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Biografia: Stefania Petyx (Palermo, 4 novembre 1969) è la prima donna tra gli inviati di Striscia la Notizia. Ha un look da cartone animato, con coda di cavallo e cappottino giallo abbinato a quello del bassotto (Carolina) che l'affianca nei servizi. Le si attribuisce lo scoop della Banca Popolare di Lodi, oggi Banca Popolare Italiana. Nel febbraio 2005 in una puntata di Striscia la Notizia la Petyx denunciò spese addebitate per servizi non resi, nei conti correnti dei clienti della Popolare di Lodi.

Stefania Petyx
  • Cronaca di una strana notte

    La premessa è nota.
    Da tre anni ci sono 21 famiglie nei container e sette famiglie in Casa Guzzetta che vivono in condizioni igienico sanitarie disastrose.
    Il Consiglio mercoledì ha trattato l’argomento e noi abbiamo chiesto ufficialmente di poter accedere con le telecamere.
    per cui non si è trattato di un blitz, ma di una presenza autorizzata.
    A seguire il Consiglio quella sera non eravamo i soli. C’erano le famiglie dei container, quelle di Casa Guzzetta e i ragazzi di Muovi Palermo che, come ho spiegato nel primo servizio, mi avevano fatto rabbrividire con quel video su YouTube in cui portavano doni a Natale in quel lager.
    Detto ciò, la seduta è iniziata alle 19:30 e l’ordine del giorno in questione è stato discusso verso 22:30 e devo dire che la sensazione era assolutamente positiva, si parlava di un consenso trasversale e non si percepivano grandi tensioni cosa, come sappiamo, piuttosto rara.
    Il presidente del Consiglio comunale ha letto il testo dell’ordine del giorno in questione e ha aperto la discussione generale.
    Sono così cominciati gli interventi dei consiglieri, il tutto davanti le nostre telecamere.
    Inutile dire che la retorica non si è lesinata, ma nel complesso sembravano interventi “sentiti”.
    Per l’occasione, oltre al cameraman, anche io avevo una telecamera (due meglio di uno). Ed è proprio quella telecamera che mi ha permesso di capire che nonostante quella calma apparente qualcosa non andava. Continua »

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  • Dove osano le aquile

    Non saranno delle aquile, ma i conti della serva sanno farli.
    Dovremmo persino esser fieri di loro: ci hanno messo solo 5 giorni a capire che, tra il buco di bilancio abituale e i 150 milioni di euro da rimborsare per l’illegittimo aumento della TARSU, non c’è più speranza per le già martoriate casse del Comune più invidiato dal polo sud in giù.
    Eppure, per tre anni si erano illusi di averla fatta franca.
    Come dargli torto, l’ideuzza non era male: dalla sera alla mattina, con una bella telefonata tra sindaco urlante e dirigenti atterriti, avevano aumentato appena del 75% la tassa sui rifiuti, tenendosi il segreto fino a dopo le elezioni del 2006. Tie’!
    Praticamente una mandrakata in pieno stile feudalesimo, se non fosse che purtroppo esistono regole e norme, evidentemente a loro sconosciute, che prevedono un iter leggermente più complesso per stabilire l’aumento delle tasse.
    Addirittura si scopre che non è facoltativo motivare l’aumento snocciolando costi, tariffe, dati e altri numeretti: una noia!
    Vuoi mettere tutto sto casino con una bella telefonata?
    Certo che no, peccato che di parere diverso sembrerebbero essere i giudici del TAR che (credo dopo non poche risate) hanno rimandato al mittente l’esilarante delibera piena di erroracci BLU!
    Il TAR, inoltre, credo si sia dichiarato disponibile a segnalare questa amministrazione alla giuria del guinness dei primati per la categoria: “atti illegittimi”. Non credo abbiano rivali, visto che da 3 anni a questa parte non ne hanno azzeccato una, manco per sbaglio. Continua »

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  • Il peccato poco originale

    E il Signore levò il dito al cielo e disse: “Tu uomo ti guadagnerai il pane con il sudore della fronte. Tu donna partorirai con gran dolore e…tu, Cammarata, la finisci o no con questi piani di comunicazione ogni cinque minuti che poi non capisco che diamine hai da comunicare, che ci sarebbe solo da ammucciarsi?”.

