massimo profitto da quella giornata di incontri.
      Se ad organizzarla fosse stata una Società Privata con una minima competenza di ricerche di mercato,la riunione avrebbe avuto inizio con la compilazione di un qualche semplice questionario dando spazio ai suggerimenti ,segnalazioni che potevano venire dai partecipanti.
      Dopodiché il tutto sarebbe stato trasferito in qualche programma capace di elaborare ed assimilare
      I temi proposti e restituito in forma di Report con tanto di dati statistici.
      E’ evidente che così non si va da nessuna parte

    54. Desolato
      io sono piu’ contento se le cose ” me le faccio da me! ” 🙂
      La societa’ privata chiede soldini ,e se ,a questo punto, dispongo GRATIS di fior di professionisti e cittadin* rigorosamente PUBBLICI anzi COMUNISSIMI ,che scelgono liberamente di mettere a disposizione le loro competenze,ben venga.
      Anche nel tradurre tutto cio’ in ” struttura” giuridica .
      La costituzione italiana non fu scritta da una societa’ privata.
      Nemmeno gli statuti delle nostre associazioni .
      Né gli ateniesi ,né i Romani facevano s crivere le loro leggi a societa’ private.

    55. ..e il mondo non e’ finito l’8 luglio…

    56. Caro Folklorista
      vedo che non sono stato capace di esprimermi con chiarezza.Io dico che la riunione,dai resoconti letti qui,non ha portato risultati se non marginali,tipo la raccolta degli indirizzi Mail dei presenti.
      .Ricapitoliamo.
      Il Comune indice una riunione per consentire la partecipazione alla gestione della cosa pubblica.
      Ci si presenta,si discute non ho capito di che,ci si lascia con promessa di un re incontro.
      Risultato zero.
      Io sto dicendo che i risultati potevano essere i massimi se ogni partecipante fosse stato invitato a mettere nero su bianco un qualche contenuto che gli stava a cuore.
      Porto un esempio.
      Cosa avrei scritto.
      A me piacerebbe guardarmi intorno e vedere una città pulita,ordinata,all’esterno degli abitati.
      E’ evidente che l’amministrazione non ce la fa.
      A mio avviso uno dei motivi dell’abbandono urbano e’ il fatto che l’amministrazione pone il divieto di scaricare materiale da pulizia giardini ed aiuole nei cassonetti
      senza dare un contributo in tal senso.
      In cosa consiste la mia proposta?
      L ‘Amministrazione predispone determinate aree attrezzandole convenientemente
      per il deposito degli scarti da giardino.I cittadini provvedono con risorse proprie alla manutenzione del tratto di marciapiede di loro pertinenza,cosa che in teoria dovrebbe fare il comune,ed utilizzano le aree indicate per il conferimento dei rifiuti.
      Ognuno da un modesto contributo ma mille modesti contributi fanno il risultato.
      E’ solo un argomento tra mille che si possono aprire e discutere.

    57. Desolato caro
      cio’ di cui parli sono singoli problemi .Noi vorremmo trovare un sistema QUADRO per comprenderli e avviarli tutti a soluzione tramite l’apporto di cittadin*/user,come siamo io e te.
      Ribadisco che ,come gia’ scritto, pur non essendo ” radioso” per gli effetti dell’incontro, non posso nemmeno dire ,con tutta onesta’ e pur con tutte le critiche sacrosante del caso, che abbiamo solo scambiato una mail list .
      Ti riconfermo che a breve(il percorso e’ gia’ iniziato) dovrebbero essere istituite ben DUE consulte di cittadini e associazioni , per avere voce in capitolo piu’ stabile ,istituzionale e non occasionale ,sui vari problemi che affliggono Palermo. PAlermo si risolleva soltanto CON I PALERMITANI .Altrimenti , se apsettiamo i politici,possiamo chiudere.
      Quindi, le CONSULTE , organo statutario di rapporto partecipativo ,troveranno finalmente spazio a Palermo . Che io ricordi ,mi pare di non sabgliare, non sono mai state attivate ( a parte quella delle CUlture ) e una esperienza modello , semmai , di grande valore, fu ai tempi delle prime sindacature Orlando, il CO. CI .PA . MA il CO CI PA non aveva una completa veste istituzionale . Tanto e’ vero che , dopo Orlando, non riusci’ a sopravvivere. Istituzionalizzare la partecipazione serve proprio a rendere questa una istituzione libera dall’arbitrio di qualsiasi testa pensante e a prova di futuri Cammarata,figli di peones e allievi e seguaci del BErlusconismo ,la peggior malattia di cui abbiamo sofferto negli ultimi 20 anni.

