È arrivato da pochi giorni anche a Palermo Centrale, in dotazione alla Polizia ferroviaria, il Segway. Si tratta di un veicolo elettrico a due ruote autobilanciato da sensori e giroscopi che viene utilizzato per il pattugliamento. Il Segway, sperimentato per tre mesi a Torino, era stato presentato ufficialmente il mese scorso presso la stazione di Roma Termini.
Prima della sua uscita (2003) il Segway era denominato “Ginger” e aveva scatenato una vera e propria mania perché era coperto da un certo mistero e si pensava che fosse un veicolo capace di levitare.
La tecnologia aveva ancora i calzoni corti quando i videoregistratori portatili erano macigni appesi a una tracolla che torturava le spalle come una croce da processione pasquale. Quella che pomposamente veniva chiamata «troupe» era in realtà una coppia formata da un operatore di ripresa e da cronistello sbattuta da un capo all’altro della città appresso a omicidi e inaugurazioni.
Due poveri cristi che trascinavano un’attrezzatura completa di telecamera, cavo di collegamento, il videoregistratore delle torture, una lampada, una batteria discretamente pesante e un microfono con un altro cavo ancora più lungo. E via così di servizio in servizio, di corsa sul luogo della notizia e poi svelti in redazione per montare riprese e interviste e registrare un testo. Accadeva spesso, però, di trovare una fila lunga così davanti alla sala montaggio, centro di produzione che nello spazio di una giornata doveva sfornare telegiornali, programmi sportivi, varietà, pubblicità di prodotti improbabili, e in qualche caso anche teleaste, spogliarelli e giochi a premi.
Era questa la sana follia delle televisioni private dei primordi, raccontate ora da Lucio Luca nel libro “Prove tecniche di trasmissione” (Sigma edizioni, 213 pagine, 13 euro) che Tano Gullo ha presentato alla libreria Feltrinelli di via Maqueda. Continua »
È uscito anche a Palermo il discusso film di Nanni Moretti “Il Caimano”. Caso politico e mediatico il film, a mio parere, è comunque da vedere visto che, come sempre accade in questi casi, le polemiche e il bailamme che lo accompagnano riducono e di molto, il prodotto in questione.
Il fatto che sempre meno gente di spettacolo abbia voglia di mettersi autenticamente sulle scene in questi tempi bui in cui i mezzi di comunicazione audiovisiva sono quasi totalmente appiattiti in un grigiore a volte esasperante, condiziona le opinioni formatesi intorno al film di Moretti, che ha un forte contenuto politico ma è sicuramente di più: rappresenta la voce sincera di un autore che come pochi altri ha il coraggio di esporsi con le sue paure e le sue nevrosi, facendone poi creazione artistica. Senza entrare nelle polemiche politiche e guardando il film per quello che è e cioè prodotto culturale, voce di un autore, esso oltre a opinioni e idee esprime sentimenti, emozioni, angosce, si diceva, che in questo momento ci sono e sono ben presenti a tutti noi. Continua »
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