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sabato 14 dic
  • Ecco come (1): energia pulita

    Il controllo delle fonti di energia è materia così strategica che per essa si fanno anche le guerre, magari con la scusa della democrazia in formato “export”. All’energia di fonte fossile la Sicilia ha già pagato un alto prezzo ambientale nei poli petrolchimici di Priolo, Gela e Milazzo. Questo modello di sviluppo ereditato dagli anni ’50, oltre che insostenibile, è incompatibile con quello della qualità della vita, per l’inquinamento che produce.

    La Sicilia, per insolazione, è seconda in Europa solo all’Andalusia. Il premio nobel Carlo Rubbia voleva perciò realizzare a Priolo, accanto alla centrale termoelettrica, un impianto “solare termodinamico” gestito da ENEL ed ENEA che sfruttasse il suo brevetto “Archimede”. Rubbia (che allora era a capo dell’ENEA da cui andò via nel 2005, sbattendo la porta tra il sollievo o l’indifferenza della classe politica) andava ripetendo che:

    • un impianto della superficie di un comune aeroporto sarebbe capace di produrre la stessa energia di una centrale nucleare;
    • il costo dell’impianto “Archimede” si sarebbe recuperato in 6 anni mentre l’impianto sarebbe durato almeno altri 25;
    • prodotta su larga scala, la tecnologia del progetto Archimede potrebbe generare energia ad un costo in linea con gas naturale e petrolio;
    • le riserve petrolifere sono entrate…in riserva: ne abbiamo per qualche decennio ancora;
    • mentre l’offerta è destinata quindi a scendere, la domanda di petrolio dovrà tener conto delle crescenti richieste, soprattutto cinesi, con conseguenze sui prezzi;
    • per accordi internazionali in materia ambientale (Kioto) chi, come l’Italia, ancorché in modo efficiente, utilizza energia elettrica di fonte inquinante (idrocarburi) paga una tassa nella bolletta, mentre il solare rinnovabile farebbe risparmiare tale aggravio.

    La Sicilia, con la sua rappresentanza politica nazionale (quella del 61 a 0), aveva in quel momento un forte potere di condizionamento sul governo Berlusconi, ma non lo seppe usare. Restarono considerate fonti di energia assimilate alle c.d. “alternative”, quelle derivanti dagli scarti di lavorazione degli idrocarburi e persino dagli inceneritori. Il riconoscimento di energia verde fu dato invece alla tecnologia del prof. Rubbia dagli spagnoli per i quali ha in seguito lavorato. Mutato il governo, nella costante disattenzione per il tema da parte dei politici e (quindi) degli organi di informazione siciliani (più appassionati alla vicenda: ponte sì, ponte no), il progetto di solare termodinamico si è da ultimo trasferito in Calabria dove ha preso il nome di “Pitagora” mentre in Sicilia “Archimede” dovrebbe essere realizzato in misura ridotta rispetto all’ambizioso progetto originario.

    Come è noto, il sole scarica sulla terra un’energia migliaia di volte superiore a quella che consumiamo. Di questa energia un comune pannello fotovoltaico ne cattura oggi meno del 20%. Se non cominciamo a sperimentare su larga scala tutte le tecnologie e a migliorarle sulla base dell’esperienza, non potremo mai fare passi avanti significativi. Gli incentivi pubblici (conto energia) che hanno fatto della Germania una nazione leader nel settore delle fonti energetiche alternative, sono oggi finalmente operativi anche in Italia: è un’occasione che la Sicilia non deve perdere per caratterizzarsi come l’area in Europa a maggiore innovazione energetica.

    All’eolico, al fotovoltaico, al solare termodinamico, allo sfruttamento delle maree o delle biomasse, potrebbe aggiungersi anche il biodiesel. In Sicilia ci sono un milione di ettari di terreni adibiti a culture cerealicole divenute quasi antieconomiche fino ai più recenti rialzi. Ci sono le raffinerie. Ciò che ci potrebbero essere, invece, sono delle coltivazioni di piante anche sconosciute, come la Jatropha, che attecchiscono in terreni anche semiaridi e hanno una buona resa in termini di produzione di biodiesel. Ci vorrebbe però anche una politica intelligente e pragmatica sostenuta da politici lungimiranti. E, per chi avesse paura dello sconvolgimento dell’identità botanica isolana, varrebbe la pena di ricordare che le arance o i fichi d’india o i ficus con radici pensili dei nostri giardini sono stati tutti un tempo importati. La pianta vivente, a differenza della fossile, riassorbe l’anidride carbonica prodotta dalla combustione, mantenendo così in equilibrio il sistema.

    Bill Clinton, il presidente che ha assicurato agli USA otto anni memorabili di alta crescita e bassa disoccupazione puntando sulle tecnologie digitali (le “autostrade informatiche” di cui parlava 15 anni fa, divenute oggi familiari a tutti col nome di “banda larga”) nell’ultima campagna per le presidenziali affermava che “il settore delle energie alternative agli idrocarburi creerà nel mondo milioni di posti di lavoro ben retribuiti”.

    Creare occasioni di lavoro coerenti con una visione di sviluppo, invece che promettere stipendi, è ciò che fa la differenza tra il politico che cerca di promuovere reale sviluppo economico con quello capace solo di perpetuare sottosviluppo.

