Riempiamo di frecce l’arco di Tito
Anno nuovo, vita nuova. Se vogliamo, nel 2009 potremmo essere tutti protagonisti di una piccola rivoluzione culturale: quella di considerare la nostra città come un grande “condominio” gestito da un gruppo di amministratori da controllare ogni tanto, ognuno secondo le proprie competenze e sensibilità. Le armi per combattere questa rivoluzione, volendo, ci sono.
Prendiamo, ad esempio, il difensore civico. Lo Statuto del Comune di Palermo prevede tale figura nel titolo III (artt. 25-28) e attraverso un apposito regolamento ne disciplina compiutamente l’operato. Sul sito dell’Ufficio del Difensore Civico leggiamo: “Il Difensore Civico è un organo di garanzia per tutti i cittadini. è eletto dal Consiglio Comunale, agisce in piena autonomia dagli altri organi amministrativi e non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico. Interviene su richiesta dei cittadini, ma anche di propria iniziativa, in presenza di abusi, disfunzioni, carenze e ritardi dell’amministrazione, per tutelare imparzialità, efficienza e correttezza dell’attività del Comune. Inoltre indirizza suggerimenti agli organi comunali e proposte per il miglioramento dell’apparato amministrativo dell’ente. Attenziona ed interviene sulla qualità dei servizi pubblici e sul rispetto dei contratti di servizio”.
Quindi, riepilogando, quando abbiamo qualcosa da ridire sulla gestione della città da parte dei nostri amministratori:
1. possiamo rivolgerci al difensore civico anche attraverso una segnalazione on-line;
2. senza alcun onere;
3. “entro il termine massimo di quindici giorni dal ricevimento della comunicazione, il Dirigente deve dare risposta al Difensore Civico. Entro i quindici giorni successivi al ricevimento della risposta, il Difensore Civico deve comunicarla al cittadino o Ente richiedente” (art. 8 del Regolamento);
4. “il Difensore Civico dovrà informare il Sindaco delle richieste pervenute e delle risposte fornite” (art. 6 del Regolamento);
5. “la violazione da parte del personale e dei Dirigenti degli obblighi di informazione nei confronti del Difensore Civico così come normato costituisce di per sé, impregiudicate eventuali responsabilità penali, infrazione disciplinare” (art. 9 del Regolamento);
6. “al Difensore Civico spetta un’indennità di funzione pari a quella prevista per gli Assessori” (art. 25 dello Statuto);
7. “tutti gli oneri per le competenze economiche, la sede e l’attrezzatura le spese d’ufficio e di personale e quanto necessario ad assicurare il buon funzionamento dell’ufficio del Difensore Civico sono assunti dal Comune, che li iscrive in apposito capitolato del Bilancio annuale” (art. 28 del Regolamento).
Visto che l’avv. Tito e il suo Ufficio sono pagati da tutti noi per garantirci dalla cattiva amministrazione e dai suoi abusi, perché non avvalercene? Aprendo il giornale stamattina e indispettito per l’abuso di auto di rappresentanza comunali di cui si dava notizia, gli ho scritto per chiedere che venga rispettato l’apposito regolamento. Attendo ora risposta
Come prima concreta risposta, nel ringraziare Donato per questa importante informazione, non posso non pubblicare gli esiti di una breve ricerca effettuata ancora nel marzo 2007 su Google riguardo alla molto discussa figura dell’attuale Difensore Civico del Comune di Palermo: Antonio Tito.
In quei giorni al primo posto nella ricerca effettuata figurava il presente Atto di Sindacato Ispettivo
http://www.bispensiero.it/index.php?option=com_content&task=view&id=169&Itemid=582
pubblicato il 27 giugno 2006, seduta n. 9 del Senato della Repubblica.
Leggendo quanto esposto dal Senatore Fabio Giambrone emergono interrogativi inquietanti. Come possiamo, noi cittadini, affidarci (dare fiducia) alla difesa di una persona che, non solo non è stata eletta da un Consiglio Comunale come previsto dal regolamento, che in maggioranza non lo voleva ma ci pone così tanti dubbi sotto il profilo della trasparenza e di possibili conflitti di interessi? Per non parlare della mancanza del requisito della imparzialità essendo stato “candidato nelle elezioni regionali del 2001 per il rinnovo dell’ARS (Assemblea regionale siciliana) – conseguendo 1.410 voti di preferenza nella lista “Biancofiore” capeggiata dal maresciallo on. Antonio Borzacchelli”.
Un questione imbarazzante per il nostro “difensore” è ad esempio quella della trasparenza delle assunzioni di quelle che una volta erano chiamate le “municipalizzate”, oggi società a partecipazione pubblica come l’Amg (azienda del gas), l’Amia (ambiente), l’Amat (trasporti), l’Amap (acquedotti) la Sispi (servizi informatici) e la Gesip (gestione dei lavoratori precari). Queste aziende hanno fatto 397 assunzioni negli ultimi tre anni, tutte per chiamata diretta. Lo scandalo (non c’è nulla di penalmente rilevante se non per 11 reclutati senza titoli), era esploso una prima volta nell’agosto dell’anno 2005. In un’interrogazione al sindaco Diego Cammarata, il consigliere dei ds Faraone voleva conoscere l’elenco dei lavoratori ingaggiati senza concorso. Dalle società era arrivato un secco rifiuto: “Per ragioni di privacy noi quei nomi non ve li diamo”. E spiegava il vice sindaco Giampiero Cannella: “Io li renderei pubblici, ma si rischia la gogna mediatica, un clima da Unione Sovietica, mi sembra una violenza ingiusta verso chi era disoccupato e ora ha finalmente un posto di lavoro”.
