Ecco come (2): riconversione del territorio
La penosa situazione in cui versa il territorio – specie urbano – siciliano, è sorta e si è manifestata tutta negli ultimi decenni di sviluppo edilizio dissennato. L’edilizia, fino al dopoguerra, quindi persino quella ispirata al razionalismo fascista, era caratterizzata comunque da un senso estetico, era frutto di un disegno progettuale dignitoso: cosa sarà successo nella mente degli amministratori pubblici, architetti, urbanisti e ingegneri del “sacco” di Palermo, Agrigento, ecc.? Chi ha dato loro una laurea? Come ha fatto un territorio naturalmente “bello” ad essere reso “brutto” da troppe ed infelici realizzazioni di professionisti (siciliani, non piemontesi)? Chi ha autorizzato folli volumetrie o quartieri senza un decente disegno urbanistico o adeguati servizi?
Se il territorio deve diventare una risorsa, non è più tollerabile un suo uso così anarcoide come avvenuto sinora. Il brutto non attira nessuno mentre abbrutisce la vita di chi ci vive. Città, coste, centri storici, paesaggi marini e rurali vanno riconsiderati e devono diventare un’opportunità per un’attività edilizia di riconversione, riuso, ma anche di abbattimento sic et simpliciter da sprigionare, inizialmente a macchia di leopardo, sotto una regia intelligente di urbanisti – siciliani e non – degni del loro titolo accademico e fidando nella competizione virtuosa cui il bello induce quando non è sopraffatto dal brutto.
Immagino un poderoso intervento di pianificazione condotto pubblicamente in modo condiviso e trasparente (via internet) con risorse finanziarie pubbliche (si pensi ai costi per gli espropri per pubblica utilità o per le infrastrutture) attinte a quello che considero un vero “tesoro siciliano”: la confisca, in Italia e all’estero, dei patrimoni di Cosa Nostra. Grazie ad un’opportuna e pragmatica riforma della legge Rognoni – La Torre (e succ. modif.), si dovrebbe prendere atto di una situazione incontestabile: la Sicilia deve il suo ritardato sviluppo economico al condizionamento della criminalità organizzata? Quanto è costato questo ritardo? I siciliani, come comunità politica, potrebbero perciò vantare un credito al risarcimento di questo danno, aggredendo – in Italia o all’estero – i patrimoni di coloro (affiliati a Cosa Nostra) che lo hanno causato? Perché no?
Il territorio siciliano, per competere con la campagna toscana o il mare della Sardegna, così come potenzialmente potrebbe, richiederebbe che ne venisse ripensato l’attuale uso esclusivamente “interno”, con un diverso utilizzo delle “seconde case” che infestano ormai ininterrottamente le sue coste mentre sono economicamente sottoutilizzate dai proprietari (normalmente per non più di 6 settimane all’anno). L’alternativa da proporre dovrebbe essere: vuoi una casa di villeggiatura ad uso esclusivo? Pagherai adeguate tasse per l’uso che fai anche del paesaggio. Vuoi invece metterla a reddito, dotandola di ulteriori servizi a vantaggio di una economia turistica diffusa? Riceverai adeguati incentivi economici e fiscali sulla falsa riga di quelli previsti per i “paesi albergo”.
Nelle città come Palermo, invece, non vedrei male la soluzione di diluire in altezza la densità abitativa sostituendo, nelle zone residenziali prive di spazi urbani e di adeguati servizi, gli attuali palazzoni con grattacieli anche di 60 piani e più. Avremmo, dalle parti di viale Strasburgo, una skyline da downtown, ma avremmo recuperato valore immobiliare, tale da consentire la permuta di appartamenti, negozi e uffici di interi isolati e di remunerare il costruttore, con il vantaggio sociale di un migliore equilibrio urbanistico.
Lascio infine all’immaginazione di ciascun lettore il ritorno occupazionale, professionale e di immagine di quanto detto.
Signor Didonna, la confisca e il riutilizzo dei beni di Cosa Nostra è un punto chiave della lotta alla mafia: una legge che favorisca un rapido riutilizzo dei beni confiscati ai mafiosi rappresenterebbe un segno di discontinuità tra la politica collusa con i mafiosi e una politica indipendente. chissà se e quando ci arriveremo.
allo stato attuale credo che una legge del genere, come del resto quella sul conflitto di interessi, non la può fare NESSUNO.
Quindi, andando con ordine:
1- una normativa regionale che metta a sistema il nuovo asset del territorio.
2- una normativa che imponga agli enti pubblici locali la riconversione del territorio secondo nuove linee di sviluppo economico e salvaguardia del territorio in maniera differente da come è avvenuto ad oggi.
3- un normativa che dia la possibilità di fruire immediatamente dei beni confiscati alla mafia per destinazioni a servizi per il territorio.
Il tutto in breve tempo (non certo 20 anni).
–
Dare alla Sicilia questa mission (di cui tu scrivi) puo’ essere il manifesto politico di una parte dei siciliani che condivide questa visione della propria terra.
Le operazioni di cui tu parli, per essere avviate necessitano di un estremo amore per questa terra misto a elevata conoscenza di modelli efficaci di governance territoriale ed enorme disponibilità di molti a mettersi in gioco. Di questi soggetti sparsi nell’isola c’è ne sono, il lavoro che in questo momento puo’ essere utile avviare è costruire reti dove si mettono insieme conoscenze specifiche, etiche di lavoro e disponibilità a impiegare parte del proprio tempo per la costruzione di armature culturali territoriali con ramificazioni nei diversi centri dell’isola.
Cioè: questo post puo’ essere il virus, bisogna contaggiarlo nelle periferie arteriose della Sicilia, e i blog e i forum sono il veicolo che ci aiutano in questa diffusione del virus.