    Sicilia
  • 36 commenti a “Ecco come (1): energia pulita”

    1. Analisi esaustiva, come sempre. Ma con un governo dove Pecoraro Scanio fa il diavolo a 4 per sostenere l’ambiente, non si trova terreno fertile per proposte simili? O sono i politici e la società civile sicula a non spingere nella giusta direzione?

    2. Parliamo di energia in Sicilia ?

      ECCO COME…. la Regione Sicilia al novembre 2007 non ha ancora approvato il suo “PIANO ENERGETICO REGIONALE”.
      Sul sito dell’Assessorato Industria http://www.regione.sicilia.it/industria/servizio_2.htm
      sono riportati alcuni “documenti di studio per la redazione del P.E.R.”,
      ma non si sa nulla dell’approvazione definitiva di questo Piano di Settore Regionale.
      Assieme ad Abbruzzo Molise e Campania e’ una delle 4 regioni italiane a non avere ancora il Piano energetico regionale.
      Si tratta del Piano di riferimento sull’energia che detta gli indirizzi sulle azioni da realizzare per realizzare l’efficienza energetica nel territorio e per sfruttare al meglio le rinnovabili, il tutto in un piano coordinato e logico.
      (Sara’ per l’assenza del Piano energetico regionale che è stato possibile avviare l’iter progettuale di 4 inceneritori/termovalorizzatori in Sicilia ? Non rispondetemi per piacere !)

      Donato ha fatto riferimento alla Germania. E’ proprio la nuvolosa Germania ad essere il leader mondiale nella produzione di energia elettrica dal solare, molto ma molto piu’ avanti dell’assolata Italia!
      Nel Brandemburgo è nato uno dei piu’ grandi poli produttivi di pannelli fotovoltaici del mondo, mica son fessi i tedeschi a comprare i pannelli fotovoltaici made in Japan, Korea o China !!! 🙂
      La Germania produce oltre 1.600 Mwh di energia dal fotovoltaico (microgenerazione distribuita = piccoli impianti sparsi sul territorio), l’Italia nemmeno 200 Mwh ed ha molto ma molto piu’ sole (infatti è “o paese do sole” , mentre “o paese do fotovoltaico” è la Germania)!
      Un altro macigno al piede per il mancato decollo del fotovoltaico in Sicilia è l’attuale iter autorizzativo regionale che prevede (Decreto regionale del maggio 2006) l’avvio della procedura della V.I.A. (x impianti oltre 20 Kwp) o l’esclusione dalla procedura della VIA per impianti sotto i 20 Kwp in siti esenti da vincoli.
      E, inoltre, se qualche agricoltore pentito volesse realizzare il fotovoltaico sul suo verde agricolo (invece di coltivare pomodori), mentre il decreto nazionale sul “conto energia del febbraio 2007” prevede che si puo’ realizzare l’impianto senza cambio di destinazione d’uso del terreno a verde agricolo, il “decreto regionale del maggio 2006” prevede ancora che invece bisogna provvedere a chiedere il cambio di destinazione d’uso al proprio comune.
      Che voglio dire:
      sono passati 8 mesi e mezzo dalla nascita del decreto nazionale del “conto energia” (febbraio 2007) per il rilancio del fotovoltaico in Italia e la Regione Sicilia non ha ancora provveduto ad emanare un decreto regionale per adeguare le proprie normative al nuovo decreto nazionale.
      Nel nuvoloso Brandemburgo ci sono diverse aziende che producono pannelli fotovoltaici e nell’assolata Sicilia quante aziende dello stesso tipo esistono oggi ?
      Alla luce di questa realtà regionale caratterizzata da:
      – non adeguata normativa autorizzativa (non stimola il decollo del fotovoltaico)
      – assenza di piano energetico regionale
      – situazione produttiva di settore (mancanza di industrie del fotovoltaico e relativo indotto)
      mi sembra di capire che EFFICIENZA ENERGETICA, MICROGENERAZIONE DA FOTOVOLTAICO DISTRIBUITA SUL TERRITORIO, PIANO ENERGETICO REGIONALE, IMPRESA PER SFRUTTARE LE FONTI RINNOVABILI ED INDOTTO sono tutti argomenti che non entrano nelle agende quotidiane di lavoro del governo regionale.
      Mi piacerebbe sbagliarmi, ma per sbagliarmi domani dovrei alzarmi e vedere il proliferare di aziende che lavorano nel settore dell’energia e delle rinnovabili (come nel Brandemburgo), dovrei vedere nel sito dell’Assessorato Regionale Industria la pubblicazione di un nuovo decreto regionale che facilita la procedura autorizzativa alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, vedere nello stesso sito la pubblicazione dell’approvazione del Piano Energetico Regionale con un piano d’azione chiaro per il futuro!!!
      Quando mi svegliero’ in quel preciso giorno faro’ un bel post su Rosalio e diro’ a Donato Didonna: Ecco come !!!!!!

    3. Succederà mai che il nostro presidente della regione e i suoi assessori abbiano un giorno, fra i loro numerosi e costosi consulenti o esperti, gente preparata, competente e che ama veramente la Sicilia come i “nostri” (possiamo dirlo?) Didonna ed Enzo76?

