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Biografia: Nato per caso in quel di Milano in un freddo dicembre del 1987, adoro la pizza (residuo di pomeriggi interi a guardare le Tartarughe Ninja), i cavalieri della triste figura e penso che in questo mondo troppi punti esclamativi si afflosciano divenendo interrogativi. Sono laureato in Lettere moderne (triennale) e Filologia moderna e Italianistica (magistrale). Sono giornalista pubblicista, ho fondato e dirigo Ed è subito serial, sono analista su TvTalk in onda su Rai3. Ho collaborazioni giornalistiche varie ed eventuali.

Alessandro Buttitta
  • Un sabato sera all’Agricantus

    Complice il tempo instabile e una curiosa voglia teatrale nata improvvisamente verso ora di pranzo, con la mia fidanzata ho deciso di passare, per la prima volta, il sabato sera all’Agricantus. Andati alla spensierata, mano nella mano, credevamo di trovare un teatro discretamente pieno per L’ascensore, atto unico comico ideato da Ernesto Maria Ponte con la regia di Cocò Gulotta e le interpretazioni dei bravi Ivano Falco e Giorgia Migliore. Oltre al valore dell’opera, capace di divertire ininterrottamente per un’ora e mezza, quello che mi ha stupito è un altro. Nella mia ignoranza non credevo che a Palermo, nella nostra Palermo arida di cui ci lamentiamo tanto, un teatro piccolo come l’Agricantus avesse così seguito. Non immaginavo che potesse fare un tutto esaurito per i suoi spettacoli e non avrei mai pensato ad una realtà così piena di fermento. Forse saranno stati uno sprazzo nel grigiore culturale palermitano, una serata particolare, una folgorazione sulla via di XX Settembre, ma questo sabato mi ha restituito una città diversa. Basta solamente scoprirla. Io l’ho fatto sabato scorso con un ascensore.

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  • Posteggiatori e Google maps

    Con Napoli noi palermitani condividiamo tante cose: un certo modo di vedere la vita, la spazzatura, il sole, l’incuranza, il sorriso che spesso si trasforma in ghigno e, a quanto pare, anche il problema posteggiatori. Fu così che nel capoluogo partenopeo Giacomo Bonito, cittadino stanco di distribuire un euro qua e un euro là a posteggiatori abusivi in ogni dove, ha deciso di denunciare tutto alle sedi competenti. Non volendo passare dalle stazioni dei Vigili urbani e della Polizia che avrebbero accolto le sue lamentele con le solite scrollate di spalle piene di tolleranza, l’autore ha scelto di tracciare una mappa dei posteggiatori abusivi su Google maps, indicando tariffario, il numero dei “guardamacchine” per zona e il loro grado d’insistenza (bassa, media e alta) nel richiedere il compenso che gli spetta. Continua »

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  • La prima immagine all’aeroporto

    Non credo di essere un perbenista né tantomeno uno che non capisce quando si intende sdrammatizzare su una piaga sociale e culturale della nostra terra. Mi chiedo solamente: è giusto che questa sia la primissima immagine che un turista o un siciliano di ritorno debbano vedere all’aeroporto di Palermo?

    La prima immagine all'aeroporto

    La foto è stata scattata qualche giorno fa presso la zona arrivi dell’aeroporto “Falcone e Borsellino”.

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  • Nostalgia del 101

    Si può avere nostalgia di un autobus costantemente sovraffollato e chiassoso? La risposta è sì. Dalla Polonia da cui scrivo, mi manca il 101 con tutte le sue brutture. L’autobus che prendo ogni giorno per muovermi nella copernicana Torun è sempre puntuale, discretamente pulito, compostamente abitato dai passeggeri. Può capitare di tanto in tanto qualche ubriaco che pronuncia “curwa”, la parolaccia tuttofare polacca, ma si può dire che generalmente regna la tranquillità più assoluta. Gli studenti ascoltano musica esclusivamente nei loro iPod, le signore si siedono e scambiano qualche parola informale e silenziosa con il/la conoscente di turno, la gente entra e ha come primo pensiero quello di timbrare il biglietto. Mai vista una scena fuoriposto, un controllore che ha il suo da fare per far pagare una multa. Eppure, nonostante l’autobus polacco possa sembrare il non plus ultra dei mezzi pubblici, io provo nostalgia del 101. Continua »

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  • Il Corriere della Sera “imita” il Giornale di Sicilia

    Il Corriere della Sera “imita” il Giornale di Sicilia

    Piccola rivincita per Giovanni Pepi nei confronti di tutti quelli che sbeffeggiavano il suo tanto amato camper. Il Corriere della Sera ha deciso di imitare il Giornale di Sicilia: il quotidiano diretto da De Bortoli andrà per le strade di Napoli con camper, penna e taccuino per raccontare l’emergenza rifiuti.