    58. ..invito a leggere lo statuto del comune di PAlermo e il regolamento sulle consulte , per comprendere bene il significato e la portata di questi notevoli strumenti e formidabili ” armi” per il cittadin*

    59. ..e magari leggere gli statuti di altre citta’, spesso grosse cittadine di provincia, che utilizzando questi strumenti e criteri ,fanno si’ che la vita delle citta’ sia meno orribile

    60. Caro Folklorista
      Se io porto in evidenza un problema,
      ed altri mille portano in evidenza mille problemi,
      Il Quadro c’è.
      Il Cittadino deve limitarsi al ruolo di cittadino.
      Può portare una idea come contributo di partecipazione.
      Non deve essere un tecnico di questioni comunali.
      Ciascuno deve svolgere il ruolo che gli e’ proprio.
      Io vedo strade e marciapiedi ed aiuole impresentabili,
      e di questo devo e posso parlare.
      Credo che ti sia sfuggita in proposito la mia osservazione.
      E cioè che la gente non pulisce le proprie aiuole perché non avrebbe dove depositare
      i rifiuti,salvo a rischiare una multa.
      Non li puoi bruciare,non li puoi mettere nei cassonetti,non hai aree apposite.
      Alla fine decidi di non fare nulla e lasciare le erbacce dove stanno.
      Questa e’ una grave manchevolezza del servizio,che non c’è,
      Mentre il problema c’è.
      Comunque,io preferisco andare rapidamente sui contenuti,mentre oramai e’ prassi consolidata per tanta gente di cercare luoghi di incontro per parlare,parlare,parlare……

    61. Poniamo che produco 2 ceste la settimana di avanzi di potatura.
      Che faccio?
      Chiamo una ditta specializzata ogni settimana?
      E dove la trovo?
      E quanto mi costa?

    62. Giovanni, ti sei reso conto di aver dato vita ad un lungo processo partecipativo. Adesso capisco, e gli do valore (veramente), tutto il tempo dedicatogli. a presto

    63. “Il Cittadino deve limitarsi al ruolo di cittadino”
      Dopo gli scandali AMIA e GEsip e varie ,ma anche sulla base dell’esperienza italiana , non e’ piu’ pensabile la cultura della esclusivita’ della delega RAPPRESENTATIVA in materia di beni comuni .E’ ormai imprescindibile attivare azioni di un costante e continuo monitoraggio e controllo attivo e influente da parte della societa’ civile.Altrimenti, in un batter d’occhio gli amministratori (a loro insaputa…..)sranno bravissimi a impolpettare i cittadin*.LE odierne dinamiche elettorali poi ci mettono la loro: ormai e’ difficlissimo trovare anche uno “spardatissimo” MAstella che si dimette per una anche malposta dignita’. Amministratori, consiglieri ,assessori , sindaci , senatori, deputati sono tutti ingabbiati da sistemi e norme elettorali tali che l’etablishement farebbe loro pagare in tutte le maniere possibili il dissenso rispetto anorme vigliacche ( dove erano i consiglieri di opposizione quando l’AMIA ,come oggi la RAP, perdeva un milione di euro al mese ? ) Quindi , dico io, ciascun padre di famiglia deve badare ai propri figli. E sorvegliando in prima persona , anche se non posso enon devo sostituirmi a loro,controllo l’operato degli amministratori

    64. Ma,fammi capire,mio caro Folklorista.Come pensi che un Comune Cittadino possa e debba intervenire ?
      Qui si apre un dibattito sul tema della partecipazione,ed arrivano 4 commenti 4.
      Dove stanno i cittadini?
      Hai tu idea di cosa si sta portando avanti in Consiglio Comunale?Cosa stanno deliberando?io sono all’oscuro di tutto,ne’ ho voglia di impegnare il mio tempo nemmeno nelle riunioni di condominio,figuriamoci al comune!

    65. ..e allora tieniti la ” zita” ,e non lamentarti.:) Chi non partecipa ,chi non salta…. non ha alcun diritto poi di lamentarsi.
      Se leggi lo statuto del comune ,e soprattutto ,con un po di pazienza, la parte dedicata alla partcipazione ,e non solo del comune di PAlermo ( vedi ad e sempio gli istituti del Bilancio pArtecipativo con cui i cittadin DECIDONO le priorita’ e le cose da realizzare con una parte di fondi appositamente ed espresasmente previsti dalla legge.
      Ci sono tanti esempi .PS : sul sito del Comune trovi le attivita’ del consiglio. Da qualche tempo a questa parte e’ stato aggiornato ed hanno inserito proprio l’informazione sui temi delle s edute e persino i verbali,o almeno dei report.

    66. ..oltre ai commentatori, che sono piu’ di 4, ci sono anche i lettori , che .almeno stando al report, sono quasi 500.Ma non e’ questo il punto. L’importante e’ parlarne

    67. Folklorista
      apprezzo la tua buona volontà di mostrare il lato positivo della questione,
      confermo il mio scetticismo sulla possibilità di potere intervenire sul
      Sistema Politico-Amministrativo consolidato.

    68. grazie massimiliano. L’idea era quella. 🙂

    69. “cosa” dovuta

    70. concordo in tutto ciò che è stato scritto da Giovanni. Io ho partecipato al gruppo trasparenza ma prima di partecipare ho impiegato mezza giornata ad analizzare il sito del Comune ” amministrazione trasparente” ed ho analizzato le carenze e le inesattezze. Bene dopo aver fatto notare che nessuno all’inizio della riunione si è presentato ( quindi per me rappresentavano sconosciuti tranne il sindaco) ho esposto ciò che alla luce del decreto trasparenza era non pubblicato o pubblicato in maniera errata. IL segretario generale mi ha assicurato che gia dalla mattina successiva sarebbe stato tutto controllato da chi di competenza. Bene ad oggi vi comunico che non è stato pubblicato il curriculum dell’avv. esposito incaricata di difesa legale (consulente esterno con 50 avvocati presenti al comune) che non è stato aggiornato il curriculum del segretario generale ecc. Ma di cosa stiamo parlando? Tempo sprecato tanto loro “lo sanno fare” Non mi resta che comunicare le inadempienze all’A.N.A.C.

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