    Che dire? Le ha azzeccate tutte: l’uomo trova lavoro davvero con fatica (nessuno aveva colto che Dio preannunciava il precariato) la donna ancora oggi partorisce con dolore o col cesareo (ma non i mercoledì sera che c’è la Champions League) e Cammarata si ostina, con spirito da fachiro, a lanciare piani di comunicazione da barzelletta.

    Ma l’esperienza, in questa città, non serve mai a nulla?

    Proviamo a ricordare alcune delle campagne di comunicazione degli ultimi anni.

    • Una delle prime campagne ancora, ancora passò liscia: era quella di “Palermo amata e ritrovata”.
    • La seconda, quella di “Palermo Cool” fu a dir poco epocale: una cosa da brivido, uno di quei casi da studiare nelle facoltà di comunicazione come termine di paragone verso il basso.
    • La terza fu un triste aborto e dallo scorso febbraio riposa in pace sotto il tappeto di un’imbarazzata giunta comunale!

    Ora se tutto ciò non invita quantomeno alla prudenza vuol dire veramente che siete di coccio. Continua »

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  • SOS Amia

    Spero non se ne abbia a male la foca monaca, ma a Palermo abbiamo altro da salvare.
    Mancano circa 60 giorni per “graziare” chi ha portato l’Amia alle soglie del fallimento.
    Infatti se entro 60 giorni (erano 90 ma 30 sono già passati) il sindaco Cammarata non presenta querela contro i vertici Amia per presunto falso in bilancio la magistratura non potrà procedere, amen, battipanni liberi tutti, caput!

    Infatti dal 2003 la nuova legge per il falso in bilancio prevede che se la parte lesa (il Comune, nella persona del sindaco) non querela chi è indagato di falso in bilancio (i vertici Amia) il magistrato deve archiviare la pratica. Senza querela infatti il PM non può agire d’ufficio perché viene a mancare “l’interesse a procedere”.
    Più o meno il principio della legge è: se non interessa alla parte lesa che senso ha fare sto casino!
    Alla magistratura resta semmai da applicare solo una contravvenzione che tra parentesi con i tempi biblici della giustizia andrà quasi certamente in prescrizione.

    Ora mi chiedo: non querelando chi forse si è reso complice o protagonista di un falso in bilancio ai danni dell’amministrazione, di chi si fanno gli interessi.
    Della città, no di certo, ma allora di chi altro?
    È di certo imbarazzante e spiacevole trovarsi a querelare un collega di partito, ma a volte non c’è come evitarlo.
    Questa è una di quelle volte.

    Ma capiamo meglio come stanno le cose. Continua »

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  • E adesso…pubblicità!

    Piccolo test:
    se non hai soldi per le case famiglia, per le famiglie dei senza tetto sfrattate la mattina del 1 gennaio dagli alberghi, per le agevolazioni sulle tariffe dei bus per disabili e indigenti, per mantenere gli anziani nelle case di riposo, se non hai manco un euro per il concerto in piazza di fine anno, cosa fai????
    1- tagli le spese e garantisci le case famiglia;
    2- tagli le spese e garantisci i senza tetto;
    3- tagli le spese e ripristini le agevolazioni a disabili, anziani e indigenti;
    4- tagli le spese e garantisci i servizi essenziali alla città;
    5- te ne freghi e mandi la PUBBLICITÀ.

    Lo so, è difficile scegliere! Ma è dalla capacità di scelta che si differenziano i grandi amministratori dai quaquaraquà.

    E, infatti, la banda del buco (di bilancio: lo dicono anche Corte dei conti e ragioniere generale del Comune) ha scelto la n. 5. Continua »

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  • Sbaroschi chi?

