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venerdì 11 ott
  • Divieto di transito per terremoto

    Vi scrivo dall’imbocco della strada che da Valdesi conduce in cima a monte Pellegrino. Vi scrivo dal chiuso della mia automobile. Sono qui fermo da un paio di giorni, non mi decido a andare avanti, né posso tornare indietro, per un semplice e secondo me civilissimo motivo: ho deciso di osservare scrupolosamente la segnaletica stradale. Nel frattempo alle mie spalle s’è formato un ingorgo di altre macchine che vorrebbero passare, ma io non mollo, almeno fin quando non sarò sicuro di essere nel giusto.
    Il problema nasce dal fatto che davanti a me si erge la minaccia di un disco rosso su fondo bianco. In questa città le indicazioni stradali conoscono parecchie varianti pirandelliane, e ognuno di voi è libero di stilare una propria aneddotica. Ma nello specifico, questo divieto d’accesso mi preoccupa perché subito sotto riporta una specificazione: In caso di condizioni meteorologiche avverse… In questo momento, per dire, sta piovendo. Una leggera pioggia intermittente basta a costituire impedimento al transito? O ci vuole una grandinata, un uragano, qualcosa di più consistente? Posso procedere oltre, o rischio di trasformarmi in un fuorilegge?
    Ma quel che davvero risulta inquietante è la seconda parte della specificazione per il divieto d’accesso: …O (in caso di) eventi sismici. Cioè, se ho capito bene: qualora percorrendo questa strada scoppiasse un terremoto, per tutta la durata della scossa io mi ritroverei nei panni del pirata della strada. Qualsiasi ausiliario del traffico potrebbe multarmi. Ma proprio e solo in quei cinque, dieci secondi di durata della scossa; prima no, e nemmeno subito dopo. Per essere sicuro di trovarmi in regola, dovrei tenere a bordo altro che il navigatore satellitare: un sismografo. Ma anche il vigile dovrebbe avere con sé un sismografo e usarlo a mo’ di autovelox, per contestare sul momento una contravvenzione che secondo me esiste solo a Palermo: Transito durante terzo grado della scala Mercalli.

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  • 14 commenti a “Divieto di transito per terremoto”

    1. siòre e siòri: benvenuti a palermo! 😀

    2. Non credo l’intento sia quello di spillare soldi dal nostro portafoglio in caso di trasgressione del codice della strada, ma di non fare uscire soldi al comune scongiurando il sopraggiungere di denunce per danni riportati dalla caduta massi. Non mi stupirebbe se il comune, nel giro di pochi anni, sicchè mettersi a riparare strade, fogne ecc… costellasse la cittàdi cartelli riportante la scritta: “il transito della strada è consentito a vostro rischio e pericolo!”

    3. Mi auguro che l’intento, o quantomeno quello primario, non sia l’incremento dei fondi dello stato con multe per guida durante scossa. ma a palermo non si sa mai! ne parlavo giusto qualche giorno fa, e mi è stato detto in difesa del comune: “si ma adesso le rotonde della circonvallazione sono tutte verdi e fiorite!!”… no comment! Anzi si. Meno male che c’è chi gode di queste cose, sicuramente vive meglio di me che son cretina e penso che le lamentele dei cittadini portino a qualcosa!

    4. E se a Palermo molti di coloro che dettano le regole e le procedure fossero semplicemente degli inetti?

    5. Non osavo dirlo… ma purtroppo la colpa è anche ti chi permette che siano certe persone ad avere questo potere

    6. Mi piacerebbe se qualcuno segnalasse altri casi di insensatezza, nella segnaletica cittadina.

    7. Possiamo iniziare dicendo che l’organizzazione di ponti, rotonde e sottopassaggi di tutta via della Regione Siciliana è assolutamente pietosa. E non mi rifersico solo ai lavori, durati peraltro anni, della rotonda di via Leonardo da Vinci, che poi è rimasta chiusa. La circonvallazione è inadeguata per il volume di traffico di una città come Palermo, e non c’è orario in cui non ci siano ingorghi e/o incidenti causati proprio da questo progetto insensato. Tutti i pilastri costruiti in mezzo sono stati lasciati lì morti come se fossero sculture da ammirare, mentre invece dovevano essere la bretella che portava da via Oreto direttamente all’Aereoporto, e so da fonti certe che quest’opera di civiltà non è stata portata a compimento causa la perdita della vista di Poggio Ridente. Le indicazioni sembrano state poste da chi da per scontato che il mondo intero sappia orientarsi in questa città, quando invece sono assolutamene confusionarie anche per me che ci vivo dalla nascita. In più, ma sembra superfluo dirlo, so per esperienza che tutti coloro che provengono da fuori Palermo letteralmente si perdono. Potrei continuare questo sfogo all’infinito ma putroppo non basterebbe una giornata per descrivere tutto ciò che di incredibile la rete stradale di Palermo presenta.

    8. Trovo il pezzo molto piacevole, ironico e divertente. I commenti un pò meno, giacchè mi pare che ultimamente ogni occasione sia buona per parlare di Palermo in termini moooooooolto “politici” (ambo le parti!)e di ciò mi sono davvero stufata (fermo restando la libertà di parola e di espressione di ognuno…meglio precisare!). Troverei, in questo caso, più utile e divertente seguire il suggerimento delo stesso Roberto Alajmo (al quale vanno i miei complimenti)e andare alla ricerca di altri casi di insensatezza nella segnaletica urbana…visto che questo mi sembra lo spirito del post.

    9. ah ecco mi sovviene che nel periodo di natale a p. verdi ovvero davanti il teatro massimo, c’erano ovviamente i cartelli “area pedonale”, e le auto parcheggiate all’interno dell’area pedonale (ho anche fatto delle foto)… bello, bello veramente…

    10. Questo pezzo mi ricorda tanto il film che ha come protagonista il mio omonimo: destinazione Piovarolo.

    11. Mi sovviene un motivetto:
      “Bluuuu le mille strisce blu, bluuu le vedo intorno a me …bluuu le mille strisce blu che impazzano, circondano …e rompono”

    12. …Sicuramente non sono i gelatai a prendere decisioni circa le questioni di cui parliamo. se poi qualcuno prefersice raccontare i fatti a metà, e soprattutto se è un “pour parler”, basta dirlo!

    13. Ricordo una storia raccontata da un palermitano DOC (Alberto Monroy, luminare della biologia molecolare di fama internazionale) che ottenne la cattedra a Napoli.
      Monroy si trovo’ nella necessità di raggiungere un determinato punto della complessa metropoli partenopea in autovettura.
      L’insieme dei divieti di transito prescritti per le strade parallele o trasversali a quel detto punto rendevano pero’ l’operazione impossibile, almeno dal punto vista di un automobilista rispettoso delle regole (come il nostro Roberto A.).
      A quel punto si affianco’ ad un vigile urbano, al quale fece stato della sua difficoltà.
      Ebbe come risposta :- “e lei passi abusivamente”.

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