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venerdì 19 apr
  • Oscurato il sito dell’Università di Palermo

    Il sito dell’Università di Palermo è stato oscurato nell’ambito delle proteste contro la legge 133/2008.

    Ecco il testo che viene visualizzato:

    «Mozione del Senato Accademico del 20/10/2008

    Il Senato Accademico dell’Università di Palermo, rinnovando il proprio impegno per una profonda innovazione del sistema universitario italiano, ha in più occasioni espresso forti preoccupazioni sui numerosi provvedimenti legislativi che negli anni si sono succeduti, volti a ridurre drasticamente e indiscriminatamente le disponibilità degli Atenei statali sia in termini finanziari che di risorse umane.

    Il Senato Accademico ha quindi condiviso le argomentazioni dell’Assemblea della CRUI, che ha prefigurato a breve un collasso dell’intero sistema universitario, con gravissimo pregiudizio delle capacità innovative e della crescita scientifica e culturale del Paese.

    Il Senato Accademico ribadisce la sua contrarietà nei confronti di ogni ipotesi di trasformazione dell’Università di Palermo in una Fondazione e, per quanto riguarda le previsioni della L. 133, conferma l’allarme già oggetto di numerosi interventi della CRUI, del CUN, del CNSU, nonché degli stessi organi di Governo dell’Ateneo.

    Il Senato Accademico ritiene necessario, per ristabilire una base di discussione serena e costruttiva, la revoca della citata L. 133 e la reale attivazione del tavolo interistituzionale annunciato dal Ministro Gelmini, dal quale fare partire una consultazione ampia e partecipata volta alla individuazione di percorsi che indirizzino, con un adeguato processo di valutazione, verso comportamenti virtuosi tanto dei singoli che degli Atenei.

    Il Senato Accademico prende atto dei documenti approvati dal Consiglio di Amministrazione, dai Consigli di Facoltà di Ingegneria, Scienze della Formazione, Scienze MM.FF.NN. e dall’Assemblea di Ateneo, e ne condivide le espressioni di grave preoccupazione.

    Autorizza il Rettore a disporre l’oscuramento del sito dell’Università di Palermo per l’intera giornata del 21 ottobre, con la sola pubblicazione della presente mozione».

    Palermo
  • 28 commenti a “Oscurato il sito dell’Università di Palermo”

    1. L’assemblea della Facoltà di Scienze della Formazione, riunitasi oggi presso l’anfiteatro dell’Edificio 15, ha deliberato di costituirsi in assemblea permanente a partire da domani 22 ottobre.
      Le lezioni non verranno, comunque, sospese, ma proseguiranno regolarmente.

      Durante le lezioni, come deliberato dal Consiglio di Facoltà, i docenti potranno informare gli studenti sul contenuto della legge 133.

    2. Bisogna nadare tutti a Roma…

    3. bisogna andare a Roma, protestare e ancora protestare, diritto allo studio per tutti, NO alle classi per bambini con ritardo mentale, NO alle classi per gli stranieri …..

    4. Non so cosa intenda significare l’oscuramento del sito per un giorno. Darsi una martellata sui cosìdetti?
      Sono ben altre le forme di lotta e si fanno in prima persona non impedendo l’accesso ai servizi internet agli studenti

    5. se si conosce il collegamento diretto ai links è possibile accedere…

    6. e di cosa parliamo Dici72? di una loggia segreta?
      Non è danneggiando gli studenti o, peggio ancora, alcuni studenti che la Gelmini si commuove!
      La verità è che oltre il 60% degli italiani se ne frega dei problemi reali del paese. E’ troppo attento, questo 60 e più per cento, a coltivare il proprio misero orticello.

    7. non credo che oscurare il sito per un giorno abbia causato suicidi di massa da parte degli studenti.

      sicuramente ha spinto quegli studenti che, per ignavia o per disinteresse, non hanno idea di cosa sia la 133.

    8. credo che anche l’oscuramento del sito per un giorno sia un segnale preciso e non ha senso fare polemica ad ogni costo:chi ha idee precise le proponga non si limiti solo a criticare chi, comunque dichiara chiaramente cosa vuol fare e lo mette in atto!
      Una volta tanto sono d’accordo con l’iniziativa del Senato Accademico.

    9. Forse sono in molti a non avere capito che l’attuale Governo ha deciso di liquidare l’attuale Università che ritiene inefficiente e di rifondarla con una struttura privatistica. Che ne pensate ?

