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giovedì 28 mar

Archivio del 7 Gennaio 2009

  • Facebook, cosa nostra e censura

    Come molti di voi sapranno sul social network più famoso del mondo vanno girando gruppi di fessacchiotti che inneggiano a Riina, Provenzano etc etc etc. La cosa si commenta da sola. Come le scritte sui muri dopo “Il capo dei capi”, le scuole “chiuse” con la colla nei catenacci e altre snargiassate del genere a dimostrazione che la cultura della violenza qualche proselito lo fa. Ma il problema è un altro: sulla base di questi episodi, che hanno smosso i commenti più svariati, da Veltroni a Pietro Grasso, emerge una richiesta di oscurare i “gruppi di sostegno” oggetto della polemica. Io penso che su internet si può imparare a costruire un’atomica in cantina, per non parlare delle molotov. Ci si può iscrivere a siti fondamentalisti di oscura composizione. E che dire di certi film (addirittura di certi canali televisivi particolarmente “votati” a questa “mission”) che osannano comportamenti da baby gang e indicano come “strafigo” l’adolescente che si fa giustizia da solo perchè “la vita a volte è tanto dura e quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. Quelli non li tagliamo? Allora io penso che no, i gruppi che sostengono i boss devono restare in rete. Anzi andiamo a trovarli e diciamo loro quello che pensiamo. La Rete è una giungla semantica con regole intransigenti: nessuno può vietare niente a nessuno. Ma non perché non si deve, ma proprio perché non si può (la moderazione dei siti, compreso Rosalio, è ovviamente un’altra faccenda). Ma questa è la mia opinione. Voi che ne pensate?

    Palermo
  • Riempiamo di frecce l’arco di Tito

    Anno nuovo, vita nuova. Se vogliamo, nel 2009 potremmo essere tutti protagonisti di una piccola rivoluzione culturale: quella di considerare la nostra città come un grande “condominio” gestito da un gruppo di amministratori da controllare ogni tanto, ognuno secondo le proprie competenze e sensibilità. Le armi per combattere questa rivoluzione, volendo, ci sono.

    Prendiamo, ad esempio, il difensore civico. Lo Statuto del Comune di Palermo prevede tale figura nel titolo III (artt. 25-28) e attraverso un apposito regolamento ne disciplina compiutamente l’operato. Sul sito dell’Ufficio del Difensore Civico leggiamo: “Il Difensore Civico è un organo di garanzia per tutti i cittadini. è eletto dal Consiglio Comunale, agisce in piena autonomia dagli altri organi amministrativi e non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico. Continua »

    Palermo
  • Quattro per cento

    È impossibile, mi dico. I dati anche stavolta non appattano.
    Leggo che la raccolta differenziata è ferma al quattro per cento. Ho fatto un piccolo capolavoro di statistica “home made”.
    Il risultato, mi vado ripetendo, dovrebbe comunque essere affidabile…così, ad occhio.
    Io differenzio munnizza da un paio d’anni. Per la precisone, da quando hanno messo i recipienti adatti sotto casa mia.
    Noto, con massima sodisfazione, che vengono riempiti ben presto, i recipienti. E, altrettanto spesso, vengono svuotati.
    Mi chiedo, allora, come sia possibile…se questo aumento di differenziata vale per il mio circondario, immagino varrà anche per il resto della città. Dunque è quasi battaglia di cifre. Era e rimane sempre quattro per cento? Così come qualche anno fa? Continua »

    Ospiti
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