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Biografia: Nasce nel 1980 a Palermo. Non sa perché e non sa come, ma nel 1998 lascia Palermo per trasferirsi a studiare a Milano. Da allora ha vissuto in Francia, a Sydney, a Roma, a Torino, a Doha e poi di nuovo Milano, dove risiede e lavora attualmente. Le esperienze fatte non hanno intaccato il forte senso di appartenenza che nutre verso la sua città, dove è sicuro di tornare prima o poi. In questi anni ha messo in relazione tutto ciò che ha visto con quanto di unico può offrire Palermo ma anche con quanto si potrebbe fare per migliorarla. Un giorno, all’inizio della sua avventura, il padre gli disse, tentando di dare un senso ulteriore alla sua scelta di andare a studiare fuori, che stava lasciando Palermo per apprendere e portare un giorno con se ciò che aveva imparato per metterlo in atto nella sua città. Da questa utopia e dalle esperienze di ambasciatore Palermitano all’estero, nasce la voglia di scrivere su questo blog le riflessioni legate a tale condizione.

Bruno Savona
  • C’era più gusto a essere palermitani…

    Chiunque si sia trovato a presentarsi come palermitano fuori dalla Sicilia sa quanto forte è il pregiudizio e l’ignoranza nei confronti della nostra bella città. Ma sa anche che, negli ultimi anni, il ruolo di ambasciatore palermitano nel mondo sia diventato, inaspettatamente, molto più difficile di quanto non fosse prima.

    Ricordo che nel 1999, appena arrivato a Milano, molti miei colleghi mostravano interesse ma anche poca conoscenza verso il mio luogo di nascita. In fondo, tra i tanti “nordici” mai scesi sotto Firenze o Roma (Renzo Bossi non è altro che l’espressione media del luogo da cui proviene), regnavano convinzioni per me facili da confutare. Ricordo che una mia collega dell’Università mi chiese: «ma è vero che a Palermo ti sparano per la strada?». Ecco, fu lì che cominciai a divertirmi, vedendo espressioni di stupore e ammirazione quando parlavo della mia città, di quanto bella e sicura ormai fosse, di come le statistiche Istat dimostravano che, pur con la presenza innegabile di una forte organizzazione criminale, Palermo e la Sicilia si trovavano in fondo alla classifica tra le regioni italiane con il più alto tasso di delinquenza legata alla prostituzione e al consumo di droga, dei monumenti, del Teatro Massimo da poco riaperto, delle passeggiate in spiaggia e dei bagni a novembre a Mondello, del cibo. Ancora meglio quando riuscivo ad avere ospiti, ai quali mostrare le meraviglie di una città che rinasceva, ferita ma orgogliosa, della quale essi restavano talmente tanto affascinati da volerci tornare quanto prima.

    Dieci anni dopo, la musica era cambiata. Continua »

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