    10. che molti non hanno capito e che l’efficienza dipende dalla società nel suo complesso, quella italiana è inefficiente per default e l’operazione governativa servirebbe solo ad avvantaggiare pochi a scapito di molti, vedi alitalia … e spero che i sindacati stavolta siano meno ottusi

    11. Un paese dove l’istruzione viene soppressa è un paese che non ha futuro.

    12. Sono d’accordo con Valentina

    13. Vabbè SIINO non può parlare di Università…..

    14. Antonio è la terza volta che lo scrive…parliamone pure (attendo sempre il chiarimento su Belfiori eh!)! 😀

    15. proprio! non puoi e basta! 🙂

    16. Rosalio, in città sta succedendo il “viva maria”, perchè non segui più attentamente le vicende dell’ateneo palermitano anzicchè limitarti a scopiazzare articoli già visti? ….
      Faresti un grande servizio alla comunità!!

    17. Binno se non ti dispiace decido come seguire un tema. Ad ogni modo ti invito a utilizzare l’e-mail per queste comunicazioni. Grazie.

    18. che suscettibilità – non pensavo di essere così caustico nel chiederti un’attenzione particolare a ciò che accade alla collettività.
      E’ vero c’è la piena libertà di leggere o meno il formum………bla…..bla….ma è altrettanto vero che temi così importanti vanno seguiti!!!!
      Piano piano mi sto rendendo conto che la libertà nel parlare, nello scrivere, nel suggerire è mera utopia!

    19. Binno i tuoi consigli, come quelli di tutti, sono graditi. Però, per favore, usa l’e-mail. Grazie.

    20. “Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime. Facciamo l’ipotesi, cos” astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).

      Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Cos” la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.”

      Piero Calamandrei, discorso pronunciato al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale, Roma 11 febbraio 1950.

      http://www.retescuole.net/contenuto?id=20040402172721
      (testo completo)

      http://it.wikipedia.org/wiki/Piero_Calamandrei

    21. Pepè, te ne racconto una io:
      Il potere, in uno stato con un governo leggittimo, lo si conquista in due maniere: o con il sistema democratico o con la rivoluzione. Se il governo è leggittimo vuol dire che è stato il popolo a volerlo ed quindi la rivoluzione diventa una violenza contro il volere del popolo. Allora occorre preparare il terreno per la rivoluzione, minando nelle sue basi la sicurezza e la fiducia che il governo leggittimo dà al suo popolo. Occorre parlare agli operai, ai contadini, ai militari, agli studenti, alle masse per convincerli che il governo leggittimo nasconde mire imperialiste e capitaliste,che solo ed unicamente la rivoluzione proletaria può portare il popolo al potere e bloccare così sul nascere ogni possibile anelito di controrivoluzione. Tutto ciò, compagni, è alla base della rivoluzione proletaria marxista leninista, tutto ciò, compagni, è alla base del comunismo di massa.
      Mao Tse Dong in un discorso pronunciato davanti ad una delegazione militare albanese il 1° maggio ’67.

    22. “prendere il potere” non è un concetto democratico, amministrare col potere conferito dal popolo lo è. In uno stato democratico il potere è il mezzo, non il fine, perciò di quel che pensa MaoZeDong me ne importa meno che niente. Io credo nell’alternanza come unico strumento, per correggere la traiettoria verso destra, o verso sinistra, seguita dal partito che governa. La traiettoria corretta è la risultante della composizione di due vettori di modulo uguale e fase diversa, per dirla analiticamente, e l’opposizione è “l’altro vettore”. Se in democrazia il governo bypassa regolarmente il Parlamento (presso il quale dispone di una maggioranza schiacciante) la democrazia è una vuota parola, una virtualità. Democrazia non è (solo) l’indire periodiche consultazioni elettorali.

    23. quoto il tuo post pepè!

    24. Appunto, Pepè, prendere il potere non è un concetto democratico. Quello che vorrei evidenziare è la bravura con cui la sinistra oggi strumentalizza tutto con lo scopo di sovvertire il consenso che, nel bene o nel male, il Berlusca ha in Italia.
      Un esempio? Ieri sera ascoltavo un programma radiofonico su Radio 1 (quello con Forbice per intenderci) e alcuni commnentatori presenti, tra i quali un rettore universitario di cui non ricordo il nome, sostanzialmente erano concordi sull’enorme polverone che si sta alzando sulla Gelmini. In particolare evidenziavano il fatto che il primo a dare una mazzata notevole sui fondi indirizzati alla ricerca universitaria fu Prodi nella sua ultima finanziaria, ma nessuno, in particolare nessun sindacato o partito di sinistra, scese in piazza: NESSUNA MANIFESTAZIONE, NESSUNA OCCUPAZIONE, NESSUNA PROTESTA. Perchè? Semplice : il virus antiberlusconiano era latente o inesistente. Non c’era motivo di strumentalizzare qualcosa, visto che erano loro al governo ed erano loro gli autori dei tagli. Non so se mi spiego.