Dopo un anno di polemiche qualcuno aveva provato a chiedere al difensore civico Antonino Tito un suo intervento, l’avvocato Tito però si è defilato: “Non ho il potere di fare questa richiesta”. Si è scoperto poi che il figlio e la figlia del difensore civico erano anche loro in quell’elenco dei 397 assunti, il primo preso alla Sispi e la seconda alla Gesip. Il commento dell’avvocato a liste note: “È tutto regolare, i ragazzi hanno un lunghissimo curriculum”.
Invitiamo dunque tutti a chiedere l’intervento del Difensore Civico, dal quale pretendere risposte esaurienti (percepisce lo stipendio di un assessore!!!). Inondiamolo di email, chiedendogli di intervenire efficacemente. Ma in particolare, a che ci siamo, chiediamogli di rispondere ai quesiti posti dal Sen. Giambrone.
In alternativa possiamo pur sempre esprimere le nostre perplessità circa la legitttimità del suo incarico in relazione a quanto esposto dal Senatore Giambrone e quindi ai conflitti di interessi lamentati. E’ un nostro dipendente, ma pare che non lo abbiamo assunto noi. Pretendiamo che sia il Consiglio Comunale nella sua collegialità ad esprimere tali figure e ad eleggerle per ruoli così importanti e delicati.
Riporto per comodità il contenuto dell’Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00170 del Sen. Giambrone
———–
GIAMBRONE – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della giustizia e dell’interno. –
Risultando all’interrogante:
che la illegittima nomina del difensore civico della città di Palermo, effettuata da un Commissario ad acta illegittimamente nominato dal Dirigente generale dell’Assessorato regionale della famiglia e delle autonomie locali, ha suscitato preoccupate e meravigliate reazioni nell’opinione pubblica e sulla stampa regionale, nazionale ed europea, poiché non si è tenuto conto dei precisi requisiti e delle prescrizioni contenute nelle leggi, nello Statuto, nel Regolamento comunale e nel bando pubblico per la selezione del garante dei cittadini;
che, in particolare, il soggetto nominato, avv. Antonio Tito, non è in possesso a giudizio dell’interrogante dell’essenziale requisito di indipendenza politica, necessario per ricoprire in maniera imparziale l’Ufficio di difensore civico, in quanto candidato nelle elezioni regionali del 2001 per il rinnovo dell’ARS (Assemblea regionale siciliana) – conseguendo 1.410 voti di preferenza nella lista “Biancofiore” capeggiata dal maresciallo on. Antonio Borzacchelli ben noto alla cronaca giudiziaria e – per quanto risulta all’interrogante – sotto processo a Palermo per reati gravissimi;
che il neo nominato difensore civico, risulta, inoltre, essere esponente dell’UDC e molto vicino al Presidente della Regione Salvatore Cuffaro ed al Presidente del Consiglio comunale, avv. Toto Cordaro anch’egli dell’UDC;
considerato:
che proprio la mancanza del fondamentale requisito di indipendenza avrebbe dovuto impedire la nomina a giudizio dell’interrogante dell’avv. Tito, in quanto si tratta di causa di ineleggibilità che opera di diritto e che comporta la decadenza dall’ufficio e che inspiegabilmente tale grave e seria circostanza non ha impedito al Commissario ad acta di nominare il Tito, preferendolo ad altro candidato in possesso di adeguato e corposo curriculum e che è risultato, non a caso, il più votato dal Consiglio comunale di Palermo pur non raggiungendo l’altissimo quorum dei 2/3 dei componenti l’assemblea cittadina;
che pertanto l’avv. Tito non poteva essere nominato per mancanza di altri importanti requisiti previsti dal bando quali l’assenza di liti con il Comune e l’esercizio di professione in conflitto con gli interessi del Comune. Risulta in maniera inoppugnabile che l’avv. Tito all’atto della presentazione della domanda aveva in corso una lite con il Comune di Palermo pendente di fronte al TAR Sicilia (vanta crediti per essere stato componente dell’Authority per i servizi pubblici di Palermo). Inoltre sia all’atto della presentazione della domanda per partecipare alla selezione ed anche successivamente, l’avv. Tito ha difeso privati cittadini in conflitto con gli interessi del Comune. L’argomento è stato sollevato in Consiglio comunale ed il Segretario generale del Comune, in data 24/5/2006 con nota prot. n. 227077, ha chiesto un parere all’Avvocatura comunale “in ordine alla configurabilità di eventuali situazioni di conflitto di interesse in capo al predetto legale che ricopre attualmente la carica di difensore civico del comune di Palermo”;
