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venerdì 29 mar
  • Tu-mori, vita mea

    Quando la spesa sanitaria rappresenta, da sola, i due terzi del rispettabile bilancio regionale (23-25 miliardi di euro), viene da pensare che se, per assurdo, i siciliani godessero improvvisamente tutti assieme di buona salute, tanti dipendenti, funzionari, dirigenti, professionisti(, tangentisti), fornitori ed imprenditori del settore sanitario, pubblico o privato, avrebbero davvero un grosso problema.

    Ovviamente, non penso ad un inconfessabile complotto di tutti costoro perché le malattie non regrediscano, ma semmai si diffondano sempre più: bastano le nostre cattive abitudini di vita e l’invecchiamento della popolazione a garantire che i budget della sanità crescano di anno in anno.

    Il vero problema è semmai, come al solito, quello della mancanza di una corretta informazione: si parla di tutto, soprattutto di tante banalità, mentre non si mettono nel giusto risalto cose così importanti per la nostra salute come quelle che riguardano la qualità dell’aria che respiriamo o dell’acqua che beviamo o del cibo che mangiamo e questo perché, probabilmente, queste informazioni potrebbero “disturbare la nostra spensieratezza” di consumatori suggestionabili dalla pubblicità in TV, la più ascoltata fonte di informazione e di nuovi stili di vita che conosciamo in Italia.

    Il vero complotto, quindi, è semmai ordito da quella parte di noi stessi che non vuole avere pensieri responsabilizzanti in combutta con quanti sono disposti a confermarci -magari non del tutto disinteressatamente- che tutto va bene o che potrebbe presto andar bene: a questi preferiamo molto spesso dare ascolto più che ad ogni altro “grillo” parlante!

    Ho trovato in rete un grafico di un (autorevole, parrebbe) istituto internazionale di ricerca sui tumori che vi invito ad aprire: mostra il trend impressionante degli ultimi anni passati e prefigura i prossimi. Siamo liberi di vivere, consapevolmente o meno, con lo stile di vita che preferiamo, ma non ritengo che sia socialmente giusto che una qualità di vita fatta, tutto sommato, di cose fondamentali come l’aria e il cibo, diventi un lusso per pochi, non ultimo per i risparmi che si potrebbero ottenere sulla spesa sanitaria pubblica. Tu-mori, vita mea potrebbero però scandire tanti portatori (finchè sani) di interessi. Cosa ne pensate?

    Sicilia
  • 5 commenti a “Tu-mori, vita mea”

    1. a parte il cambiare il nostro stile di vita e su questo sono daccordo con lei, ritengo che dovrebbe diventare gratuito e obbligatorio per tutti un sistema di prevenzione (esami, controlii ecc.) che sicuramente inciderebbe positivamente anche sulla nostra vita e perche’ no sulla spesa sanitaria

    2. “Excluding non melanoma” significa che il grafico è riferibile solo ai casi di melanoma, ovvero soltanto un particolare e specifico tipo di tumore, poco correlato con la qualità della vita quanto piuttosto con l’esposizione alle radiazioni ultraviolette del sole.

      O no?

    3. Io l’ho inteso “ad esclusione dei tumori della pelle” che avrebbero stravolto le quantità e il senso stesso del grafico.

    4. “(23-25 miliardi di euro)” è il bilancio regionale o la spesa sanitaria?

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