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giovedì 28 mar

Archivio del 2 Novembre 2006

  • “A casa nostra”

    A casa nostra

    Rosalio e Radio Time invitano i primi 10 di voi che commenteranno questo post alla prima cinematografica di A casa nostra di Francesca Comencini che si terrà stasera alle 21:00 al cinema Gaudium (via D. Almeyda, 32). Ciascun biglietto consente due ingressi. Verranno presi in considerazione soltanto commenti che forniscano un indirizzo e-mail valido per ricontattarvi e richiedervi i nomi da inserire in una lista per l’accesso al cinema. Fate in fretta!

    Il film è stato presentato a CINEMA. Festa Internazionale di Roma. La storia è ambientata a Milano e riguarda il rapporto dei protagonisti con il denaro. Il cast è composto da Luca Argentero, Giuseppe Battiston, Elena Bellini, Paolo Bessegato, Teco Celio, Valeria Golino, Bebo Storti e Luca Zingaretti.

    Palermo
  • Cu nesci arrinesci

    Voi lo sapete che i siciliani sono emigranti: spinti dalla fame hanno girato il mondo, varcato i sette mari e attraversato continenti, hanno lasciato la loro terra, con enormi sacrifici persino riuscendo a spuntarla, a farsi avanti nelle difficili realtà di arrivo.

    Insomma, “cu nesci arrinesci” lo avremo sentito ripetere mille volte: chi esce dalla Sicilia, secondo il noto proverbio, può solo migliorare, dato che qui, nella nostra isola, solo arretratezza e stenti.

    Liberarsi dagli stereotipi veicolati dal senso comune è, come potete immaginare, però, molto difficile.

    Avete presente Massimo Troisi in “Ricomincio da tre” alle prese con il suo viaggio? Per chi lo osservava, in quanto meridionale, egli non poteva essere considerato come un semplice viaggiatore, doveva per forza scappare, doveva per forza partire per non tornare. Non poteva essere altrimenti, tanto che, a nulla valendo le sue proteste, non poté far altro che arrendersi alla pervasività e alla forza dello stereotipo che lo seguiva ovunque andasse: “si si, ha ragione lei, sono un emigrante”. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • Selezioni per il “Politeama Festival”

    Sono aperte le selezioni per il Politeama Festival – 1° Trofeo Città di Palermo. La manifestazione musicale si terrà il 18 dicembre al Teatro Politeama ed è patrocinata dalle presidenza della Regione Siciliana e della Provincia di Palermo e dagli assessorati regionale e provinciale al turismo, sport e spettacolo. Presenteranno Salvo Melia e l’ex miss Italia Denny Mendez. Saranno ospiti Gatto Panceri, Ivana Spagna e Paolo Vallesi.

    La selezione è riservata a cantanti, cantautori e gruppi siciliani che possono inviare un brano edito o inedito in lingua italiana in cd e/o minidisc a: Novamedia S.r.l., via Libertà n. 80 – 90143 Palermo. Saranno selezionati i migliori quindici. Maggiori informazioni allo 091 7302996.

    Palermo
  • I morti camminano

    Non chiamiamola Halloween, per favore. Non voglio fare la purista della lingua italiana, ma questa volta ai “miricani” li abbiamo superati. Quando loro ancora non sapevano neanche di chiamarsi americani, noi già festeggiavamo la vigilia di Ognisanti in Italia e la celebrazione dei Morti a Palermo. Non so voi, ma io per la “festa dei morti” andavo in visibilio, forse più che per il Natale. A casa mia la tradizione era ed è tutt’oggi la seguente…l’1 mattina si cercano i regali. Sveglia prestissimo la prima delle due sorelle che si fosse svegliata prima aveva il compito di svegliare l’altra e poi, insieme nel lettone di mamma e papà per iniziare la ricerca. La notte prima si andava a letto presto perchè i “morti” dovevano nascondere i regali, “i morti camminano”, diceva mia madre. Queste parole non mi hanno mai spaventata, per quanto per natura fossi abbastanza impressionabile, con buona pace di chi dice che i bambini sono soggetti deboli che credono a tutto quello che sentono e se guardano un film di superman, poi, volano dalle finestre. Continua »

    Palermo
  • I morti

    Mio padre abita al civico 418 di via Cimitero dei Rotoli. Non pensava di morire, perciò non fece in tempo a comprarsi un loculo. Le zie e la nonna materna gli regalarono un posto, nella tomba di famiglia. Quando lui morì, loro non erano ancora morte.
    Ero al cimitero con Paola, l’altra volta, e non trovavo la casa nuova di mio padre. Mi sono arrabbiato. Ho urlato: “Dove sei? Perché ti nascondi?”. Ho sentito lo strattone di una mano invisibile. Dovevo andare di là. “Vado di là”, ho detto. Ho scoperto il domicilio funebre esatto, col nome e cognome sulla lapide, ma senza il campanello per suonare.
    Aspettavo i morti già la sera che precede il due di novembre. La consuetudine voleva che i trapassati lasciassero, col buio, un soldino luccicante d’oro – di solito una moneta da duecento lire – in qualche angolo nascosto. La notte prima mi sforzavo di non chiudere gli occhi per incontrare i defunti, che, nel tempo dell’infanzia, formavano una squadretta consunta, capitanata da una trisavola con i baffi da maresciallo. La mattina dopo si pregava. Sul comò c’erano le foto di chi non era più. Alla fine delle preghiere, partiva la caccia al tesoro. Drappelli di bambini scatenati scorrazzavano sulle mattonelle della casa delle zie, il due di novembre ormai era stato raggiunto. Continua »

    Ospiti
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