    4. Al sito
      http://www.sicenea.it/archivio-news/dettaglio-news-archivio.aspx?item=221
      e’ riportata la notizia di un Convegno a Castello Utvegio lunedì 19 novembre 2007 alle ore 9.00 sul tema “politiche regionali nel settore dell’energia”.
      Interverranno anche le alte cariche istituzionali regionali dell’energia (Assessore Industria e Dirigente Generale Dipartimento Industria)!
      Nel convegno è prevista una conferenza stampa. Quale migliore occasione per partecipare e conoscere le ultime novità istituzionali nel campo delle politiche energetiche regionali e… magari anche per chiedere poche e sintetiche domande sul destino del Piano Energetico Regionale e sull’emanazione dei decreti regionali che dovrebbero facilitare il decollo del fotovoltaico in Sicilia !!!
      😉

    5. segnalo un sito commerciale dove trovare interessanti approfondimenti.

      in particolare per il fotovoltaico potete partire da qui:
      http://www.ecorete.it/conto-energia.php

      ma nel resto del sito trovate anche info per il solare termico, naturalmente

    6. Alcune considerazioni:
      sono il responsabile marketing di una azienda che opera nel settore energia: audit energetico, fotovoltaico e solare termico (www.medielettra.it)nel 2006 abbimo firmato una convenzione con l’ASI palermo per effettuare un audit di I° livello gratuito a tutte le aziende insediate nelle ASI Palermo; ne abbiamo effettuato in un anno solamente 4 le altre contattate hanno detto si…no…non so…vedremo.
      Dal primo “conto energia” abbiamo realizzato offerte per impianti fotovoltaici per un totale di circa 3 milioni di euro; di questi realizzato solamente circa 250 milaeuro che vuol dire un po oltre 40 kWp.
      Abbimo proposto una sorta di noleggio dell’impianto dove noi affrontiamo la parte tecnico-finanziaria in cambio della cesione del conto energia, ma ci siamo scontrati con i vincoli paesaggistici (esempio:il centro storico di Villalba CL è interamente vioncolato cosi come quello di altri peasi siciliani) e le difficoltà delle banche ad emettere credito. Abbiamo realizzato seminari informativi gratuti, corsi di formazione qualificanti, comunicazione aziendale mirata alla sensibilizzazione verso il risparmio energetico (la principale fonte di energia dei prossimi anni)e la energia da fonte rinnovabile.
      Tutto questo non ha portato risultati soddisfacenti perchè i costi di installazione sono eccessivi e manca una cultura della gestione di impresa mirata al medio termine e non solamente al breve.
      Ma non ci arrendiamo: stiamo installando un impinato da 16 kWp presso la nostra sede (cosi lo possono vedere tutti), stiamo organizzando percorsi informativi nelle scuole medie (anche qui grande difficoltà a farsi aprire le porte delle scuole considerando che è tutto gratuito), per una maggiore sensibilità verso la sostenibilità e continuiamo a bussare alle aziende per l’auditi gratuito, ma vogliamo che l’informazione e la sensibilizzazione venga anche effettuata dalle istituzioni, ovvero queste facciano una attenta verifica delle aziende del settore che operano sul territorio e le aiutino a informare i cittadini.
      Dimenticavo: un’azienda a cui avevamo comunicato l’audit gratutito, dopo un primo appuntamento ha bloccato tutto perchè, molto chiaramente, ha posto il dubbio che noi fossimo li per installare cimici, in considerazione del fatto che era gratuito. Senza capire che la nostra era ed è una semplice operazione di marketing.

    7. Sono italiani i ricercatori che l’anno scorso hanno brevettato un nuovo biopolimero fotovoltaico che in produzione costerebbero circa la metà ed erogherebbe circa il doppio di energia delle migliori celle al silico, non so se c’è qualcuno che ci sta investendo in Italia. Certo è che i costi attuali sono molto alti ma se nessuno tra quelli che possono farlo investe in queste nuove tecnologie il meno che si può dire è che siamo condannati al fallimento economico e sociale. Che poi l’ente locale di riferimento si cimenti meritoriamente in convegni sul tema è cosa che allieta l’anima e il core, ma i fatti?