che alla luce dei fatti su esposti si è in presenza di una nomina chiaramente clientelare e partitica, che espone l’istituto del difensore civico a malevoli e sarcastiche considerazioni non ultima quella di essere una sorta di poltrona di sottogoverno cui collocare soggetti che vantano crediti politici nei confronti dei loro sponsor politici titolari di cariche istituzionali. Una “condizione” inaccettabile che mette in discussione l’alta figura del difensore civico garante dei diritti umani e di cittadinanza nonché tutore della funzionalità amministrativa e dei principi di legalità, imparzialità, pubblicità e trasparenza che devono contraddistinguere i pubblici uffici,
che la nomina del difensore civico di Palermo e di altri Comuni, così come riportato dal quotidiano “La Sicilia” di mercoledì 22 marzo 2006, dal “Giornale di Sicilia” del 19 maggio 2006 e da “La Repubblica” del 19 maggio 2006 è oggetto di indagini e di inchieste da parte di diverse Procure della Repubblica, a motivo del fatto che si effettuano nomine in spregio delle leggi e dei regolamenti per soddisfare interessi di parte e clientelari, scegliendo soggetti molto vicini ai gruppi di potere che amministrano gli enti locali e la stessa istituzione regionale,
accertato che la Regione, attraverso l’attuale Dirigente generale dell’Assessorato alla famiglia e alle autonomie locali, ha spedito nei Comuni dell’Isola – compreso Palermo – ben 70 commissari ad acta per procedere, in sostituzione dei Consigli Comunali, alla nomina dei difensori civici. Attività sostitutiva che non poteva essere azionata in quanto consolidata giurisprudenza del TAR Sicilia, del Consiglio di Giustizia Amministrativa e dell’Ufficio legale della Regione, esclude che si possa in materia intervenire in quanto non c’è un preciso obbligo di legge, ma una semplice previsione statutaria. In ogni caso i commissari ad acta devono essere nominati dal vertice di governo politico e non dai Dirigenti generali, e devono far parte dell’ufficio ispettivo dell’Assessorato citato. A quanto pare risultano nominati dipendenti non appartenenti alla qualifica dirigenziale e per giunta fuori dall’ufficio ispettivo,
che il TAR Sicilia, sezione staccata di Catania, ha motivatamente sentenziato annullando o sospendendo numerosi provvedimenti di nomina di difensori civici e di commissari ad acta. Decisioni che non hanno visto concorde il TAR di Palermo il quale non concede sospensive (non si capisce il perché visto le articolate e motivate decisioni della sezione di Catania e di altri TAR), ma, quando giudica nel merito, ha anch’esso annullato atti di nomina di difensori civici perché palesemente illegittimi e privi della necessaria motivazione. Di converso il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha sempre confermato le decisioni del TAR di Catania ed annullato (per quanto riguarda il rigetto di sospensive) quelle del TAR di Palermo. Stranamente, però, il Consiglio di Giustizia Amministrativa, solo per quanto concerne la sospensiva dell’atto di nomina del difensore civico di Palermo, ha confermato l’ordinanza del TAR di Palermo che a suo tempo aveva respinto la domanda di sospensione. Un’altalenante e contraddittoria giurisprudenza – fatta salva la coerenza dei pronunciamenti del TAR di Catania – che non aiuta a fare chiarezza, disorienta chi chiede giustizia e consente, di fatto, che soggetti privi dei necessari requisiti “occupino”, per periodi anche lunghi, l’importante ufficio di difensore civico,
l’interrogante chiede di conoscere:
quali provvedimenti od iniziative i Ministri in indirizzo intendano adottare od intraprendere per fare chiarezza su tutta la complessa questione della nomina del difensore civico della città di Palermo e sulle vicende relative alle nomine dei commissari ad acta che, sostituendosi ai consigli comunali, devono nominare i garanti dei diritti dei cittadini;
inoltre, quali attività istituzionali intendono avviare per porre fine a comportamenti fortemente elusivi della normativa vigente che consentono la nomina di soggetti privi dei necessari requisiti per ricoprire l’incarico di difensore civico;
quale valutazione diano il Presidente del Consiglio e i Ministri in indirizzo, nell’ambito delle rispettive competenze, della contraddittoria giurisprudenza degli organi di giustizia amministrativa in Sicilia, pur in presenza di consolidata giurisprudenza prodotta da altri TAR italiani in materia di nomina di difensori civici;
infine, lo stato delle indagini presso la Procura della Repubblica di Palermo e di altre Procure relativamente alle nomine dei difensori civici illegittimamente insediatisi.
Il Link postato non è corretto o almeno può dare l’errore “Lo sportello non è attivo”
Per correggere usare il link:
http://difciv.comune.palermo.it
e poi cliccare su HOME (sulla sinistra)
Buon lavoro.
