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mercoledì 24 apr
  • “Se ne vedono di persone e di fatti dall’alto di questi piatti”

    Che significa vivere gli ultimi 13 anni di notte palermitana in prima linea, o meglio ancora, dietro la consolle?
    Jovanotti aveva ragione: “se ne vedono di persone e di fatti dall’alto di questi piatti”, ma soprattutto, si scorgono i cambiamenti frutto del passare degli anni, ricambio generazionale, cambiamenti della musica, morte e rinascita di locali e morte della discoteca (senza rinascita).
    Di contro, certe caratteristiche appartengono e sempre apparterranno al nostro DNA: l’essere provinciale e la disintegrazione sociale per quanto riguarda il pubblico, la pessima gestione per quello che riguarda gli addetti ai lavori.
    Tempo fa, riflettevo su quanti locali a Palermo hanno cambiato nome per più di cinque volte, è incredibile quanti nomi per lo stesso posto!
    Quel luogo comune secondo il quale Palermo è indietro rispetto a tante altre città italiane è abusato ma, indubbiamente, presenta più che un fondo di verità.
    L’inadeguatezza delle nostre strutture è evidente, ma spesso non si riflette sul fatto che essa dipende da tanti altri fattori, forse siamo noi stessi come pubblico ad essere rimasti indietro, forse noi stessi come addetti.
    Il popolo della notte non vuole più pagare il biglietto, dice che il prodotto non è buono e che non va pagato, d’altra parte i locali senza introiti non possono investire e proporre un prodotto buono; ma pur avendo introiti, siamo sicuri che investirebbero?
    Io, anche se di parte, credo sia assurdo pensare di usufruire di un servizio che ha un costo (tasse, SIAE, personale, musica e tanto altro) gratuitamente senza contribuire minimamente.
    Ma esiste un qualcosa al livello culturale e di mentalità che ci differenzia dal resto del mondo, e ciò difficilmente cambierà!
    Nel resto d’Italia vi sono grosse differenze: l’ingresso gratuito è possibile, le persone cercano il locale in base al prodotto che offre, si divertono, spendono e non sono per forza più ricchi e meno disoccupati di noi.
    La cosa che più sbalordisce è che essi sono informati, consultano siti appositi, sanno dove andare, sanno che prodotto troveranno senza sorprese. E questi sono dati di fatto.
    Sicuramente le leggi, create ad hoc per la Sicilia, applicate soltanto a Palermo ma non valide per tutti i gestori, non ci aiutano e non offrono una buona immagine della città come meta turistica.
    Il ragionamento è molto semplice: i turisti che entrano in una discoteca alle 2:00 non torneranno se scacciati soltanto alle 3:00.
    Oppure, un giovane imprenditore che alle 2:00 deve smettere di vendere alcolici è destinato a fallire soprattutto se la nostra abitudine resterà quella di affollare i locali soltanto a notte tarda.
    Spesso, la non lungimiranza di chi gestisce alcuni locali fa si che si ammassino centinaia di persone senza offrire nessun vero prodotto musicale valorizzato da una adeguato impianto acustico e che il dj venga scelto in base al suo cachet più che alle sue qualità.
    Ma siamo sicuri che alla gente interessi il prodotto, la musica, l’acustica, il dj, ballare…? Negli ultimi anni questa è una domanda che mi pongo costantemente, i dati che riguardano le frequentazioni dei locali a Palermo sembrerebbero confermare tali ipotesi.