    8. DIFFICOLTA’ DELLE BANCHE AD EMETTERE UN CREDITO PER IL FOTOVOLTAICO

      Oggi è importante ottenere dalle banche (tutte) un mutuo con garanzia solo sull’incentivo ventennale in conto energia erogato dal GSE.
      Questo incentivo è un entrata mensile/bimestrale che varia solo in funzione dell’energia prodotta dall’impianto, ma c’è per tutti e 20 anni!
      Se le banche pongono la garanzia del mutuo solo sull’incentivo in conto energia, i titolari degli impianti fotovoltaici si sentiranno piu’ tutelati e saranno piu’ invogliati a realizzare l’impianto, vedendosi così svincolati dalla possibilità di mettere mani al portafogli per integrare quella parte della rata del mutuo talvolta non coperta dall’incentivo mensile/bimestrale del conto energia !!! 🙂
      E’ preferibile chiedere un mutuo a tasso fisso, essenziale per un investimento a lungo termine, in quanto evita sorprese future: il tasso con la banca resta bloccato, cioe’ non segue l’inflazione.
      Jacopo Fo – a seguito di un intenso lavoro riportato nel suo sito – sta ottenendo da alcune banche finanziamenti al 100% per 20 anni (con la garanzia solo sull’incentivo in conto energia) dando la possibilità all’utente di incassare da subito, e per tutta la durata del mutuo bancario, addirittura il 25% del valore della produzione elettrica dell’impianto fotovoltaico.
      Jacopo Fo ha messo su’ un gruppo di acquisto di pannelli (oltre 1.000 ad oggi) che serve per arrivare alla possibilita’ per un individuo di comprare il SUO impianto firmando un contratto con la banca che lo tuteli veramente e offrendogli il miglior rapporto qualita’/prezzo.
      http://www.jacopofo.com/?q=node/2662

      QUINDI:
      se gli obiettivi che si sono posti migliaia di italiani sensibili alla realizzazione di impianti fotovoltaici, verranno raggiunti, sara’ perchè le Banche hanno elaborato prodotti finanziari che vanno incontro al consumatore offrendogli tutele e sicurezze.
      La garanzia del finanziamento bancario dell’impianto posta “solo sull’incentivo in conto energia” è l’unica strada per far decollare realmente il fotovoltaico in Italia !
      Avete capito banche ????????

    9. Fabrix
      ti ricordo che esiste l’Enel
      e ci sono i dipartimenti energetici delle
      Universita’

    10. Sono al Mapic di Cannes: mi astengo dal fare confronti …
      Faccio solo una considerazione provocatoria in tema di vincoli: capisco la tutela dei tetti dei centri storici, ma vorrei vedere, pensando alle distese di serre che coprono oramai vasti paesaggi agresti siciliani (senza problemi di valutazioni paesaggistiche, a quanto ne so), se qualcuno dovesse invocarli invece per i campi fotovoltaici …

    11. ECCO COME…
      LE AMMINISTRAZIONI VIRTUOSE CREDONO NEL RISPARMIO ENERGETICO E NELLE FONTI RINNOVABILI !

      http://www.quotidianocasa.it/2007/11/09/3901/energie-rinnovabili-la-regione-friuli-venezia-giulia-snellisce-la-procedura.html
      Energie rinnovabili, la Regione FRIULI VENEZIA GIULIA snellisce la procedura autorizzativa: non sono soggetti ad autorizzazione i pannelli fotovoltaici installati nell´area urbanistica di competenza degli edifici che servono, e gli impianti eolici domestici fino a 10 Kwp (09 Novembre 2007)
      ————————–
      http://www.sienanews.it/news_v.aspx?ID=37236
      Ici ridotta del 40% a chi installa pannelli solari: i Sindaci di Montepulciano e di Torrita di Siena, i rispettivi Assessori all’Ambiente hanno ufficialmente confermato che, per la prima volta nel nostro paese, ai cittadini che installeranno i pannelli solari sarà concessa un’agevolazione del 40% sull’ICI, a partire dalla prima rata utile dopo il collaudo dell’impianto. L’agevolazione sarà valida per 2 anni.
      In alternativa alla riduzione dell’ICI le due Amministrazioni Comunali prevedono la concessione di contributi sugli interessi del finanziamento eventualmente richiesto per l’acquisto e l’installazione dell’impianto (06/11/2007)
      ——————————–
      http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=86379
      VENETO: la regiona ha investito 30 milioni di Euro in energia pulita.
      Progetti pilota nel settore delle fonti rinnovabili di energia e del risparmio energetico (08 Novembre 2007)
      ———————————–
      http://www.edilportale.com/edilnews/NpopUp.asp?idDoc=9753&iDCat=27
      La Regione TOSCANA ha stanziato 15 milioni di euro per incentivare la costruzione di abitazioni ad alto risparmio energetico. Rimborso per i Comuni che applicheranno uno sconto alle imprese edili e ai cittadini che costruiscono o ristrutturano case capaci di far risparmiare energia (26/04/2007)
      —————————————-
      http://www.edilportale.com/edilnews/NpopUp.asp?idDoc=10041&idCat=27

    12. Donato
      per i tetti dei preziosi ed antichi edifici dei centri storici siciliani hanno inventato le tegole fotovoltaiche:
      http://www.fornacefonti.it/italiano/fornace.htm
      😉

    13. Esiste oggi la possibilità di far progettare-realizzare (finanziariamente e tecnicamente) gli impianti fotovoltaici sugli innumerevoli immobili degli enti pubblici e sulle ampie superfici dei privati (condomini, industrie, capannoni), ad alcune agenzie energetiche del settore privato (denominate ESCO, Energy Service COmpany).
      http://www.tecnologieefficienti.it/documenti/renael_ESCO.pdf

      Le società di servizi energetici operano in tale contesto reperendo le risorse finanziarie richieste, eseguendo diagnosi energetica, studio di fattibilità e progettazione dell’intervento, realizzandolo e conducendone manutenzione ed operatività.
      Queste agenzie realizzano l’impianto e per un numero “x” di anni, i proventi derivanti dall’energia elettrica prodotta dall’impianto ( incentivata dal Gestore dei Servizi Elettrici per 20 anni http://www.gsel.it/ita/index.asp ), e immessa nella rete, viene divisa in percentuale maggiori all’azienda che lo finanzia (70-80%).
      Dopo un certo numero di anni le percentuali si invertono, quindi la parte minore spetta all’ESCO (che ha gia ammortizzato il costo di investimento).

