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martedì 23 apr
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    Ingorgo fai da te

    La parola traffico può indicare movimento dei veicoli ed il suo contrario un ingorgo. Noi palermitani, (inteso come palermitani cittadini, politici e amministratori) conosciamo solo la declinazione ingorgo perché l’altra non la vogliamo immaginare, sognare, vedere.

    Da qualche settima, da quando ci stiamo avviando ad un’apparente normalità, dopo il periodo delle chiusure per pandemia, la città di Palermo è nuovamente sprofondata in un infernale traffico che attanaglia la città e chi la abita. Smanettando con la rete ho scoperto che digitando “traffico Palermo” si giunge ad una pagina web dove in tempo reale vengono individuati con quattro colori: verde, arancione, rosso, marrone la qualità del traffico di Palermo. Così in maniera oggettiva si possono vedere in tempo reale le maglie nere del traffico di Palermo. Le maglie nere alle 7 e 30 del mattino rilevate sono: via Messina Marine, via Ernesto Basile, corso Calatafimi nei pressi dell’ospedale Ingrassia e della scuola Maria Adelaide; via Crispi in prossimità degli ingressi del porto, piazza Indipendenza, rotonda di via Belgio, viale Michelangelo.

    Palermo ore 7:40 del 28/09/2021, situazione del traffico veicolare.

    Cosa fare per superare gli ingorghi? Ovvero, cosa si potrebbe fare, ma non si fa?

    La cosa più semplice che potrebbe fare il Comune di Palermo è quella di mandare per strada più vigili nelle zone dove ci sono più ingorghi. Molto spesso questi fenomeni non sono solo provocati da un enorme afflusso di veicoli ma anche dalla concomitanza di altre cause come: la presenza di cantieri edili che durano anni (3-4) e dalla cattiva educazione di molti palermitani che nelle massima serenità, come un diritto di nascita nobiliare, osano e non solo sostano in doppia e tripla fila, come succede ogni mattina davanti le scuole, come succede regolarmente davanti l’educandato Maria Adelaide, situato in corso Calatafimi. Naturalmente gli ingorghi si ripetono negli orari di uscita degli alunni dalle scuole, per le stesse doppie file che magicamente si vengono a creare in ben determinati orari.

    La cosa che io personalmente noto è che ormai i vigili di Palermo sono come scomparsi, è difficilissimo vederne alcuni affrontare impavidi gli ingordi, solitamente ne incontro qualcuno a calibrare qualche autovelox in via Ernesto Basile o in prossimità del ponte Corleone, sul fiume Oreto, in prossimità del Bar Baby Luna a verificare il limite di velocità a 30 km/h, ma oltre a questo è il nulla.

    Oltre ad i vigili, che non ci sono, o sono pochi, gli altri mezzi a disposizione dell’amministrazione comunale sono i sistemi di pianificazione territoriale del traffico e cioè il Piano Urbano del Traffico e il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Per capire di cosa stiamo parlando: il primo è un piano che serve ad ottimizzare l’uso delle strade attraverso solo una razionalizzazione delle stesse, il secondo è una programmazione fino al 2030 di interventi infrastrutturali di grande impatto economico. Naturalmente il piano urbano del traffico di Palermo è stato adottato nel 2013 e non ha più avuto gli aggiornamenti biennali, quindi è come se non esistesse. Il Pums di Palermo è stato adottato quest’anno e darà i sui effetti fra circa 10 – 20 anni, non subito (2-3 anni) e quindi oggi sono solo bei discorsi e fantastiche previsioni, dire meglio visioni, come sogni bellissimi ad occhi aperti: guarda che bel ponte, che fantastico tunnel nel mare, che meraviglioso svincolo…tutte cosa fantastiche se servono solo a tenere alto il morale e basta, ma che non hanno nulla a che vedere con la realtà di oggi.

    In ultimo, quest’anno con la finanziaria 2021 è stata rivalutata la figura del Mobility Manager, ma già esisteva da anni. Le legge prevede che tutti gli uffici, scuole e attività produttive dovrebbero nominarne uno per stilare il piando degli spostamenti degli impiegati, studenti, operai etc. Il piano è obbligatori per tutte le attività con più di 50 addetti ricadenti in comuni con popolazione maggiore a 50 mila abitanti. In buona sostanza il Mobility Manager, acquisiti gli spostamenti casa – lavoro di tutti gli addetti di un’attività produttiva, elabora un piano di spostamenti comuni fra gli addetti ovvero consiglia come razionalizzare gli spostamenti casa lavoro. Anche questa opzione, oggi per Palermo, è solo fantascienza…sempre sogni.

    Quindi, per potersi spostare in città, rimane il FAI DA TE. Secondo me questo fai da te, da questo spirito indipendente nasce il traffico, l’ingorgo, come la somma di tanti fai da te, uno per ogni palermitano; molto spesso al di fuori di tutte le regole di convivenza civile e del codice della strada, che in un mix perfetto con una rete stradale nata nei secoli (ricordiamo che la prima strada di Palermo ha circa 3000 anni, il Cassaro) fa esaltare il fenomeno degli ingorghi stradali. Ma Palermo non si fa mancare nulla, così a compendio di una situazione già intollerabile, ha un assessore al traffico ed una giunta, che in barba all’art. 36 del Nuovo codice della strada, redazione del Put e suo aggiornamento ed applicazione, ogni giorno sperimenta chiusure e aperture di strade con ordinanze spot, al di fuori di una programmazione organica delle circolazione stradale di tutta la città. L’assessore come un piccolo Napoleone, temerario, sempre convinto di essere nel “Giusto”, senza un confronto con la cittadinanza, impone il suo credo.

