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giovedì 28 mar
  • I morti camminano

    Non chiamiamola Halloween, per favore. Non voglio fare la purista della lingua italiana, ma questa volta ai “miricani” li abbiamo superati. Quando loro ancora non sapevano neanche di chiamarsi americani, noi già festeggiavamo la vigilia di Ognisanti in Italia e la celebrazione dei Morti a Palermo. Non so voi, ma io per la “festa dei morti” andavo in visibilio, forse più che per il Natale. A casa mia la tradizione era ed è tutt’oggi la seguente…l’1 mattina si cercano i regali. Sveglia prestissimo la prima delle due sorelle che si fosse svegliata prima aveva il compito di svegliare l’altra e poi, insieme nel lettone di mamma e papà per iniziare la ricerca. La notte prima si andava a letto presto perchè i “morti” dovevano nascondere i regali, “i morti camminano”, diceva mia madre. Queste parole non mi hanno mai spaventata, per quanto per natura fossi abbastanza impressionabile, con buona pace di chi dice che i bambini sono soggetti deboli che credono a tutto quello che sentono e se guardano un film di superman, poi, volano dalle finestre. Al mattino, quindi, la ricerca proseguiva senza tregua con livelli di difficoltà sempre maggiori in base alla nostra età che cresceva di anno in anno. Prima si limitava la “caccia al tesoro” a una stanza, poi a due e infine era coinvolta l’intera casa e, sempre più difficile, senza neanche un aiutino da parte dei miei (acqua….fuoco….). Trovare i regali era una liberazione e una gioia. Liberazione perché dopo aver lasciato ogni singolo angolo della casa nel caos più totale, dopo esserci “stricate”a terra e “arraccicate” sopra gli armadi, si tirava un sospiro di sollievo; poi era anche una gioia perché, non capivo come mai, i regali erano sempre quelli desiderati. Non mi vergogno affatto ad ammettere che ancora oggi cerco i regali dei “morti” e persino mio padre va ancora dalla sua mamma ottuagenaria a cercare la sua razione di frutta martorana il 2 mattina (a casa di mio padre si rispettava il giorno “ufficiale” della ricorrenza cristiana). Dicevo, non mi vergogno di ammettere che cerco ancora anche perché negli ultimi tempi il giorno dei morti è diventato una sfida all’ultimo nascondiglio con mio papà. Una volta ha davvero superato ogni fantasia. Sapevo che mi avrebbero regalato un paio di stivali, ma non riuscivo a trovarli da nessuna parte. Sembrava un’impresa disperata e con i suoi risolini dietro le mie spalle, la sconfitta era ancora più amara. Quando ormai avevo perso ogni speranza, scatenando le più fragorose risate del perfido genitore, mia mamma mi suggerì di affacciarmi alla finestra. Guardando in direzione del balcone vidi che, appeso all’inferriata inferiore, con un filo che giungeva fino al piano di sotto si penzolava silenzioso il sacchetto con i miei stivali. Davvero diabolico.

    Palermo
  • 12 commenti a “I morti camminano”

    1. Io ho sempre trovato il mio regalo da piccolo, nel salone sempre sotto qualche sedia,sopra qualche armadio ed era una cosa bella, alzarsi ed andare a cercare quel regalo che tanto ti eri meritato;ora invece la mia mamma mi compra e dico mi compra la mia razione di biscotti! 😀
      “Di notte non devi svegliarti altrimenti i morti ti grattano i piedi” mi diceva sempre mio nonno(quasi quasi ho gli occhi lucidi.),ora questa festa e davvero morta,oramai i bambini anche a 6 anni sanno che sono i genitori…ma io mi chiedo perche perdere queste tradizioni?

    2. Sono d’accordo con te Emilio, è un peccato perdere queste tradizioni, ma credo che sia anche compito dei “genitori di domani” riuscire a portare avanti un’usanza cosi’ antica. Spesso la vita quotidiana, la routine, l’era moderna ci fa dimenticare che i bambini (per fortuna!!)sognano ancora e hanno un’immaginazione vivida che va alimentata anche con questi piccoli sogni.

    3. vi invito a leggere le parole scritte da Giuseppe pitrè sulla ricorrenza dei morti in un bel sito che parla di sicilia: http://www.grifasi-sicilia.com/festedeimorti.html

    4. leggere la tua pagina sulla celebrazione dei morti mi ha riportato indietro nel tempo quando le tradizioni contavano tanto e sono proprio contenta nel constatare che anche x te è stato ed è così.Sono convinta che, proprio in questi anni in cui i valori cambiano faccia, in cui la globalizzazione ci fa importare ( non esportare )costumi di cui non abbiamo passato, unirci per il recupero della nostra dignità e della nostra storia sia importantissimo !!!! Non tagliamo le nostre radici se vogliamo abbracciare il nostro futuro !

    5. Scusandomi per il (leggero) off-topic rispetto al bel post di Maria Letizia, qualcuno sa dove è ubicata la Fiera dei Morti di quest’anno? E fino a quando durerà?

      Sul web non trovo traccia…

    6. Tenera…

    7. Meravigliosa la Festa dei Morti…quando ancora di Festa dei Morti si poteva parlare…

    8. […] I morti camminano by DestraLab Archiviato in Opinioni […]

    9. Ciao a tutti e un grazie ad Aziz per le belle parole e per la segnalazione.
      Angelo

    10. una canzocina che si canticchiava da bambini “talè chi mi misiru i morti…”
      qualcuno di voi la conosce?

    11. Professoressaaaaa 🙂
      E’ incredibilmente fascinosa l’aria che si respira a palermo in questi giorni. Purtroppo da me, a Benevento, il 2 Novembre è un giorno di lacrime, nel quale si fa la corsa al cimitero per adornare di fiori le tombe dei cari defunti. Ma “halloween”, se cosi’ vogliamo chiamarla ha origini ben piu’ lontane. Si pensi che in Sardegna c’era e c’è tutt’ora l’usanza di festeggiare “Il bene delle anime” (in sardo “Su bene ‘e is animas”) o “Su mortu mortu”, che non necessita traduzione. Oggi la frase sarda “a fagher bene, a fagher bene”, attraverso la quale si chiedeva il dolcino, viene volgarmente sostituita da “treck or treat”.
      Ho detto la mia… ma sono contenta che questa festa sia assolutamente nata qui in Italia.
      Saluti dall’ In.Form.House e grazie per il dieci in inglese 😉

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