      I vantaggi per chi riceve l’installazione dell’impianto sul proprio immobile sono:

      1) da subito introita il corrispettivo di una parte percentuale dell’energia prodotta e venduta, e diminuisce così il costo delle proprie bollette energetiche.

      2) non ha oneri di manutenzione perchè è interesse della ESCO che l’impianto funzioni correttamente e produca quanto piu’ possibile energia elettrica dal sole.

      3) non si sborsa un solo Euro per tutta l’operazione; si mette a disposizione solo la superficie dei propri immobili !

      Oggi diversi enti pubblici ricorrono ai servizi delle ESCO e ne traggono beneficio in termini econonomici e di tutela dell’ambiente per le emissioni di CO2 evitate (contribuendo a rispettare gli obiettivi nazionali fissati dal protocollo di Kyoto).

      Le ESCO oltre a realizzare impianti FV, provvedono a installare sistemi elettronici per il telecontrollo degli impianti di pubblica illuminazione, che rappresentano un alto costo per i comuni. I risparmi che si generano sugli impianti di illuminazione possono arrivare al 40%. Anche in questo caso le ESCO pensano a tutto e dividono per x anni il risparmio con i comuni. Diversi comuni italiani hanno già provveduto a siglare contratti con le ESCO per la telegestione degli impianti di pubblica illuminazione.
      Alcuni esempi:
      http://www.provincia.bergamo.it/provpordocs/A21_118.pdf
      http://www.provincia.milano.it/ambiente/inquinamentoluminoso/doc/newsletter_novembre_2006.pdf
      http://www.consiglio.regione.toscana.it/Istituzione/Commissioni-consiliari/sesta-commissione/varie/statigenerali/energia/BROGI.pdf
      http://www.comune.bevagna.pg.it/canale.asp?id=122

    14. non ho nulla contro questa enfatizzazione del fotovoltaico,ma credo che,perche’ il Lettore “attento” possa accettare l’idea che i tempi sono maturi
      per l’introduzione massiccia di questa tecnologia,manca in questo post,alla base
      di ogni eventuale scelta,”un quadro” riassuntivo
      della situazione aggiornata al fatto che ormai si viaggia intorno ai 100 $ al barile di grezzo.
      Farebbe quindi comodo disporre di una Tabella che mette a confronto i costi orientativi di produzione di energia
      (una tabella del tipo gia’ vista mille volte in passato,solo che va aggiornata alla realta’ odierna),inserendo
      tutte le possibilita’ oggi praticabili,
      nessuna esclusa,nemmeno carbone e nucleare di III e IV generazione,e le correnti marine.
      Ancora pochi anni fa c’e’ stata una corsa all”eolico”,sostenuta perfino da
      sovvenzioni pubbliche Regionali,
      e vorrei sentire parlare quei Privati che hanno investito in questa tecnologia
      contraendo forti esposizioni bancarie.

    15. A seguire Supervisor vorrei che ci si concentrasse di più sulla implementazione di azioni finalizzate al risparmio energetico. Ripeto, questa è la fonte di energia primaria dei prossimi anni. I costi sono ampiamente ammortizzabili in breve tempo grazie ai risparmi ottenuti. Basterebbe solamente indirizzare tutte el forme di assistenza (leggi di finanaziamento alle imprese, mutui bancari, defiscalizzazione, PON scuola, etc. etc.) su questo argomento.

    16. Al di la’ delle tabelle di convenienza,
      e’ il caso di evidenziare che soluzioni
      del tipo “minieolico”,o “fotovoltaico”,
      restano alternative meritevoli di essere piu’ ampiamente sperimentate in
      “Utenze disperse” nel territorio,lontano dalle linee di trasmissione elettrica.
      Queste Utenze tradizionalmente si avvalgono di gruppi elettrogeni,ad olio combustibile,e quindi inquinanti.

    17. Tutte le discussioni che abbiamo fatto fin’ora confluiscono sempre in “aggregare i dispersi”. Quel che a me sfugge è il “chi” ha la forza, la credibilità e l’interesse per farlo. Dal punto di vista PMI non c’è convenienza a realizzare impianti fotovoltaici distanti dalle linee di trasmissione. Forse possono essere interessate talune imprese agricole situate in località remote, ma il loro numero e i numeri economici non credo siano tali da attrarre un’impresa. Sarebbero perciò benemerite iniziative di singoli volenterosi, meglio questo che niente.