    Quanti di voi possono sinceramente affermare di essere stati lo scorso weekend in un locale spinti soltanto dal genere di musica che offriva o dalla bravura del dj, non perché era semplicemente il locale dove tutti (il gregge) vanno?
    Certamente qualcuno risponderà di sì, ed è proprio per questo qualcuno che io, ancora oggi, mi diverto a suonare e a proporre.
    Ma purtroppo, per noi del settore, la verità, quella che riguarda la maggioranza, è più amara e triste.
    Esistono a Palermo locali che hanno una ottima programmazione artistica, ci sono imprenditori che investono portando artisti del panorama musicale mondiale rischiando clamorosi flop, ciò nonostante una buona comunicazione dell’evento.
    Gli eventi, le iniziative, le nuove proposte e i locali ci sono, basta cercarli e basta imparare a scegliere.
    In questi 10 anni, a Palermo, sono stati forse due gli sviluppi più importanti, essi riguardano parallelamente i djs e il pubblico.
    Abbiamo assistito ad una proliferazione dei djs, sempre meno professionisti e sempre più dilettanti, favorita dalla diffusione dei cd-players e della musica scaricata gratuitamente.
    Questo ha reso la professione accessibile a tutti (come giusto che sia) ma da un lato ha avuto come conseguenza un netto decadimento della qualità musicale.
    Il pubblico, allo stesso tempo, sembra essere meno interessato alla musica, al genere, alla sperimentazione, non ascolta la radio e non si aggiorna: è disposto ad ascoltare soltanto ciò che già stra-conosce.
    Il dj allora diviene ostaggio sia del pubblico che del locale: chi vuol proporre e imporre il proprio sound è costretto ad adeguarsi a quelli che sono i gusti della gente o, addirittura, della direzione del locale (spesso incompetente), finendo per alimentare una sorta di immobilismo musicale.
    Dalla consolle palermitana, punto di osservazione così unico, si notano tante differenze nel modo di fruire della musica da parte del pubblico.
    L’usanza più tipicamente palermitana è quella della richiesta al dj o detta anche della lamentela.
    Questa è pratica diffusissima a Palermo, indipendentemente dal locale o dal target di pubblico, esse non esistono in tutto il resto del mondo.
    Queste folcloristica usanza è accompagnata da una gestualità tipica, innanzi tutto l’espressione del viso (sempre disgustata e di superiorità del tipo: “ne capisco molto più di te!”) e il gesto del cambia!!! fatto con le due mani che roteano davanti al petto e sempre con faccia contrariata.
    Le richieste sono sempre le stesse: “cambia la musica”, “non mi piace, ce ne stiamo andando” (e sono tre persone in un locale con centinaia di persone), “non vedi che nessuno si sta divertendo?” (con la pista pienissima, nel frattempo, e con gente urlante e festante), “mi metti Maracaibo?”, “mi rimetti per la quarta volta la stessa canzone?”, “come fai a non mettere Maracaibo anche se è una serata a tema house?”, “dai adesso mi metti i tamburelli?”.
    La più divertente è: “devi cambiare la musica!”, al quale il dj tipicamente risponde: “bene, cosa dovrei mettere?”, domanda della quale la risposta è sempre “non lo so!”
    Per fortuna, ogni tanto qualcuno si avvicina, si informa, si congratula e fa si che la nottata si concluda con soddisfazione.
    Certo, questo riguarda la mia esperienza e quindi essa può essere non condivisa.
    Sicuramente riguarda la maggior parte del pubblico da me incontrato, tenendo presente che vi è sempre una minoranza divertita e che cerca di far divertire al passo coi tempi e al passo con il resto del mondo.