Come idea di progetto potrebbe essere estremamente valida, a mio modo di vedere.
Dimentichiamo una cosa fondamentale, che se questo progetto deve essere web-based per sortire un alto livello di efficacia, nel piu’ breve tempo possibile e per limitare il dispendio di risorse finanziarie, l’ancora limitato accesso degli utenti della sicilia alla rete costituisce uno dei piu’ grossi rischi nella sfera delle criticità che possono compromettere l’esito del progetto stesso!
Quindi bisogna prioritariamente lavorare ad aumentare l’accesso dei siciliani all’informazione in rete.
–
A tal proposito, POR Sicilia 2007-2013:
Asse 4-Diffusione della ricerca, dell’innovazione e della società dell’informazione. OBIETTIVO SPECIFICO 4.2: Potenziare attraverso l’utilizzo delle TIC la capacità competitiva del sistema delle PMI e allargare i benefici per i cittadini derivanti dalla diffusione delle TIC.
–
Questo potrebbe essere un buon inizio. Presentare un bel progetto a scala regionale (appena escono i bandi POR nel 2008) per consentire l’accesso wi-fi (wimax, hyperlan) a internet di una percentuale “x” di cittadini e imprese dell’isola.
Meta strategica e ambiziosa ma che, se presentata da figure competenti (!), con validi partner del mondo dell’ICT (!), potrebbe consentire fra 2-3 anni di colmare l’attuale digital-divide e permettere l’accesso alla rete di un numero di siciliani tale da avviare quel processo di diffusione del virus di cui parlavo prima.
🙂
Tutto molto bello. Ma lo skyline invece no.
L’architettura verticale abitativa è un abominio del nostro tempo, tant’è che chi se lo può permettere compra nel centro storico case costruite senza cemento armato, coi muri da 60cm autoisolanti e autoportanti, alte al massimo 4 piani.
Noi invece proponiamo torri di acciaio e cemento, con pareti sottili come fogli di carta (perché deve essere leggero, il tutto) nei quali ammassare centinaia di persone, una sopra l’altra, creando mostruosi condomini (e mostruose riunioni condominiali) che solo un palazzinaro d’assalto potrebbe definire abitabili.
E poi, va fatti 60 piani a piedi quando si bloccano i due/quattro ascensori…
Anzi, ci ho ripensato. Ne facciamo uno o due da 60 piani allo zen e ci mettiamo dentro tutti i facinorosi senza casa che ogni volta fanno casino a palazzo delle aquile.
Scommettiamo che non gli starebbe bene, come sistemazione?
Caro Donato
Seguo con passione questo argomento.
Sono nato nel 1980. Mi sono innamorato subito dello stile costruttivo siciliano e in particolare palermitano.
Qualche lacrima ho versato vedendo nelle foto quella città (sino agli anni 60 ancora viva) che io non ho potuto ammirare.
Il mio pensiero fisso in testa è che tra qualche decennio qualcuno si prenderà la briga di azzerare l’edilizia successiva alla seconda guerra mondiale. Perchè? Perchè quella edilizia è stata meramente ed esclusivamente speculativa.
GRANDISSIMO DIDONNA, pensavo di essere il solo aduso a raffinati canoni estetici. l’ho sempre scritto su rosalio: ribrezzo TOTALE per i schifosi palazzi anni ’50, ’60, ’70, ’80, ’90, AMMIRAZIONE PER QUELLI STORICI, si a palazzine di non + di 4 piani (possibilmente con ampio impiego di cotto, legno, ferro battuto a rifinire il tutto). giusto per fare un esempio: trovo + gradevoli le umili casette graziosamente restaurate e colorate in viale croce rossa piuttosto che i dirimpettai, INSIPIDI, palazzoni pseudo borghesi
Non siamo daccordo però riguardo a cosa sostituirà quell’edilizia.
Io, ad esempio, penso che Palermo in un prossimo futuro sarà più somigliante a Los Angeles, che a New York.
Penso ad una città molto estesa (diciamo Bagheria – Punta Raisi)e con edifici molto bassi.
In centro città ci sarà il processo inverso rispetto a quello degli anni 60. I palazzi si abbasseranno con l’eliminazione delle sopraelevazioni.
sono un po’ in disaccordo soltanto quando scrivi di sviluppare la densità abitativa con grattacieli. vero è che ce ne sono di molto belli in giro per il mondo ma bisogna considerare che tolgono luce, prospettiva e fette di cielo alle abitazioni vicine. a questo proposito, basti ascoltare i milanesi interessati (intervistati a Report) dopo l’avvio dei cantieri per i grattacieli voluti da Ligresti in zona Fiera.
Nel tuo scritto, inoltre, sollevi un problema importante: quello del valore degli immobili.
Qualunque operazione immobiliare deve essere economicamente fattibile perchè riesca, tranne che non intervenga il pubblico.
Io credo che con l’attuazione del federalismo fiscale tra qualche anno finalmente LE IMPOSTE SUGLI IMMOBILI SALIRANNO INESORABILEMTE PER FINANZIARE I SERVIZI URBANI. In una città come Palermo, con migliaia di vani vuoti, il valore degli immobili diminuirà permettendo una vasta operazione di riconversione urbana.
Giovanni P
fatti un giro a ridosso della Stazione Centrale,lato Policlinico
ed a ridosso di Ballaro’,lato Maqueda,
o in zona d’Ossuna,
ed in cento altri posti
e poi vai in giro per le tante periferie,
e mi dici che cosa c’e’ da conservare di queste edificazioni
realizzate sempre con
il criterio di “vorrei ma non posso”.