    Albero di Natale 2008 (foto tratta dal fotoblog germana8522’s photos)

    Sbaroschi chi? Questo mi sono sentita rispondere al telefono, venerdì mattina, quando ho chiesto al Comune di Palermo notizie sulle sorti di quelle migliaia di preziosi cristalli che addobbavano l’albero della Palermo felicissima del 2007.
    Lo ammetto: non ci dormivo la notte. Li guardavo come un diabetico guarda i dolci. Li volevo per me.
    Dopo averli visti spalmati sulla vela del carro di Santa Rosalia, pensavo di ritrovarli sul nuovo albero: era la logica soluzione in questo Natale di lacrime e sangue.
    Ma nulla, non ce n’è traccia sul nuovo albero della Palermo “meno felicissima” del 2008.
    Da lì l’idea di andare all’attacco delle agognate pietrine.
    Dopo un rapido conto della serva, mi ero detta: se sono costati un anno fa 64.800 euro (come da delibera per progetto “albero di cristallo”) io ne offro 10.000 – che in tempo di crisi non sono da buttare – e i preziosi cristalli me li arraffo io.
    Nulla da fare: temo che se ne siano perse le tracce. Continua »

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  • Dossier Ztl 2: un pasticciaccio brutto, brutto

    I nodi vengono al pettine. Parliamo dei nodi di un pasticciaccio brutto, brutto che è costato e costerà a tutti noi soldi e anche tanta bile.
    Certo, a tutti è consentito sbagliare: ma stiamo parlando di errori o di orrori?
    Insomma, il flop Ztl è solo doloroso o piuttosto DOLOSO?

    In questi giorni, sul quotidiano “La Repubblica”, leggiamo dei misteri del bando per la gestione delle Ztl che dal blu passa ad un più inquietante…giallo.
    Il giallo di grandi affari e di appalti a sei zeri.

    Ma procediamo con ordine.

    Certificazioni: tutti i frutti più uno

    Il mondo dei bandi di gara è un mondo complesso: esistono le regole, ma non sempre sono talmente chiare e precise da permettere di capire se e quando ci si trovi davanti ad un bando “anomalo”.
    Ma, pur evitando la caccia alle streghe, è certamente lecito esprimere dubbi e sollevare quesiti.
    E di dubbi ce ne sono a iosa sull’ormai famoso bando della gestione pass di Palermo. Continua »

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  • Dossier Ztl: le parole che non ci hanno detto

    Verissimo, il livello di inquinamento e traffico in questa città è diventato insopportabile.
    Quindi ben venga un provvedimento severo al punto da sembrare carcerario, come la Ztl, se serve a risolvere il problema. Ma serve davvero per i nostri polmoni?
    Su questo aspetto in città girano opinioni diverse…

    Abbiamo tutti capito che un’area di 700 ettari (zona A + B), controllata da soli 8 varchi video controllati, è una pagliacciata.
    A maggior ragione se i varchi sono tutti in zona A, come nel nostro caso, per cui la zona B sarà come una grande giungla, con buona pace dei vigili urbani.
    Eppure di Ztl si parla dal 2000, se non prima: come hanno fatto in otto anni a concepirne una così catastrofica?
    Ho fatto alcune ricerche e qualcosa non torna.
    Mi scuso per la lunghezza, ma l’argomento è complesso e merita attenzione. Continua »

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  • Il caffè mi rende nervosa

    Caffè, cornetto e giornali, come ogni mattina.
    E, ogni mattina, tra le pagine 2 e 5 mi va di traverso.
    Sanatoria per Pizzo Sella a 2 mesi dalle elezioni. Caffè di traverso.
    Il comune aumenta la Tarsu del 75%, ma prima delle elezioni lo nasconde ai cittadini. Caffè di traverso.
    Un milione e ottocento mila euro per ricordarci quanto siamo cool, quando per farcelo dire abbiamo pagato Panorama 10 mila euro a pagina. Caffè di traverso.
    Un tram che non si chiama più desiderio, ma che nessuno ancora ha visto. Caffè di traverso.
    L’assessore “cuore d’oro”, Enea, che dona, dai suoi faticati risparmi, 500 euro per ricomprare una lapide trafugata e pensa astutamente di farsi fare foto con lapide, vecchina ed elegante dichiarazione di avvenuta donazione. Che affare, con 500 euro ha sgraffignato un articolo con foto che ne vale 3000.
    Forse dopo aver toccato il fondo del cattivo gusto, l’’assessore vuol dimostrarci che si può anche scavare. Caffè di traverso. Continua »

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