    Ospiti
  • 31 commenti a ““Se ne vedono di persone e di fatti dall’alto di questi piatti””

    1. grande Dj! Condivido molte delle tue riflessioni.
      un caro saluto Liam

    2. non sono tipo da discoteca ,ci sono andata pochissime volte….non sono un metro di paragone però posso dirti che l’unica disco in cui mi sono veramente divertita è stata a milano.

      altro ambiente,altra gente…..il locale ,maestoso, kitch che non è definito “minchia che tascio…”[detto da una palermitana discotecara DOC presente], piace (ed è piaciuto anche a me nonostante le colonne d’orate,e le statuette all’ingresso) e piace perchè diverso ,la gente è pure varia ….qui a palermo ci si muove tipo gruppi a se stanti,si girano per anni locali e paradossalmente non ci si saluta manco con gente vista 200 volte e magari pure presentata MA appartenente ad altri gruppi ( manco fossero ghetti)

      tu continua il tuo lavoro e pensa che tutte le persone che non vengono alla console sono quelle che apprezzano di più 😉

    3. Complimenti per il post. Hai sicuramente un punto di vista privilegiato, e la tua analisi lo dimostra in pieno; condivido il tuo riferimento alla mancanza di input da parte dei gestori dei locali per la creazione di una differenziazione reale delle serate, in modo da soddisfare target di pubblico diversi. Credo profondamente nell'”educazione” musicale delle persone, che purtroppo chiedono sempre lo stesso prodotto proprio perchè non ne conoscono altri. Senza andare troppo lontano, prendiamo spunto dall’esperienza di una città come Catania, che senza sforzi eccessivi, è riuscita ad offrire alla gente della notte una vasta possibilità di scelta, in base ai diversi gusti musicali, come è giusto che sia. Chiudo con un in bocc’al lupo per dj Silvestri!

    4. andatevene a catania.

    5. Bisogna considerare anche che la musica “da discoteca”, negli ultimi 10-15 anni e` cambiata notevolmente.
      La vecchia “commerciale” tanto orecchiabile e ballabile che andava tanto negli anni 90 fino al 2000/2001 (e che non a caso o era anche ai primi posti delle hit parade, dove stazionava insieme a canzoni pop, rock, etc.) e` stata sostituita da certi “unz unz” e musica piu` “sofisticata” che magari per gli esperti del settore come i dj puo` essere di livello superiore ma che per la maggior parte della gente risulta essere non gradevole. Per farti un esempio personale io 10 anni fa conoscevo il 90% dei titoli delle canzoni che sentivo in discoteca, oggi continuando a frequentare con la stessa assiduita` le discoteche o le serate organizzate conosco i titoli del 10% delle canzoni, e del restante 90% non mi interessa sapere perche` non mi piace. E lo stesso vale per altre persone che conosco. Condivido in pieno quando dici che la gente va nei locali ormai solo perche` “tutti” ci vanno e non per ascoltare quel genere di musica, ma puo` darsi che il disinteresse per questa vada anche rintracciato nella musica stessa?

    6. Penso ai soldi spesi ogni anno per andare al sonar e le successive serate in spiaggia gratuite, alle settimanali visite al razzmatazz qui a Barcellona, alle divertentissime serate passate quando vivevo a Milano al Plastic, ai concerti dei Magazzini Generali e mi chiedo perche` mai dovrei andare in discoteca quando torno a Palermo..?

    7. Beh, Peppe, non conoscevo questo tuo punto di vista e anche se odio fare parte del gregge, spesso seguo il gruppo senza nemmeno sapere il perchè. Il bello è che se parli singolarmente con alcune “pecore” del gregge ti accorgi che la voglia di cambiare aria, musica, locali ci sarebbe pure, ma la volontà scarseggia…
      Ad ogni modo complimenti per la tua analisi della situazione della movida palermitana,mi pare una visuale completa e reale.
      Adesso però, mi metti maracaibo??
      🙂

    8. le colonne d’orate? cioè con i pesci? dove, dove? che ci vado…
      un’estateeeeeee al maaaaaareeeeeee

    9. Parlo da saltuario frequentatore delle discoteche, ma da grande appassionato di musica. Va bene quello che dici nel post, ma io ho notato che qui a Palermo non c’è assolutamente voglia di rischiare, e tutti fanno sempre le stesse cose, e soprattutto mettono lo stesso tipo di musica (house) che contrariamente a quanto molti credono, non piace a tutti. E se spunta un locale nuovo, la musica non cambia (in tutti i sensi). Allora ti chiedo: perchè non si differenzia l’offerta? Perchè non si rischia un po’? Perchè quasi nessuno punta sulla musica live nel pre-serata? A Palermo ci sono tanti locali, ma poca differenziazione. Forse per questo la gente segue la massa: tanto, fondamentalmente, uno vale l’altro. Provate voi addetti ai lavori a cambiare un po’, magari tornando al pop/rock/commerciale che andava un po’ di tempo fa. Invece di dare addosso ai “pecoroni”…

    10. Ciao Giuseppe! Bello vedere un dj di un certo calibro tra gli autori di Rosalio.
      Condivido il tuo post, credo che ormai tu fai parte del sistema e per migliorare gli standard della vita notturna palermitana, la città ha bisogno di persone come te che facciano i primi passi verso un cambiamento.