***************************************
inoòtre
IL VALORE DEGLI IMMOBILI STORICAMENTE NON E’ MAI DIMINUITO.
Qual è il ciclo di vita dei palazzi in cemento armato costruiti negli anni ’60-’80? Nessuno lo sa con certezza. Ogni tanto ne crolla uno, magari perchè la sabbia usata per il cemento veniva dalla … spiaggia.
Gli abitanti degli appartamenti di questi palazzi sono titolari di una proprietà immobiliare sospesa in aria.
Al termine, naturale o anticipato, del ciclo di vita di questi palazzi, come si può restituire ai proprietari il valore immobiliare e al nuovo costruttore un accettabile margine, se non sviluppando in altezza un nuovo palazzo?
A differenza dei palazzi del centro storico che poggiano su solide fondamenta, questi palazzoni non sono eterni.
Di qualunque bene si effettua l’ammortamento economico: perchè questo elementare principio non viene applicato agli immobili, anzi si pretende che il loro prezzo aumenti nonostante il tempo?
http://www.bloggers.it/didonna/index.cfm?date=01%2F12%2F2004&blogaction=archive&file=blog_12_2004.xml
cerchiamo di fissare qualche idea basilare.
***************************************
Le dimore nobiliari(palazzi storici)
erano una soluzione abitativa riservata a pochi.
Il popolo ,per quello che ne so,viveva
in veri e propri catoi,in spazi ristretti,quasi sempre da condividere con gli animali.
Le soluzioni tecniche erano necessariamente tali da privilegiare
il pieno (mura) sul vuoto(spazio abitativo).
Non c’erano i servizi igienici di oggi
ne i vari tipi di confort (ventilatori
deumidificatori,climatizzatori,etc).
****************************************
L’appartamento e’ la soluzione razionale che ha permesso di elevare la qualita’ di vita di tanta gente,e la ricerca sui nuovi materiali di mantenerla duratura nel tempo.
Palermo ,dal dopoguerra ad oggi,ha seguito lo sviluppo di tante altre Citta’,solo che lo ha fatto alla maniera tipica locale,cioe’ con atti di arroganza e noncuranza di ogni Regola
Urbanistica.
Nei manuali di architettura ci sono indicate le distanze da mantenere tra
un edificio ed un’altro,vengono raccomandati gli spazi per i parcheggi
e per i servizi.
Le norme sono rimaste nei Manuali e gli
edifici sono stati costruiti dove non dovevano essere costruiti(si pensi alle
demolizioni delle splendide dimore Liberty).
In pratica e’ successo che abbiamo demolito le Ville Lyberty per lasciare
l’edilizia fatiscente,tutt’oggi presente
in moltissime zone del centro storico.
****************************************
Sono considerazioni tanto scontate che
mi pare di avere scritto delle banalita’.
*****************************************
In quanto alla storia delle costruzioni
in cemento,questa favoletta gira da cinquant’anni almeno,
ma io ricordo di cedimenti di balconi
(e relativi morti)per sfarinamento delle mensole in tufo,
e non e’ qualche episodio di palese disonesta’ del costruttore che puo’
mettere in dubbio l’uso del cemento.
Se le Torri Gemelle avessero adottato
i criteri costruttivi del Pirelli di
Milano,oggi sarebbero ancora in piedi.
x Donato
pure io rifarei ex novo il 90% della Citta’ di Palermo.
Ma se non abbiamo nemmeno le risorse
per sistemare qualche attraversamento
pedonale?
@Superviso. Ho spiegato ampiamente nel post e nei suoi link dove e come reperire le ingenti risorse per riconvertire il territorio urbano e non.
E’ un’operazione sicuramente “forte”, ma non meno di quella che adottarono i piemontesi quando ebbero necessità di finanziare le infrastrutture del nuovo stato unitario aggredendo la c.d. “manomorta” ecclesiastica.
La nuova manomorta è rappresentata dai patrimoni, frutto del riciclaggio dei proventi illeciti di Cosa Nostra, nell’economia legale.
Bah. Io ho abitato sia nel centro storico (tanto in palazzo nobiliare che in vicolo popolare) sia nei condomini da 13 piani di via de Gasperi. E sebbene il vicolo fosse angusto e buio, rispetto alla sistemazione modulare del palazzone la sensazione che si provava era che fosse più a “misura d’uomo”, nonostante non fosse dotato dei comfort di cui sono forniti gli appartamenti moderni.
Se pure il cemento si è dimostrato versatile ed economico, l’edilizia a cui ha dato vita è da dimenticare in toto.
La grattacielizzazione è uno dei modi con i quali viene spersonalizzato un ambiente urbano ed il loro uso, nelle città americane è principalmente rivolto alla creazione di uffici, non di appartamenti.
Preferisco di gran lungo l’ipotesi di una diffusione edilizia micronucleica alla costruzione – nonostante gli innumerevoli esempi negativi – di enormi palazzoni tipo quelli che si stanno costruendo in via ammiraglio rizzo. Mostri metropolitani come quelli dello zen non valorizzano affatto la nostra terra, checchè se ne possa pensare.
Il tema è bello e sentito, a quanto pare.
Non so a chi rispondesse il supervisor..
Ma dal mio canto non ho difficoltà a sostenere che l’unica edilizia indispensabile a Palermo è quella storica!
Perchè?
Perchè è la nostra cultura, è la nostra storia e, quindi, è tutto. Senza quella Palermo semplicemente diventa un nome.. VUOTO.
Secondo: IO penso che l’edilizia post-bellica (anni 50-60-70-80-90) sarà azzerata in futuro.. non già perchè i palazzi crolleranno o perchè il cemento non va bene.. bensì semplicemente perchè quella edilizia di tipo speculativo ha creato una città fatta male, dove la proporzione strade-altezza (densità abitativa) degli edifici è sballata.