    A completare il quadro abbiamo ancora l’abbandono dei rifiuti ingombranti e lo stazionamento dei monopattini elettrici in posti dove non dovrebbero stare: tipo marciapiedi, davanti ingressi di strade a ridosso dei cassonetti. Questo a mio parare è un fatto gravissimo in quanto diventa motivo di potenziali incidenti e intralcio alla circolazione. Per chi non lo sapesse, in una pianificazione della circolazione stradale di una città, la prima azione che bisogna garantire è la circolazione pedonale e l’uso dei marciapiedi. Oggi è facile trovare marciapiedi intasati da cose (spazzatura, monopattini), grazie al senso indipendenza di qualcuno.

    Ma allora vediamo in cosa si declina la lotta individuale alla bestia o alla sua creazione, vediamo:

    1. Alcuni miei colleghi, così come molti palermitani, arrivano anche un’ora prima dell’apertura dell’ufficio o della propria attività, preferendo il “tampasiare” al rimanere bloccati nel traffico, riuscendo a risparmiare un po’ di carburante, il tempo complessivo del tragitto rimane uguale;
    2. Alcune donne amano moltissimo completare in macchina il maquillage, tra un semaforo rosso ed un incolonnamento, un modo per ottimizzare i tempi, è molto simpatico veder passare rossetti sulle labbra davanti allo specchietto retrovisore delle auto, quasi una provocazione;
    3. alcuni da anni si sono consacrati al motorino, con qualsiasi tempo, in qualsiasi direzione, anche controsenso;
    4. altri ancora si sono riconvertiti alle bici elettriche, questi si comportano come quelli dei motorini, con la differenza che questi non pagano, bollo, assicurazione tasse, inoltre il costo per spostarsi è molto basso e non inquinano;
    5. tanti, di tutte le età, hanno la grande passione per il monopattino privato o in affitto; è il mezzo più versatile e con la fantasia dei palermitani riesce a diventare un tandem o mezzo di locomozione per tre persone contemporaneamente;
    6. i rassegnati delle auto sono quelli che ogni giorno vengono in città dalla provincia ovvero quelli che sono nati con un sedile della macchina sotto il sedere; fra i grandi creatori della bestia, una menzione di merito va sicuramente ai Suv ed ai loro proprietari che contribuiscono per due volte al traffico rispetto ad un’auto normale;
    7. i coraggiosi e sapienti attendisti, utilizzano i mezzi pubblici. Infatti, un autista di autobus, da me intervistato la scorsa estate, mi ha detto che ogni giorno 1/3 delle autovetture non esce dalle autorimesse degli autobus per guasti o vari problemi legati al personale, naturalmente alcune corse saltano come un gioco alla roulette russa;
    8. pochi temerari scelgono di camminare a piedi, al riguardo bisogna dire che per effettuare un tragitto di strada alcune volte si fa prima che prendere l’auto e che il tempo utilizzato per spostarsi di fatto è un’attività fisica tipo palestra, l’unica cosa che non va è che quest’attività viene fatta vicino alle strade altamente inquinate dai gas di scarico.

    La conclusione di queste mie impressioni, che naturalmente non porteranno a nulla, che non riuscirà a cambiare lo stato del traffico di Palermo, è che stiamo vivendo un era storica dove l’homo Palermitanus 2021 rifiuta la razionalità e l’evidenza delle cose che succedono, preferendo uno stile di vita passivo e catatonico , sopportando tutto, agendo secondo schemi consolidati nei millenni, forse è questa la vera forza dell’homo Palermitanus?

    Porto ora la testimonianza della mia riconversione alla mobilità sostenibile. Io da circa un anno uso una bici elettrica e nel mio ufficio su circa 200 impiegati siamo massimo in otto a spostarci con la bici o con il monopattino elettrico, circa il 4% degli impiegati. La mattina per fare il percorso casa lavoro, nelle ore di punta, su di una distanza di 5 km, riesco a risparmiare 20 minuti, con la macchina in via Ernesto Basile potrei impiegare anche 30 minuti per effettuare il tragitto, ma da qualche giorno il traffico è così intenso che anche con la bici trovo difficoltà a superare gli ingorghi. Forse dovrò escogitare un nuovo modo per andare o non andare, questo è il dilemma.

    P.s.:
    Una considerazione che secondo me va fatta è che la pandemia ed i suoi effetti hanno agevolato la circolazione delle auto a Palermo come in altre città italiane, forse ci siamo anche illusi che tutto poteva cambiare. Da questa esperienza è venuto fuori che alcune attività potrebbero esser svolte anche da casa, con grande vantaggio per tutti. Oggi il governo nazionale ha richiamato al lavoro tutti i dipendenti pubblici, tranne quelli fragili. Ritengo che questo sia stato fatto non per un motivo: far tornare tutto come prima, aumentare i consumi e quindi aumentare il Pil e la Crescita, secondo una logica che associa il benessere economico a quello psicofisico. Non credo sia proprio così. Penso che la pandemia ci abbia obbligati a lavorare in modo diverso, e molti hanno dimostrato che si può fare egregiamente anche da casa. Pertanto avere sempre al possibilità di utilizzare i due modi di lavoro, in casa o in ufficio, non può che essere una ricchezza, questo perché garantirebbe la continuità lavorativa anche in condizioni di futuro pericolo. Io sono per un sistema misto di lavoro, diviso fra ufficio e casa. Penso, pertanto, che quanto abbiamo imparato nell’ultimo anno non vada perduto e che questa esperienza possa essere anche un modo per passare ad una transizione ecologica vera, dove i valori di riferimento sono: qualità della vita, qualità dell’ambiente, benessere fisico.

    Palermo
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