    11. Fondamentalmente a Palermo la gente piu` che seguire un genere musicale e quindi andare in un locale perche` sa di poter trovare quello che gli piace, segue quel determinato gruppo di organizzatori che gli garantiscono l’assenza dei tasci e la presenza di “bella gente”. La musica e il locale a quel punto diventano un mero contorno. Il genere musicale e l’estetica o la grandezza di un locale passano in secondo piano.

    12. @ Silvestri: “Ma siamo sicuri che alla gente interessi il prodotto, la musica, l’acustica, il dj, ballare…?”

      Peppino, la domanda secondo me non è “siamo sicuri…” ma, “come mai alla gente non interessa…”

      Il 90% delle persone che conosco, va nei posti perchè li trova il o la tipa che sta pedinando o il gruppetto in cui cerca di intrufolarsi….x il resto, se suoni tu o chiunque altro, con dispiacere ed affetto ti dico, non se ne accorgono neanche…ma se c’è tizio che mette su maracaibo è meglio…le sperimentazioni non sono mai ben accette…e poi l’house, siccome sono stati una volta a sentire COCCOLUTO, E’ TASCIA….

      Dal punti di vista entertainment Palermo non è provincia, fa proprio condominio…
      basti pensare che se lo propongono al Kals’art (come è stato impopriamente ribattezzato l’ex deposito delle locomotive di S.Erasmo), il 15 agosto ci sono 1.500 persone che vanno a sentire Tiefschwarz perchè di punto in bianco lo conoscono tutti…e se lo produciamo io e te piuttosto che chiunque altro, rischiamo di trovarci con 5/6 mila euro di spese e 200 persone dentro il locale, nonostante il biglietto di ingresso da 10, 12 euro…
      La mia professoressa di Inglese del liceo ripeteva sempre: “megghiu u tintu accanusciutu ca u buonu a canusciri”…e questo è il motto che secondo me molti palermitani fanno loro, anche inconsciamente, per scegliere dove andare…cosa ascoltare, cosa ballare…
      La professionalità e la serietà dei gestori poi, ha fatto in modo che se si sceglie un locale piuttosto che un’altro lo si fa solo in riferimento ai PR che ci sono quella sera…se la settimana successiva i PR cambiano locale, il gregge si sposta di conseguenza…
      però questo è un cane che si morde la coda.
      Il prodotto “discoteca” è talemente in crisi che i gestori/proprietari sono disposti anche a dare provvigioni del 40 – 50% ai pr che riempiono i locali…e con i costi fissi, il personale, la SIAE, le tasse, gli affitti…è chiaro che prima di spendere del denaro x rinnovare, cambiare e migliorare la struttura ci si pensa 300 volte…
      La verità è che vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca.
      La legge poi, non è affatto uguale x tutti…locali “scoperti” chiudono al primo festino senza i regolari permessi…altri, abusivi,non a norma, senza permessi e senza arte ne parte lavorano sereni e magari incassano fior di quattrini…
      e questo non aiuta, perchè se si vuole davvero far riprendere il mercato delle disco, si dovrebbe – e dovrebbero essere i primi dj e PR a farlo – evitare di fare musica oltre un certo orario nei pub, nelle taverne, negli ostelli e negli studi fotografici….la cattiva abitudine di arrivare in discoteca alle 2 è SOLO PALERMITANA…perchè se tu andassi in discoteca a mezzanotte, la chiusura alle 3 secondo me non sarebbe neanche un problema…

      la verità è che siamo il popolo + SNOB d’italia, chiusi ermeticamente alle contaminazioni di qualunque genere…
      il cambiamento è visto come un pericolo…il terribile pericolo di perdere ciò che si ha: per i gestori che si accontentano e non spendono soldi, per i pr che chiedono il 50%, per i Dj’s che fanno le triplette e per i fighetti e le fighette che l’importante è esserci e farsi vedere….

      aveva ragione lei.
      la mia professoressa d’inglese.
      megghiu u tinti accanusicutu, ca u buonu a canusciri….
      Ciao Peppì.