Allora in futuro che tipo di soluzione si adotterà? L’ho scritto. Città molto estesa e villette da Bagheria sino a Punta Raisi.
In quanto al valore degli immobili.
tu sai che oggi palermo per pro capite è al 90mo posto in Italia?
Tu sai invece che per costo al m2 degli immobili siamo ventesimi?
a cosa è dovuta questa incoerenza? Forse che l’Ici a palermo è la più bassa d’Italia?
Se un immobile vuoto non costa nulla io lo lascio vuoto (a Palermo vani vuoti sono parecchie decine di migliaia).
Se invece l’immobile costa io lo affitto oppure vendo. Se tutti affittano e vendono il prezzo degli immobili non scende? In una città economicamente drogata come palermo il valore degli immobili può scendere.
Quale immobile non perderà valore? Quello di qualità.
Kroll è una multinazionale statunitense specializzata in investigazioni: ha al suo attivo il ritrovamento di patrimoni riconducibili a noti dittatori, attraverso prestanome.
Poichè nei paradisi fiscali non possiamo mandare la GdF, basterebbe incaricare società tipo Kroll dell’attività di intelligence sul riciclaggio di Cosa Nostra, pagandole, anche profumatamente, ma a risultato utile. Questo è semplicemente ciò che farebbe uno Stato moderno con un po’ di pragmatismo.
http://www.kroll.com/services/ifai/asset_searches/
Giovanni P
“non ho difficoltà a sostenere che l’unica edilizia indispensabile a Palermo è quella storica”
indispensabile a chi?
Il Centro Storico ante guerra credo
ospitasse meno della meta’ degli attuali residenti.
Era e rimane un centro caotico assolutamente non adatto alla vita di oggi tutta basata sulle quattroruote.
Tolti i pregevolissimi Monumenti ed alcune dimore nobiliari,chiese e monasteri,il resto e’ squallore.
Mi viene il sospetto che ad alcuni piaccia la citta’ cosi’ com’e’ oggi
ripopolata da immigrati,che pagano fitti sproporzionati,che rischiano la vita quando arrivano gli acquazzoni,che
d’estate soffocano…
leggasi:..degli attuali residenti
dell’intera citta’ di Palermo….
Quello che scrivi mi fa paura.
Il centro antico di Palermo è indispensabile a Palermo, alla sua essenza!
Il nostro centro, poi, è degradato, non squallido. Forse non conosci la differenza tra le due cose. I catoi sono il giusto complemento alle dimore patrizie e ai monumenti.
Il resto del tuo discorso sono farfugliamenti.
Un centro non deve essere adatto alle quattroruote, ma ad ospitare quelle persone che coerentem. ad un certo stile di vita siano disposti a viverci.
E soprattutto un centro antico come quello di Palermo (evidentemente no sai di che parli!) potrebbe vivere di se.. risolto il degrado e organizzata una decente offerta culturale.
A quanto pare continuo ad incappare nella censura policytizzata.
Non discuto il fatto che mi vengano eliminati i post, ma vederli apparire e poi dopo un po’ scomparire invece mi da’ alquanto fastidio.
Proporrei quindi alla redazione di segnalare i post cancellati per violazione di policy, nel senso di lasciarli ma senza contenuto e con l’indicazione della violazione.
Anche perché così il sospetto che come il mio altre decine di commenti vengano eliminati senza lasciare traccia è inquietante…
La parte in cui ipotizza un ripensamento della skyline di Palermo, non la faccia leggere a Milena Gabanelli che le manda subito gli inviati di Report, visto il recente servizio sul progetto di recupero del quartiere Isola di Milano. E poi arriva la LIPU, a difendere tutti gli uccelli che si spappolerebbero sulle facciate dei grattacieli che nella maggiorparte dei progetti sono vetrate ingannevoli.
Inoltre, signor Didonna, lei ce l’ha una seconda casa in Sicilia? o anche altrove perchè tutto il mopndo è paese? Se la risposta è affermativa, ne farebbe un albergo diffuso? Cioè, vorrebbe che, ad esempio nel mese di giugno, arrivassi io con un amico a dormire nel suo letto? Se sì mi prenoto. Se no, resta l’opzione di più tasse, del resto ce lo ha detto Padoa Schioppa: le tasse sono belle.
Isaia continui a incappare nelle violazioni della policy dei commenti di cui ti rendi autore. Questo blog adotta una moderazione successiva quindi siete liberi di commentare e noi provvediamo a verificare la rispondenza alla policy e agiamo di conseguenza. Ti informo che i commenti sono preposti a discutere il tema del post, non la policy, quindi ti prego di tenere conto di questa osservazione.
Giovanni P
si’,scrivo cose da far paura.
Appena meno di un mese fa c’e’ stato un crollo nel Centro Storico e c’e’ stato un morto.
Non e’ il primo ne’ sara’l’ultimo caso.
Ho sentito in TV
l’assessore al Centro Storico,
dr.A.Scimemi,
dichiarare che bisogna intervenire urgentemente.
Speriamo.
Ovvio che un Centro Storico non e’ adatto alle quattroruote perche’ quando e’ nato
le quattroruote gommate non esistevano.
Intanto le auto circolano inquinano ed intasano.
I nuovi Residenti (in crescita) sono Asiatici ed Africani,
che avviano pure attivita’ commerciali.
Grazie per l’illuminato giudizio
che dai alle mie note:
“i farfugliamenti” ed i
“non sai di che parli”.
Continua a parlarne tu,che sai,
che sai vedere la realta’ ed il futuro
e hai trovato la formula per eliminare il degrado.