    18. Quando una tecnologia e’ in evoluzione,e quindi non e’ matura,
      nel senso che e’ poco competitiva per quello che costa e quello che da’,
      ci “deve” essere sempre qualcuno disponibile a pagarne le spese.
      Se poi questo qualcuno ha poche alternative,credo che abbiamo individuato chi dovrebbe essere piu’
      disponibile alla sperimentazione,cioe’ l’Utenza dispersa,singola o aggregata che sia.
      Certo che ci deve essere un motivo
      per il quale fino a ieri sera ho visto in TV Chicco Testa parlare di carbone
      e di nucleare…

    19. @supervisor. Non mi preoccupano né i piccoli numeri né tantomeno la dispersione territorale dei soggetti, il successo delle tecnologie web è in questo senso paradigmatico, non mi preoccupa l’immaturità tecnologica, in pochi anni può maturare, mi preoccupa invece l’eventuale assenza di un progetto politico ed economico di lungo corso. Ciò che leggo in questo blog mi dovrebbe far ben sperare, forse il mio scetticismo è determinato dalla mia non giovane età o forse solo dalla mancanza di conoscenza delle persone che qui scrivono, delle loro relazioni socio-economiche. Sono un idealista-realista e la seconda parte si è formata alla dura scuola lombarda. Ciao!

    20. gd
      col passare degli anni siamo portati ad impostare progetti sempre piu’ a breve,quando accade.
      Peraltro i progetti di lungo corso,se poco monitorati,possono provocare aberrazioni.
      (E’ di oggi la notizia di un reparto ospedaliero,in Calabria,che e’ stato ultimato con tanto di costose attrezzature,solo che nelle more il Servizio che avrebbe dovuto svolgere
      e’ stato eliminato,mentre nessuno si e’ preoccupato di bloccare “la spesa”.
      Se si fosse bloccata la spesa,la comunita’ avrebbe fatto una certa economia,
      ma qualche fornitore ne sarebbe stato danneggiato.)
      L’andazzo e’ questo.
      In questi giorni si
      e’ parlato che dei 1.500 miliardi di euro
      (che costituiscono l’ammontare del PIL
      in Italia attualmente,lo Stato ne sottrae
      ben 750.Tolti 150 per le pensioni e 100
      per la Sanita’,ci sono 500 miliardi di
      euro l’anno che i nostri governanti hanno a disposizione per “la spesa”.
      Quindi,sulla carta,ci sono mezzi a sufficienza per impostare “progetti politici ed economici di lungo corso”.
      La cosa che mi lascia perplesso e’
      l’assoluta assenza da queste nostre conversazioni, non tanto dei politici,
      (non sono loro i depositari della scienza),ma degli organi ufficiali
      (vedi Enel ed Universita’)che dovrebbero costituire il faro per indirizzare ricerca ed investimenti.
      Eppure qui si crea opinione!
      Gia’ in passato si e’ visto i danni
      provocati al paese,quando la scienza si e’ lasciata sopraffare da movimenti di opinione,che hanno poi indirizzato scelte rivelatesi incaute.

    21. Visione, non progetto – ho sbagliato termine. Quel che manca in Italia in generale e in Sicilia in particolare è vision & mission. La scienza e la tecnologia sono per forza di cose determinate dalle opinioni prevalenti, se non lo fossero la nostra società sarebbe ancora di più dominata da una casta di tipo sacerdotale ma senza investitura sacrale … ma è un discorso lungo e forse inutile, lo lascio cadere. Quel che mi preme dire è che le nostre discussioni qui avranno forse un seguito solo se sapremo organizzarci in movimento di opinione, in lobby, la componente tecnico progettuale è l’aspetto che mi impensierisce meno.

    22. “organizzarci in movimento di opinione, in lobby”,
      perche’ no?
      Dopo,pero’,ricordiamoci che lo sbocco e’ sempre politico,per avere una chance di
      affermazione.
      Quanti di noi sono disponibili ad intraprendere questa strada?

    23. “Quanti di noi sono disponibili ad intraprendere questa strada?” Da quando discutiamo di certi argomenti su questo blog è la domanda che mi pongo e che speravo saltasse fuori 😉

    24. Rispondo a gd e Supervisor non senza aver ringraziato, in particolare, Enzo76 delle sue sempre utili informazioni.
      Io penso semplicemente che chi ha la capacità di comprendere ha poi la responsabilità di agire.
      Presumendo quindi di aver compreso perchè la Sicilia non esprime le sue potenzialità e come invece lo potrebbe, la mia azione è incentrata nel fare opinione e nel fare impresa.
      Le mie opinioni sono qui note mentre, nel settore delle energie alternative, sto costituendo, con altri 4 soci, una società che realizzerà un campo FV di due ettari in Sicilia.

    25. @Donato. Non chiedevo una dichiarazione pubblica, che però apprezzo! Grazie. Il mio discorso era più generale: siamo in tanti, a discutere di questi argomenti. E’ da un anno che ho smesso di far consulenze, però il cuore batte ancora per l’innovazione. Chissà che il compleanno di Rosalio non sia l’occasione giusta per vedersi, spero di esserci. Ciao!

    26. a Donato “in bocca al lupo,sinceramente”.
      ***************************************
      a GD
      in questo caso direi,l’importante e’ partecipare.
      Certo l’esperienza spesso costituisce un freno.
      L’entusiasmo e l’intraprendenza dei giovani alla lunga
      consente di cambiare il mondo…

    27. Interessanti e intelligenti le riflessioni di Gianni Silvestrini:
      E’ stata annunciata nei giorni scorsi la costruzione in Sicilia entro il 2009 della più grande centrale solare fotovoltaica d’Europa. La Iess, Impianti energia solare Sicilia, e il comune di Noto (Siracusa) hanno infatti siglato un accordo per la realizzazione di un impianto da 40 Megawatt di potenza, per un investimento di 200 milioni. La centrale solare dovrebbe produrre 55 milioni di kWh all’anno ed evitare la produzione di circa 30.000 tonnellate/anno di anidride carbonica. Secondo notizie di stampa, inoltre, al Comune di Noto saranno riconosciute royalties per circa 1,7 milioni di euro.

