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martedì 23 apr
  • Pokermania

    Gioco a poker online ormai da anni, è una grande passione e anche se di rado frequento anche le poker-room cittadine.
    Non mi era mai successo pur avendo vinto numerosi tornei,quello che mi è successo la sera del 2 luglio del 2009, quando come mio solito mi sono iscritto ad un torneo che prevedeva la partecipazione di 500 giocatori,fino ad esaurimento posti.
    Gente di tutte le nazionalità nel mio tavolo, il numero 23 che a quanto pare ha portato fortuna, dato l’esito finale.
    La mia caratteristica è giocare molto coperto, ecco perché sono uno specialista dei tornei affollati, mi faccio valere a lungo termine e come sempre all’inizio sono guardingo e cerco di capire in che razza di tavolo sono finito.
    Un afghano, un cinese e tre finlandesi colpiscono la mia attenzione, questi ultimi sembrano un tutt’uno, vanno all-in senza grandi punteggi ed uno in particolare lo prendo di mira.
    È chiaro che non sa giocare e appena si sbilancia con un all-in prima del river vedo la sua giocata.
    Il mio doppio sette diventa tris ed il finlandese va a casa.
    Comincia la cavalcata,da chip-leader del mio tavolo la carta gira per il verso giusto e vado all-in quasi sempre con buon punteggio.
    Chi vuole vedere le mie carte deve mettere tutte le chip sul tavolo, oppure niente.In breve tempo aumenta il divario tra me e loro finché il sistema non mi cambia tavolo.
    Ora sono con un indonesiano, tre statunitensi e tre messicani, oltre a due italiani; mi prendo una pausa di riflessioni foldando di continuo e studiando i miei avversari.
    Scott, lo conosco bene e bravissimo, Chico il messicano anche, sono mesi che lo incontro nella room poker e la sua scarsezza è incredibile.
    Mi provoca nella chat, non rispondo, lascio passare le mani e nel frattempo siamo rimasti in 200, è il momento del caffé e di una passeggiata nella stanza, serve a scaricare la tensione.
    Dopo qualche mano mi sale un colore con il quale faccio fuori l’indonesiano e uno degli americani, sono terzo chip leader del torneo, ora devo solo aspettare che si scannino fra di loro dato che i buy cominciano a salire.
    Approfittando del vantaggio delle chip rubo parecchi piatti, nessuno si mette contro di me, perché ho molte chip e perché sono sempre andato a vedere con grossi punteggi.
    Non bluffare mai è la migliore tattica per poi bluffare davvero e ne sa qualcosa lo spagnolo che mi lascia un grosso piatto col mio all-in chiamato con un 2 e 7 di cuori.
    L’attesa porta i suoi frutti, foldo praticamente tutto, rimaniamo in 60 e sono decimo come chip, gli americani cominciano a scannarsi fra di loro, Scott va a casa ma ne rimangono una trentina su cinquanta, ero l’unico italiano.
    Ad uno ad uno li vedo andare fuori ad ogni mano il numero dei partecipanti si assottiglia ed aumentano i soldi che porto a casa, poi all’improvviso eccolo un asso asso che aspettavo da tempo,vado check fino all’ultima carta dello show-down pur avendo full d’assi e all’ultima carta i due fessacchiotti americani vanno all-in e vanno anche a casa.
    Ora sono chip leader entro una decina di minuti rimaniamo in 10 nel tavolo finale ed il sistema si blocca, “LA MANO FINALE COMINCERÀ FRA CINQUE MINUTI”.
    La tensione sale, sono in testa e sono l’unico italiano contro nove statunitensi, cominciano a prendermi in giro nella chat, “spaghetti, pizza eccetera”.
    Non rispondo, non rispondo mai, le carte parlano per me.
    Comincia la guerra ad ogni giro è un susseguirsi di all-in, io sto a guardare, rimaniamo in sei.
    Con 2-4 inseguo la scala che arriva, al river spuntano provvidenziali un asso un tre e un cinque.
    Loro attaccano con le loro coppiette io li affondo con la mia scala.
    Rimaniamo in quattro, io contro tre americani, continuano a combattere, io li aspetto, rimaniamo io e Larry.
    Italia-Stati Uniti nel cuore della notte, Larry fa tris e va all-in, non basta a coprire il mio colore all’ultima carta.
    Non dimenticherò la schermata sul computer, THE WINNER IS BARCELLONA (Italy)
    Lezione di poker agli americani!!!