Supervisor.. mi dispiace che ti sia offeso.. ma ne hai dette a bizzeffe.
Il nostro centro è degradato (e certamente non squallido) e ciò significa che sotto una patina, spessa, di incuria, vive ancora un centro storico affscinante.
il degrado si cura con i restauri, con l’insediamento di attività produttive coerenti con la natura di un centro storico e, quindi, con il suo ripopolamento.
Forse si. Anzi, sicuramente. Meglio che di centro storico continui a parlarne io.
@Albi. Una seconda casa la metteri sicuramente a reddit tramite http://www.thinksicily.com/ o analoghe società che rendono un effettivo servizio al turismo di qualità senza gravare sui conti pubblici.
mettiamo in chiaro che io non mi ritengo offeso,si’ deluso.
Deluso del fatto che in questi blog non si e’ capito che una cosa e’ esprimere
un’opinione piu’ o meno condivisibile,
che puo’ essere controargomentata,
altra cosa e’ passare agli attacchi su
base personale,e relativi aggettivi.
Capisco che se uno possiede una seconda casa al mare oppure 10 appartamenti in centro storico,certi discorsi possono dare fastidio.
E se uno possiede 10 appartamenti in viale Strasburgo,proprio quelli che
secondo alcuni di voi,dovrebbero scomparire,che fa?
Io osservo la realta’.
I nostri commenti
possono servire a produrre qualche piccolo aggiustamento.
Il resto e’ Utopia.
Noi saremo morti,e Palermo sara’ praticamente quella che e’oggi.
Quando mai si e’ visto procedere nel cuore di Palermo ad un esproprio per
Pubblica Utilita?
Accanto allo Spasimo sono state edificate
la case popolari.
Accanto alla Chiesa della Magione ci sono edificazioni assurde.
Vuoi continuare tu che ci racconti poco o continuo io che cito fatti e situazioni?
Francamente, l’idea di “compattare” i tanti edifici di 8-13 piani esistenti nella zona di viale Strasburgo in pochi grattacieli che liberino spazi da destinare alla collettività mi sembra ottima.
Non capisco chi ne subirebbe un danno: i proprietari di appartamenti continuerebbero ad averne in egual numero ma senz’altro di maggior valore e prestigio e l’ampliamento delle distanze tra i vari isolati potrebbe giovare anche a migliorare la circolazione dei flussi d’aria, con conseguenze positive sul grado di inquinamento della stessa.
Potrebbe essere il riscatto al “sacco” di Palermo.
Fabrix
non c’e’ dubbio che c’e’ da RECUPERARE
gli assi viari che andavano realizzati
quando ci fu il “sacco”.
E quindi c’e’ da demolire alcuni edifici.
Basta risarcire i proprietari,e poi,il libero mercato,fara’ il resto.
ma se non riusciamo a far riaccendere un semaforo… (a proposito Davide Gentile mi ha informata che la proposta sarà discussa in consiglio di circoscrizione e la partecipazione è aperta a tutti).. voi volete demolire i palazzi……. io sto sognando!
Il punto, Donato, è che dovrebbe esistere la libertà di scelta imprenditoriale. Nel post la possibilità, perchè dovrebbe trattarsi di possibilità, viene prospettata come scelta obbligata che, se non opzionata, comporta sanzioni. Ma io cittadino devo poter decidere se impegnare la mia proprietà in un’attività turistica o no, senza per questo essere punito.
Grazie Vertigo
ma credo che Davide Gentile ha gia’ un quadro abbastanza chiaro per portare avanti il problema dell’attraversamento
pedonale di via Pacinotti,e,secondo me,
ce la puo’ fare da solo.
Vertigo
io sto qui per vedere di limitare al minimo queste demolizioni….
Punitivo. Così è percepito l’intervento regolatore dello Stato e invece la mancanza di vincoli è libertà. Io non sono d’accordo con questo punto di vista. Se il reddito immobiliare è investito in modo produttivo deve essere detassato perché entra in un ciclo economico e produce benessere diffuso. Se il reddito non è investito in modo produttivo, cioè se non attiva un ciclo economico o lo fa in misura trascurabile, la collettività, lo Stato, in qualche misura recupera dalle tasse sul reddito immobiliare non investito ciò che non ha ricevuto in tasse dalla pluralità di soggetti che potevano essere coinvolti in un ciclo economico attivato dal reddito immobiliare e che non lo sono stati per scelta del proprietario dell’immobile.
gd, lei è frettolosamente giunto alle sue conclusioni, ed ha ritenuto che la sottoscritta non ammetta, in assoluto, l’intervento regolatore di uno stato, ma che sponsorizzi l’idea che libertà è assenza di vincoli. Cosa che non corrisponde al vero.
Ha poi, a mio avviso, una percezione bizzarra del concetto di bene posseduto da ciascuno, considerando come unica scala di valore quella reddituale, quella che misura ogni cosa in euro. Ora, io, contrariamente alla sua scuola di pensiero, ritengo che debba poter esistere, nella sfera personale di ciascuno, anche la possibilità di possedere qualcosa per appagare bisogni che pur non fruttando reddito in senso materiale, occupano una posizione di rilievo nella vita. Sono cresciuta in una famiglia dove la casa dei nonni è, prima di tutto, la casa dei nonni, da mantenere, da vivere, da aprire agli amici, senza distaccarsene a tal punto da farne un albergo diffuso. è tutte queste cose, e solo per scelta deve diventare una fonte di guadagno. E sulla casa dei nonni voglio pagarci l’ici, l’immondizia, l’acqua, ecc. come è giusto che sia, ma non pagarci il triplo dell’ici, dell’immondizia, dell’acqua, ecc.