      Una notizia bomba, giunta a pochi giorni dall’annuncio della statunitense Sun Power, una delle più quotate aziende fotovoltaiche del mondo, di voler realizzare una centrale solare da 18 MW in Spagna con tecnologie d’avanguardia e dalla notizia che la compagnia tedesca Jiwi intende costruire un impianto da 40 MW vicino a Lipsia.
      Dunque finalmente una buona notizia? Avremo una Sicilia con un ruolo di punta nello sviluppo dell’energia solare? I dubbi in realtà sono molti. Cerchiamo di analizzarli per fare una riflessione sul corretto sviluppo delle fonti rinnovabili in Sicilia e in Italia.

      La proposta proviene da una piccola società, appena costituita e senza esperienze pregresse nel settore. Questo fatto non depone bene per la riuscita del progetto e fa sembrare quantomeno superficiale la stipula dell’accordo da parte dell’Amministrazione locale.
      L’aspetto che però preoccupa per il suo significato più generale è rappresentato dalla taglia della centrale. E’ noto infatti che il decreto governativo del febbraio 2007 sul fotovoltaico premia gli impianti di piccola scala integrati negli edifici. I motivi di questa scelta sono chiari. I prezzi elevatissimi delle celle a causa della forte domanda mondiale spingono a concentrarsi sulle applicazioni nell’edilizia, un’area nella quale il nostro paese potrà dare un contributo positivo anche in termini di “design” esportabile all’estero. Fra 5-7 anni, con prezzi fortemente calati e rendimenti di conversione migliori, avrà senso puntare anche su impianti di potenza elevata da realizzare in terreni marginali.
      Inoltre, va considerato il fatto che, per taglie dell’ordine delle decine di MW sono più convenienti le tecnologie solari termodinamiche (che sfruttano la concentrazione dei raggi solari per produrre vapore), come quella della centrale Archimede che l’Enel sta realizzando a Priolo.

      Dunque, il megaimpianto proposto sembra fuori tempo e fuori scala. Ma c’è di più, la sua realizzazione potrebbe essere controproducente per lo sviluppo delle rinnovabili. Vediamo perché. La nostra Regione potrà utilizzare per questo settore nel periodo 2007-13 oltre 500 milioni di risorse europee e nazionali. Come spendere in maniera intelligente tutti questi soldi? Un segnale importante è venuto da Roma e da Bruxelles: va privilegiato il sostegno alle imprese innovative impegnate nella produzione di celle fotovoltaiche, collettori solari, aerogeneratori… Non c’è più bisogno, infatti, di un sostegno alla diffusione delle fonti rinnovabili, visto che sono disponibili in Italia incentivi tra i più alti d’Europa. E’ invece essenziale costruire una rete di industrie che ci consentano di evitare l’importazione dall’estero delle tecnologie.

      Ma torniamo al maxi impianto fotovoltaico di Noto e analizziamolo dal punto di vista degli interessi della Sicilia. Se, come tutto fa pensare, la Iess richiederà alla Regione un contributo in conto capitale pari al 20% del costo dell’impianto (come consente la legge), verranno drenate per questa singola iniziativa 40 milioni. Le ricadute sul territorio saranno di poche unità lavorative per la sorveglianza e la manutenzione dell’impianto. Lo stesso incentivo potrebbe, invece, essere impiegato in tutt’altra direzione. Ad esempio, per favorire la installazione di una industria fotovoltaica di punta, con una capacità produttiva annua di celle pari a 150-200 MW, un fatturato di 4-500 milioni, ricadute occupazionali qualificate, un’interazione con le Università locali, insomma una realtà in grado di competere a livello internazionale …. Non c’è paragone tra le due opzioni! Ed essendo le risorse finanziarie limitate, puntare nella direzione sbagliata riduce le possibilità di avviare una politica industriale efficace. Vedremo come si muoverà la Regione.

      Gianni Silvestrini

    28. Suggerisco la lettura dello stimolante’articolo di Jeremy Rifkin su Repubblica di oggi: così come oggi ci scambiamo informazioni tramite la rete internet, in futuro potremmo scambiarci microforniture di energia da fonti alternative che avrebbero nella produzione di idrogeno sia il perno energetico che la modalità di accumulazione. Una prospettiva di sviluppo sostenibile e di reddito per milioni di persone, un’opportunità per l’Europa e per la Sicilia, classe politica e mentalità comune permettendo.