    Ospiti
  • 21 commenti a “Pokermania”

    1. Complimenti!!!

    2. Minchia… queste si che sono soddisfazioni! 🙂
      (dico sul serio)

    3. contento tu!
      😛

    4. il piacere è nell’aver vinto, non nei soldi. nell’avere dato una lezione a coloro che si sentono i più forti. è questa la molla che spinge a giocare ogni giocatore partite faticose ed estenuanti. immaginate la stessa cosa applicata negli studi: sarebbe la rivoluzione.

    5. Caro Giuseppe, complimenti. Dato che conosci così bene il poker on line, non ritieni che questi giochi su internet possano essere pericolosi? Non possono creare una sorta di dipendenza e di desiderio di cercare i veri tavoli da gioco, con soldi veri? In pratica sono l’anticamera per istruire tanti ragazzi al gioco d’azzardo.

    6. caro Azzardo,Ti garantisco che anche ai tavoli on-line se vuoi puoi perdere anche di piu’ di quello che perderesti ai tavoli di gioco normali.

      fate come me, a chi piace, giocate i “free-roll”.
      sono gratuiti e, per chi vede il poker texas hold’em come un evento sportivo e non un modo per cambiare la propria vita (se non in peggio), l’effetto emotivo è comunque particolare.

      m.

    7. Sei un predestinato! Ahitè!
      “Non mi spavento quando mio figlio perde ma, quando si vuole rifare”!
      Questo diceva la buonanima di mio padre.
      “Non mi spavento quando mio figlio perde ma, quando vince e si fotte la testa… non è strada che spunta”!
      Questo lo dico io anche perché ho due figli persi o sulla strada…!
      Vedete una grossa differenza tra la droga, l’alcool e il gioco?
      “Buona fortuna comunque”!

    8. mi fanno ridere quelli che pensano che i giocatori che vanno in tv siano dei milionari solo perche’ hanno vinto dei tornei da un milione di dollari.

      la gente non sa che i piu’ di questi pagano dai 1500 ai 5000 euro a partita … ed immagino che ne faranno numerosissime, per potere arrivare una tantum ad una finale.

      mia madre e’ di venezia, mia nonna abitava vicino al casino’ estivo.

      quando ero bambino ed andavo in vacanza li’, leggevo spesso di gente che s’era suicidata uscendo dal casino’.

      io a casa, non ho mai avuto neanche un mazzo di carte siciliane

      meditate gente, meditate.

    9. Il poker texano e’ uno sport come gli scacchi o qualunque altro gioco di strategia,per questo mi piace.
      Sono sicuro che non diventera’ una mania perche’ mi conosco,sono una persona equilibrata,mi sono qualificato on-line per i piu’ prestigiosi tornei al mondo ma poi non sono andato alle finali che si disputano nei casino’vero per motivi di lavoro.
      Monitorate i figli,specie se adolescienti a quella eta’ non si e’ abbastanza maturi per gestire se stessi.
      Comunque quello era un torneo da un euro,l’ho citato perche’ fottere 9 americani in finale e’ statisticamente difficilissimo se si pensa che giocavamo in 500.

    10. @giuseppe barcellona

      “Il poker texano e’ uno sport come gli scacchi..” scusa ma dove sarebbe l’attività sportiva nel poker?
      e nel superenalotto allora?

    11. La verità è che il poker rovina le famiglie! punto e basta. altro che gioco!!!

    12. Come siete prevenuti.Nel poker texano bisogna calcolare ad ogni mano le probablita’ di successo,studiare la psicologia dell’avversario,analizzare la statistica delle mani precedenti,controllare o celare i propri gesti dato che i giocatori professionisti ti vivisezionano ed avere anche un po di fortuna.
      Credo che se si toccano matematica,logica,psicologia ed altre cose possa solo che essere utile allo sviluppo di un individuo.
      Ci sono anche i tornei gratuiti,perche’ ghettizzare i pokeristi?
      Diciamo che i giovincelli si drogano,ubriacano e si sballano in altri modi,,magari giocassero a poker.