    13. Grande Silvestri!!! Ottima delucidazione della movida sicula! Personalmente ogni qualvolta il piatto “gira” Maracaibo e similari (nn dimentichiamo l’ombelico del mondo…!)mi corrono i brividi sulla schiena!!! Tra i locali più belli che abbia visto non dimenticherò mai La Bolserie al Bàrrio (Valencia)e il Pascià a Oporto: entrambi erano forniti del mobilio più pacchiano immaginabile(poltrone -labbra e lampadari-fibre ottiche)e ad ogni piano (ebbene si! Si articolavano in più livelli…)c’erano stili musicali differenti di modo da accontentare la maggiorparte delle persone. Una pacchia!!! Palermo non potrà mai offrire qualcosa del genere perchè (è chiaro a tutti) la mobilità economica dei locali è tristemente manovrata da illeciti (chiaramente sto generalizzando e salvo i casi specifici e isolati!). Questo porta, secondo me, alla paralisi creativa di cui tu parli…e quindi il gregge. Baciiiiii!!!!

    14. condivido a pieno le riflessioni del mio amico giuseppe…..la musica è bellissima….fare il dj è bellissimo….ma purtroppo a Palermo è veramente difficile.

    15. Grande Peppe!!!hai perfettamente ragione…..a Roma sono due ,tre i locali che tirano….e ti assicuro che ciò avvenge non non dipende nè dalla bravura del dj, nè dal tipo di musica.
      Molte volte mi sono trovato all’Art cafè a ballare “musicaccia”…..però quel posto è da paura e frequentato da “bella gente”.
      Diventiamo tutti surfisti e trovaimoci tutti in riva al mare a fare bordello fino all’alba!!!!!Bella

    16. Ovviamente essendo anche io di parte conconcordo in pieno con la tua accurata analisi sulle notti palermitane..hai centrato il punto in ogni prospettiva presa in esame:quella del pubblico, dei gestori, dei djs, degli organizzatori..il fatto è che come noi ben sappiamo è difficile mettere d’accordo così tante teste:ognuna di queste categorie sopra menzionate ha un suo gusto..ha pretese, aspettative ed esigenze ben precise, che spesso sono inconciliabilmente insoddifabili nello stesso momento..del resto tu che lavori (con successo) in questo settore da anni lo sai meglio di me..