    29. Secondo voi perché si continua a puntare sulla realizzazione di pochi impianti grandi e costosi?

    30. Gustavo
      “per taglie dell’ordine delle decine di MW sono più convenienti (!) le tecnologie solari termodinamiche (che sfruttano la concentrazione dei raggi solari per produrre vapore), come quella della centrale Archimede che l’Enel sta realizzando a Priolo.”
      ????????????????????????????????????
      Oggi su Tg3 Ambiente Italia si parlava
      di Energia.Si e’ anche parlato del
      Progetto Archimede,che e’ basato su un’idea del Nobel Rubbia che si rifa’
      al famoso esperimento di Archimede.
      Si e’ detto che il progetto originario di 20 Mw viene ridimensionato a 5 Mw.
      Poiche’ e’ il I Progetto,che io sappia, basato su questa
      tecnologia,non ho chiaro
      come si puo’ parlare gia’ di convenienza
      prima che l’impianto entri in esercizio.
      Per altro in passato ho letto che l’idea
      di Rubbia ha trovato molte resistenze
      (come qualsiasi altra idea in questo campo dell’energia,tipo
      nucleare di III o IV generazione,
      riconversione a carbone con emissione praticamente zero,eolico,etc)
      Il confronto con altre forme di produzione di energia e’ difficile e
      sara’ possibile solo ad impianto realizzato.
      ****************************************
      Io ho voluto riportare quanto sopra per dire che tutto quello che viene affermato in questo settore,trova subito una qualche smentita.
      Forse sarebbe meglio che di Energia
      parlassero gli addetti ai lavori
      come Enel,Enea,Finmeccanica etc,ed
      ovviamente,le Universita’.
      ****************************************
      Certo in Sicilia continuiamo ad assistere
      al fatto che o non si fa niente
      o quando si fa si spara grosso
      (e questo vizietto vale anche per settori diversi da quello energetico).
      ***************************************
      In quanto ad un eventuale avvio di attivita’ industriali per la produzione di celle fotovoltaiche,e’ difficile
      pronunciarsi senza il supporto di un Marketing valido in questo settore.
      In ogni caso anche in questo credo che
      bisogna fare i conti con gli asiatici.
      Ammesso di disporre di un brevetto di un tipo di cella ad elevato rendimento,
      chi mi dice che e’ conveniente avviarne la produzione in Italia?

    31. intanto c’e’ chi di risparmio energetico
      proprio non ne vuol sentire.
      Oggi a mezzogiorno i 26 fanali che illuminano il piazzale di un ipermercato(di cui non faccio nome per non fargli pubblicita’)erano accesi.
      Il posteggiatore abusivo,interpellato
      (quale facile interlocutore)risponde:
      “nuautri ci l’avemu rittu tanti
      voti,ma iddi li lassanu sempri addumati…”

    32. qualche nota da la grande stampa:
      —————————————
      L’Espresso del 17/1/2008.
      Titolo “campi di pannelli”
      Imprese disposte a pagare da 1.500
      a 3.000 euro/anno per ettaro
      (che si acquista a 10.000 euro)
      con contratti ventennali.
      Si ripaga in 4 o 5 anni.
      Il maggiore attore (gruppo Italgest)
      ha progetti per 38 Mw + 12 in Sicilia.
      —————————————–
      Da Panorama del 10/1/2008.
      “In Sicilia Pannelli Record”
      parte l’impianto piu’ grande d’Europa.
      Su 15 ettari,il gruppo
      Energia Futura,produrra’ 7,7 Mw.
      L’investimento e’ di 40 milioni di Euro.
      Cioe’ circa 5 milioni di euro per Mw.
      —————————————–
      Considerato che Enel gestisce impianti
      per 100.000 Mw
      se si volesse convertire tutta questa potenza servirebbero
      100.000 x 5.000.000 = 500.000.000.000.
      in vecchie lire 1.000.000.000.000.000
      cioe’ circa un milione di miliardi
      delle vecchie lire.
      —————————————-
      Con l’eolico,ho memoria di costi di circa 2 milioni di euro per Mw.
      —————————————-
      Tutto quanto riportato,con beneficio d’inventario.

    33. La realizzazione di grandi centrali, siano esse a carbone o solari, pone comunque un problema di “governance”, ovvero istituisce di fatto un potere centralizzato. Il sistema energetico attuale si configura esattamente in questo modo.
      La rivoluzione DEMOCRATICA consisterebbe nel distribuire anziché concentrare. Intendo dire che bisognerebbe stimolare poitiche energetiche tali per cui ognuno si produce quella di cui ha bisogno (microgenerazione) Parole chiave: capillarità e(‘) democrazia.
      La concentrazione di energia implica una concentrazione di potere.

    34. “poitiche energetiche tali per cui ognuno si produce quella di cui ha bisogno (microgenerazione)”
      .
      se consideriamo una Utenza del fabbisogno di 3 Kw
      (utenza familiare)
      si va incontro,oggi,ad una spesa di circa 7.600 euro/Kw
      in totale circa 23.000 euro per Utenza.
      (2 anni fa erano 18.000 euro)
      .
      Un singolo pannello ha il costo di circa 1.000 euro.
      .
      Produttori affermati:
      Q-Cells Germania
      Sharp Giappone

    35. […] di fornire greggi di Cheviot a un prezzo di favore a tutti i pastori Scozzesi “che avessero un carattere attivo e intelligente”. Secondo John Prebble uno storico Canadese di origine Scozzese, c’erano “abbastanza pastori […]

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