Libertà, torno a dire, non è “Pagherai adeguate tasse per l’uso che fai anche del paesaggio”, ma affacciarsi sul balcone su cui tuo nonno riposava e guardare quello che guardava lui. Tutto qui, semplicemente guardare, senza dover pagare per guardare il mondo.
Cara Albi. Cento anni fa pagare una tassa sulla casa sarebbe stato inpensabile. Oggi invece è INDISPENSABILE. soprattutto in Italia e in Sicilia.
Perchè? 1. Perchè il territorio è divenuta una risorsa scarsa.
2. Perchè le comunità (città o cittadine che siano) richiedono servizi adeguati– acqua, raccolta rifiuti, luce, gas, e via dicendo
E tutto ciò deve essere pagato adeguatamente
albi, io sono frettolosamente giunto alla conclusione che per creare una discussione non c’è niente di meglio che estremizzare le posizioni, un bianco e nero. Non conosco le sue convinzioni e pertanto valuto il pensiero che lei espone in pubblico così per come appare, cioè senza la pretesa di conoscere le ragioni che la inducono a formulare le sue asserzioni, le sue intime convinzioni. Lei non procede allo stesso modo, ma d’altra parte ciascuno di noi ha le sue peculiarità. Lei vorrebbe farmi appartenere ad una scuola di pensiero che è opposta alla mia. Io distinguo il valore affettivo da quello commerciale, sono incommensurabile così come è incommensurabile il valore spirituale rispetto a quello affettivo. Il mondo lo guardo – gratis – ogni volta che voglio: un’ape affaccendata attorno ai pistilli di un fiore, il giallo del sottobosco a Ficuzza, il profilo di un borgo antico o di una collina … più che guardare è percepire, quello è il mio bisogno. Per star bene non devo necessariamente andare nella casa del nonno, che pure c’è e in cui mi piace andare ogni volta che posso. Mio nonno è con me perché ho assorbito parte della sua visione, del suo modo di vivere, è il senso degli avi. Penso che non sia necessario avere, per essere. Io ritengo, e non sono il solo, che la società contemporanea corra troppo, produca tanto e consumi di più, è probabile che ciò ci porterà al caos, un disastro globale, perché la natura non può assorbire l’entropia in eccesso prodotta dalle nostra attività. Detto ciò, confermo che secondo me chi vuole usufruire di un bene immobile non primario deve pagare qualcosa in più rispetto a chi dispone solo della prima casa e che se mette la sua proprietà in un circuito produttivo è altrettanto giusto che sia avvantaggiato dal punto di vista fiscale. Naturalmente il reddito extra sarebbe comunque tassato e perciò resta da vedere se il gioco vale la candela … e con questo la saluto.
gd, continua ad aver fretta e ad etichettare l’esposizione di una posizione diversa come presupposto di una discussione che, per forza, deve portare ad un vincitore e ad un vinto.
Sul guardare il mondo la pensiamo allo stesso modo e non escludo che un giorno, guardando quel mondo, ci si possa ritrovare a fissare la stessa ape.
Ma detto ciò, e sottolineo che il mio discorso fin qui, era finalizzato solo a sostenere che posso esistere ragioni che fanno scricchiolare la soluzioni suggerita nel post, e non certo a fare filosofia spicciola, “confermo che secondo me chi vuole usufruire di un bene immobile non primario” deve pagare il giusto, lo stesso di chi “mette la sua proprietà in un circuito produttivo” che, a ben guardare, produrrà pure più immondizia! Io vorrei essere libera di produrre reddito senza minacce, nel modo che considero più opportuno. E con questo la saluto anch’io, in questo momento dalla cosa del nonno, con una luna dal terrazzo che ci viene concessa, a me e a lei, gratis.
Non c’è dubbio che la soluzione suggerita nel post sia discutibile, è un argomento complesso ed è difficile trovare una soluzione che vada bene per tutti. Un mio amico architetto mi ha detto che non meno della metà degli edifici costruiti nella zona nord dopo il 1960 e prima del 1980 hanno seri problemi di stabilità a lungo termine, nessuno ha la soluzione in mano eppure entro un decennio bisognerà trovarla la soluzione. I cornicioni sbriciolati ed i ferri arrugginiti esposti alla vista sono molto frequenti da queste parti, e chissà cosa nascondono le fondamenta. Palermo si trova al margine di una faglia che va dal Tirreno all’Africa, un terremoto la scuote ogni 25 anni e meno male che si mantiene sotto i 6 gradi Richter, ma sarà sempre così? Chissà. Per tornare un attimo a noi e senza farne un caso personale (non la conosco e non mi permetterei) io penso alla rivoluzione francese: scoppiò perché allo sviluppo tecnologico e informativo non seguì una ridistribuzione del reddito, i nobili e il clero non investivano e quindi non producevano lavoro, traevano dai loro possedimenti un benessere esclusivo. La società borghese è strutturata diversamente da quella feudale, è basata sullo scambio e tuttavia la tendenza ad accumulare beni e non pagar le tasse rimase, è connaturata nell’uomo 🙂 Ciascuno di noi è libero di non investire il suo patrimonio ma la nostra società per funzionare ha bisogno di una quota del reddito prodotto dalla nostra ricchezza perciò, in mancanza di investimento produttivo la società ci chiede il conto in altro modo. ICI e così via, balzelli che non pago volentieri, sono tasse locali che non possono essere concepite “procapite” ma devono per forza essere commisurate al reddito e perciò chi possiede due o più immobili deve (purtroppo) pagare di più per ciò che gli è (meno) necessario. Sarà una fredda valutazione economica ma chi si occupa di tasse ha un cuore? 🙂 Le discussione possono svolgersi pacificamente e concludersi senza vincitori e vinti, le ho replicato in un certo modo perché lei è entrata nella mia sfera personale. Conosce l’aikido? Chissà poi perché lei continua ad asserire che ho fretta, non è che è un SUO problema? Cordialmente
fabri*
vorrei capire cosa intendi per
“palazzoni pseudo borghesi”.
