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venerdì 29 mar
  • Avere pazienza…

    Torno da Milano per un lieto evento, il matrimonio di mio fratello; parenti da tutta Italia, addirittura amici da Francia e Inghilterra, e una Palermo che più coperta di munnizza non si può…pazienza, bisogna avere pazienza…

    Terminato il lieto evento mi rimetto a studiare: meno 3 esami alla laurea. La mia stanza si affaccia sulla Scuola elementare Trieste, sita in via Sampolo. Anch’io sono stato alunno della Trieste. È il 29 maggio e dalle 10 in poi si scatena una vera e propria discoteca all’aperto…chiamo la scuola e faccio presente, molto educatamente, che capisco la voglia di fare la festa di fine anno, che sono stato uno studente anch’io, per di più di quella scuola, ma che sinceramente non capisco perché ai miei tempi (neanche antidiluviani!) la festa si poteva fare, comprensiva di musica, senza disturbare un intero quartiere ed oggi invece no: “Mio caro signore, abbia pazienza, è l’ultimo giorno!”.E io, ho dimostrato pazienza, frutto di quella perniciosa educazione palermitana che mi porta a sopportare tutto. Ieri, 4 giugno, stessa storia: dalle 10 la musica a palla impedisce qualsiasi tipo di attività intellettiva e non; chiamo, infuriato, la segreteria del Trieste: “Mio caro signore” – ma come, non hanno ricevuto altre chiamate, sono l’unico “fissa” che si incavola se i vetri di casa sua (all’ottavo piano!) vibrano? – “Oggi è l’ultimo giorno” – perchè, il 29 maggio cos’erano, le prove generali dell’Armageddon? “No, sa, ci sono 28 classi, e magari queste sono le ultime”… francamente non voglio essere pigghiato per fissa..chiedo di parlare con la Direzione – dopo cinque minuti mi dicono che è occupato ma che non mi devo preoccupare: la musica è stata abbassata.

    Pazienza, bisogna avere pazienza.. penso che tutti quanti avremo provato l’esperienza sgradevole del tamarro di turno che passa con la sua punto (manco fosse una Ferrari..) con la musica a palla e abbiamo tutti pensato “pazienza”…“pazienza, chissà da dove vengono, che educazione hanno ricevuto e bla bla bla”… pazienza un corno! Qui c’è un intera generazione di bambini che viene “educata” (immagino che le mie maestre siano morte nel frattempo, o quantomeno glielo auguro) alla totale mancanza di rispetto del prossimo (e se anche ci fosse qualche maestra a cui dà fastidio questo, scusate il termine, “bordello”, cosa ha fatto per impedirlo?) all’essere tamarri, da un’istituzione che dovrebbe fare tutto il contrario..

    Francamente penso che i palermitani dovrebbero avere meno pazienza e dovrebbero incazzarsi un po’ di più…magari in questo modo non avremo più personaggi, oggi “onorevoli”, che vanno a spendere migliaia di euro del contribuenti a Dubai (“sono persino allergico ai crostacei”, poverino!) oppure altri personaggi che coprono di spazzatura e vergogna la nostra città e non hanno la dignità (minima) di dimettersi.

    P.s.: cari palermitani, chiamate anche voi ogni tanto…non lasciate fare il lavoro “sporco” solo agli emigrati, please!

    Ospiti
  • 15 commenti a “Avere pazienza…”

    1. E’ pazzesco, appena mettete il naso 2 minuti fuori Palermo diventate tutti intolleranti e civilizzati. L’ennesimo post con “torno da… e cca fa schifo!”.
      Tutto il mondo va meglio di Palermo, benedette compagnie low-cost 🙂

    2. certo, chi il naso non ce lo mette fuori certe cose non le può apprezzare… benedette compagnie low-cost!!

    3. Io non metto il naso fuori da Palermo da mesi, e comunque non intendo fare paragoni. I tamarri ci sono dappertutto, anche a Palermo. Ne e’ la prova un bar proprio di fronte casa mia, aperto 24 ore su 24, e costantemente circondato da auto in doppia e terza fila e da buzzurri incivili che schiamazzano a tutte le ore, anche alle 3, alle 4 e alle 5 del mattino. Sempre. Estate e inverno. In quei momenti, quando sono svegliata nel pieno della notte da vocii sguaiati o da musiche house a palla, capisco cosa significa provare istinti omicidi…

    4. Sottoscrivo. Finché non esci da Palermo (e torni) non ti accorgi che quello in cui hai vissuto non era un meraviglioso acquario tropicale bensì una tazza del cesso con lo sciacquone guasto.