    17. Il tuo post non fa una piega, tutto quello che hai scritto è la verità sacrosanta. Ma sai benissimo, come me, che sono parole (purtroppo) sparse al vento. Come dice la ragazzetta in “Palermo is Burning”, “Palermo è provinciale!”. E non si sbagliava.
      Io amo Palermo, è la mia città, ne sento tanto la mancanza… Ma, paradossalmente, l’idea di tornare a giù, se non per rilassarmi un po’, mi da i brividi.
      Il tutto parte, come dici anche tu, da una mancanza di sponsorizzazione non tanto della Sicilia quanto proprio di Palermo e, di conseguenza, una grossa mancanza di turismo e di scambi interculurali con gli altri paesi a noi vicini. Diciamoci la verità… Il ragazzo che fa l’Erasmus viene qui e più di frequentare piccoli locali o feste private (sempre tra erasmus) non fa. E alla fine è quello che cerca. Di sicuro se ha scelto di venire a Palermo non lo si deve alla notorietà delle nostre serate con ospiti e dj internazionali quanto per il mare, il sole o la somiglianza con il paese natìo (vedi la maggioranza di spagnoli).
      Milano sarà pure il centro nevralgico della nightlife italiana ma… E’ anche facilmente raggiungibile da diverse città europee. E quanti studenti stranieri (da tutto il mondo) o di altre città italiane vengono qui a studiare e vivere per anni (me compresa!)? Condizioni sicuramente favorevoli per la riuscita di eventi, concerti e serate. Poi, ovviamente, Milano fa circa 4.000.000 di abitanti = più locali = più organizzazioni = più serate = possibilità di scelta. Perché alla fine, in qualche modo, anche qui trovi “le pecore” che frequentano sempre gli stessi posti ma, quelle pecore, hanno sicuramente più scelta. E soprattutto, avendo avuto, la maggior parte di questi, la possibilità di viaggiare e muoversi più facilmente da Milano verso altre città (che siano italiane o no), vista la relativa vicinanza, hanno anche una vasta conoscenza e cultura musicale.
      Tante di quelle persone che ti fanno quel gesto con le braccia per dirti “cambia!” O le smorfie, per farti capire che quello che gli stai “propinando” non è di loro gusto, probabilmente non hanno mai mosso un piede da Palermo se non per un viaggio di relax in Tunisia (sicuramente non hanno mai fatto serate al Plastic a Milano o al RazzMatazz a Barcellona)… O, nella migliore delle ipotesi hanno sbagliato serata! Beh, in quel caso, ognuno ha i propri gusti la prox volta non verranno… Chi ti conosce sa che musica proponi e ti segue perché è quella la musica che vuole ascoltare, ballare.
      Ci sarebbero tante altre cose da dire e tante altre motivazioni da analizzare, come la gente che pretende di entrare gratis o la mancanza di pubblicizzazione dei vari eventi… Perché ci sono, sappiamo benissimo che ci sono. Noi. Ma per chi vive all’esterno, ovvero per coloro che non hanno diretti contatti con PR, organizzatori o dj non è tanto semplice. E non basta un blog o un e-mail (che viene facilmente cancellata) o un nick sul messenger. Sono sicuramente buoni mezzi di comunicazione ma, non sono evidentemente, sufficienti.
      In conclusione (concludo se no faccio tardi a lezione!), rimango sempre speranzosa in un cambiamento, non forzatamente radiacale ma anche lento, graduale, della mentalità palermitana (meglio che niente). E spero seriamente di non sentire mai più Maracaibo (nonostante ami Raffaella) in una discoteca per i prossimi 10 anni!…

    18. cosmonauticaaaaaaa…….DISTRUGGO E CREO…..vai peppino spacca!

    19. Ciao Peppino e ciao a tutti,
      E’vero,la sicilia e’isolata, paradossalmente lo e’di piu’palermo che dovrebbe essere l’esempio di centralita’.Ma devo anche dire una cosa a difesa delle serate”gregge” vivo fuori palermo da 5anni,non ho potuto fare a meno di notare che spesso la gente che va in discoteca al nord ci va in due o tre persone al massimo.e magari solo uomini o solo donne.c’e’di sicuro piu’possibilita’di conoscere le altre persone all’interno di una struttura.questo e’sintomo pero’ di una societa’un po’piu’chiusa e solitaria.i gruppi esistono e spesso prendono i tavoli pieni di cose da bere,ostriche e frutti posati su cubetti di ghiaccio.ma tante volte danno impressione di essere veramente soli e di essere li solo per aspettare che succeda qualcosa.ed anche quando fanno gruppo non vieni mai integrato completamente come facciamo noi in sicilia con una”pecora”fresca!
      abbiamo il concetto di comitiva cosa che al nord esiste ma e’una cosa rara e abbastanza fredda.il gregge e’un concetto fastidioso ma e’una forma di autodifesa da bidoni,una forma di legame con la gente ed una particolarita’dei nostri giovani.sommato al fatto che in pochi investono sulle novita’ed ostaggi di pr che millantano amicizie altolocate nei controlli di polizia e magari siae.siamo punto ed a capo con la nostra mentalita’come forma di autodifesa numero 1!
      giuseppe e’tra i pochi che prova a fare qualcosa di nuovo in citta’,si mette alla prova ed ha voglia di creare,lo testimonia il suo sito e la sua storia.
      sperando che qualcosa possa cambiare nei gusti musicali di noi siciliani(che dovrebbe essere la priorita’nella scelta di una discoteca o locale).
      saluto tutti!