Inoltre dagli hanni 90 ad oggi tieni conto che si e’ costruito praticamente piu’ nulla.
L’Architettura,la buona architettura,
e’ e rimane un'”affare da ricchi”,
e non credo che possa riguardare se non
in casi sporadici gli interventi in una citta’che sopravvive grazie al “terziario”.
Qui bisogna capire se si fa un esercizio per disegnare una citta’ ideale,quindi
realizzabile in qualsiasi parte del mondo,o si vuole prendere consapevolezza di cosa e’ avvenuto nelle varie epoche
a Palermo e dintorni e cercare di fare
quegli “aggiustamenti” che possano consentire gli opportuni rimedi e quindi un livello decente di vivibilita’.
Pensa che a Palermo si e’ fatto un intero edificio in C.A. perfino nel bel mezzo del chiostro di un antico convento,in pieno centro storico.
Con cio’ voglio dire che,secondo me,
gli errori del passato riguardano
piu’ l’Urbanistica,che l’Architettura.
Se devo rilanciare il Centro Storico,
devo ridurre al massimo il transito delle auto dei Privati non Residenti,ma devo avere dei mezzi di trasporto alternativi,che oggi non ci sono.
Inoltre vorrei fare un sondaggio per vedere chi e’ disponibile a ritornare
a vivere nel Centro Storico,oggi praticamente invaso dagli immigrati.
Svia, frettolosamente svia, caro gd e io pacatamente e serenamente, senza fretta alcuna, essendo abituata a dilatare il tempo, rispondo. Nulla da dire e da eccepire sul quadro prospettato. Mi riferisco ai problemi di stabilità degli edifici di Palermo a cui si fa riferimento. Taccio perchè non ne conosco, ma mi riservo di chiedere un parere, alla prima occasione, all’architetto Cogliandro.
Tornando a noi, poi, lei frettolosamente, perchè è solo la fretta che non le fa cogliere il senso delle mie parole, non dubitando assolutamente del suo intelletto accompagnato anche da un garbato stile di scrittura, mi caccia dentro la proprietà fondiaria, la redistribuzione del reddito, l’evasione fiscale. Lei, che, per primo, è entrato con espressione basita, tutta sintetizzata nel laconico incipit “Punitivo”, lei, dicevo ha, per primo, varcato la soglia dell’intimo, attribuendomi un pensiero in base al quale si è bianchi o neri, si vuole essere senza vincoli e liberi o regolati dallo stato e prigionieri, così ndrasticamente, mettendo i buoni da parte e i cattivi dall’altra. (La consecutio temporis dei commenti non mi smentisce).
Eppure io confutavo la prospettiva del post riguardo la destinazione di una seconda casa, essendo questo e non altro il messaggio. E affermavo un giù le mani dalla proprietà quando la si deve per forza indirizzare da una parte e, non inneggiavo ad un niente più tasse. Pacatamente, serenamente, sarò libera di fare, ad esempio, il commerciante di miele e non il gestore di un albergo diffuso? Buon fine settimana, io mi prendo la lentezza del tempo e lascio anche la rete, almeno fino a lunedì.
Non corra troppo albi, io ho scritto di attività (generica), non di attività alberghiera. E riguardo al punitivo è stato lei ad usare il termine per prima, io l’ho solo adottato. Non la caccio proprio da nessuna parte, ho esposto il mio pensiero in linea con l’argomento del post e prendendo a pretesto la nostra dialettica interpersonale. Se lei non andasse di fretta se ne sarebbe accorta 🙂 A proposito: ma perché lei la butta sul personale? Per quanto mi riguarda la querelle è chiusa qui.
gd.
ma cos’è?
vattene da palermo.
che so centocelle torbella…..
A proposito di immobili. Il comune di Palermo ha istituito un documento per la verifica, nel tempo, delle condizioni dei fabbricati, delibera di giunta n. 614 del 29 dicembre 2005. Il Documento Identificativo dell’Efficienza del Fabbricato sarà obbligatorio per le nuove costruzioni e per quelle esistenti ma in condizioni critiche, facoltativo per tutte le altre. Dovrà contenere indicazioni su: tipologia dell’edificio, strutture di fondazione e di elevazione, anno di costruzione, certificazioni statiche o sismiche, eventuale natura di fessure o lesioni. Dovranno inoltre essere riportate planimetrie e grafici descrittivi delle caratteristiche dell’immobile, una relazione geologica sul sottosuolo, gli interventi di messa in sicurezza, un giudizio sintetico sull’eventuale stato di degrado e una dichiarazione di efficienza del fabbricato firmata da un tecnico abilitato. Il documento andrà aggiornato ogni 10 anni e depositato presso la Protezione civile dai proprietari o dai responsabili del condominio. Un architetto che si occupa specificamente di questi temi mi diceva tempo fa che un’amministrazione non può delegare la sicurezza pubblica all’iniziativa privata e ritiene che prima o poi l’Ufficio Tecnico del comune dovrà effettuare un censimento preliminare degli edifici a rischio, quelli post anni 60 e ante anni 90, perché molti di loro sono poco sicuri. Manco a dirlo, i proprietari vedono come fumo negli occhi l’obbligo del “Libretto dell’edificio” perché l’analisi tecnica potrebbe svalorizzare i loro immobili.