Ricevo e riporto per conoscenza:
Gentile Sign.re/Sign.ra
Donato Didonna
La sua segnalazione del 03/01/2009 ha il seguente esito: PRATICA ACQUISITA E IN FASE DI LAVORAZIONE
La sua segnalazione riportava il seguente testo:
Si richiede l’intervento del difensore civico per il rispetto del regolamento comunale in materia di uso di auto di rappresentanza (c.d. auto blu):
REGOLAMENTO PER L’USO DEGLI AUTOVEICOLI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE ED ABROGAZIONE DISPOSIZIONI PRECEDENTI (DELIBERAZIONE DI CONSIGLIO COMUNALE N.236 DEL 27/11/98)
ART.10
Gli automezzi comunali devono essere impiegati per coprire le seguenti fasce di servizi, supportate da provvedimenti formali che giustifichino l¿impiego degli automezzi per gli specifici servizi;
1^ fascia: Servizi di rappresentanza.
– Sindaco
– Assessori
– Presidente del Consiglio
– Vice Presidenti del Consiglio
– Segretario Generale
– Capo di Gabinetto Sindaco
2^ fascia: Servizi di Protezione e Tutela.
Protezione e tutela a Personalità del Comune di Palermo, segnalate dal Comitato di Sicurezza della Prefettura.
3^ fascia: Servizi di supporto strutture di vertice politico – burocratico.
– Ufficio di Presidenza del Consiglio
– Ufficio Gabinetto Sindaco
– Ufficio del Segretario Generale
– Ufficio del Vice Segretario Generale
– Ufficio di Gabinetto del Sindaco
– Direzione Generale
– Commissioni Consiliari nell’espletamento delle loro funzioni
Distinti saluti
Donato Didonna
Cordiali saluti.
Ufficio del Difensore Civico di Palermo
Ufficio del Difensore Civico
anzi rispondono…ora chiedo dei pass auto
K a me risulta funzionante.
Ricordo bene la polemica che accompagnò la nomina dell’avv. Tito a difensore civico, ma ritengo che bisogna avvalersi di un ufficio pubblico, dando comunque fiducia alla persona che temporaneamente ne è responsabile, almeno fino a prova contraria.
polemica che purtroppo nn ebbe nessun risalto su rosalio,ricordo bene(max 6-7 commenti) anche se il buon siino parlò della faccenda…
evidentemente abbiamo l’incazzatura a fasi alterne…..
scusate, ma che potere d’intervento ha il difensore civico?
chiarisco il concetto, se mi risponde solo che inoltra pratiche io mi devo accontentare? o davanti ad un illecito accertato, come l’uso pure suo di auto comunali, DEVE agire ripristinando la legalità?
@A. Pollina. Questi sono i poteri di cui dispone:
Art. 3
(Poteri)
1. Il Difensore Civico svolge, d’ufficio o su iniziativa dei cittadini, singoli o associati o di Enti Pubblici, attività di indagine, ispezione ed impulso al fine di garantire l’imparzialità e il buon andamento dei procedimenti amministrativi di competenza del Comune, nonché della gestione dei servizi pubblici svolti dalle Aziende, Istituzioni ed Società collegate, dipendenti o controllate dal Comune.
2. Nell’esercizio di tale attività, il Difensore Civico esercita poteri di accertamento e segnalazione, agli organi competenti, di abusi, disfunzioni, ritardi ed omissioni. Indica modalità e tempi per l’assunzione delle iniziative idonee ad eliminare gli inconvenienti riscontrati.
3. Nel caso di richiesta di singoli interessati, di enti, di associazioni e formazioni sociali, il Difensore Civico:
a) qualora risulti che il procedimento non è concluso e che il termine dello stesso non è ancora decorso, può chiedere notizie sullo stato degli atti;
b) qualora, nonostante il decorso del termine previsto, risulti che il procedimento non è completo, si rivolge al responsabile del procedimento affinché lo concluda celermente;
c) può proporre al Sindaco di ordinare al dirigente la conclusione del procedimento, nel caso non sia possibile definire un termine per il relativo adempimento.
4. Il Difensore civico, su istanza o d’ufficio, per l’esercizio delle sue funzioni, può:
a) chiedere, verbalmente o per iscritto, notizie sullo stato dei procedimenti e delle situazioni sottoposte alla sua attenzione. Gli uffici richiesti devono rispondere senza ritardo e comunque entro e non oltre dieci giorni;
b) consultare ed ottenere copia, senza che gli venga opposto il limite del segreto d’ufficio, di tutti gli atti e documenti relativi all’oggetto del proprio intervento, nonché acquisire le necessarie informazioni;
c) convocare il responsabile del procedimento per ottenere chiarimenti circa lo stato del medesimo ed il suo irregolare o mancato proseguimento;
d) accedere agli uffici per l’acquisizione di elementi conoscitivi.
5. Contestualmente all’inizio dell’intervento l’ufficio del Difensore Civico dà comunicazione agli organi rappresentativi dell’amministrazione interessata, al dirigente responsabile del servizio, ovvero all’ufficio competente, indicando chi ha attivato l’intervento.
6. Uno o più Comuni della Provincia di Palermo possono chiedere di stipulare con il Comune di Palermo una convenzione, per attribuire al Difensore civico il compito di svolgere le proprie funzioni anche nei loro confronti. La convenzione, approvata dal Consiglio Comunale, stabilisce le condizioni e le modalità per lo svolgimento della richiesta funzione.