    25. C’è differenza tra i tagli Prodi, ed erano molto consistenti, e quelli del governo attuale. Una differenza è data dalla progressione, dato che Prodi aveva già tagliato e si era prossimi al collasso del sistema, il proseguire in questa direzione ne sancisce il collasso, modifica la sua forma in modo inopinato, senza dibattito parlamentare, tanto a che serve, la pensano tutti come il padrone no? In altre parole la differenza tra i due approcci è nella gestalt configurata, nel come i tagli incidono sulla forma (del sistema scuola) e perciò nella sostanza stessa della democrazia. Ripeto che comunque così com’era non poteva andare avanti, si è scelta la strada più conveniente ai propri scopri, ecco il valore delle parole profetiche di Calamandrei. Nel merito economico della riforma c’è da dire per esempio che solo una quota di ciò che sarà risparmiato sarà reinvestita, ma dopo 3 anni, nella scuola e ciò dopo quasi un decennio di tagli che, detto per inciso furono sempre contestati, discussi e negoziati in sede istituzionale anche nel corso dei precedenti governi di cdx (per l’Università da CRUI etc non so se sai di cosa parlo). Marginalmente faccio notare che negli ultimi 10 anni il csx ha governato per poco meno di 5 anni (inclusi i governi elettorali), il cdx poco più di 5 anni, per cui le “colpe” di questo stato di cose sono addebitabili ad entrambi, e comunque negli ultimi 7 anni il cdx ha governato per ben 5 anni e ha lasciato la situazione che troviamo, verrebbe da chidersi se dolosamente o colposamente. Buon per loro che il csx è un branco d’incapaci dal punto di vista della comunicazione e della stragegia. La differenza tra i due approcci al “problema scuola” è talmente evidente a chi conosce la materia che è inutile discuterla, chi non la conosce invece è meglio che stia zitto o che si informi. Può sembrare una posizione arrogante la mia ma non lo è, mi spiego. Giorni fa ho sentito un tizio papavero del cdl dire che non si spiega la ragione per cui non si reagisce con altrettanta veemenza verso i tagli alla sanità: tale domanda connota il soggetto che la formula, la qualità della società, la democrazia dipende infatti dalla scuola molto più che la sanità. Che la scuola sia in una condizione critica è un fatto: non tutta, non tutti gli ordini ma mediamente lo è (la scuola elementare andava piuttosto bene) e ciò dipende da tutti noi, i governi sono in fondo una nostra estensione virtuale, conferiamo loro un potere, infatti la nostra Costituzione dichiara che il potere appartiene al popolo, evito di dilungarmi per non essere OT ma ce ne sarebbe da dire. Dunque la mistificazione semplificativa è questa: al popolo interessa il panem, lo gratifichiamo anche col circem, per giunta gli diciamo che se tagliamo più scuola (tanto così a che serve?) gli tagliamo meno sanità, che caspita vuoi che gli importi della democrazia?

    26. Mi era sfuggito. Il Prodi aveva sì dato una mazzata ai fondi per la ricerca (PRIN etc, ci furono le proteste dei ricercatori) ma non aveva intaccato il Fondo di Finanziamento Ordinario, cioè la dotazione per la didattica, quella che permette alle Università di pagare gli stipendi ai docenti e ai TA, permette l’acquisto delle attrezzature per la didattica, per le manutenzioni tecnologiche, etc. Il Prodi aveva previsto per le Univ. italiane un FFO totale praticamente costante tra il 2008 e il 2013, da 7,1 Mld a 7,5 Mld di Euro circa, l’attuale governo lo riduce progressivamente, da -104 Mil di Euro
      nel 2008, -737, -863, -1.004, -1.082 nel 2013. Le Università dovranno ridurre i corsi e aumentare le tasse universitarie. Beh … di che vi lamentate? Il nuovo governo non ha tolto l’ICI? Eheh! (invece nessun intervento urgente per l’evasione fiscale, circa il 20% del PIL, tra 100 e 270 Mld di Euro evasi, non si sa bene).

      http://www.bda.unict.it/Pagina/It/Notizie_1/Comunicazioni_dal_Rettore_2/0/2008/06/30/1939_.aspx

    27. Siino o l’intervento di Belfiori non l’ha letto bene o non lo ha capito. Lo rilegga insieme al posto che ha cancellato con l’intervento di Ugo SPosetti

    28. Antonio quando si deciderà a rispettare la policy dei commenti non le verranno cancellati i commenti. Dipende da lei, non da noi.

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