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domenica 13 ott
  • Weltanschauung

    (sottotitolo: una visione del mondo con un grosso dubbio: ma il museo lo hanno aperto o no?)

    La scorsa settimana (lunedì) si è inaugurata la mostra Weltanschauung a Palazzo Belmonte Riso che, come alcuni sanno (non tutti), sarà il Museo regionale di arte contemporanea di Palermo.
    Il primo museo d’arte contemporanea della nostra città. Il problema è che non si capisce se questa è la mostra di apertura o no.
    Basta una mostra ad aprire un nuovo museo? Certamente no, una mostra è l’occasione per presentare l’attività museale di un luogo che, per giunta, quando è così importante per una città che ancora ne è sprovvista, deve essere programmata nel medio periodo e convincente.
    La direttrice dice che stanno facendo una campagna acquisti, che hanno già speso circa 300 mila euro e che molte delle opere stanno già in magazzino. Non dice nulla di cosa succederà dopo la chiusura di questa mostra, ne apriranno un’altra oppure no? Non dice nulla sulla fine della campagna acquisti della collezione permanente e sulla sua esposizione, non dice nulla sui tempi dell’insieme. Insomma, weltanschauung sì, ma incompleta.

    Il fatto è che siamo stati abituati male, quanti musei avremmo oggi, se avessero aperto tutte le cose che hanno detto di dover aprire negli ultimi cinque anni? Con tutti questi “apro e non apro” che non riguardano solo Palazzo Riso ma anche i Cantieri, il Guggenheim, la Scuola di Cinema, il Museo della fotografia, francamente ora per credere vogliamo le prove e una mostra non può bastare.

    Quindi, carissimi lettori, oltre a chiedere umilmente scusa per la prolungata assenza, vi parlerò brevemente della mostra e non del museo, sulla cui effettiva apertura, nutro il mio riserbo.

    Weltanschauung è un progetto ambizioso, dietro al quale (ma anche davanti e di lato, come si vede dal video) ci sta una persona: Paul Eubel che ha chiesto ad una serie di artisti, poeti, uomini politici e intellettuali di lasciare traccia di un loro pensiero in forma scritta (una poesia, un disegno, un autoritratto). La mostra quindi è un grande mosaico composto da illustrissimi nomi, il planisfero che forma è la weltanschauung di un mondo plurale, dalle mille identità, composito e in pace.
    Trovo che il messaggio sia forte e molto bello (bello e buono alla “greca”), accarezza l’idea dell’arte etica (oltre che estetica), nel senso della capacità dell’uomo di esprimersi, della sua creatività come legame con il sé (in senso alto) e con l’altro e cioè la relazione che costruisce lo stare al mondo, l’essere riconosciuto e quindi esistere.

    Il video del “nostro” Salvo Cuccia è affascinante, suggerisce con i suoi movimenti di macchina e i suoi baroccheggiamenti visivi (mi si passi il termine) il pensiero complesso che sta dietro a una operazione così importante: il lavoro di partecipazione di molti, il sogno di uno (che a volte – dicono – può bastare per far immaginare ad altri un mondo migliore).

    Alcune opere sono dei massimi esponenti dell’arte contemporanea mondiale: Kiefer, Sol Le Witt, Cucchi e Paladino, Mattia Moreni, il poeta Adonis lo scrittore nobel Mahfuz (fra quelli che mi piacciono di più), e molti altri.

    Consiglio di andare, se non altro per passeggiare fra la speranza che se un mondo di pace dev’essere non può che partire dalla tutela e dalla valorizzazione delle differenze, individuali e collettive, e che la capacità dell’uomo di parlare di Sé (e dell’Altro), di esprimersi, di comunicare (quindi l’Arte) è un ottima base, la migliore.

    INFO: 27 giugno – 26 agosto, mart.-dom. 16.30-22.00, mart. e gio. 10.00-13.00 su prenotazione. Il biglietto è 2,00 euro.

    Palermo
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