Più che di un difensore civico i palermitani avrebbero bisogno di Zorro o di Robin Hood!
ma è uno del “sistema” che può fare a parte inviare e riceve carte!
secondo me è un’emerita presa per i fondelli
io penso che intanto dobbiamo fargli fare quello per cui è stato eletto. poi se non lo fa….si dimostra che è utile come un cammello nel caffè!
scrivete scrivete scrivete
A. Pollina. Ha ragione Stefania: altrimenti non differenziamo perchè “tanto buttano tutto assieme a Bellolampo” e non usiamo il difensore civico perchè “è pappa e ciccia con l’amministrazione”. Questo modo di pensare è un alibi per non agire: chiedi invece al difensore civico di informarsi presso l’AMIA e risponderti su che fine fa la raccolta differenziata! Questo è esercitare i propri diritti.
Donato scrive: “ritengo che bisogna avvalersi di un ufficio pubblico, dando comunque fiducia alla persona che temporaneamente ne è responsabile, almeno fino a prova contraria.”
Dare fiducia fino a prova contraria è una prospettiva, l’altra è mettere alla prova l’imparzialità e l’efficacia di un servizio dovuto e profumatamente remunerato, peraltro senza che chi lo ricopre abbia ottenuto l’incarico nel rispetto delle norme previste.
Due modi diversi di vedere la stessa cosa.
Concordo dunque sull’obiettivo: segnaliamogli tutte le irregolarità e facciamolo lavorare. Giudicheremo il suo operato dagli esiti. Io gli chiederei, intanto, di verificare se e in che modo il Bilancio del Comune è “sano” come dice il primo cittadino o non si possa dichiarare il dissesto finanziario in relazione ai famosi parametri di cui ci ha parlato Stefania Petyx. Avvocati, periti contabili, revisorideiconti tutti che leggete, ci dareste una mano ad individuare tali parametri anche in modo da poterli specificare nella richiesta al difensore civico?
merighi………l’idea mi piace!!!!
chiediamo la verivica dei “parametri del deficit strutturale” al difensore civico.
così se ce lo dice: appuriamo un mistero
se NON ce lo dice liberiamo un posto al comune!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
mi rivolsi una volta al difensore civico di palermo… poi, visto l’esito, passai a santa rosalia…
peccato non avere i titoli, il posto al comune con stipendio di assessore mi allettava 🙂
Per passare alle cose serie: io sono residente a Monreale, posso fare la richiesta?
Art. 10
(Procedura per interventi)
1. Gli interventi del Difensore Civico possono essere richiesti:
a) dai cittadini che risiedono stabilmente o dimorano nel Comune di Palermo o in uno dei Comune della Provincia che hanno stipulato la convenzione di cui all’art.3 comma 6.
b) dai cittadini che, pur non trovandosi nelle condizioni di cui alla lettera a), prestano attività di lavoro dipendente, professionali, artistiche o di altro lavoro autonomo o conducono aziende agricole, industriali, artigianali e commerciali nel territorio comunale;
c) da coloro che, pur non trovandosi nelle condizioni di cui alle lettere a) e b), sono legittimati a partecipare ai procedimenti di competenza del Comune, ai sensi della Legge n. 241/90;
d) da chiunque abbia interessi giuridicamente tutelabili o comunque protetti nei confronti del Comune;
e) da tutte le organizzazioni e/o formazioni sociali riconosciute per la legge statale o regionale, operanti nel territorio comunale.
2. Non possono ricorrere al Difensore Civico:
a) i Consiglieri Comunali, per fatti inerenti all’esercizio del loro mandato;
b) i Consiglieri Comunali dei Comuni della Provincia, per fatti inerenti i rapporti istituzionali fra i rispettivi Enti;
c) chiunque abbia già instaurato con il Comune un contenzioso giudiziario, o amministrativo, per le medesime materie oggetto di contenzioso.
d) il Direttore Generale, il Segretario Generale ed i revisori dei conti del Comune;
e) i direttori ed i revisori dei conti delle aziende ed istituzioni dipendenti dal Comune e dai consorzi cui il Comune stesso partecipa;
f) i dipendenti del Comune, delle sue aziende e delle sue istituzioni e quelli dei concessionari di servizi Comunali, per far valere pretese derivanti dal rapporto di impiego o di lavoro.
3. Il Difensore Civico può sospendere il proprio intervento quando viene a conoscenza che, per il caso a lui sottoposto, è stata adita l’autorità giudiziaria ordinaria od amministrativa. Di tale decisione è data tempestiva comunicazione alla parte interessata.
4. I cittadini stranieri o apolidi, per i quali ricorrano le condizioni previste dal primo comma del presente articolo, possono richiedere l’intervento del Difensore civico.
5. Il Difensore Civico interviene:
a) a richiesta di singoli interessati, di enti, associazioni e formazioni sociali;
b) d’ufficio, secondo quanto previsto dall’art. 13;
c) il difensore civico interviene, peraltro, su richiesta di un quarto dei consiglieri Comunali, quando questi facciano richiesta scritta e motivata con l’indicazione delle norme violate, entro dieci giorni dalla affissione all’albo pretorio, quando le deliberazioni riguardino appalti e affidamento di servizi o forniture di importo superiore alla soglia di rilievo comunitario;
6. L’azione del Difensore Civico può essere estesa d’ufficio a procedimenti ed atti di natura e contenuto identici a quelli per cui sia stato richiesto l’intervento di cui al comma precedente, al fine di rimuovere analoghe disfunzioni ad essi comuni.