Ultras Palermo il prossimo commento così te lo rimuovo.
ultras palermo detto tutto
E’ in corso in questi giorni a Milano “La Campionaria”, fiera delle qualità umane, promossa da Symbola, la Fondazione per le qualità italiane. Ne condivido in pieno la filosofia: la qualità come fattore strategico di sviluppo. Tra gli espositori sono presenti imprese siciliane vitivinicole come Donnafugata e Planeta o del settore ittico (e basta …).
gd.
detto niente.
rimuovi come hai fatto tante altre volte.
ultras palermo
a mio parere cosi’ si mette a rischio la liberta’ di espressione anche in questo blog.
Il tuo nick ad alcuni farebbe pensare ad un Gruppo(estremo),a me viene da pensare
ad un Individuo che vorrebbe comunicare
qualcosa che non riesce a definire meglio.
Io,al tuo posto avrei taciuto,
in attesa di riordinare le idee,e poi scrivere tutte le opinioni che vuoi.
Le opinioni di GD meritano tutto il rispetto,se non altro perche’sono sempre
associate a contenuti informativi che
possono tornare utili a tutti.
Se un blogger viene costretto a “censurare” continuamente,per gli abusi che avvengono anche in questo
mezzo di comunicazione,
ABBIAMO UCCISO IL BLOG
e torniamo indietro di anni.
GD
se non erro negli USA in ogni trattativa di compravendita e’ presente la
Certificazione sullo Stato dell’Immobile.
Albi
oltre che con l’Architetto Cogliandro,
prova a parlare con
l’Istituto di Scienza delle Costruzioni,
col Genio Civile
e con l’Ente abilitato a certificare
le caratteristiche di resistenza dei provini
in Cemento Armato e
dei Tondini di Ferro.
Carissimi..
Evidentemente ho dimenticato di chiarire due cose del mio pensiero.
La prima è che la nostra edilizia è mediocre anche perchè la gente ha due o più case, spesso vuote (soprattutto quelle di villeggiatura) mentre non ha sufficiwente reddito per mantenere in efficienza e in bellezza tali abitazioni.
La seconda considerazione è che qualunque piano di RICONVERSIONE urbana non può prescindere da un miglioramento reale delle condizioni economiche della città.
A quel punto sarà la gente a decidere se vivere nei palazzoni anni 60-80(ne dubito) o in belle ville con giardino.
Nessuna amministrazione abbatterà mai i palazzoni o altro. Le amministr. semmai potranno favorire con lo strumento fiscale la riconversione urbana.
ma tutto passa dallo sviluppo economico, in assenza del quale Palermo resta tale e quale quella che è oggi.. anzi, con più degrado.
Spesso ometto di scriverlo, ma per me è scontato. Viva palermo!!
Anzi. Dopo il cappotto calcistico di ieri vorrei scrivere, se mi consentite una piccola e leggera digressione, Forza Palermo!
quindi,mi pare di capire,che per adesso
fai marcia indietro circa il tuo pronostico Palermo come Los-Angeles
che e’ la Citta’ piu’ ricca della California,che e’ la Regione piu’ ricca degli States,che rimane la Potenza piu’ ricca del Pianeta.
Ciao riki. Non faccio marcia indietro e in ogni caso il mio non voleva essere un pronostico, semmai il segnale di una direzione.
In ogni caso non sarebbe necessario essere ricchi come i Californiani per ambire ad una città più orizzontale che verticale, come sembrerebbe logico che fosse nel contesto palermitano.
Resta però che se il reddito non aumenterà non ci saranno mai le risorse per riqualificare la città perchè neppure il pubblico potrà mai accollarsene l’onere.
un altra cosa devo scriverla, però.
Le amministrazioni possono fare tanto per favorire INDIRETTAMENTE la conversione della città-Palermo in una città Los Angelesiana. Come? Con lo strumento fiscale (ICI) ancor più degli strumenti normativi (piani regolatori) e con infrastrutture coerenti.
ma questo è un altro capitolo di dibattito.
Viva Pa
Giovanni P
con i tuoi dichiarati 27 anni e’ normale
volere cambiare il mondo.
Ricordo che ci fu qualcuno che disse:datemi una leva,sollevero’ il mondo.
In attesa di trovare questa leva,dai un’occhiata a quanto viene scritto anche nel blog del Sindaco Cammarata,e poi
fatti risentire.
Ciao
Ciao Riki.. ho aperto il blog di Diego Cammarata, però non sapevo dove esattamente volevi indirizzarmi, allora ho chiuso.
Ad ogni modo non ti preoccupare. Diego Cammarata presto non sarà più sindaco e di lui non si ricorderà più nessuno.
Io adesso vivo e lavoro a Milano. Stai certo che ogni sera torno a casa e penso alla mia città. Secondo te non devo pensare che un giorno possa cambiare tutto?
Del resto il saggio popolo siciliano dice: “Bonu tiempu e malu tiempu, un dura sempre un tiempu!!”
Giovanni P
vai sul Post “Palermo come Londra?”
ed inoltre clicka sui
“Commenti recenti”.
Non ne farei una questione verso
l’attuale Primo Cittadino.
La cosa e’ molto piu’radicata nel tempo,
nelle consuetudini,nell’indifferenza ed apatia generale di una larga fetta di cittadinanza distratta e rassegnata
che in certi casi copre ruoli pubblici
abbastanza delicati.
risale a
palermo anche se ai perso non ti demoralizzare perche 80% della citta è con te gli altri sono interisti e juventini il 20% e li abbiamo fatti piangere forza palermo e forza ballardini
[…] di denaro pubblico. Altri spunti attinenti al tema del turismo sono già stati espressi parlando di territorio mentre altri verranno, a seguire, parlando dei beni […]