    20. tesoro mi trovi d’accordo su quasi tutto…tutti quelli che hanno vissuto realtà esterne alla nostra hanno sicuramente potuto notare la netta differenza che ci ritroviamo a vivere in termini di vita nottura…come ben sai perònelle mie cose sono sempre molto positiva(forse anche troppo!)e sono convinta che,essendo questo tuo pensiero condiviso da molti,impegnandoci seriamente e credendo realmente in quello che facciamo riusciremo un giorno a cambiare le cose…in sostanza diamoci da fare!!!!ti voglio bene …

    21. Parole sante…Parole sante ragazzo.

      Un abbraccio.

    22. Quoto su tutto.
      Secondo me fino a quando la gente si accontentera’ di quello che viene offerto dagli organizzatori e dal locale,pagando il biglietto nonostante il prodotto non sia qualitativamente valido, a nessuno verra’ mai in testa d’investire per migliorare la situazione.
      Il 70% dei locali Palermitani infatti cambiano il nome ma nn cambia le caratteristiche del locale….da decine di anni ormai.

      Per quanto riguarda la musica credo che a Palermo sono poche le persone che vanno a ballare perche’ il dj e’ valido o perche suona musica di qualita’…
      E il fatto che molti pr o gestori impongono al dj di suonare un certo tipo di musica..in un certo senso lega le mani a quest’ultimo..che non riesce ad esprimersi(ai piatti)come vorrebbe…ecco cosi’ che ogni sabato ascoltiamo gli stessi dischi….quasi nella stessa sequenza…perche’ altrimenti la gente non si diverte.
      Il dj comunque deve lavorare e a volte si trova a suonare un genere musicale che non gli appartiene
      E’ terribile ma e’ cosi’…
      Peppino non mollare!!

    23. Caro silvestri Come tu ben sai gestire una discoteca non è cosa facile…noi prprietari siamo costretti a subire le ANGHERIE di organizzatori e company. Detto questo ti spiego il motivo per il quale a palermo non si puo’ avere una serata gratis.
      il lunedi’ fai il tuo bel giro di kiamate ai vampiri…oops organizzatori ke ti dikono”vediamo kosa si puo’ fare, ci sono mooolte proposte in giro”.
      Ti rikiamano il giorno dopo dicendoti” vediamoci ho buone notizie” e tu pensi “ma buone notizie per ki dei 2???”
      Cosi’ vai all’appuntamento ben pensante e ti dikono”possiamo fare la serata,ma sikkome siamo in tanti la percentuale sara’ altina….” io i primi tempi pensavo ke una percentuale altina si aggirasse intorno al 30-40% , invece la percentuale altina è il SETTANTA %, no diko ma stiamo skerzando???? Kosi’ pur di lavorare ti metti la faccina da culo e dici “va bene ok……”. Poi mentre sei in makkina pensi”loro vogliono il 70% della cassa d’ingresso e io in piu’ devo pagare il 20% di siae, e loro invece sono esentasse… tutto tranquillamente in nero!!!!Quindi facendo un conto se io di cassa di biglietti faccio 10000 euro, 7000 vanno all’organizzatore e altri 2000 vanno alla siae e a me rimane la cassa del bar(ke ovviamente è tassata dalla finaza)+1000 euro kon i quali dovro’ pagare buttafuori,barman,tecnico del suono,tecnico delle luci,impresa di pulizia,luce,acqua e affitto…e magari dovrebbe riamanere qualcosina in tasca anche a me!!!!!!!!
      Detto questo a Palermo poi funziona cosi’: se hai l’organizzatore apri,se non lo hai rimani KIUSO!!!!!!!
      Puoi avere il lokale PIU’BELLO di Palermo
      ma se non hai i vari Nasta,Alessi,Burgio,Giambruno,La Dedra,Maurizziotto,Randazzo,Restivo,Scarfeo,Tarantino etc RIMARRAI KIUSO!!!
      Tu il sabato o il venerdi’ hai mai sentito dire a qualkuno andiamo per esempio al khalesa(ke non è il mio lokale,ma secondo me è tra i piu’ Belli di Palermo)??? NO!!! Senti dire “andiamua goa ke organizza tizio…o andiamo a villa virz ke organizza caio!!!
      Questa è la vera tristezza della notte della citta’ di palermo.
      Dobbiamo ribbellarci!!!e pure voi dj dovreste farlo!!!
      Io so ke alkuni organizzatori fanno suonare i lori dj solo se i dj stessi portano una loro lista con 100 persone…MA STIAMO SKERZANDO!!!?
      Quindi se c’è un dj bravo ma non ha 100 amici al seguito, non potra’ mai intraprendere la strada del dj, ke tristezza.
      Kmq Ragazzi io orami da queso mondo me ne sto uscendo,perkè ho kapito ke non ne vale + la pena,sia economikamente ke moralmente.
      Adesso aspettero’ il solto sms dove l’organizzatore del momento mi dira’ dove inkontare altre 500 pekore per potermi deivertire…
      Ciao a tutti e sopratutto a beppe!!!