7. Il Difensore Civico, qualora nell’esercizio dei propri compiti istituzionali rilevi o abbia notizia che nell’operato di altre amministrazioni si verifichino disfunzioni od anomalie comunque incidenti sulla qualità e regolarità dell’attività amministrativa Comunale diretta o delegata, ne riferisce al Sindaco e al Consiglio Comunale.
8. Il Difensore Civico può intervenire anche di propria iniziativa a fronte di casi di particolare gravità già noti e che stiano preoccupando la cittadinanza.
Dall’elenco dei poteri del difensore civico mi sembra di capire che si tratti sostanzialmente di poteri di accertamento ed acquisizione informazioni.
Accertato che lui stesso usufruisce di auto blu in violazione del regolamento comunale… che fa? Si costituisce? Si dimette? Restituisce la vettura? Fa finta di niente?
Alla fine il suo lavoro di accertamento l’ha svolto…
Il difensore civico non ha diritto all’auto blu: se l’ha utilizzata illegittimamente ha un problema …
Per aver usato abusivamente l’auto blu il sindaco di Messina, Buzzanca, si beccò una condanna per peculato e si dimise
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/10_Ottobre/22/auto.shtml
perchè anche col telefonino non lo filmiamo e lo mettiamo su you tube
isaia quando l’hai visto?
questa è una copia della lettera da me inviata al Sindaco ed al Presidente del Consiglio per provvedere alla rimozione del Difensore Civico…
Non avendo sortito la stessa, effetto alcuno, ho presentato una mozione in Consiglio Comunale che ne riporta i contenuti.
Ad oggi nonostante sia stata sollecitato più volte il prelievo del punto in sede di Consiglio Comunale, la maggioranza fa muro sul Difensore Civico impedendone la rimozione dall’incarico…
OGGETTO: difensore civico
Al Signor Sindaco di Palermo
Dott. D. Cammarata
Al Signor Presidente del Consiglio Comunale di Palermo
On.le A. Campagna
LORO SEDI
e p. c. Ai Sigg. Capi Gruppo Consiliari di Palazzo delle Aquile
Palermo
Signor Sindaco, Signor Presidente del Consiglio comunale,
prendo spunto delle recenti vicissitudini giudiziarie riguardanti il Difensore Civico di Palermo non già per alimentare polemiche (di cui, peraltro, nessuno avverte la necessità visto che l’attuale difficile momento che attraversa la Città non consente facili digressioni anche se si auspicano decisioni appropriate a tutela della integrità delle istituzioni), ma per sollevare, anche con un pizzico di lungimiranza, una questione politico-amministrativa a garanzia della autonomia e delle prerogative statutarie dell’Ente Comune e della sua massima istituzione deliberante, ossia il Consiglio Comunale.
Come le SS. LL. ricorderanno, la “nomina” dell’attuale Difensore Civico è frutto non di una libera e democratica scelta dell’Assemblea di Palazzo delle Aquile, ma di un vero e proprio “colpo di mano” posto in essere, ormai alcuni anni fa, da un Commissario ad acta inviato dall’Assessore regionale e dal Direttore Generale pro tempore dell’Assessorato regionale delle autonomie locali. Allora l’indignazione fu pressoché unanime e si pose l’accento sul fatto che venne inferta una grave lesione alle prerogative statutarie del Consiglio Comunale palermitano, che di fatto fu “espropriato”dalla Regione. Non ricorrendo, a mio parere ma anche ad avviso dalla più avanzata giurisprudenza amministrativa, i presupposti giuridici in quanto l’elezione del Difensore Civico non si può configurare come “atto obbligatorio per legge”, il cui mancato compimento comporta l’automatica attivazione del potere sostitutivo da parte del governo regionale.
L’elezione del Difensore Civico, in base alla normativa vigente e allo Statuto comunale, è e resta un atto discrezionale del Comune che non ammette ingerenza alcuna da parte di altre amministrazioni sovraordinate che esercitano la vigilanza e/o il controllo.
Lo Statuto ed il Regolamento comunale del Difensore Civico, contengono disposizioni precise sulle procedure di elezione e sui requisiti che i soggetti candidati devono possedere. Proprio per evitare scelte di parte e “colpi di mano” ed anche e soprattutto a garanzia della indipendenza ed imparzialità del tutore dei diritti dei cittadini, i predetti atti normativi prescrivono il quorum dei due terzi dei componenti il Consiglio (33 voti su 50 consiglieri assegnati al Comune) per essere eletti. Paradossalmente, oggi la città di Palermo dispone di un Difensore Civico non scelto dal Consiglio Comunale e quindi privo della imprescindibile legittimazione democratica necessaria per operare con incisività ed autorevolezza per assicurare essenzialmente l’imparzialità e la speditezza dell’azione amministrativa.