    5. La regione dovrebbe finanziare per tutti i palermitani una permanenza educativa in una città fuori dalla Sicilia (preferibilmente straniera)per almeno 12 mesi. Come il militare.
      E poi, prima di essere riamessi in Sicilia, ci vorrebbe un bell’esame.

    6. @panormo:
      Soldi sprecati! Ancora devo capire perchè il palermitano all’estero si comporta in modo irreprensibile…

    7. Non capisco il senso di questo post. Capisco che l’intolleranza a qualsiasi cosa ci circondi sta ormai prendendo campo inesorabilmente. Se siete stufi di vivere in questa città potete sempre andare da qualche altra parte, magari dove trovate pulizia, ordine, sindaci che fanno il loro lavoro e gente tutta per bene, che non disturba, non schiamazza e magari non respira.

      @ Vittoria: se chiami i carabinieri “i buzzurri incivili che schiamazzano a tutte le ore, anche alle 3, alle 4 e alle 5 del mattino” li mandano via e il proprietario del bar, dopo qualche avvertimento o corregge il suo comportamento oppure gli chiudono l’attività.
      Così tu dormi e loro si tolgono il vizio.

    8. Quello che tu chiami pazienza, ovvero la pazienza del palermitano, io lo chiamo servilismo e soprattutto il non lottare per i propri diritti. Questa è una grandissima battaglia sociale che i palermitani dovrebbero fare. Imparare che hanno dei diritti e che devono pretendere quello che gli spetta. Purtroppo, il palermitano (forse storicamente il tutto si può riportare ad anni di dominazione alle spalle) è servile ed è questo servilismo che spesso ci porta a considerare bellissimo tutto quello che c’è oltre allo Stretto. Noi lo guardiamo sempre con ammirazione e stupore. Siccome, ripeto, io non ci credo al palermitano come categoria, al palermitano buzzurro, tamarro e maleducato (perdonatemi io sono una di quelle che ha vissuto fuori per un pò e che ancora oggi gira parecchio) ed ho conosciuto lombardi, laziali, liguri, veneti e campani che sono buzzurri, tamarri e maleducati come altri palermitani. Il palermitano ha in meno rispetto all’Italia la capacità di reclamare e pretendere. Non è pazienza e nemmeno maleducazione, è servilismo quello di cui spesso siamo malati.

    9. @Dancan,
      il senso del post (immagino ti riferisci a quello che ho scritto) voleva essere che a volte non basta “chiamare i carabinieri” (o la scuola in questo caso) e che molto spesso a palermo si rinuncia persino a chiamarli. poi, francamente, non capisco lo scontro tra “chi va e chi resta”. penso che tra persone oneste tutto questo non abbia senso. ogni persona fa le proprie scelte, piu o meno liberamente (se trovi lavoro fuori da palermo, non è proprio una libera scelta), l’importante è l’intenzionalità: penso che sia mio sacrosanto dovere di palermitano e cittadino segnalare ogni volta che torno ciò che non mi sta bene; milano non è il paradiso, e mi comporto civilmente sia a milano o a palermo; quello che mi fa impazzire e che cercavo di evidenziare con il mio “sfogo”, è lo shock culturale al quale si è sottoposti ogni volta che si torna a casa: non stiamo mica parlando di un confronto Gran Bretagna vs. Marocco, sono pur sempre due città della stessa nazione (o almeno si spera..)

      un’ultima cosa: ad ottobre mi laureo e personalmente vorrei ritornare a Palermo. caro Dancan, questo mi legittima a lamentarmi sullo stato pietoso della mia città? 🙂

    10. @ Serena.
      concordo in toto. ne avevo già parlato a proposito di una mia visita alla Palazzina Cinese. Servilismo. Hai ragione: oggi è diffusa la convinzione a Palermo, non necessariamente tra tamarri ma anche tra persone educato (persino tra coloro che hanno studiato fuori… ) che a Palermo ogni cosa sia un “favore”, un “piacere”, e non un diritto/dovere: diritto di esigere una città pulita, dovere di monitorare costantemente l’attività del Comune,dovere di protestare quando così apertamente si abusa della res pubblica per fini personali