    13. nel poker texano bisogna calcolare ad goni mano le probabilità di successo, studiare la psicologia dell’avversario, analizzare la statistica delle mani precedenti, controllare o celare i propri gesti dato che i giocatori professionisti ti vivisezionano … ED AVERE TAAAAANTA FORTUNA… perche’ di colpi persi all’ultima mano, per mano di una penosissima carta di basso punteggio, se ne vedono ogni sera in tv.
      il giocatore che vince, ha avuto fortuna.
      quello veramente fortunato e’ colui che ha vinto la prima volta e non ha giocato piu’.
      aaaalllin

    14. uno sport???!!!??? aahahha. altro aspetto: pupo e baldini (di radio2) c’hanno a tutt’oggi debiti milionari e questo solo perchè sono “vip”, tra i comuni mortali invece i conti spesso se li regolano a pistolettate o con l’aiuto degli strozzini. 1OOO VOLTE MEGLIO IL MONOPOLI!!!

    15. uno sport, si come no… uno sport dove la “fatica” massima è mescolare un mazzo di carte (calorie bruciate 0,5 per ora) accompagnandosi magari da un neumero imprecisato di biccherozzi di alcool in un ambiente appestato dal fumo… vaiavaia!!! ANDATEVI A FARE DELLE BELLE MARATONE ALLE 6 DEL MATTINO (come faccio io) e poi capirete cosa significa fare sport!

    16. “Con 2-4 inseguo la scala che arriva, al river spuntano provvidenziali un asso un tre e un cinque.
      Loro attaccano con le loro coppiette io li affondo con la mia scala.
      Rimaniamo in quattro, io contro tre americani, continuano a combattere, io li aspetto, rimaniamo io e Larry.
      Italia-Stati Uniti nel cuore della notte, Larry fa tris e va all-in, non basta a coprire il mio colore all’ultima carta”.
      Questo non lo scritto io!
      Posso sapere che relazione c’è col gioco degli scacchi?
      Giocavo a scacchi e con un “2 e un 4” non mi sono mai entrati un “A un 3 e un 5”. Tantomeno ho fatto “colore” per dare scaccco al Re “all’ultima… Mossa”!
      Per fortuna che i giovanissimi frequentano poco questo sito. Sarebbe un bell’esempio!
      Oggi in tv ho visto un vecchio film: “L’eroino” si sveglia e si riempie un bicchiere di whisky che svuota in un sol “boccone” (non lo beve)!
      Ecco come siamo cresciuti e come continuano a crescere i nostri figli!

    17. Povera Italia,mi sono fatto un mazzo cosi’ (di carte) per inchiappettarmi 9 dico 9 americani contemporaneamente,caso piu’ unico che raro e questo e’ il ringraziamento.
      Comunque ripeto,siete prevenuti e’ vero che ci vuole un bel po di fortuna ma la strategia c’e’ eccome.
      Ma poi non l’ho capito non puo’ esistere uno che gioca si fa i tornei e non e’ uno che si rovina?E’ una visione un po banale di questo mondo.

    18. Giuseppe gradirei un linguaggio più consono. Grazie.

    19. @Giuseppe
      Bravo, sarai bravo , e come la mettiamo con la dipendenza ?
      Il computer crea dipendenza, il gioco crea dipendenza, tu li usi entrambi.
      Qualunque giocatore deve avere il cervello fine,
      questo non ti impedisce di entrare in un meccanismo che, secondo me, ti acchiappa senza che te ne accorgi.

    20. Giuseppe con tutto il rispetto dire che “Con 2-4 inseguo la scala che arriva, al river spuntano provvidenziali un asso un tre e un cinque” è certamente un bell’esempio di strategia. Chi è il tuo trainer madame Stella? O qualche altro indovino? 🙂 A parte lo scherzo è ben lungi da me fare la morale sui giocatori anche perchè io stesso lo sono. Però se dobbiamo proprio parlare di gioco credo che il gioco virtuale abbia lo stesso rapporto con il gioco vero rispetto a quello che hanno i messaggini romantici via sms con l’amore vero. Il gioco vero è quello che si fa con le carte in mano guardando in faccia il tuo avversario, oppure in un ippodromo dove una scommessa è frutto di tante variabili e tante conoscenze variamente assortite. Non è una critica a te ci mancherebbe, ma questa virtualità di tutto ciò che ci circonda sta facendo diventare un pò artificiale ogni cosa. O no?

    21. AH AH AH quanti commenti variopinti,si tende a etichettare tutto.
      Comunque e’ vero non tutti hanno abbastanza equilibrio per confinare un gioco al rango di gioco,io ci riesco,ma mi rendo conto che non per tutti e’ cosi’,i vostri giudizi le vostre critiche sono giuste e le condivido,fortunatamente riesco a giocare quell’oretta un giorno si e un giorno no e fare qualche parita tra amici.Cio’ a me basta.

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