L’assenza di un chiaro mandato democratico (al di là di innegabili carenze ed insufficienze che caratterizzano l’attività del D.C. in carica e che nel tempo non si è omesso di stigmatizzare) rende l’istituto del Difensore Civico monco, estraneo alle dinamiche sociali ed amministrative cittadine e lontano dalle esigenze di tutela extragiudiziarie che proviene dalla popolazione residente. Insomma un “corpo estraneo”, scelto da altri ed imposto autoritativamente, quasi con la stessa logica che caratterizzano le nomine di un qualsiasi sottogoverno.
Alla luce di quanto esposto, vengo al nocciolo della questione politico-amministrativa e mi chiedo: può ulteriormente tollerarsi, in una città metropolitana, la presenza di un Difensore Civico non eletto dal Consiglio Comunale? Avvertono, l’Amministrazione Comunale e le forze politiche presenti in Consiglio Comunale, la necessità di porre fine ad una “anomalia” che nuoce al pieno e legittimo funzionamento di una importante istituzione quale è sicuramente l’ufficio del Difensore Civico?
Credo che oggi ci siano tutte le condizioni, non solo politiche, per aprire, con serenità e alla luce del sole, un ampio confronto nelle sedi istituzionali con lo scopo di una riappropriazione, legittima e democratica, dell’intera problematica riguardante una difesa civica di qualità e supportata da un largo consenso (appunto i 2/3) come espressione reale della Città, sufficientemente legittimata, senza vincolo di mandato e coerente con le previsioni statutarie e regolamentari.
Con ogni probabilità e con la convinta adesione di tutti, si potrà avviare opportunamente un percorso che privilegi una sensibilità ed un’attenzione nuove verso gli istituti di partecipazione democratica (tale è per il nostro Statuto il Difensore Civico) per migliorare la qualità della democrazia comunale in un quadro di condivisione e di coesione istituzionale a tutela del pubblico bene, del principio di legalità, dell’efficienza e della trasparenza amministrativa. Insomma, il Consiglio Comunale, con autorevolezza e a nome della città, ha il dovere istituzionale ancorchè politico, di eleggere il Difensore Civico chiudendo, con un sussulto di orgoglio, una pagina non felice di vita amministrativa cittadina. Indiscutibilmente è arrivato il momento di mettere in discussione, con una mozione motivata o con altri atti ritenuti necessari e da tutti condivisi, la ulteriore permanenza dell’attuale Difensore Civico (ripeto non voluto e dunque non votato dal Consiglio comunale). Tutto ciò per irrobustire un leale confronto che conduca alla elezione di un nuova figura espressione ampia della volontà consiliare e di un rinnovato civile clima di intese istituzionali sulle vere grandi questioni amministrative cittadine, per le quali non sono più consentite divisioni e/o chiusure “a riccio” che, come la recente esperienza dimostra, non solo non portano da nessuna parte, ma, al contrario, sviliscono ed immiseriscono il ruolo e la funzione dell’Assemblea municipale con grave nocumento per l’immagine dell’istituzione Comune.
Si confida, pertanto, in un pronto riscontro per non vanificare una concreta proposta che appare (mi si consenta una punta di orgoglio) quanto mai tempestiva ed esente da strumentalizzazioni settoriali e personalistiche, proprio per non fomentare lacerazioni ed arroccamenti aprioristici su un fatto assai rilevante che ha indubbie refluenze sulla città e sull’operato dell’intera amministrazione.
Custodire gelosamente i poteri comunali, a partire dalla questione del Difensore Civico, può anche costituire un chiaro messaggio a quanti oggi intendono comprimere le autonomie locali in virtù di una rinnovata, quanto dannosa, politica accentratrice in controtendenza con il dettato costituzionale e con la recente storia del nostro Paese.
In attesa, porgo cordiali saluti
Palermo, lì 4 novembre 2008
Il Capogruppo Partito Democratico
On.le Davide Faraone
MOZIONE
Di sfiducia nei confronti del Difensore Civico di Palermo
Il Consiglio Comunale di Palermo
Appreso che è stato formalmente notificato alla Segreteria Generale del Comune il rinvio a giudizio del Difensore Civico, Antonio Tito, per un reato gravissimo (soprattutto per chi svolge la funzione di tutore della legalità) quale è quello di aver falsificato la sua autocertificazione al momento di presentare la candidatura all’incarico di Difensore Civico di Palermo, che ha poi ottenuto mediante un provvedimento di nomina adottato da un Commissario ad acta, inviato dalla Regione Siciliana.
Accertato, come si evince dal Giornale di Sicilia del 29/10/2008, che il predetto Difensore Civico, nominato da un Commissario ad acta, dovrà presentarsi davanti ai giudici il 12 dicembre 2008, con tutto ciò che ne consegue per l’immagine del Comune e della stessa figura istituzionale del Garante dei diritti dei cittadini;
Valutato, a seguito delle scarne ed insufficienti relazioni semestrali presentate dal Difensore Civico al Consiglio comunale, dal momento della sua nomina ad oggi, che emerge una complessiva scarsa attività, dovuta ad inefficienza e all’esercizio di un ruolo protocollare della funzione che appare, a parte gli ingenti costi e benefit, di nessuna valenza ed utilità per i cittadini .