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  • Estate, tempo di mozzarelle

    Estate, tempo di mozzarelle. Fresche e da servire velocemente insieme ad un po’ di insalata, sono il pasto privilegiato per chi torna dalla spiaggia. Ne consegue in questo periodo una vasta campagna pubblicitaria da parte delle aziende produttrici di mozzarelle, in special modo quelle siciliane. È interessante notare quali slogan usano gli strateghi del marketing per vendere una mozzarella siciliana. Dopo una selezione accurata e politically correct, la scelta dei campioni da analizzare è ricaduta sulle mozzarelle Provenzano e mozzarelle Sole.

    Mozzarella Sole

    Mozzarella Provenzano

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  • Due musei sulla mafia a Las Vegas

    La mafia ha oggi pure il suo museo. A dir la verità i musei sono due, entrambi a Las Vegas, e onorano i miti fondatori dell’epopea mafiosa oltreoceano. Se il Museum of Organized Crime and Law Enforcement è più all’insegna del politically correct con la giusta dose di bene e male, guardie e ladri, l’altro museo, quello del Las Vegas Mob Experience, avrà come punto di forza una vera full immersion nell’universo mafioso americano.
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  • Cascittuni: si respira una nuova aria

    La parola cascittuni, che in siciliano indica il termine di spia, ha un’etimologia molto interessante: deriva dall’usanza abbastanza becera, in alcuni paesi siciliani, di immergere la faccia delle malcapitate spie (o di chi parlava troppo) nella cascitta, recipiente adibito alla raccolta di escrementi. Per allargamento di significato si è arrivato al termine cascittuni. Queste considerazioni linguistiche mi portano inevitabilmente ad altro tipo di considerazioni: prima chi parlava e raccontava troppo – come ben sappiamo – si ritrovava spesso nella merda; le morti di mafia e la retorica politica intorno ad essa ce le ricordano troppo bene. Oggi all’arresto dei boss, piccoli o grandi che siano, si esulta, la gente si ritrova unita nei festeggiamenti, crede in un futuro migliore. Insomma, si respira aria migliore.

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  • Berlino e Bagheria a confronto

    Ieri si è celebrato il ventennale della caduta del muro di Berlino: Bagheria non può che essere in linea con tali manifestazioni di libertà per certe caratteristiche che accomunano la Berlino di un tempo alla Bagheria di oggi. Se Berlino aveva un muro che divideva la città, Bagheria oggi ha diverse mura di spazzatura che separano i cittadini fra loro; se Berlino viveva il clima della guerra fredda, Bagheria oggi vive il clima della guerra fredda e pure puzzolente; se Berlino aveva dissidi interni e progetti politici poco chiari, Bagheria certamente non è da meno; se a Berlino si davano da fare con le picconate e il lancio delle pietre al muro, oggi a Bagheria in molti si esercitano col tiro del sacchitiello (forse per via della nuova specialità olimpica che vuole essere istituita, qualora Palermo fosse stata sede delle Olimpiadi del 2020). Speriamo che il gioco dei confronti finisca qua: non vorremmo che crollasse fra vent’anni il muro di spazzatura di Bagheria, anche se a ben pensarci assomiglia di più al Muro della Vergogna di Gerusalemme. Ma quella è un’altra storia.

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  • Idilli bucolico-pastorali al Barbera

    Sul campo del Renzo Barbera in una domenica d’ottobre piene di nuvole minacciose, si è verificato un caso degno d’attenzione: all’ennesimo tunnel non riuscito di Javier Pastore, il trequartista argentino del Palermo, dalla curva sud una voce rancorosa ha urlato con inaudita delicatezza: “Ma chistu ‘a zita ‘un ‘ci l’avi? È ‘nnamuratu ra padda! Zamparini cercaci ‘a zita!”.
    Idilli bucolico-pastorali per un Palermo che scala non solo le vette della classifica, ma anche quella della poesia popolare.

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  • Aruspici e stigghiole

    Fresco di un esame di latino passato dopo un’estate infernale con Seneca et alii, nella quale ho avuto spesso a che fare con veggenti ed aruspici, mi è sorto un dubbio: gli aruspici, coloro che praticano l’arte divinatoria attraverso l’interpretazione delle viscere e delle intestine degli animali, non si saranno mica trasformati oggi negli stigghiolari? I fumi sono gli stessi, la gente che si accalca ai loro bracieri pure. Dalla periferia dell’impero è giunta voce che un anonimo stigghiolaro abbia vaticinato: “piove governo ladro”.

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