    24. Mkluso, in sostanza confermi la mia idea…sappiamo tutti bene le cose come stanno, però se le persone riuscissero a essere meno pecore…allora il locale vincente sarebbe semplicemente il locale più bello!

    25. Lo so benissimo,e ne abbiamo parlato pure una volta quando sei venuto a suonare al mio locale…disgraziatamente questa è palermo…

    26. silvestri x fare essere meno pecore le xsone bisogna innanzittutto sapersi imporre come artisti e nn credo tu faccia questo a palermo.nn dirmi ke nn t attieni a quello ke t dicono gli organizzatori? nn dirmi ke nn fai presente a questi individui ke vuoi mettere la musica ke t piace a te e loro t rispondono pikke? sono venuto due volte al birimbao(locale ridicolo in cui la capienza è minima e c fanno entrare miliardi d xsone…e ke xsone) e ho sentito solo le stesse insulse musikette ke si sentono d solito: bob sinclair etc etc…e m kiedevo(come faccio sempre nelle varie skifose serate:ma musica nuova no vero?) se vogliamo cambiare il sistema e proporre qualcosa d nuovo bello e innovativo il cambiamento deve partire da noi. io suono da circa due anni alle feste e spesso m capita ke riesco a mettere la musica ke piace a me dopo averli accontentati con le varie canzoncine stupide e commerciali. m sono sempre rifiutato d suonare la musica ke vogliono gli altri. forse palermo è l’unica citta’ in cui x suonare e proporti come artista devi fare anke l’organizzatore e fare il listone(tu sai a cosa m riferisco). il cambiamento deve partire da voi (io nn mi ci metto pur essendo dj xkè al contario vostro nn sono mai sceso a compromessi). quindi prima un bell’esamino d coscienza…e poi se ne parla…

    27. @marcello, pensavo giusto la stessa cosa. tutto quello di cui parli, trasposto a palermo, per tanti versi roccaforte di patetici scimmiottamenti, sarebbe ridicolo pertanto preferisco fruirne in altri e più coerenti lidi dove il divertimento è vero e genuino e di certo non dettato da trasmissioni televisive per cerebrolesi griffati. e questo è quanto

    28. Io speriamo che me la cavo.
      Giuseppe, non dico tutto, ma almeno la punteggiatura! 🙂

    29. W la festa 90 al paramatta segno che abbiamo lasciato un buon ricordo. Avrei voluto far parte di voi in consolle ma non ci sono riuscito per lontananza. Invadete YouTube di video con quella gente e quella musica che è un piacere.

    30. Riemergo come Ulisse da un girovagare lungo ann e anni. E lo faccio solo per due motivi:
      1) salutare tutti e augurare buon anno a Tony;
      2) confermare che il Paramatta dei ‘90 è sempre vivo nel ricordo di chi l’ha vissuto.
      Statevi buoni.

    31. Buon anno! Ma che fine hai fatto? 🙂

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