Preso atto della sostanziale inapplicabilità degli artt.25 e 26 dello Statuto Comunale e degli artt.2 e 3 del Regolamento Attuativo della figura del D.C., ad opera dell’avv. Tito, che molto raramente, a parte le esigue istanze presentate dai cittadini, ha ritenuto di attivare l’intervento d’ufficio e di propria iniziativa su questioni assai rilevanti per la vita amministrativa cittadina. In particolare quelle che attengono alla efficienza e qualità dei servizi pubblici; all’inquinamento atmosferico; alla salubrità dell’aria; alla raccolta differenziata e non dei rifiuti solidi urbani; all’esosità delle tariffe, soprattutto della TARSU; al traffico cittadino; al dramma dei senza tetto;alla qualità ed efficienza dei servizi per l’assistenza agli anziani ed ai diversamente abili ed a tutto ciò che concerne il buon andamento e l’imparzialità dell’agire, nel suo complesso e nelle sue articolazioni, della Pubblica Amministrazione Comunale.Ed ancora assai paradossali appaiono “i silenzi” sulla questione “ZTL”, che tanto allarme sociale ha destato, e sui dovuti celeri rimborsi ai cittadini a seguito delle pronunce del Giudice Amministrativo. Anzi, da come si evince da numerosi articoli di stampa, l’unica attività che l’avvocato Tito ha svolto concerne nell’esperire “ripetuti” interventi nei confronti della Ditta che gestiva il rilascio dei PASS per sollecitarla ad aprire nuove postazioni (con conseguenti aggravi di costi ed assunzioni di personale) per evitare , a suo dire, il formarsi di code di cittadini. Non risulta che il medesimo avvocato Tito abbia attivato procedure volte ad accertare che tutta l’operazione “ZTL” rispondesse a criteri di legalità, economicità e di interesse pubblico .
Discutibili sono apparsi i suoi interventi sulla decurtazione dei liberi posteggi in favore dell’accrescimento dei posteggi all’interno delle c.d. “Zone blu”.Egli anziché esercitare i suoi doveri d’ufficio a tutela delle giuste esigenze dei cittadini, ha esortato la popolazione a compiere azioni scontate e prive di rilievo amministrativo: “rivolgetevi alla Procura della Repubblica”. Un atteggiamento da Ponzio Pilato che denota inefficienza e sottovalutazione del proprio ruolo.
Considerato che sussistono dettagliati e documentati motivi che impongono al Consiglio Comunale di Palermo di sfiduciare il Difensore Civico (peraltro non eletto dall’Assemblea cittadina di Palazzo delle Aquile) per gravi violazioni di legge e per accertate ripetute inefficienze.
Tutto ciò premesso, accertato e considerato
Il Consiglio Comunale di Palermo con la presente mozione esprime, approvandola:
SFIDUCIA
All’operato del Difensore Civico avv. Antonio Tito, sollecitandone le immediate dimissioni a tutela della immagine della Istituzione Comunale e per l’affermazione del principio di legalità, trasparenza ed efficienza amministrativa.
Palermo, lì
Tra quello che raccontano Merighi e Faraone c’è da restare …
Non guasta anche una piccola riflessione sul fatto che l’Ufficio del Difensore Civico non comporta solo l’onere del suo non indifferente stipendio, ma anche quello di uno stuolo di impiegati, che occupano un intero piano dello stabile di via Libertà (ex scuola media Piazzi) per cui, se non ricordo male, il Comune paga ancora un canone di affitto da capogiro…
ma è vero che guadagna quanto il sindaco?
@Faraone
Propongo di chiedere il prelievo. Parlatene in Conferenza Lunedì. Noi saremo tutti presenti in consiglio. Lei potrà citare la presenza dei cittadini, e (sia che in conferenza lo approvino all’ordine del giorno, sia che non..) durante la seduta consiliare chiedete il prelievo. Noi faremo il tifo-silenzioso, e se ci consentono, riprenderemo. In ogni caso ci sarà il fiato sul collo!!!
La ringrazio per questa sua mozione!!! Attendo una sua conferma… e in caso affermativo mi organizzo già da lunedì per comunicare l’udienza e l’intenzione!
Consigliere Faraoneeee? Il silenzio è assenzo o rifiuto?
richiederò il prelievo del punto lunedì in conferenza dei capigruppo
Consigliere Faraone, come è andata stamattina?
Ho saputo che mercoledì sera e giovedì mattina si discuteranno in Consiglio i rilievi della Corte dei Conti, quindi immagino non ci possa essere la dovuta attenzione per questo tema.
In compenso sarà l’occasione per assistere al dibattito sul disastro economico della nostra amministrazione.
Ho pubblicato l’evento http://www.facebook.com/event.php?eid=43612113067# su Facebook, dove ho aperto un apposito gruppo http://www.facebook.com/group.php?gid=44638242475# invitando i cittadini a partecipare numerosi alla seduta.
Grazie per aver risposto, consigliere. La invito cortesemente a tenerci informati e a comunicarci il giorno in cui potrebbe essere trattata la sua mozione.
Dopo la “leggina” che ha votato ieri Assemblea Regionale Siciliana penso ceh Davide Faraone non si farà più vedere/sentire per un pò…