    11. Caro Luciano, anche io vivo a Milano, o meglio nei pressi…e concordo pienamente con te sullo stato d’animo che mi attanaglia ogni volta che torno a Palermo.
      Poi leggo i commenti di qualcuno e mi rendo conto del perchè le cose non possono cambiare. Noi veniamo considerati esagerati, siamo invitati a restare fuori dalla nostra città, accusati di essere diventati snob.
      Di “Annibali” la nostra città è strapiena, di gente che non è mai uscita dalla propria casa, al massimo è stata una settimana chiusa in qualche villaggio nel mar rosso…
      A Palermo, anzi ai Palermitani (perchè la colpa non è di Palermo, città meravigliosa, culla della civiltà, conquistata da arabi, normanni, spagnoli) manca la cultura del rispetto della cosa pubblica e dell’altro, chiunque esso sia.
      Quando vedi “distintissime” signore svuotare il posacenere dal finestrino dell’auto in via Libertà, non è una cosa assurda…è normalissimo, rientra nei canoni palermitani…una volta usciti dalla porta di casa tua sei in una terra di nessuno, dove tutto è concesso…fino a quando non cambierà questa mentalità, Palermo non avrà speranza.
      Uscite gente, viaggiate, visitate, conoscete…

    12. Luciano, concordo parecchio rispetto al tuo commento. Pero’ (c’e’ sempre un pero’ e riallaccio a questo post a quello su Roma, cosi rispondo solo una volta) e’ più facile reclamare diritti e compiere doveri in citta’ dove storicamente ti hanno insegnato a farlo che non dove tutto ti e’ stato fatto credere che non ti e’ dovuto. L’assenza dello Stato in una citta’ come Palermo (che e’ la quinta in Italia per numero di abitanti) e’ qualcosa che si e’ perpetuata per decenni (secoli direi) ed e’ qualcosa che ha reso il palermitano servile di un terzo che doveva essere intermediario con uno Stato assente. Io non lo so se l’assenza dello Stato sia semplicemente imputabile al palermitano, sinceramente mi appare una diagnosi troppo semplicistica. Cosi come ripeto mi appare semplicistico bollare una citta’ intera come simbolo di incivilta’. Le cose te le deve insegnare primo fra tutti il tuo Stato. La raccolta differenziata, ad esempio. Perdonatemi ma e’ il Comune che si deve attrezzare primo fra tutti e lo stesso che deve insegnarti a farlo. Guardate che nelle altre citta’ non si danno responsabilita’ di questo tipo ai cittadini.vogliamo parlare di rifiuti e dell’emergenza attuale? Perdonatemi pure qui ma in nessuna altra citta’ si darebbe colpa all’incivilta’ del cittadino. Io pago la Tarsu e butto l’immondizia alle ore 19 generalmente, detto cio’ e’ il mio Comune a cui verso le tasse che si deve occupare di: togliere l’immondizia, pulire le strade, fare in modo che ci siano i cestini per strada. Io devo pretenderlo perche’ e’ mio diritto ma il dovere di farlo e’ di chi amministra. Il palermitano e’ maleducato tanto quanto il milanese, tanto quanto il romano ecc sono i servizi e la pretesa di questi che sono differenti.

    13. E pensare che in Germania è il contrario…dentro le case a volte il porcile ma fuori tutto impeccabile, per la serie: “A casa mia faccio quello che mi pare, ma fuori è cosa di tutti e quindi sto alle regole”…
      Beh in teoria questa si chiama civiltà. e pensare che qndo fai presente a qualche simpatico amico cittadino di un comportamento poco civile la risposta è: Fatti i ca–i tuoi, che ci mi–ia ci talii…

    14. ‘ccu nesci .. arrinesci …

      se questo e’ un detto … vuol dire che ha un significato …

    15. Non c’è bisogno di girare il mondo per sapere che a Palermo qualcosa non va.
      @ una palermitana nata a milano: tu sei nata a Milano, quindi certe cose le comprendi meglio. Se vai un pò più su, qualche metro, ancora un pochino, vedrai che lì le cose vanno anche meglio di Milano.

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